Età amarniana

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Teie
00martedì 16 febbraio 2010 10:48
Ho una domanda che mi frulla in testa e desideravo proporvela per sentire i vostri pareri.
Quando si parla di età amarniana quando ha inizio e quando ha fine? Si possono ben delinearne i confini?
Per quando riguarda l'inizio è giusto dire con Akhenaton?
O le influenze che ha ricevuto il giovane fanciullo dal padre(?) dalla madre (?) o da tutti e due possono fare retrocedere la data?
Per la fine è giusto dire che tale Età finì con Akhenaton? L'influenza del Consiglio di Reggenza è indicativa per datare la fine?
Oppure si può prorogarla fino a....?
Mi sono spiegata bene?
In questo sito, sicuramente trovo le persone giuste per rispondere a questo quesito e mi piacerebbe anche, se possibile, conoscere il parere degli studiosi in merito.

Grazie per l'attenzione

Teie
RAMSY
00martedì 16 febbraio 2010 12:48
Da new-rante che sono ho sempre collegato il temine "periodo amarniano" a tutto ciò che si è svolto da quando Amenhotep IV ha cambiato il suo nome in Akhenaton e ha trasferito la capitale in un nuovo sito nei pressi di Tell el Amarna col nome di Akhetaton fino al suo declino (e conseguentemente al declino della nuova capitale [SM=x822713]

........................o no? [SM=x822718]
Teie
00martedì 16 febbraio 2010 13:40
Beh Ramsy, ho dimenticato di precisare che intendo dal punto di vista politico. Per l'arte o la religione o quant'altro il discorso può essere diverso.


Teie
RAMSY
00martedì 16 febbraio 2010 14:17
Re:
RAMSY, 16/02/2010 12.48:

Da new-rante che sono......



Ecco...appunto! [SM=x822717]
-Kiya-
00martedì 16 febbraio 2010 14:24
La mia personale conclusione è che con "Periodo Amarniano" gli Egittologi intendano esplicitamente riferirsi a quelli anni che vanno dal regno di Akhenaton (alcuni escludendo persino i primi anni in cui il sovrano regnò con il nome di Amenhotep IV - ritenuti non pienamente caratterizzati dalla sua politica/riforma), a quello di Ay, riconoscendo quindi in Horemheb il sovrano del "punto di rottura". Preso atto di ciò, non ci si spiega per quali ragioni si perseveri nel ritenere quest'ultimo come parte integrante della tarda XVIII dinastia, piuttosto che riconoscerlo quale iniziatore della XIX.

Storiograficamente parlando, per Età Amarniana sarebbe più corretto intendere il periodo in cui Akhenaton regnò dalla nuova Capitale, da cui, peraltro l'epoca prende il nome.
Appare chiaro infatti che, fin dal suo successore (che si voglia intendere Smenkhkara oppure Tutankhamon) si delineò la necessità di ripristinare non solo il vecchio culto, ma anche cariche religiose e politiche che avevano perso potere in quel lasso di tempo. Un ritorno al passato operato con un colpo di spugna. O così, almeno ci appare in epoca moderna.
Parlando di cronologia Amarniana , quindi, ci si dovrebbe riferire a qualsiasi ambito (storico/politico/artistico/religioso), ma limitatamente a quella manciata di anni di Regno (circa 12).

Personalmente, sono del parere che parlare di "Epoca Amarniana" sia già di per sè fortemente limitativo e scorretto. Non tanto per il termine (conclusione) che gli si attribuisce, con il quale posso anche almeno in parte concordare (parlare di conclusione è quanto mai scorretto, a mio avviso, tenuto conto che il già citato "colpo di spugna" non fu poi così efficace...) , quanto per l'inizio.

Si incorre nell'errore di considerare esclusivamente pochi decenni (30 anni circa), come storia a sè, attribuendovi "responsabilità" che invece hanno radici ben più profonde e che affondano in un passato più remoto, escludendo così a priori tutto quanto avvenne prima, dalla fase preparatoria fino all'effettiva applicazione.
Se dobbiamo effettettivamente attribuire una qualche specifica "responsabilità" ad Akhenaton, fu quella di aver applicato in toto quanto fino ad allora giunto a maturazione, sia da un punto di vista politico, che da un punto di vista meramente cultuale (sempre che si intenda considerare in maniera individuale due ambiti che in realtà sono l'uno parte integrante dell'altro). Affermare che Amenhotep IV/Akhenaton, quindi, fu l'iniziatore della riforma per cui oggi è maggiormente noto significa ignorare personalità ed eventi da cui il medesimo fu fortemente ispirato e influenzato.
Teie
00martedì 16 febbraio 2010 15:48
Intanto, grazie per la tua risposta.
In effetti credo che le influenze politiche, religiose, personali di personaggi quali la madre probabilmente influenzarono la mentalità del giovane Akhenaton e quindi, almeno teoricamente, la cosiddetta rivoluzione può essere cominciata già prima.
Avevo già letto qualcosa su quello che dici di Horemhab come il vero punto di reset e quindi, giusto per precisare, l'orientamento generale è quello di considerare questo il punto finale e non quello del colpo di spugna post Akhenaton, Smenkhara o Tut che si voglia?

Teie
-Kiya-
00martedì 16 febbraio 2010 16:45
Parlando di influenze, non mi riferivo soltanto al periodo immediatamente precedente, ovvero al regno di Amenhotep III, padre del nostro. Onestamente non possiamo nemmeno affermare con assoluta certezza che la madre, di cui porti il nome, abbia avuto particolari influenze in quella direzione. Non esistono prove consolidate a riguardo. Personalmente non mi affido alla teoria delle influenze di provenienza straniera, con particolare riferimento al culto solare. Motivazioni che hanno condotto alla rivoluzionaria presa di posizione di Akhenaton se ne trovano a iosa, entro i confini del Regno.

Io estenderei l'epoca di influenza, fino a retrodatarla ai tempi di Thutmosi IV e le ragioni di questa mia convinzione le ho spiegate nel dettaglio qui:

freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=8833766

La tendenza è proprio quella di far coincidere il regno di Horemheb con la conclusione dell'Epoca Amarniana, tendenza che, come ho anticipato, non abbraccio in modo totalitario.
Secondo quanto in nostro possesso, Horemheb partecipò attivamente alla rivoluzione di Akhenaton. Se poi lo fece con reale convinzione o per mero opportunismo non ci è dato sapere.
Se volessimo affidarci ai riscontri in nostro possesso (basta solo soffermarsi sulle rappresentazioni che decorano le sue tombe) sarebbe più accettabile ritenere Sethi I e quindi i Ramessidi quali sostenitori effettivi e fautori del "ritorno al passato".
In tal caso, ecco spiegate le ragioni per cui Horemheb è ritenuto un sovrano della XVIII dinastia, a cui, se così fosse, apparterrebbe a pieno titolo.
L'errore commesso è quindi, a mio parere, quello di identificarlo come "punto di rottura", poichè così non fu. Opterei piuttosto per considerare una sorta di "volta faccia" di questo Sovrano, operato in nome della gloria e del potere, presumibilmente. Un cambiamento radicale della sua posizione, responsabile delle non poche contraddizioni a cui è soggetto, in ambito Accademico.
Teie
00martedì 16 febbraio 2010 17:29
Grazie ancora. Mi trovi d'accordo.


Teie
-Kiya-
00martedì 16 febbraio 2010 17:35
Grazie a te, Teie ;)

mi piacerebbe, tuttavia, leggere i pareri degli altri lettori. E' risaputo, del resto, che questo Forum è ritenuto un "covo (simpaticamente) di filo-Amarniani, seppur non manchino coloro di parere contrario.
Ragion per cui, mi aspetto interveniate numerosi :)
Merytaton62
00martedì 16 febbraio 2010 17:52
Anche se i prodromi si erano visti nei decenni precedenti, io farei cominciare l'età amarniana propriamente detta con il trasferimento della capitale ad Akhetaton, e la farei finire con l'estinzione della XVIII dinastia .
Ritengo tuttavia che, a livello di popolo, l'esperienza amarniana si sia conclusa con la scomparsa degli ultimi testimoni oculari che hanno caratterizzato quest'epoca [SM=x1764359]
Merytaton62
00martedì 16 febbraio 2010 17:53
Volevo dire:degli ultimi testimoni oculari degli eventi che hanno caratterizzato quest'epoca.
Teie
00mercoledì 17 febbraio 2010 09:18
Beh scusami, non resisto Kiya. Io sono una di coloro di parere contrario. O almeno per una parte dei giudizi che si danno sul periodo e sull'uomo. E lo sai ;-)

Sono molto d'accordo nel far risalire determinate colpe ad un periodo molto più antico e che le colpe di Tuthmosis III non sono state poche.
Come di coloro che vennero dopo. Si sa anche che il culto solare aveva radici antichissime, ok.
E questo salva in parte l'uomo politico e religioso Akhenaton.
Ma c'era bisogno di creare in contemporanea a quella del padre, ancora vivente, un regno parallelo, una nuova capitale, sprecare fondi pubblici (vizio sempre attuale...), circondarsi di persone solo a lui religiosamente fedeli mentre il resto della popolazione non capiva, disinteressarsi della politica interna e specialmente di quella estera indebolendo il paese, ecc. ecc.??
Ecco quello che porta persone come me a ritenerlo se non proprio normale almeno mooolto eccentrico, non credi?
E penso anche oltre, alle influenze paterne e materne nella sua giovinezza, alla sua educazione di ragazzo come futuro regnante e al fatto che Amenhotep III e Tiye non fecero nulla per impedire al figlio di realizzare i suoi sogni (e poi erano solo suoi?).

Teie
Merytaton62
00mercoledì 17 febbraio 2010 12:23
Personalmente ritengo che, quando si tenta di esprimere un parere sull'età amarniana bisogna distinguere il punto di vista di noi "spettatori" (che spesso lavoriamo parecchio di fantasia, dobbiamo ammetterlo)da quello di coloro che hanno vissuto in quel periodo. [SM=x822725] [SM=x822715] [SM=x822724]

Cerco di spiegarmi meglio:a me, come appssionata d'arte e storia delle religioni, un monarca che ha impresso una nuova vitalità alle arti figurative e cercato di introdurre il monoteismo non può non affascinare .Anche l'idea di una città che sorge dal nulla per finire nel giro di pochi decenni inghiottita dalla sabbia (come un miraggio...)è suggestiva...però se fossi stata un'egizia della sua epoca, non so se avrei gradito un faraone che dilapida i fondi dello stato e trascura la politica. [SM=x1764359]
Merytaton62
00mercoledì 17 febbraio 2010 14:13
In attesa che le sabie del deserto restituiscano qualche ulteriore notizia, accontentiamoci di quest'immagine, apparsa recentemente sul sito ufficiale di Zahi Hawass.Trattasi di una stele di confine.
-Kiya-
00mercoledì 17 febbraio 2010 14:43
@Teie:

Siamo sicuri che quando sorse Akhetaton Amenhotep III fosse ancora in vita?
Non credi che possa "stonare" un po' che un Coreggente (con pari diritti del sovrano principale, è vero, ma pur sempre un Coreggente, peraltro giovane e poco preparato - non dimentichiamo che non era lui il predestinato al trono) si sia preso la libertà di far costruire una nuova città dal nulla, in un luogo incontaminato, arrogandosi il diritto di decidere per la sostituzione della Capitale del Regno?
E' uno degli interrogativi che mi induce a dubitare della coreggenza lunga, tra padre e figlio...
Tuttavia, non possiamo escludere che effettivamente sia andata così. Ma se così fu, se effettivamente Amenhotep III, ancora in vita, non fece nulla per contrastare quella che ci appare come una decisione arbitraria di Akhenaton, non possiamo non considerare che tale scelta potesse rientrare in un disegno politico prestabilito, appoggiato dal pieno favore del Sovrano anziano, con l'intento di sferrare il colpo definitivo al Clero di Amon e impedendogli di interferire nelle scelte di Governo.
Per quanto ne sappiamo, la corte si trasferì integralmente ad Akhetaton e con essa funzionari, scribi, artisti e operai. I grandi assenti furono i sacerdoti, in larga parte destituiti dalle loro cariche.
Negli anni Amarniani propriamente detti che cosa ne fu di Tebe? Chi vi restò? E perchè?
Non possediamo alcun riscontro a riguardo. Al momento non risulta nemmeno una tomba di un nobile databile a quegli anni, che possa confermare ci fosse ancora attività ed effettiva presenza oltre le mura dell'Ipet Iswt...


@Meryt:

hai pienamente ragione. Già di per sé la storia ci giunge inevitabilmente storpiata, con l'aggravante che ci interessiamo di una civiltà che questo concetto non lo applicò mai e che quindi è carente di resoconti coevi. Inevitabilmente poi, la influenziamo noi stessi, con le nostre preferenze, con le nostre "antipatie", tentando di ricreare ciò che vorremmo che fosse piuttosto che limitarci a un'analisi distaccata di quanto in nostro possesso, per poco che sia. Proprio il fatto che possediamo poco, induce a colmare lacune con supposizioni, tessendo trame che stanno in piedi da sole, ma che potrebbero distare anni luce dalla realtà dei fatti.
A tutto questo, vanno poi ad aggiungersi, come affermi tu, le nostre peculiari propensioni che ci attirano in una direzione, respingendone un'altra. Che ci inducono ad evidenziare un particolare aspetto e ad elevarlo al di sopra di ogni altro, giustificando con esso tutto quanto ne conseguì.
La storia come estensione dei nostri ideali, insomma...
Ma questo è il lato emotivo. Occorre "semplicemente" affinare la capacità di scindere il razionale dall'emotivo, ponendoci nella condizione di saper discernere ciò che è stato da quanto vorremmo che fosse. E ritengo che col tempo ciò sia possibile.

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