Gli EgiTToPhiLi al Museo Archeologico Nazionale di Parma

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RAMSY
00mercoledì 7 luglio 2010 14:03
comincio io con la copertina?
-Kiya-
00martedì 3 agosto 2010 04:47
....e dopo la copertina, gentilmente offerta da RAMSY, cominciate col godervi questo omaggio di Neferneferure (Anna):

Merytaton62
00martedì 3 agosto 2010 14:33
Che bella sorpresa, oggi, al risveglio!!!
Grazie, Anna! Grazie, Kiya!!!
EGIZIA72
00mercoledì 4 agosto 2010 17:16
Ma che bel pensiero che hai avuto Anna,che bello vedervi tutti.....complimenti!!!
-Kiya-
00mercoledì 4 agosto 2010 17:25
Anna, in questo periodo, non potrà collegarsi con l'abituale frequenza.
Vi porge i suoi saluti e vi abbraccia tutti, in attesa di poterla rileggere a fine mese ;)
EGIZIA72
00mercoledì 4 agosto 2010 17:31
Grazie per l'intervento Kiya!!!
-Kiya-
00mercoledì 4 agosto 2010 22:39
Cominciamo il nostro tour interattivo!
Molti di noi torneranno con la memoria al w.e. del 12/13 giugno, nello specifico alla mattinata di domenica, dedicata alla visita del Museo Archeologico Nazionale.
Per tutti coloro che non hanno potuto prendere parte al nostro Secondo Raduno, sarà questa un'occasione per approfondire e per poter ammirare i reperti Egizi che popolano la prima sala del Museo Parmense.

Man mano che vi condurrò al loro cospetto, proporrò poche righe di testo a presentazione di ogni singolo oggetto, in modo da rendere ognuno di essi quanto più famigliare possibile.
Cercherò di utilizzare prevalentemente le foto scattate da noi (che gli EgiTToPhiLi presenti mi hanno gentilmente fatto pervenire). Laddove non vi fossero nostri scatti disponibili, o dove risulterà necessaria un integrazione, sfrutterò le risorse che la rete mette a mia disposizione.

Bando alle ciance..... Cominciamo!

-Kiya-
00mercoledì 4 agosto 2010 22:44
Rinuncerò alla presentazione introduttiva, alla quale potete accedere qui:

Parma: Il Museo Archeologico Nazionale

e partirò subito coll'illustrarvi i reperti.

In linea di massima, seguirò l'ordine espositivo (di tipo tematico), dalla destra dell'ingresso, unitamente a un minimo di criterio necessario per una corretta presentazione. Salvo per alcune eccezioni, che richiedono particolare rilevanza e che vedremo in coda a questa "visita".

Nel rispetto del criterio espositivo originale, non seguirò un ordine temporale, ovvero cronologico. Quindi ci sposteremo, apparentemente in modo disordinato, da un'epoca all'altra della storia Egizia.

Dedicherò un topic ad ogni singolo reperto, cominciando con le poche righe descrittive e facendo seguire le immagini, per un'esposizione più omogenea.

Perdonate il riflesso che compare su alcune foto. Purtroppo la disposizione dei finestroni e la luce intensa del sole non ci hanno consentito scatti migliori.
-Kiya-
00mercoledì 4 agosto 2010 23:03
Prima parte: I Sarcofagi , la mummia e i Vasi Canopi
Reperto n. 1 - Controcoperchio ligneo antropomorfo di mummia della XXI Dinastia


Si tratta di tavole decorate che venivano poste sopra la mummia, tra questa e il coperchio vero e proprio del sarcofago.
L'esemplare qui esposto è di legno stuccato e dipinto, propone lungo tutta la sua superficie una decorazione a più piani, molto ricca e ripetitiva, tipica dei sarcofagi Tebani dell'epoca.
Le iscrizioni non riportano il nome del defunto a cui fu attribuito, il che lascerebbe supporre che si tratti di un esemplare "preconfezionato", o confezionato in serie, e di conseguenza non personalizzato per il possessore.

Provenienza: Tebe - Cachette di Deir el Bahari.
Acquisizione: Fu  acquistato dall’antiquario F. Castiglioni nel 1830.



Dettaglio del volto [foto di Merytaton62]



Dettaglio della decorazione centrale [foto di Merytaton62]
-Kiya-
00giovedì 5 agosto 2010 00:37
Reperto n. 2 - Sarcofago antropoide in legno di Shepsesptah

Realizzato in legno pregiato, in sicomoro, a forma antropoide, è del tipo bombato su alto zoccolo tipico dell'Epoca Tarda.
Il volto è decorato in foglia d'oro.
Presenta barba posticcia Orsiriaca decorata a spina di pesce e parrucca tripartita a bande color oro e blu scuro.
Sul petto indossa la collana Usekh, prerogativa di nobili e sovrani, a fasce di perline e fiori.
Poco sotto è visibile una bellissima rappresentazione della dea Nut, accovacciata, col capo sormontato dal Disco Solare e le ali spiegate, in atto di protezione.
A seguito troviamo 11 colonne di geroglifici multicolori, che riportano un frammento del Cap. LXXII del Libro per la Venuta al Giorno ("Libro dei Morti").

Per mezzo della fotografia a infrarossi è stato recentemente possibile individuare e leggere due colonne di geroglifici inscritti in un pilastro all'esterno dell'alveo del sarcofago.
Esso costodì il corpo mummificato di Shepsesptah, sacerdote che rivestì numerose cariche, tra le quali quella di wnr (Gran Sacerdote) di Letopoli.

Presso il Musèe des beaux-arts di Lione sono esposti i suoi quattro vasi canopi, in prestito dal Louvre. Presso quest'ultimo, invece, si trova una stele centinata, collocata originariamente nel Serapeo di Menfi, che riferisce di un Sacerdote con le medesime cariche di Shepsesptah, chiamato Ptahshepses. Chiaramente si tratta della stessa persona. Ciò ha consentito di datare il sarcofago tra la fine della XXV e l'inizio della XXVI Dinastia.

Il sarcofago è stato sottoposto ad approfondito restauro nel 2005. Per i dettagli, clicca qui!

Provenienza: Menfi
Acquisizione: acquistato da F. Castiglioni nel 1830



Il sarcofago ligneo di Shepsesptah [foto di Kiya]



Dettaglio del volto [foto di Kiya]



Particolare [foto di Merytaton62]



Dettaglio della collana Usekh e della dea Nut [foto di Kiya]



Particolare di Nut [foto di Merytaton62]
-Kiya-
00giovedì 5 agosto 2010 02:20
Reperto n. 3/a - Sarcofago antropoide di Osoroeris


Custodì il corpo mummificato del dignitario Osoroeris, vissuto durante la Tarda Epoca Tolemaica.
Il defunto è rappresentato con una parrucca tripartita di colore azzurro scuro e con il volto decorato in foglia d'oro.
L'ampio pettorale è composto di fasce di perline e gocce lacrimatoie.
Decorazioni impreziosiscono l'intero sarcofago, disposte a piani, dove, oltre al defunto, spiccano le rappresentazioni delle divinità tutelari e funerarie.
Il volto esprime una profonda serenità, sottolineata dall'ampio sorriso. Il pettorale dapprima si sviluppa in file orizzontali, quindi nella forma caratteristica, fino a ricoprire per oltre metà l'altezza del sarcofago. Segue la dea Nut, col capo sormato dal Disco Solare e ali spiegate, in atto di protezione.
Nei due piani successivi è mostrato il defunto, prima sul letto funerario con protome leonina, quindi rappresentato a guisa di Pilastro Djed, simbolo Osiriaco per eccellenza.
Sui piedi compare una raffigurazione speculare di Nut, con le ali incrociate tra le quali vi è Anubi accovacciato.
Il sarcofago poggia su un alto zoccolo, nello stile dell'epoca.

Provenienza: Zagazig (Bubastis), nel Delta.
Acquisizione: fu donato, insieme alla mummia di Osoroeris, dal deputato Del Vecchio al Direttore del Museo Mariotti  nel 1885.

E' stato, indubbiamente, il reperto più fotografato, per la bellezza del suo insieme, i colori brillanti e i dettagli netti delle sue rappresentazioni. Ma anche per un'altra ragione.... che vi sveleremo in seguito.



Sarcofago di Osoroeris [foto di Kiya]



Sarcofago di Osoroeris [foto di Neferneferure]


Sarcofago di Osoroeris [foto di Merytaton62]


Sarcofago di Osoroeris [foto di Merytaton62]


Il dio Ra, in sembianze di falco [Foto di Merytaton62]



La de Nut, con le ali spiegate e il Disco Solare sul capo [Foto di Merytaton62]



Osoroeris adagiato sul letto funebre, tra Iside e Nefti [Foto di Merytaton62]



Osoroeris in sembianze Osiriache, come Pilastro Djed [Foto di Kiya]



Decorazione sui piedi del sarcofago (immagine capovolta).
Si intravedono le due Nut speculari con Anubi accovacciato [Foto di Kiya]







-Kiya-
00giovedì 5 agosto 2010 03:10
Reperto n. 3/b - La mummia di Osoroeris

La mummia del dignitario fu sbendata e quindi ricomposta. Ciò permise di appurare che fu avvolta in diversi strati di bende di lino.
La ricopre un ampio pettorale in cartonnage stuccato e dipinto con decorazioni che riprendono quelle del coperchio del sarcofago e al centro del quale spicca un bellissimo nodo di Iside, amuleto che assicurava protezione nel corso del viaggio verso l'Aldilà.
La maschera funebre, purtroppo, è frammentaria, ma questo non ha intaccato la pacifica espressione del defunto, ripresa anche sul volto del sarcofago.



La mummia di Osoroeris [Foto di Neferneferure]



La mummia di Osoroeris [Foto di Kiya]



La mummia di Osoroeris, dettaglio della maschera funeraria [Foto di Merytaton]




Una nota importante.

Queste spoglie ci hanno colpito profondamente.
In particolare, ciò che non ci ha potuto lasciare indifferenti è la sua collocazione: come potete facilmente intuire dalle foto qui sopra proposte, il corpo di Osoroeris è sistemato in una nicchia nel muro, in piedi, protetto da una lastra di vetro.
La sensazione che la sua sistemazione restituisce è quella di un quadro, appeso a una parete.
Non è, a nostro parere, la disposizione più idonea alle spoglie di un defunto. Ancor di più, se consideriamo che a Osoroeris è stata concessa una fortuna che molti suoi contemporanei o antenati non hanno potuto avere: la sua mummia, il suo corpo è integro. Si è conservato secondo quello che era l'ideale del Credo Egizio. In più, Osoroeris è giunto a Parma insieme al suo sarcofago, il suo nb 'nkh, ovvero "Possessore di vita", come lo chiamavano gli Egizi.

Abbiamo avuto occasione, durante la nostra visita, di esporre queste nostre riflessioni ad uno dei collaboratori del Museo, al quale abbiamo avanzato la proposta di trasferire la mummia di Oroeris nuovamente all'interno del suo sarcofago, che si trova esattamente alla sua sinistra nell'attuale allestimento della sala.
Sarà sufficiente non applicare il coperchio e posizionare quest'ultimo al posto che attualmente è occupato dalla prima, per consentire al pubblico di non dover rinunciare ad ammmirarli entrambi.
Così facendo si otterrebbe più di un vantaggio, ma soprattutto (ed è quanto più ci preme) Osoroeris tornerebbe ad occupare il posto dignitoso che gli spetta.
La nostra proposta è stata accolta con inaspettato entusiasmo. Tuttavia, per poter effettivamente sperare nella sua fattiva realizzazione, occorre seguire un iter burocratico preciso. Ed è quanto, a nome di EgiTToPhiLìa e con il vostro appoggio unanime, contiamo di poter fare quanto prima!
-Kiya-
00giovedì 5 agosto 2010 03:46
Reperto n. 4 - Sarcofago di Mesehiu


Sarcofago a cassa rettangolare in legno stuccato all'esterno.
E' dipinto di giallo, con iscrizioni geroglifiche disposte a fasce parallele sulle pareti e sul coperchio. I segni geroglifici sono colorati in azzurro.
Poggia su quattro sostegni cilindrici.
Sulla parete anteriore del sarcofago è dipinta la falsaporta monumentale contenete i due occhi Wadjet, orientati verso est, per consentire al defunto di "vedere" come era in uso durante il Medio Regno, epoca a cui è datato il reperto. Il tutto è reso nei vivaci colori rituali, ovvero bianco, rosso, blu e verde.

Il proprietario del sarcofago si chiamava Mesehiu ed era uno Scriba di Maat all'epoca della XII Dinastia che vantava la titolatura di Grande dei Dieci Giudici dell'Alto Egitto, ovvero uno dei membri dell'omonimo collegio.

Provenienza: Sepa (Alto Egitto)
Acquisizione: fu acquistato dall’antiquario F. Castiglioni nel 1832.



Il sarcofago di Mesehiu [Foto di Neferneferure]



Dettaglio della falsaporta e degli occhi Wadjet [Foto di Merytaton62]
-Kiya-
00giovedì 5 agosto 2010 03:46
Reperti n.5/8 - I Vasi Caopi di Djedmutefonkh

La Collezione Egizia di Parma comprende anche sei Vasi Canopi: la serie completa di vasi in alabastro di Djetmutefonkh (illustrati nelle immagini a seguire), più due vasi spaiati di Merptahhep e Psenesis, anche questi in alabastro, ma entrambi abbinati a coperchi estranei. Tant'è che i geni funerari raffigurati dai coperchi non corrispondono a quelli evocati nelle iscrizioni presenti sui vasi.

Lo scopo dei Vasi Canopi era quello di contenere e proteggere le viscere del defunto, estratte durante il processo di mummificazione.
Fecero la loro comparsa a partire dal Medio Regno, ma a quell'epoca possedevano tutti e quattro un coperchio con testa in forma umana.
In origine, durante l'Antico Regno, si utilizzava semplicemente un contenitore a quattro scomparti.
Si dovette attendere il Nuovo Regno per modificare i Canopi e assegnargli coperchi identificativi dei "quattro Figli di Horo", i quattro geni funerari preposti alla protezione degli organi interni. A loro volta venivano collocati in un contenitore a forma di santuario, protetto dalle quattro Dee tutelari (Iside, Nefti, Neith e Selkis) e sistemati vicino al sarcofago in cui riposava la mummia.
Successivamente, durante il Terzo Periodo Intermedio, furono ancora oggetto di modificazioni: gli organi interni del defunto venivano imbalsamati e prontamente ricollocati nella loro sede. Era comunque prevista la presenza dei Canopi, ma con mero valore simbolico. Spesso, infatti, gli esemplari risalenti a quel periodo non erano nemmeno cavi.
A partire dalla XXV Dinastia e fino a tutta l'Epoca Tolemaica i Canopi tornarono ad essere impiegati secondo la loro funzione primaria.

I quattro vasi di Djedmutefonkh sono in buono stato di conservazione e recano ognuno cinque colonne verticali di iscrizioni racchiuse in un riquadro. Mostrano bei geroglifici incisi che rivelano il nome del proprietario, vissuto a Tebe durante la XXVI Dinastia.


Provenienza: Tebe. Incerta per i primi due.
Acquisizione: La serie di Djedmutefonkh fu acquista da  C. Maurguier nel 1844. I due vasi spaiati furono acquistati da F. Castiglioni nel 1830



Vaso con testa di Duamutef (sciacallo), proteggeva lo stomaco [Foto di Kiya]



Vaso con testa di Qebeshenuf (falco), proteggeva gli intestini [Foto di Kiya]



Dettaglio dell'iscrizione sul vaso di Qebesenuf [Foto di Kiya]



Vaso con testa di Hapi (scimmia), proteggeva i polmoni [Foto di Kiya]



Dettaglio dell'iscrizione sul vaso di Hapi [Foto di Kiya]



Vaso con testa di Hamset (umana), proteggeva il fegato [Foto di Kiya]


Dettaglio dell'iscrizione sul vaso di Hamset [Foto di Kiya]



  • Lo scatto relativo al dettaglio dell'iscrizione contenuta sul primo canopo, purtroppo, è risultato estremamente sfuocato.
  • NEFERNEFERURE
    00giovedì 5 agosto 2010 14:33
    Con fatica sono riuscita a connettermi, che bella sorpresa ho trovato Kiya! Bella l'esposizione delle
    foto con i commenti, complimenti per i particolari così ben "colti", brava a te e brava anche a Merytaton!
    Lory Z
    00giovedì 5 agosto 2010 16:51
    Fantastico il video!
    Grazie per le spiegazioni e per le foto (sono bellissime!).
    -Kiya-
    00giovedì 5 agosto 2010 18:27
    Ho aggiunto, poco sopra, la parte relativa ai Canopi. In coda ai Sarcofagi, com'è giusto che sia ;)
    Hatshepsut76
    00giovedì 5 agosto 2010 19:34
    Complimenti, Kiya!
    EGIZIA72
    00giovedì 5 agosto 2010 19:54
    Ma che belle foto!!!!!!!!!!!!!!!!!stupende............................meravigliose....................senza parole............
    -francis-
    00giovedì 5 agosto 2010 20:28
    Foto splendide che hanno saputo cogliere infiniti particolari...
    Merytaton62
    00giovedì 5 agosto 2010 22:22
    Alcune delle foto sono mie...che soddisfazione!
    -Kiya-
    00giovedì 5 agosto 2010 22:34
    Ed ora due scatti di Antonella (la moglie di .Bata.) che vi consentiranno di apprezzare l'esposizione dei reperti presentati finora:


    Da sinistra: Il controcoperchio anonimo, il sarcofago di Shepsesptah, il Sarcofago di Osoroeris.
    Nelle teche minori: i Canopi e altri oggetti che vedremo tra breve.



    A destra: la mummia di Osoroeris, subito accanto a sinistra il suo sarcofago
    -Kiya-
    00giovedì 5 agosto 2010 23:19
    Seconda parte: i corredi funerari
    Gli Ushabti

    Gli Ushabti, ovvero statuette "rispondenti", comparvero nel Medio Regno. All'epoca ve n'era uno in ogni tomba, vero "sostituto" del defunto. Soltanto successivamente si trasformò in un servitore e se ne moltiplicò il numero fino a diventare centinaia, per chi poteva permetterselo: servi, operai, anche specializzati e gerarchizzati, precisamente come nella realtà.
    Con il Nuovo Regno ogni ushabti venne corredata del relativo utensile: zappa, piccone, canestro, etc., in seguito si optò per il dipingere direttamente gli strumenti sulla figurina.

    La funzione dei "servitori" era quella di sostituirsi al defunto per compiere i lavori del quotidiano, previsti anche nell'Aldilà. Affinchè ciò fosse possibile era necessario corredarli del relativo testo, contenuto nel Libro per la Venuta al Giorno, una formula evocativa che avrebbe consentito all'ushabti di animarsi e prendere vita, potendo così assolvere al suo compito. Il testo recitava così: "Se io sarò chiamato, se sarò incaricato dei lavori che si fanno nella città dei morti... come è anche obbligo dell'uomo, cioè coltivare i campi, far scorrere l'acqua nei canali, trasportare la sabbia da oriente a occidente, allora di' tu: 'Eccomi qui'."

    La Collezione di Parma ne conta circa una quarantina di esemplari, ma soltanto alcuni di questi sono esposti. Si tratta principalmente di esemplari in faience, azzurra o verde chiaro. Tra quelli non esposti, per ragioni di conservazione, ve ne sono quattro lignei, di cui due provenienti dalla tomba di Sethi I, XIX Dinastia.

    Provenienza: varia
    Acquisizione: in parte dono del pittore milanese Giuseppe Molteni, nel 1827 e in parte acquistati da C. Marguier, nel 1844



    Gruppo Ushabti [Foto di Guido]



    Gruppo Ushabti, fronte [Foto di Kiya]



    Gruppo Ushabti, retro [Foto di Neferneferure]



    Gruppo Ushabti, dettaglio [Foto di Kiya]
    -Kiya-
    00venerdì 6 agosto 2010 00:30
    Re:
    roberta.maat, 06/08/2010 0.29:

    Ma siete dei maestri nella cattura dei particolari ! Complimenti davvero, le foto sono bellissime.
    Le iscrizioni sui canopi mi attirano particolarmente.




    selezionando quelle foto in particolare, ho proprio pensato a te! Sapevo che ti avrebbero stizzicato ;)
    roberta.maat
    00venerdì 6 agosto 2010 00:35
    oooohps ! Ho cancellato un post che era doppio e sono spariti entrambi, scusate !
    -Kiya-
    00venerdì 6 agosto 2010 00:36
    colpa mia, l'altro l'ho rimosso io e purtroppo non posso recuperarlo. Fortuna che l'ho quotato nella mia risposta....

    scusa, Roby....
    -Kiya-
    00venerdì 6 agosto 2010 01:14
    Amuleti e collane funerarie
    Aventi scopo protettivo, gli amuleti potevano essere sia indossati in vita che posti tra le bende delle mummie, per le quali venivano anche montati in collane prettamente funerarie.
    Quelli esposti sono di epoca Saitico-Tolemaica (663 - 30 a.C.).
    Riproducono svariate divinità, tra cui si possono individuare: Thot, Iside, Horus, Toeris e Bes, ognuno con il suo specifico "campo di azione". Uno, in particolare, mostra la triade divina composta da Iside, Horus e Nefti, ed era considerato un amuleto molto potente.
    Ci sono anche Occhi di Horus, cuori, canne di papiro, falchi e Nodi di Iside o scalette per raggiungere il cielo.
    Anche oggetti di uso comune potevano avere valenza di amuleto. Riscontriamo, infatti, la presenza di squadre e livelle.

    Le collane funerarie esposte a Parma sono state ricomposte in passato.
    Sono costituite da vari amuleti, come quelli a cui abbiamo accennato qui sopra, da corna liriformi (attributo di Hathor), grappoli d'uva e piccoli segmenti in pasta colorata, faience e pietra dura. Sono di Epoca Tolemaica.



    Teca contenenti gli oggetti relativi al corredo funerario: amuleti, collane funerarie, ushabti, scarabei del cuore [Foto di Hatshepsut76]



    Dettaglio delle collane funerarie [Foto di Merytaton62]

    -Kiya-
    00venerdì 6 agosto 2010 01:36
    Scarabei

    La teca, come accennato, ospita alcuni esemplari di "scarabei del cuore" e altri piccoli scarabei funerari con relativo anello di fissaggio.
    Se ne distingue uno, in pasta azzurra, che mostra diversi forellini necessari per fissarlo alla rete in grani di pasta colorata che ricopriva la mummia.

    Gli "scarabei del cuore" possedevano una funzione specifica, suggerita dal loro nome. Essi, infatti, venivano sistemati sul corpo del defunto con la base posta esattamente sul cuore. Sulla base veniva incisa un'iscrizione recante il testo del Cap. XXXb del Libro per la Venuta al Giorno, un'invocazione rivolta al cuore del defunto, affinchè non testimoniasse a sfavore del suo proprietario al cospetto di Osiride.

    I sette esemplari esposti sono i seguenti:

    1) Scarabeo del cuore per il dignitario Hekerneheh
    Dorso: con riproduzione di tutti gli elementi anatomici
    Ventre: in 11 colonne è riportato il cap. XXXb del libro dei morti per il dignitario Hekerneheh, tutore del figlio di Amenophis II, XVIII Dinastia
    Datazione: Nuovo Regno
    Materiale: Basalto verde
    Provenienza: Dalla necropoli di Tebe
    Misure: Alt.cm 5,2; largh. cm 3,4
    Acquisizione: acquistato da C. Marguier, 29 marzo 1845

    2) Scarabeo del cuore per il dignitario Tawej
    Dorso: con riproduzione di tutti gli elementi anatomici
    Ventre: in 10 colonne è riportato il cap. XXXb del libro dei morti per il dignitario Tawej, il nome è riportato sul dorso
    Datazione: Nuovo Regno
    Materiale: Pietra grigia
    Provenienza: Tebe
    Misure: Alt.cm 6,1; largh. cm 4,4
    Acquisizione: acquistato da C. Marguier, 29 marzo 1845 (Botti n. 113)

    3) Scarabeo del cuore
    Dorso: con riproduzione di tutti gli elementi anatomici
    Ventre: anepigrafe
    Datazione: Epoca saitico-tolemaica
    Materiale: Pietra scura lucida
    Provenienza: incerta
    Misure: Alt.cm 4,4; largh. cm 3,0

    4) Scarabeo del cuore
    Dorso: con riproduzione di tutti gli elementi anatomici, scheggiatura nel prototorace, manca l’occhio destro
    Ventre: anepigrafe
    Datazione: Epoca saitico-tolemaica
    Materiale: Pietra dura azzuro chiaro lucido
    Provenienza: incerta
    Misure: Alt.cm. 6,9; largh. cm 4,7

    5) Scarabeo del cuore
    Dorso: con riproduzione di tutti gli elementi anatomici
    Ventre: anepigrafe
    Datazione: Epoca saitico-tolemaica
    Materiale: Pietra dura verdognola
    Misure: Alt.cm 4,4; largh. cm 3,3
    Acquisizione: Acquistato da Giuseppe Scaglioni, 15 giugno 1832


    6) Scarabeo del cuore
    Dorso: con riproduzione di tutti gli elementi anatomici; lieve scheggiatura sull’elitra
    Ventre: anepigrafe
    Datazione: Epoca saitico-tolemaica
    Materiale: Pietra dura verde cupo
    Misure: Alt.cm 4,5; largh. cm 3,4
    Acquisizione: Acquistato da Salomone Fattorini, 8 febbraio 1832


    7) Scarabeo del cuore
    Dorso: con riproduzione di tutti gli elementi anatomici
    Ventre: iscrizione in alfabeto greco su tre linee: ΡΩΟΥ/ΑΡΑΟ/ΥΓΕC
    Datazione: Epoca saitico-tolemaica
    Materiale: Pietra dura verde scuro lucido
    Provenienza: incerta
    Misure: Alt.cm 4,3; largh. cm 3,5
    Acquisizione: Dono Sanvitale



    Scarabeo del cuore per il dignitario Tawej [Foto di Kiya]
    NEFERNEFERURE
    00venerdì 6 agosto 2010 09:25
    Mah...non ho parole...Kiya stai facendo un gran lavoro...! Brava davvero....!
    Hatshepsut76
    00venerdì 6 agosto 2010 09:39
    Hai ragione, Anna! Kiya sta facendo un lavoro grandissimo!! Bello vedere anche una foto mia... ;)

    Grazie.... [abbraccione]
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