Il vetro dei faraoni

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-francis-
00martedì 18 dicembre 2007 11:22


La riproduzione di un'antica fornace di Amarna, sulle rive del Nilo, dimostra per la prima volta che gli egizi erano in grado di produrre il materiale oltre tre mila anni fa

Gli antichi egizi producevano il vetro o lo importavano dal Vicino Oriente per poi lavorarlo? Gli scavi effettuati in Egitto negli ultimi anni hanno indotto gli esperti a ipotizzare indirettamente che essi fossero in grado di produrre questo materiale già dal 14esimo secolo prima di Cristo. Per dimostrarlo, gli archeologi britannici Paul Nicholson dell’Università di Cardiff e Caroline Jackson dell’Università di Sheffield hanno costruito una copia fedele di un’antica fornace e l’hanno messa in funzione, riuscendo a produrre vetro dalla sabbia locale, proprio come si pensa facessero gli egizi.

Nicholson è a capo di un'equipe della Egypt Exploration Society che, dal 1983, studia il sito archeologico di Amarna, sulle rive del Nilo, ritenuto il più antico luogo al mondo per la produzione del vetro. El-Amarna è il nome moderno della località ove sorgeva l’antica città di Akhetaton, la capitale del regno del faraone Akhenaton (Amenofi IV) che regnò fra il 1352 e il 1336 a. C., passato alla storia come il “faraone eretico” per il suo tentativo di instaurare una nuova religione basata sul culto del dio Aton.

Gli studiosi hanno anche dimostrato che la produzione di vetro era solo una parte di un sistema industriale che prevedeva altri processi di manifattura alle alte temperature. I rinvenimenti hanno infatti portato alla luce attrezzi per la produzione di pigmenti blu e di ceramiche utilizzate per la produzione di amuleti e di decorazioni architettoniche. Vicino al sito sorgeva anche uno dei principali templi della città, probabilmente decorato con i materiali prodotti sul luogo, così come molti altri edifici pubblici. “Non sapevamo con certezza se il vetro lavorato per produrre i manufatti finora rinvenuti nel sito fosse prodotto in loco o venisse importato", ha dichiarato Nicholson, "ora credo sia evidente che artigiani esperti fossero in grado di produrlo autonomamente e che fossero anche coinvolti in altre industrie manifatturiere”.

Fonte: Galileo - Italy
Hatshepsut76
00martedì 18 dicembre 2007 11:34
che notizia interessante hai riportato, Franca! Non credevo che l'arte di fare il vetro potesse essere così antica.... è senza dubbio una notizia meritevole di approfondimento...
roberta.maat
00martedì 18 dicembre 2007 21:41
Aiutatemi a ricordare.....tempo fà ho letto o sentito e non so più dove,forse nel forum ?, che ad Aketaton le finestre fossero "vetrate".
A meno che non fosse una notizia legata all'antica Roma. Che stress la memoria !
roberta.maat
00martedì 18 dicembre 2007 22:17
Trovato......avevo letto per Roma antica ma girando nel web ho letto questa idiozia in un sito pubblicitario delle lampade tiffany. L incollo qui :

Nell’antico Egitto, a partire dal 1500 a.C., si diffuse l’uso del vetro; inizialmente con oggetti destinati all’ornamento personale ed alla toelette femminile, poi con esemplari prestigiosi come la cassa di vetro in cui venne ritrovata la mummia di Ramsete II. L’impiego del vetro per ottenere schermi diafani a chiusura di finestre o di porte è antichissimo.......
roberta.maat
00martedì 18 dicembre 2007 22:17
Hotepibre
00martedì 18 dicembre 2007 23:41
Re:
roberta.maat, 18/12/2007 22.17:

...la cassa di vetro in cui venne ritrovata la mummia di Ramsete II. ...



Oh Dio [SM=x822738] ! ...mi sono perso qualcosa [SM=x822718] ? Sapevo di "casse" di legno, d'oro perfino, ma di vetro [SM=g1361792] ...

roberta.maat
00mercoledì 19 dicembre 2007 09:31
Hai perso che l'idiozia gira nel web con la firma di Tiffany ! Non si può sapere tutto ! Ciao Hot, buon Natale !
(richard)
00domenica 23 dicembre 2007 13:32
Per quanto mi risulta nessuna casa signorile , templi o addirittura residenze faraoniche possedevano finestre ne tantomeno infissi con vetrate colorate.
Per gli egizi il vetro ricavato dalla cottura della sabbia in fornaci(vedi appunto Amarna) nelle sue svariate sfumature cromatiche rappresentava un minerale di pregio e quindi il suo scopo era esclusivamente ornamentale e decorativo insieme all'uso di altre pietre dure o preziose importate dai paesi lontani o confinanti con
il loro stato.
Maat Ka Ra
00domenica 23 dicembre 2007 16:24
Tra i tesori della Tomba dell'Architetto Kha, sempre presso il Nostro Museo, ci sono numerosi vasetti in vetro, lavorati a differenti colorazioni, utilizzati dalla signora Merit (moglie dell'architetto) come porta unguenti, porta profumi oppure più semplicemente per il khol. Altri ritrovamenti/acquisti di oggetti analoghi in Ta Set Maat (Deir el Medina) provano l'uso (non troppo comune, comunque) di questo materiale. Si ipotizza che tramite scambi commerciale questo tipo di lavorazione fosse in uso già all'inizio del Nuovo Regno. E' possibile che questa tecnica sia stata acquisita da Cipro oppure dalle coste libanesi. Gli scambi commerciali con alcuni paesi del Mediterraneo hanno portato in Kemet tecniche nuove per la produzione di vasi e nei loro decori, nonchè dei decori dei palazzi. Risalgono al secondo periodo intermedio frammenti delle tombe di regnanti locali, di Qau el Kebir, che riportano decorazioni di gusto decisamente grecizzante, si tratta di frammenti di soffitto. [SM=x822712]
-francis-
00sabato 12 gennaio 2008 11:34
La più antica fabbrica di vetro in Egitto
di Aristide Malnati

Una curiosa e importante scoperta ad Amarna (tra Il Cairo e Luxor) ci fa conoscere nuovi e vivaci elementi della vita quotidiana nell'Egitto delle corti faraoniche, ma anche della gente comune. Un'équipe di ricercatori dell'Università di Cardiff (Gran Bretagna), guidata dall'archeologo Paul Nicholson, ha riportato alla luce i resti di un'antica fornace, in cui veniva Una fornace ricostruita dal team inglese ad Amarnafabbricato materiale vitreo; e, combinando i recenti dati archeologici con le informazioni storiche già note, ha appurato che il vetro ottenuto era utilizzato per monili, amuleti, oggetti preziosi, o parti consistenti di manufatti di uso quotidiano. Ma c'è di più: gli archeologi britannici hanno datato grazie al contesto stratigrafico l'antica officina, dove la sabbia veniva scaldata e soffiata, e hanno potuto stabilire che essa venne costruita e utilizzata durante il regno del faraone eretico Akhenaton (conosciuto anche come Amenophis IV, sul trono attorno al 1350 a. C. per circa 15 anni). Ebbene a fianco di Akhenaton nella prima parte del lungo regno sedette la bellissima Nefertiti, che gli diede sei figlie e che condivise e sostenne il progetto politico e religioso dello sposo. La coppia regale costituì il primo esempio di monoteismo, abbandonando il pantheon di divinità tebane (Tebe, precedente capitale fu sostituita appunto da Amarna, 300 km più a nord): i due adoravano il disco dell'Aton, divinità solare e generatrice del creato.
Collana vitrea smaltataEcco che allora la fantasia dell'appassionato di antico Egitto, sostanziata da precisi dati archeologici nel proprio tentativo di ricostruire a tinte forti e concrete lo scenario della splendida corte di Akhenaton e Nefertiti, si lancia ad immaginare che la fornace appena trovata abbia anche potuto produrre gioielli raffinati, che adornarono la bellissima regina: magari le collane poste attorno al suo esile e sensuale collo o bracciali destinati alle braccia affusolate avevano elementi in vetro, prodotti nella vetreria appena riportata alla luce: niente di più verosimile.
Contenitore in ceramica utilizzato nella lavorazione del vetroI ricercatori inglesi, comparando il rinvenimento con analoghe strutture dell'Antico Vicino Oriente già scavate, hanno scoperto che la fornace di Amarna è la più antica mai ritrovata. Questo elemento permette di rettificare una convinzione inveterata tra gli antichisti, secondo cui gli egizi avrebbero per lungo tempo importato dai Paesi della mezzaluna fertile oggetti in vetro. Al contrario, alla luce del ritrovamento di Amarna, si capisce che proprio in riva al Nilo venne inventata e perfezionata la tecnica di fabbricazione del vetro e che la si applicò ad ogni settore della vita di tutti i giorni. Ad iniziare dalla religione: abbondanti e di dimensioni anche notevoli sono infatti gli amuleti vitrei che dal Nuovo Regno (II metà II millennio a. C.) arricchivano il corredo funebre di defunti di ogni classe sociale o popolavano le nicchie dei numerosi templi fatti erigere dai faraoni. In precedenza erano per lo più diffusi statuette in terracotta, legno, alabastro e anche in faenza blu, che comunque si mantennero in uso anche dopo l'avvento del vetro. Emerge una volta di più il ruolo decisivo giocato da Akhenaton, che non diede vita a un sistema chiuso e isolato dal resto del mondo antico; ma che fu capace di dialogare e di confrontarsi con le regioni più remote del proprio regno e che con tecniche all'avanguardia inventò nuovi manufatti e li esportò ovunque, aumentando il benessere dei propri sudditi e promuovendo una vita di corte tutt'altro che oscurantista.

(Fonte: Il Sole 24 ore)
-francis-
00sabato 12 gennaio 2008 13:43
Riscrivo il pezzo perchè in quello sopra riportato sono state inserite nel testo le didascalie delle foto che ornavano l'articolo.

Una curiosa e importante scoperta ad Amarna (tra Il Cairo e Luxor) ci fa conoscere nuovi e vivaci elementi della vita quotidiana nell'Egitto delle corti faraoniche, ma anche della gente comune. Un'équipe di ricercatori dell'Università di Cardiff (Gran Bretagna), guidata dall'archeologo Paul Nicholson, ha riportato alla luce i resti di un'antica fornace, in cui veniva fabbricato materiale vitreo; e, combinando i recenti dati archeologici con le informazioni storiche già note, ha appurato che il vetro ottenuto era utilizzato per monili, amuleti, oggetti preziosi, o parti consistenti di manufatti di uso quotidiano. Ma c'è di più: gli archeologi britannici hanno datato grazie al contesto stratigrafico l'antica officina, dove la sabbia veniva scaldata e soffiata, e hanno potuto stabilire che essa venne costruita e utilizzata durante il regno del faraone eretico Akhenaton (conosciuto anche come Amenophis IV, sul trono attorno al 1350 a. C. per circa 15 anni). Ebbene a fianco di Akhenaton nella prima parte del lungo regno sedette la bellissima Nefertiti, che gli diede sei figlie e che condivise e sostenne il progetto politico e religioso dello sposo. La coppia regale costituì il primo esempio di monoteismo, abbandonando il pantheon di divinità tebane (Tebe, precedente capitale fu sostituita appunto da Amarna, 300 km più a nord): i due adoravano il disco dell'Aton, divinità solare e generatrice del creato.
Ecco che allora la fantasia dell'appassionato di antico Egitto, sostanziata da precisi dati archeologici nel proprio tentativo di ricostruire a tinte forti e concrete lo scenario della splendida corte di Akhenaton e Nefertiti, si lancia ad immaginare che la fornace appena trovata abbia anche potuto produrre gioielli raffinati, che adornarono la bellissima regina: magari le collane poste attorno al suo esile e sensuale collo o bracciali destinati alle braccia affusolate avevano elementi in vetro, prodotti nella vetreria appena riportata alla luce: niente di più verosimile.
I ricercatori inglesi, comparando il rinvenimento con analoghe strutture dell'Antico Vicino Oriente già scavate, hanno scoperto che la fornace di Amarna è la più antica mai ritrovata. Questo elemento permette di rettificare una convinzione inveterata tra gli antichisti, secondo cui gli egizi avrebbero per lungo tempo importato dai Paesi della mezzaluna fertile oggetti in vetro. Al contrario, alla luce del ritrovamento di Amarna, si capisce che proprio in riva al Nilo venne inventata e perfezionata la tecnica di fabbricazione del vetro e che la si applicò ad ogni settore della vita di tutti i giorni. Ad iniziare dalla religione: abbondanti e di dimensioni anche notevoli sono infatti gli amuleti vitrei che dal Nuovo Regno (II metà II millennio a. C.) arricchivano il corredo funebre di defunti di ogni classe sociale o popolavano le nicchie dei numerosi templi fatti erigere dai faraoni. In precedenza erano per lo più diffusi statuette in terracotta, legno, alabastro e anche in faenza blu, che comunque si mantennero in uso anche dopo l'avvento del vetro. Emerge una volta di più il ruolo decisivo giocato da Akhenaton, che non diede vita a un sistema chiuso e isolato dal resto del mondo antico; ma che fu capace di dialogare e di confrontarsi con le regioni più remote del proprio regno e che con tecniche all'avanguardia inventò nuovi manufatti e li esportò ovunque, aumentando il benessere dei propri sudditi e promuovendo una vita di corte tutt'altro che oscurantista.
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