Enoteismo Amarniano vs Monoteismo Ebraico

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-Kiya-
00sabato 7 agosto 2010 00:53
Ci siamo spesso soffermati a evidenziare quali sono gli elementi comuni tra questi due culti, ma non ci siamo mai soffermati a riflettere su quali siano le differenze che intercorrono fra loro.

Vogliamo provarci?
Merytaton62
00sabato 7 agosto 2010 16:56
La più evidente è la mancanza di un codice etico ben definito (qualcosa che regoli i rapporti tra gli individui, tanto per intenderci). Si suppone che fosse una religione fondamentalmente egualitaria, ma se non erro non esiste nulla di scritto che avvalli questa teoria.Bisogna però tener presente che il giudaesimo come lo conosciamo noi è una religione che si è strutturata nel corso di secoli, mentre all' "eresia" amarniana è mancato il tempo materiale per evolvere.
-Kiya-
00sabato 7 agosto 2010 21:39
Re:
Merytaton62, 07/08/2010 16.56:

La più evidente è la mancanza di un codice etico ben definito (qualcosa che regoli i rapporti tra gli individui, tanto per intenderci). Si suppone che fosse una religione fondamentalmente egualitaria, ma se non erro non esiste nulla di scritto che avvalli questa teoria.




con questa affermazione ti riferisci al culto Amarniano, presumo.

In tal caso, un codice di questo tipo non poteva esistere. E qui introduciamo un'altra differenza sostanziale tra i due culti:
il culto Amarniano non era egualitario. Non del tutto, quanto meno. Già di per sé, prevedendo un intermediario (ecco la differenza sostanziale), incarnato dalla figura del Re, divino a sua volta, imponeva una gerarchia: vi era il Re, quindi la Regina e successivamente tutti gli altri. Per altri versi, però, Akhenaton sottolineò che il suo Dio non operava alcuna differenza tra i suoi fedeli e lo fece tramite il suo Inno all'Aton, che rappresenta la summa della sua religione e ne contiene i dettami, in cui affermò:

"Sei il signore di tutti che per tutti si affatica [...]"


Tuttavia, nei versi in chiusura si legge:

"Da quando hai creato il mondo, lo fai sorgere
Per tuo figlio che è nato dal tuo corpo,
il re del duplice Egitto, Neferkheprure Uanre,
Figlio di Ra, che trae vita da Maat,
il signore del diadema, Akhenaton, grande nella sua esistenza,
e la grande sua sposa e regina, che egli ama,
la signora di entrambi i paesi, Nefertiti,
che è piena di vita e giovane
per tutta l’eternità. "


Questo, in effetti, rappresenta la più grande contraddizione della religione della Luce.


Per una lettura completa dell'Inno all'Aton rimando qui:

freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=5473187


L'altra differenza determinante è proprio che il primo è da ritenersi un culto enoteistico, ovvero eleva un dio, Creatore, al di sopra degli altri (che non sono esclusi, come in buona parte erroneamente si ritiene), mentre il secondo è (teoricamente, a mio avviso...) monoteistico, ovvero riconosce un unico Dio.
Su questo, ribadisco, ci sarebbe da approfondire....
Merytaton62
00sabato 7 agosto 2010 23:58
In effetti nella religione ebraica, così come la conosciamo noi, i rabbini non sono sacerdoti, ma solo profondi conoscitori ed interpreti delle scritture.

Per quanto ne so, la religione ebraica è del tutto aniconica, cioè vieta qualsiasi rappresentazione dell'Essere Supremo, mentre il dio di Akhenaton aveva come simbolo il disco solare, cioè qualcosa di visibile.

Il Dio degli Ebrei, inoltre, è un dio-persona, cioè un essere pensante e giudicante, mentre ho l'impressione (ma potrei sbagliarmi) che l'Aton andasse inteso come forza vitale, energia creatrice. [SM=x822719]
ACUSinpw
00domenica 8 agosto 2010 12:37
Dal "Dizionario delle Religioni", a cura di Paul Poupard, edito da Mondadori, leggiamo

Enoteismo

La parola enoteismo, formata da heis, henos in opposizione a monos, fu creata da Muller per designare la credenza vedica nelle divinità. Rifiutando l'ipotesi che alle origini dell'umanità ci sia una rivelazione primitiva caratterizzata da un pensiero monoteista o da una concezione politeista, M.Muller scopre nel Veda - che considera il più antico documento religioso ariano - la forma primitiva della religione vedica, e la chiama "enoteismo". Si tratta del culto delle diverse divinità prese a turno isolatamente. Muller distingue questo culto successivo di diversi dei supremi dalla fase religiosa che subordina gli dei multipli a un dio supremo. L'enoteismo indica l'atto del Veda che mette in trono un dio dopo l'altro, ciascuno a suo tempo, in accordo con la visione dell'adoratore. Questa fase enoteista del pensiero vedico si spiega, secondo Muller, per il fatto che l'idea di divinità non era ancora fissata nè definita una volta per tutte. A questa fase risalgono i primi nomi e le prime idee del divino
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