Il ministro delle antichità egizie sui reperti all'estero

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Hotepibre
00sabato 18 marzo 2017 19:27
...se ZH ha sentito questa dichiarazione gli è preso un coccolone!

Il Ministro delle Antichità egiziano al-Damaty ha detto che far rientrare reperti egiziani non sarebbe positivo per l'Egitto:



Se non volete leggere l'articolo, in inglese:

In sostanza, parlando ad un convegno ad Alessandria, al-Damaty ha detto che le esposizioni di oggetti egiziani in musei stranieri è pur sempre una propaganda per il Paese.
A proposito dei furti di antichità, il Ministro ha detto che sono sempre esistiti fin dall'epoca faraonica e che molti dei manufatti all'estero vennero esportati legalmente specie nei periodi in cui non esisteva una legislazione che lo proibiva. In molti altri casi gli oggetti furono doni dei governanti egiziani a funzionari stranieri, regnanti e capi di stato, prima della nascita, nel XIX secolo, delle legge vigente che lo vieta tassativamente. Chiedere la restituzione degli oggetti legalmente esportati sarebbe perciò scorretto.
Dall'altra parte, ci sono 14 progetti di restauro che sono stati interrotti per carenza di fondi dopo la rivoluzione del 25 gennaio. Il Ministero delle Antichità era l'unico, prima, che si auto-sovvenzionava e non aveva bisogno di interventi pubblici e che, anzi, erogava denaro al Paese.
Il Ministero ha concluso dicendo che l'inaugurazione del nuovo Museo Egizio era prevista per il 2015; a causa dell'interruzione per motivi politici, solo l80% del Museo sarà inaugurato nel 2018, mentre l'inaugurazione completa si avrà nel 2022, nel centenario della scoperta della tomba di Tutankhamon.


Mi sa che finalmente c'è un Ministro che ha le idee ben chiare e a cui sta più a cuore il suo Paese che le tasche di qualcuno che, oltre che con la vendita di cappelli autografati, si riempivano anche grazie ai proclami nazionalisti al limite dell'offesa internazionale. Sarebbe bello che tutti i reperti restassero dove furono scoperti, ma quanti, nel mondo, potrebbero permettersi un viaggio in Egitto per vederli? E poi, con quelle gran teste "gloriose" che stanno bazzicando in quell'area, per i quali anche le Piramidi sarebbero da far saltare in aria, siamo proprio sicuri che quei reperti non siano sommamente più al sicuro nei musei fuori dall'Egitto?
Se l'Egitto si stabilizzasse e si normalizzasse (tenete presente che il turismo negli ultimi anni è diminuito dell'80%), se si curasse davvero di più il turismo, quello serio, forse il Museo potrebbe davvero tornare ad essere autosufficiente e a finanziare il Paese.
Ma sembra che quelle stesse teste gloriose di cui sopra non amino gli stranieri [e non voglio riaprire una grave ferita che riguarda noi italiani molto da vicino] e siano così accecate dal loro fanatismo da non comprendere che, oltre a perdere il passato e conseguentemente il futuro, perderebbero (ed in gran parte hanno già perso) anche il presente, un presente fatto, del tanto danaro che affluiva nelle casse statali proprio con il tanto vituperato e odiato turismo.


-francis-
00lunedì 20 marzo 2017 11:50
Se tutti i reperti all'estero tornassero in Egitto, molti finirebbero nei magazzini, assieme ai tantissimi che ci sono adesso. I reperti nei musei esteri sono veramente una bella pubblicità per l'Egitto in quanto, ammirandoli, viene voglia di visitare il paese da dove provengono.
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