Giochi e giocattoli

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Alexander Brandy
00martedì 13 dicembre 2005 11:12
Molti giochi infantili si svolgevano all'aria aperta. Vi era una grande varietà di giocattoli. Inoltre, nella società egizia, esisteva una vera passione per i giochi da tavolo.

Il gioco più popolare era, senza dubbio, il senet, documentato già dalle prime dinastie. Si giocava su un tavolo rettangolare diviso in trenta caselle o quadrati, chiamati peru (case), disposte in tre file di dieci. Ciascuno dei due giocatori aveva a disposizione lo stesso numero di pezzi, distinti per forma (conica o discoidale) o, a volte, per colore. Ogni giocatore aveva cinque pedine, sebbene nell'Antico Regno fossero sette. Durante il Nuovo Regno comparvero pedine più elaborate a forma di prigionieri legati e inginocchiati, o con la testa del dio protettore Bes. All'inizio del gioco si tiravano ossicini simili a dadi o si lanciavano bastoncini con i lati di diverso colore. Vi era una casella-trappola e altre favorevoli al giocatore. Le ultime cinque, munite di geroglifici relativi al gioco, erano quelle cruciali. Si trattava di bloccare l'avversario o di farlo retrocedere; vinceva chi riusciva a far uscire tutte le proprie pedine dal tavolo. Si poteva risolvere qualsiasi contrasto giocando al senet. Altro gioco assai simile era quello "delle venti caselle", chiamato tkhau, introdotto durante la XVII dinastia. Non si conoscono le regole. Vi giocavano due persone con cinque pezzi. Il gioco "del serpente" si svolgeva su una base circolare con caselle a spirale. Intorno alla figura del serpente attorcigliato su se stesso si muovevano alcuni pezzi a forma di leone o leonessa. Il gioco del "cane e dello sciacallo" si svolgeva su un tavolino di legno poggiato su zampe di animale. Vi erano 58 fori simmetrici disposti in due file. Si giocava con alcuni bastoncini d'avorio affilati all'estremità e decorati con teste di cane e di sciacallo.

Il senet nel mondo funerario
Durante il Nuovo Regno il senet acquistò un aspetto particolare: si riferiva a certi aspetti della vita dell'oltretomba. È citato in alcuni testi religiosi. Nella formula introduttiva al capitolo 17 del Libro dei Morti si considera essenziale per la sopravvivenza del defunto una partita contro un avversario invisibile. L'aver agito bene durante la vita e l'aver compiuto buone azioni conferivano al defunto una purezza e un'abilità che gli garantivano un esito favorevole. Nelle tombe sono stati trovati esemplari di questi giochi. Uno di particolare valore è stato rinvenuto nel corredo funerario della tomba di Tutankhamon: consiste in un elegante mobiletto di ebano fissato su una specie di slitta, con le basi rivestite in oro; il tavolo da gioco è anch'esso in ebano e le superfici inferiore e superiore sono intarsiate di avorio. Perciò il senet, nell'ambito funerario, non era solo un passatempo per il defunto; nelle scene in cui appariva il morto mentre giocava con un nemico invisibile si alludeva al confronto con le forze dell'aldilà. La vittoria del defunto indicava la sua buona sorte nell'altra vita. Nella scrittura, il gioco senet rappresentava la parola men, "perdurare", un significato che senza alcun dubbio rifletteva i legami del gioco con la vita ultraterrena. Il gioco "del serpente, chiamato mehen dagli egizi, si svolgeva su un circuito a spirale con pedine d'avorio a forma di leoni e palle di pietra. Non si conoscono le regole di questo gioco. Si giocava al mehen durante l'Antico Regno e non si sa se successivamente fu abbandonato o sostituito con un altro gioco. Altro gioco era quello "del cane e dello sciacallo". L'invenzione di questo gioco si fa risalire al Medio Regno. Ogni giocatore avanzava con alcuni pezzi attraverso i fori della superficie del tavolo, dopo aver lanciato alcuni ossicini come dadi. I fori 10 e 20 comportavano la retrocessione, mentre i numeri 5 e 25 consentivano mosse supplementari.

I bambini si divertivano con semplici giochi domestici. Costruivano da soli trottole, navi, cerbottane, piccole asce da guerra. Erano diffusi i bambolotti di ogni tipo, fatti di tela, di legno dipinto, di argilla o di pietra. I bambini costruivano pure oggetti con il fango. In una città di operai della XII dinastia, a Illahum, sono state ritrovate figure umane e di animali, e inoltre cubi, barche, cerchi. Molti giocattoli a forma di animali erano di legno, con ruote e corde per tirarli: coccodrilli con le fauci spalancate, gatti con gli occhi di cristallo, che potevano aprire e chiudere la bocca, o burattini che potevano muovere le estremità. Sono state trovate miniature di letti e altri mobili per giocare con le bambole. I giochi con la palla erano anch'essi conosciuti in Egitto. Sono state trovate palle di papiro, di tela o di cuoio piene di paglia, corda o crine. Nelle pitture tombali, come quelle di Beni Hasan, sono raffigurate fanciulle che fanno giochi di prestigio con le palle. Alle ragazze piaceva il ballo: era il loro passatempo preferito. In un altro gioco, quello "della stella", due ragazze eseguivano un movimento di rotazione, stringendo i polsi dei loro compagni. I bimbi si divertivano con giochi di equilibrio, arrampicandosi o camminando sui tavoli. Altro intrattenimento consisteva nel lanciare frecce contro un bersaglio oppure nella lotta libera. Giocavano anche alla guerra. Vi era un gioco che consisteva in una specie di "schiaffo del soldato": un bimbo seduto a terra doveva indovinare chi lo aveva picchiato. Invece nel gioco del "capretto caduto" bisognava atterrare l'avversario. Agli egizi piacevano i giochi d'abilità e di forza, come la lotta con il bastone. Forse la pratica di questo e di altri sport era una scelta di origine religiosa. Il fatto più probabile è che non si trattasse tanto di un gioco, bensì che i giovani si addestrassero sul serio per la guerra. Proprio come oggi, le bambine amavano molto giocare con le bambole. Molte bambole sono state ritrovate con i loro letti e mobili in miniatura. Le bambine costruivano da sole le bambole di legno, d'argilla, di pietra, oppure, più semplicemente, di tela e fili.

[Modificato da -Kiya- 13/12/2005 14.17]

Hatshepsut76
00domenica 6 maggio 2007 14:49
La società egiziana amava molto i giochi. Durante le campagne di scavo sono state ritrovate delle pedine bianche e nere, simili ai moderni scacchi, e delle scacchiere rettangolari divise in 30 o 33 caselle, oppure circolari raffiguranti un serpente arrotolato con la testa nel centro ed il corpo diviso in segmenti. I giochi più conosciuti nell’antico Egitto erano principalmente due: il senet, e il gioco del serpente

Il senet




Il Senet era un po' il gioco nazionale nell'Antico Egitto. Tutti potevano giocarci, dai ricchi ai poveri, dagli adulti ai bambini, che impegnavano il loro tempo libero a sfidarsi a questo gioco. Col passare del tempo, l’ importanza del senet accrebbe notevolmente, in quanto venne impiegato anche per accompagnare il defunto nel viaggio nell'aldilà. Infatti si credeva che - come riportato nel Libro dei Morti - il defunto, per guadagnarsi il mondo ultraterreno, dovesse disputare una partita contro un avversario invisibile. Il primo esemplare di senet risale al Periodo Predinastico, mentre il nome del gioco è stato rinvenuto per la prima volta nella tomba di Rahotep (IV dinastia). Tutankhamon possedeva 4 senet, di cui uno era composto di caselle di avorio, le pedine di materiale pregiato, e poggiava su un mobiletto avente i supporti a forma di zampa di leone. Il senet era un gioco di velocità tra i due sfidanti; ciascuno era in possesso di 7 pedine (o 5 a partire dal 1600-1500 a.C.) di colore bianco o nero. L’obiettivo da raggiungere consisteva nel completare le 30 caselle (in egiziano "peru") del percorso (10 caselle per 3 file) in maniera sequenziale, cioè dalla 1 alla 10, dalla 11 alla 20 ed infine dalla 21 alla 30. All'inizio del gioco, ciascuna pedina veniva disposta in modo alternato dalla casella 1 alla 10. Per muovere le pedine, i giocatori erano in possesso di 4 tessere con una faccia bianca ed una nera.
La combinazione delle tessere dava il risultato della mossa:
1 bianco + 3 nere = 1 punto;
2 bianchi + 2 nere = 2 punti;
3 bianchi + 1 nero = 4 punti;
4 neri = 6 punti.
In alternativa venivano più comunemente utilizzati dei bastoncini al posto delle tessere.
Ciascuna pedina era spostata in avanti o indietro a seconda del risultato ottenuto. Quando tutte le pedine del medesimo colore occupavano l'ultima fila potevano terminare, una alla volta, il percorso. Il vincitore era colui che riusciva a completare le 30 caselle della "scacchiera" con tutte le 5 pedine. Ma, come in ogni gioco, esistevano delle regole. Le regole che rendevano questo gioco più difficile erano le seguenti:
a) se una pedina capitava su una casella già occupata doveva retrocedere alla prima posizione libera;
b) se due o tre pedine dello stesso colore si trovavano in fila non potevano essere scavalcate da quelle dell'avversario;
c) se una pedina capitava nella casella 27 contrassegnata dal geroglifico "casa dell'acqua", essa retrocedeva sino alla casella 1 o sulla successiva casella disponibile.
Occorre precisare che in nessuna tomba e su nessun papiro sono mai state rinvenute le vere regole del gioco, ma molti studiosi, come Kendall e Bell, hanno compiuto degli studi per dare al gioco le regole più plausibili. Quelle descritte sono frutto di studi che si basano su ragionamenti logici che però, come detto, non hanno mai trovato riscontro storico.

Il gioco del serpente




Le notizie relative a questo gioco sono molto scarse; sembra che risalga ad un epoca addirittura precedente la I dinastia. Molto probabilmente aveva un probabile carattere religioso; si svolgeva su una tavola di forma circolare - del diametro di circa 30 cm - che riproduceva le spire concentriche di un serpente avvolto su se stesso con le squame a rappresentare le caselle. Purtroppo le regole originali di questo gioco sono andate completamente perdute, quindi non è stato possibile formulare alcune ipotesi in merito allo svolgimento. Il serpente raffigurato sul tavoliere ha sempre la testa al centro, e il suo corpo è suddiviso in una serie di caselle che dovevano probabilmente essere percorse dalle pedine dei giocatori. Il numero di spire varia da esemplare ad esemplare, così come il numero di caselle da percorrere. Apparentemente, infatti, il gioco non doveva avere una struttura così ben definita - come il Senet o altri giochi antichi - e anche le dimensioni potevano variare. Molti degli esemplari ritrovati hanno anche una sorta di protuberanza, talvolta forata, come se il tavoliere potesse essere appeso ad una parete. Secondo gli accertamenti di alcuni studiosi, come Fischer, questa protuberanza sarebbe la rappresentazione stilizzata della testa della tartaruga d'acqua dolce, e proprio in base a questo rapporto, hanno studiato il rapporto esistente tra questo animale ed il serpente. È molto probabile, invece, che si trattasse di un’ area di gioco che aveva un suo ruolo preciso, ma senza alcuna valenza simbolica. Forse veniva utilizzato per muovere il piano di gioco oppure, più semplicemente, per collocare le pedine all'inizio o alla fine della partita.
Un altro gioco molto diffuso nell'Antico Egitto era il gioco "dei cani e degli sciacalli", detto anche "dei 58 buchi". Di questo gioco si sa che la partita veniva giocata da due giocatori con a disposizione 5 bastoncini ognuno. Ciascun bastoncino aveva sulla cima la rappresentazione di un animale dalle orecchie pendenti (i cani) o di un animale con le orecchie aguzze e ritte (lo sciacallo). Sulla tavola erano disegnati due percorsi composti da una serie di fori che confluivano in un unico buco centrale. Vinceva chi, per primo, giungeva con tutte i suoi bastoncini al centro.
Ma non esistevano solo questi due passatempi in Egitto; infatti ve ne erano altri, tra cui il puzzle, il boomerang (di cui in Egitto è stato trovato il primo esemplare), i dadi (identici a quelli moderni e costituiti anche da più di sei facce), gli specchi, le bambole e degli aerei giocattolo! È curioso notare che proprio un esemplare di questi ultimi sia stato ritrovato all'interno delle piramide a gradoni di Zoser edificata intorno al 2800 a.C. Alla luce di questo ritrovamento, degli studiosi tedeschi hanno provato a realizzare un aereo in scala e a farlo volare. Il risultato è che l'aereo vola perfettamente...
Le donne amavano danzare ed ascoltare musica, mentre gli uomini preferivano gli esercizi di destrezza o di forza e gli sport come l'equitazione, il canottaggio e il tiro con l'arco. Riservata al faraone perché molto costoso era la caccia nel deserto.
Alcuni faraoni si fecero organizzare anche spettacoli su misura di cui esistono testimonianze o documenti. Snefru sconfiggeva la malinconia guardando le provocanti contorsioni di donne vestite solo di tessuto di rete. Khufu, invece, sembra abbia convocato una sorta di mago di nome Djedi di cui si diceva fosse in grado di riattaccare le teste. L'intento di Khufu era quello di far tagliare alcune teste umane per poi ammirare le capacità miracolose di Djedi.

Hatshepsut76
00martedì 29 maggio 2007 22:18
si torna a parlare di giochi...
A quanto pare, gli antichi Egizi giocavano anche a bowling...

A riportarlo è il giornale della Egyptian Tourism Society, che riporta il ritrovamento - da parte di un'équipe italiana - di una sala dove giocare... Un edificio a cielo aperto, ricoperto di grossi blocchi di calcare, aventi 10 cm di profondità, e 20 di spessore.
Una fonte archeologica nella missione italiana ha dichiarato che la missione avrebbe trovato due palle di calcare lucente, di cui una ha lo stesso diametro della piazza; l'altra ha la forma del buco quadrato.
Dallo studio di tale opera ingegneristica, si è evinto che non si sono avuti edifici tali nell'antichità, e ci si aspetta che questo sia stato il primo tentativo della pratica di un gioco simile al bowling

Per la lettura completa dell'articolo sulla rivista clicca QUI
EGIZIA72
00venerdì 8 maggio 2009 19:45
I GIOCHI DEI BAMBINI
Sembra che attraverso millenni, meridiani e paralleli tutte le culture abbiano avuto giochi. Effettivamente la storia del giocattolo segue da vicino lo sviluppo della società umana e il progresso tecnico-scientifico.
Sembra che attraverso millenni, meridiani e paralleli tutte le culture abbiano avuto giochi.
Effettivamente la storia del giocattolo segue da vicino lo sviluppo della società umana e il progresso tecnico-scientifico.
I primi giocattoli, come i primi utensili, furono costruiti con pietra, legno o argilla; nei siti archeologici più antichi, tra gli oggetti ritrovati a cui si attribuisce la funzione di gioco, ci sono "i classici intramontabili" ovvero bambole e soldatini.
In Egitto le bambole venivano fatte di pietra, porcellana o legno, con capelli finti e arti snodabili; queste possono essere considerate un po' come le precorritrici delle moderne e attualissime Barbie.
Anche nell'antica Roma le bambine giocavano con bambole di cera e terra cotta, mentre i bimbi si divertivano con archi e frecce finte.
Altro gioco antichissimo ma arrivato fino ai giorni nostri è lo yo-yo. I primi costruiti erano in legno, pietra o terracotta e risalgono almeno alla Cina di 2500 anni fa.
Con il passare del tempo, dei secoli, con l'evoluzione della società e il passaggio all'industrializzazione anche i giocattoli hanno subito numerosi cambiamenti e si sono adattati alle nuove esigenze del mercato.
Gli storici, infatti, ricordano che le prime produzioni commerciali di giochi e le prime fabbriche sono iniziate in Germania intorno al XV secolo.
A Norimberga venivano prodotte soprattutto bambole, anche costose, e destinate alle classi più abbienti, grazie alla presenza di maestri artigiani che si erano specializzati nella lavorazione del legno.
Per alcuni versi anche il giocattolo, con il passare del tempo e seguendo gli andamenti della società, diventa un fenomeno di costume e una moda temporanea.
Alcuni giocattoli sono stati delle "meteore", hanno avuto un successo di breve durata, mentre altri, attraverso rivisitazioni, riadattamenti sono ancora attualissimi e non conoscono declino; basti pensare alle "macchinine" e alle bambole che presentano tecnologie sempre più complesse. Spesso questi giochi hanno dei costi altissimi, in alcuni casi le macchine per bambini rappresentano la riproduzione esatta di quelle di mamma e papà; ma la stessa cosa vale per le bambole: si è passati da quella fatta di stracci a quelle che sono quasi dei prototipi di bambini veri che piangono per la pappa, ridono, parlano.
Purtroppo nella società attuale, ma soprattutto nel mondo industrializzato i bambini stanno perdendo le facoltà fondamentali che ogni gioco mette in azione: fantasia, creatività e socializzazione.
Fantasia e creatività vengono sempre di più frenate e bloccate e i bambini si ritrovano isolati, soli davanti a un computer, alla playstation e non conoscono più l'arte di "inventarsi" un gioco o di divertirsi con quello che si ha a disposizione.
La tecnologia, in alcuni casi, ha tolto spazio alla fantasia, all'immaginazione e alla manualità.
Basta però prendere un aereo e allontanarsi un po' da quello che è il mondo avanzato e super tecnologico per rituffarsi nel passato.
In Africa i bambini non hanno Playstation, Wii, Barbie o Lego, qui i piccoli sono costretti a giocare con quello che la natura offre loro o riciclando materiale di scarto.
I bimbi africani hanno una grandissima manualità e si costruiscono i giochi da soli, con le loro mani e questo rappresenta una grande conquista: con materiali di ogni tipo non pongono limiti alla loro fantasia e creatività: con legno di samba, latta piegata, cartone, lana, foglie di banano, reti da pesca, copertoni di automobili, sassi e boe creano dal nulla i loro divertimenti e i loro svaghi.
La povertà diventa ricchezza creativa: Coca-cola , Nestlè, Bayer, tutti i nomi che governano il commercio mondiale sono rappresentati negli straordinari manufatti-giocattoli di latta di questi bambini.
In Africa non si butta via niente, recuperare i materiali di uso comune è un'arte e fa parte della vita quotidiana di ogni famiglia.
Non sarebbe male mettere in contatto i bambini delle società industrializzate e moderne con quelli africani e magari fargli capire che dietro giocattoli "primitivi" ci sono pur sempre dei bambini che hanno il diritto di crescere, giocare e divertirsi, ma che spesso per una serie di sfortunate circostanze come la fame, la guerra, l'abbandono possono solamente sognare, ma nonostante tutto sono felici.

www.mauxa.com/content/view/327/162/



















.



Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 06:31.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com