I GIOCHI DEI BAMBINI
Sembra che attraverso millenni, meridiani e paralleli tutte le culture abbiano avuto giochi. Effettivamente la storia del giocattolo segue da vicino lo sviluppo della società umana e il progresso tecnico-scientifico.
Sembra che attraverso millenni, meridiani e paralleli tutte le culture abbiano avuto giochi.
Effettivamente la storia del giocattolo segue da vicino lo sviluppo della società umana e il progresso tecnico-scientifico.
I primi giocattoli, come i primi utensili, furono costruiti con pietra, legno o argilla; nei siti archeologici più antichi, tra gli oggetti ritrovati a cui si attribuisce la funzione di gioco, ci sono "i classici intramontabili" ovvero bambole e soldatini.
In Egitto le bambole venivano fatte di pietra, porcellana o legno, con capelli finti e arti snodabili; queste possono essere considerate un po' come le precorritrici delle moderne e attualissime Barbie.
Anche nell'antica Roma le bambine giocavano con bambole di cera e terra cotta, mentre i bimbi si divertivano con archi e frecce finte.
Altro gioco antichissimo ma arrivato fino ai giorni nostri è lo yo-yo. I primi costruiti erano in legno, pietra o terracotta e risalgono almeno alla Cina di 2500 anni fa.
Con il passare del tempo, dei secoli, con l'evoluzione della società e il passaggio all'industrializzazione anche i giocattoli hanno subito numerosi cambiamenti e si sono adattati alle nuove esigenze del mercato.
Gli storici, infatti, ricordano che le prime produzioni commerciali di giochi e le prime fabbriche sono iniziate in Germania intorno al XV secolo.
A Norimberga venivano prodotte soprattutto bambole, anche costose, e destinate alle classi più abbienti, grazie alla presenza di maestri artigiani che si erano specializzati nella lavorazione del legno.
Per alcuni versi anche il giocattolo, con il passare del tempo e seguendo gli andamenti della società, diventa un fenomeno di costume e una moda temporanea.
Alcuni giocattoli sono stati delle "meteore", hanno avuto un successo di breve durata, mentre altri, attraverso rivisitazioni, riadattamenti sono ancora attualissimi e non conoscono declino; basti pensare alle "macchinine" e alle bambole che presentano tecnologie sempre più complesse. Spesso questi giochi hanno dei costi altissimi, in alcuni casi le macchine per bambini rappresentano la riproduzione esatta di quelle di mamma e papà; ma la stessa cosa vale per le bambole: si è passati da quella fatta di stracci a quelle che sono quasi dei prototipi di bambini veri che piangono per la pappa, ridono, parlano.
Purtroppo nella società attuale, ma soprattutto nel mondo industrializzato i bambini stanno perdendo le facoltà fondamentali che ogni gioco mette in azione: fantasia, creatività e socializzazione.
Fantasia e creatività vengono sempre di più frenate e bloccate e i bambini si ritrovano isolati, soli davanti a un computer, alla playstation e non conoscono più l'arte di "inventarsi" un gioco o di divertirsi con quello che si ha a disposizione.
La tecnologia, in alcuni casi, ha tolto spazio alla fantasia, all'immaginazione e alla manualità.
Basta però prendere un aereo e allontanarsi un po' da quello che è il mondo avanzato e super tecnologico per rituffarsi nel passato.
In Africa i bambini non hanno Playstation, Wii, Barbie o Lego, qui i piccoli sono costretti a giocare con quello che la natura offre loro o riciclando materiale di scarto.
I bimbi africani hanno una grandissima manualità e si costruiscono i giochi da soli, con le loro mani e questo rappresenta una grande conquista: con materiali di ogni tipo non pongono limiti alla loro fantasia e creatività: con legno di samba, latta piegata, cartone, lana, foglie di banano, reti da pesca, copertoni di automobili, sassi e boe creano dal nulla i loro divertimenti e i loro svaghi.
La povertà diventa ricchezza creativa: Coca-cola , Nestlè, Bayer, tutti i nomi che governano il commercio mondiale sono rappresentati negli straordinari manufatti-giocattoli di latta di questi bambini.
In Africa non si butta via niente, recuperare i materiali di uso comune è un'arte e fa parte della vita quotidiana di ogni famiglia.
Non sarebbe male mettere in contatto i bambini delle società industrializzate e moderne con quelli africani e magari fargli capire che dietro giocattoli "primitivi" ci sono pur sempre dei bambini che hanno il diritto di crescere, giocare e divertirsi, ma che spesso per una serie di sfortunate circostanze come la fame, la guerra, l'abbandono possono solamente sognare, ma nonostante tutto sono felici.
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