Il più grande mistero egizio?

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Pagine: [1], 2
-Kiya-
00domenica 22 febbraio 2009 18:05
A vostro parere, qual'è il più grande mistero Egizio a tutt'oggi irrisolto?
roberta.maat
00domenica 22 febbraio 2009 18:56
Secondo me LA SFINGE, lo stesso nome con cui la indichiamo è sinonimo di enigmatico. Unica e senza tempo di per sè, non considerando la stele del sogno che ha una sua collocazione temporale conosciuta.
.Bata.
00domenica 22 febbraio 2009 19:08
Secondo il mio parere il più grande mistero è quello che agli uomini di questa civiltà non venga riconosciuta la capacità di creare opere e risolvere problemi con le loro forze ma debbano sempre essere aiutati da esseri misteriosi di altri pianeti o di continenti scomparsi a loro volta istruiti dai primi.

Ciao, BATA.
-francis-
00domenica 22 febbraio 2009 19:23
Penso che sia come sono state costruite le piramidi.
Ci sono tante proposte, ma nessuna che sia esaustiva.
Teie
00lunedì 23 febbraio 2009 09:48
La sfinge.

Teie
EGIZIA72
00lunedì 23 febbraio 2009 10:10
Piramidi e Sfinge
antonio crasto
00lunedì 23 febbraio 2009 12:48
Non vorrei segnalare opere egizie, che presentano alcuni aspetti misteriosi: quando? come? perché?

Desidero invece segnalare una particolarità della vita civile e religiosa dei sovrani egizi, che è stata volutamente “nascosta” dagli Egittologi e quant’altri.

E’ il così detto “Pane bianco” il mefkat egizio, la polvere bianca che veniva impastata in pani conici.
Non sono state ancora chiarite le proprietà misteriose della sostanza con cui veniva fatto il Pane bianco e il perché questo pane venisse offerto agli dèi e mangiato dai sovrani egizi.
Hatshepsut76
00lunedì 23 febbraio 2009 14:10
visto il testo che sto terminando, direi la Sfinge....
(richard)
00lunedì 23 febbraio 2009 14:31
Anche per me la Sfinge ed in modo particolare la sua testa che è tutto un interrogativo insieme alla sua vera datazione.
roberta.maat
00lunedì 23 febbraio 2009 16:07

Antonio Crasto :......E’ il così detto “Pane bianco” il mefkat egizio, la polvere bianca che veniva impastata in pani conici.
Non sono state ancora chiarite le proprietà misteriose della sostanza con cui veniva fatto il Pane bianco e il perché questo pane venisse offerto agli dèi e mangiato dai sovrani egizi.



Non è un mistero troppo "di nicchia" ? un pò come il tekenu ? [SM=x822741]
pizia.
00martedì 24 febbraio 2009 22:00
Su Sfinge e Piramidi avete perfettamente ragione.
Ma io non capisco ancora come tutto sia cominciato, ma come hanno fatto a creare uno stato durato millenni?
piolo58
00mercoledì 16 settembre 2009 15:32
Mi associo ... piramidi, sfinge,calcoli astronomici e di costruzione. impensabili x l'epoca che ancora non conosciamo di preciso
Merytaton62
00mercoledì 16 settembre 2009 15:42
Il più grande mistero egizio?
Forse la Sfinge, considerate le sue dimensioni e la sua collocazione .... [SM=x822741]


A me,però, , irretisce parecchio anche la KV55.... [SM=x1764359] [SM=g1361793]
Crystina.
00giovedì 17 settembre 2009 10:47
Per me il grande quesito ancora irrisolto è la piramide di Cheope, fin ora sappiamo ben poco del suo contenuto.. piccoli corridoi che portano dove, o sono semplici prese d'aria...



neferu
00giovedì 17 settembre 2009 11:46
Per me il più grande mistero non ancora risolto è come potessero popoli dell'età del bronzo avere le cognizioni matematiche, astronomiche, ecc. per costruire ed impostare con tanta precisione monumenti giganteschi come le piramidi e a cosa in realtà queste ultime servissero, visto che a tutt'oggi non risulta essere stato sepolto nessuno al loro interno: in quanto ,anche nella piramide di Cheophe, il grande sarcofago di basalto pare non sia mai stato utilizzato!!!
Devo però dire che i misteri legati alle costruzioni megalitiche non sono di assoluta pertinenza egizia: basta vedere i cromlech inglesi dell'età del ferro o il perfettimo muro di matchu pichu o le grandi figure della piana di Nazca...... e ce ne sarebbero ancora tantissime altre.
roberta.maat
00giovedì 17 settembre 2009 14:22
Non sono esperta ma mi sembra di sapere che tra Mathcu Pitchu e Giza ci sia un intervallo temporale importante,circa 4000 anni o mi sbaglio ?
Pare che Matchu Pitchu fu edificata dall'imperatore inca Pachacútec intorno all'anno 1440.
MassimoIzzo
00giovedì 17 settembre 2009 14:32
Re:
.Bata., 22/02/2009 19.08:

Secondo il mio parere il più grande mistero è quello che agli uomini di questa civiltà non venga riconosciuta la capacità di creare opere e risolvere problemi con le loro forze ma debbano sempre essere aiutati da esseri misteriosi di altri pianeti o di continenti scomparsi a loro volta istruiti dai primi.

Ciao, BATA.



Saggio Bata.

Ma la risposta è complessa. Sotto la scarsa voglia di riconoscere le capacità dell'antichità egizia (e non solo) c'è l'incoscia consapevolezza che la scienza e la tecnologia moderna fornisce risultati deludenti, limitati e distruttivi a confronto di quello che ha potuto ottenere un cervello (sistema cognitivo) arcaico con umili strumenti in mano ma tanta genialità.
In pratica riceviamo un'inconscia umiliazione ogni volta che guardiamo i risultati in tutti i campi della civiltà egizia e di altre civiltà dell'antichità.
Riappropriarsi di quelle modalità di pensiero alla luce della scienza e coscienza moderna ci farebbe fare un salto evolutivo....
Quindi perciò, a mio modesto avviso, il grande mistero dell'antico Egitto è il loro sistema cognitivo. Di cui il sistema geroglifico e la lingua egiziana stessa costituiscono fossili paradossalmente ancora vivi.
Ma queste sono solo mie elucubrazioni....

PS: Chi possiede "Antico Egitto" di Kemp, opera magnifica che segnalerò sul mio blog, si legga l'introduzione, Kemp accenna in modo magnifico proprio a quello che ho detto sul sistema cognitivo degli antichi egizi e credo che sia una delle cose più profonde mai scritte in egittologia: non sono il solo a pensarlo.

-Kiya-
00giovedì 17 settembre 2009 17:10
Re: Re:
MassimoIzzo, 17/09/2009 14.32:



In pratica riceviamo un'inconscia umiliazione ogni volta che guardiamo i risultati in tutti i campi della civiltà egizia e di altre civiltà dell'antichità.
Riappropriarsi di quelle modalità di pensiero alla luce della scienza e coscienza moderna ci farebbe fare un salto evolutivo....




Non potevi rendere l'essenza di tale atteggiamento in modo più chiaro ed esplicito. Negare le loro capacità corrisponde a negare la nostra perdita di coscienza e dell'uso della ragione.
Un rifiuto netto, ma una realtà eclatante.

neferu
00giovedì 17 settembre 2009 18:08
per Roberta Maat
E' vero hai ragione d'altra parte anche fra i disegni della piana di Nazca o perfino i cromlech c'è una disparità di secoli rispetto a Ghiza ma volevo intendere che comunque erano comunque popoli accomunati da scarsissime conoscenze tecniche ma che però hanno creato delle opere megalitiche o di incomprensibile utilità
(Lady Nocturnis)
00giovedì 17 settembre 2009 21:32
(Lady Nocturnis)
00giovedì 17 settembre 2009 22:00
Il misterto dei MAgi e anche perchè la sacra famiglia si rifugiò in egitto dove Gesù imparò le Arti, quali Arti?
Merytaton62
00giovedì 17 settembre 2009 22:04
E' assai probabile che molte delle conoscenze degli antichi egizi siano andate perdute nel rogo della biblioteca d'Alessandria... [SM=x822735]
Franco Cimmino in "Vita quotidiana degli antichi egizi" ci fa comunque notare che, visti i mezzi di allora - presumibilmente limitati - è assai probabile che per un manufatto ben riuscito ce ne fossero molti altri mai usciti dalle botteghe degli artigiani.Ciò non fa che aumenentare la preziosità dei reperti giunti fino a noi. [SM=g1361799]
Non so in quale località giace un enoprme obelisco rimasto incompiuto perchè, ad un certo punto della lavorazione, si è fessurato...quanto lavoro sprecato! [SM=g1621246]
roberta.maat
00giovedì 17 settembre 2009 22:37
Re:
Merytaton62, 17/09/2009 22.04:

..............
...........Non so in quale località giace un enoprme obelisco rimasto incompiuto perchè, ad un certo punto della lavorazione, si è fessurato...quanto lavoro sprecato! [SM=g1621246]



Si trova ad Aswan, periferia sud-est, dove sono visibili ancora alcune cave di granito rosa .
Esso giace incompiuto in una di queste, è lungo più di 40 metri e largo alla base circa 4.
A lavoro ultimato si dice che sarebbe diventato il più grande obelisco conosciuto.
Purtroppo durante i lavori si aprì una frattura nella parte alta, abbandonato nel posto della estrazione oggi offre al visitatore l'opportunità di capire come venissero costruiti.






antonio crasto
00venerdì 18 settembre 2009 18:42
L'obelisco fu intagliato creando una fossa sui quattro lati dello stesso. Fu sbozzata anche la punta e si ritiene che fosse pronto all'operazione di distacco della faccia inferiore. Questa operazione avveniva intagliando la base del masso con profondi solchi in cui venivano infilate delle zeppe di legno. A opera ultimata la fossa sarebbe stata allagata di acqua e magicamente i legni avrebbero staccato simultaneamente l'intero masso dalla roccia sottostante.
Una volta ottenuto il distacco si sarebbe proceduto a togliere la parete a valle della fossa e a imbragare l'obelisco, così da poterlo tirare a valle verso il Nilo.
Io ho analizzato la frattura verso la punta e il fatto che la fossa fosse in pendenza con la punta verso l'alto, mi ha suggerito che il disastro potrebbe essere stato causato da un improvviso temporale.
L'acqua avrebbe bagnato solamente le zeppe di legno della parte inferiore e mediana dell'obelisco, ma non sarebbe stata sufficiente a bagnare anche le zeppe posizionate sotto la parte alta.
La spinta verso l'alto non sarebbe stata così uniforme e l'obelisco sarebbe stato sottoposto ad una spinta maggiore nella parte bassa e mediana. Il risultato sarebbe stato una frattura nella parte alta e più stretta.
E' chiaro che l'obelisco non fu più estratto e si rinunciò a ricavarne un obelisco più piccolo. Il temporale fu ritenuto una punizione divina e l'obelisco dovette essere considerato maledetto.
-Kiya-
00sabato 19 settembre 2009 14:23

Il temporale fu ritenuto una punizione divina e l'obelisco dovette essere considerato maledetto.



Una tale reazione mi pare in contrasto con l'ideologia che un paese dal clima arido come l'Egitto doveva avere dell'acqua.
Semplicemente presumo che, essendosi fratturato, l'obelisco non poteva più essere all'altezza della divinità a cui sarebbe stato dedicato e quindi abbandonato incompiuto.
roberta.maat
00sabato 19 settembre 2009 15:14
Per chi lo ha visto da vicino, come me........ci sono ancora dei cunei di legno inseriti nel granito.
Secondo me la rottura è avvenuta prima che fossero sistemati gli altri lungo l'asse dell'estrazione.
Credo proprio che si rinunciò al compimento dell'opera perche l'altezza non rispondeva più a quanto si richiedeva.
Antonio forse, dal punto di vista ingegneristico ha dato una esatta spiegazione del sopraggiungere della frattura però a me sembra di ricordare che zeppe di legno alla base non ce ne fossero e mi viene da pensare più ad un cedimento naturale del granito della parte alta dell'obilisco.
emilioraffaele
00mercoledì 23 settembre 2009 21:40
 

MISTERI? Ora vado fuori tema! Ma si sta parlando di capacità cognitive dell'Essere Umano e questo è il punto centrale di tutte le discussioni. La Capacità Cognitiva ha consentito all'uomo di esprimere informazioni fin dal primo momento in cui ha preso coscienza della propria forza intellettiva. Egli ha creato ornamenti per il corpo, strumenti di utilità ed armi da guerra. Il miglioramento delle condizioni di vita ha favorito lo sviluppo della “creatività” attraverso il pensiero. L'uomo guarda il cielo e vede gli astri e crea divinità e tenta di superare la morte immaginando la propria eternità. Il comportamento organizzato in modo simbolico, porta alla necessità di ampliare la gamma delle parole utilizzate per comunicare ed anche una migliore capacità di esteriorizzare gli stessi simboli che, inventati dal cervello, si trasformano in forme e figure che rappresentano esperienze e sensazioni sempre più profonde e complesse; e poi riesce a comunicare con la SCRITTURA. E quale è il modo più chiaro per rendere efficace la comunicazione? Sicuramente quello di tradurre in simboli, oggetti in uso comune, animali, figure umane, dei e semi-dei e quant'altro possa occorrere. Per me il mistero sta in tutta la storia dell'Egitto, anche se la parola “mistero” è un po' .troppo forte. Il termine calza di più per fatti “mistici/esoterici”, o per un delitto efferato del quale si deve scoprire il responsabile. Noi tutti siamo attratti dalla grande storia egiziana, perché istintivamente percepiamo l'esistenza di un legame. Dentro di noi, altri come noi si muovono, essi sono apparentemente invisibili e sono tutti gli umani vissuti prima di noi, quelli che hanno avuto la capacità di sospendere la loro morte attraverso la nostra nascita. Noi siamo un'eternità che si proietta nel passato, siamo il risultato di un'evoluzione infinita, come infinito è l'Universo. Scoprire i nostri legami con i popoli antichi, ci dà l'opportunità conoscere meglio noi stessi! Perdonate le elucubrazioni.......

MassimoIzzo
00giovedì 24 settembre 2009 12:17
Fondamentalmente sono d'accordo con la tua bella e profonda analisi Emilio. Tuttavia in essa è riconoscibile il criterio di sviluppo lineare tipico del positivismo. Non è detto che, all'atto pratico, questo ci aiuti a penetrare ciò che ci è ancora oscuro.

La mia personale convinzione è che proprio nel termine "positivismo" si racchiuda la chiave. Le facoltà logiche (e matematiche o generalmente scientifiche) che ci hanno portato verso le grandi peculiarità della modernità, la scienza e la filosofia, potrebbero aver occultato e messo in disuso un differente modo di approcciare il fenomeno della cognizione, insieme all'atrofizzazione delle relative aree cerebrali. In questi termini potrebbe esserci stato un prezzo da pagare per evolvere verso l'uso di nuovi strumenti mentali.

Se guardiamo alla storia ed in particolare alle epoche successive all'inizio dell'Età del Ferro sembra proprio di vedere l'arrivo di un processo di maturazione che introduce questo cambiamento: tutte le novità che animano il mondo dal XII°-X° secolo a.C. in poi sono ancora parte integrante della nostra vita attuale così come la mentalità che le ha generate. Sarà un caso?

Questo spiegherebbe anche perchè ci è tanto difficile entrare nella testa degli antichi egiziani e immaginare il loro modo di risolvere i problemi. E spiegherebbe l'anomalo numero di vanneggiamenti moderni nel tentativo di farlo..... ovvero mancanza di fantasia. Spiegazioni tanto facili quanto assurde. Il fenomeno è interessante di per sé dal punto di vista antropologico...
Come dicono gli anglosassoni: just my 2 cents.

roberta.maat
00giovedì 24 settembre 2009 12:52
Argomento difficilissimo da affrontare quello che emerge dai vostri interventi.
Colpisce la fantasia di chi vuole guardare in se stesso e capire.
L'antropologia è una scienza fondamentale nella quale addentrarsi è arduo per una come me che non ha sufficiente preparazione.
Allora pongo a voi le domande che mi balzano alla mente dopo avervi letto.
Il cervello umano ha dunque perso alcune prerogative in favore di altre che hanno agevolato i cambiamenti di approccio con quanto avrebbe potuto garantire la sopravvinenza e la continuazione della specie. Però tutto questo ha un sapore molto più antico, ci riporta ai primordi quando la specializzazione della aree cerebrali era ancora un progetto. Ritenete dunque che le aeree perdute abbiano impoverito la nostra sesnsibilità ? E ancora, secondo voi, come è possibile che una civiltà come quella egizia,remota sì ma poi non troppo relativamente alla storia dell' "homo", si sia così affermata e per così tanto tempo senza lasciare traccia di questa differenza ? Non è per caso che niente sia diverso dal punto di vista antropologico ma l'impossibilità nostra di penetrare il loro pensiero sia insita semplicemente nell'assenza della descrizione di questo pensiero ?

Mi rendo conto che in questo campo è difficile anche porre domande.......la tastiera è uno strumento povero ma spero di aver espresso comunque le mie elucubrazioni.
emilioraffaele
00giovedì 24 settembre 2009 15:40
 

Rispondo io?. D'altronde la provocazione è partita da me. Anche io non sono un antropologo, né un filosofo ed ancora meno un archeologo, ma con gli anni il mondo che mi circonda e la storia degli uomini, mi appassionano sempre di più.

La risposta alla prima domanda di Roberta Maat l'ha già data, con grande competenza, Massimo Izzo, che ringrazio per le preziose informazioni.

Credo che il continuo sviluppo dell'intelletto umano, abbia portato l'uomo su una strada diversa dagli altri esseri viventi. L'essere primitivo osservava un oggetto, allungava la mano, lo toccava, poteva anche odorarlo od assaggiarlo, se necessario, così da ricordarsi dell'esperienza, negativa o positiva che fosse. Oggi abbiamo perso questo contatto fisico con un mondo colorato e pieno di odori, di fruscii, di segnali buoni o cattivi. In fondo certe capacità, non ci servono più per sopravvivere. Il cibo che ci occorre lo troviamo al supermercato.

Riguardo alla seconda domanda che equivale a: “come penetrare il mondo che è ancora oscuro?”, secondo me si tocca il punto nodale. In fondo l'antico Egitto per la gran parte della gente comune, equivale alla parola “Mistero”. Dice Richard Dawkins:

Quello che è certo è che non dobbiamo porre dei limiti alla ricerca, né avere atteggiamenti di reverenza, quando ci troviamo in un universo che non riusciamo a comprendere appieno. Ciò a cui dobbiamo opporci, sono le credenze soprannaturali, che non rendono giustizia alla magnificenza della natura e, anzi, possono svilire il mondo, privandolo della sua bellezza”.

 

Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 16:02.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com