Donne: le condizioni femminili dell'antico Egitto

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Alexander Brandy
00mercoledì 18 gennaio 2006 14:54
Quando si parla delle donne egizie si fa riferimento in primo luogo alla posizione privilegiata che spettava alla moglie del faraone: la quale, secondo una regola dinastica volta ad assicurare che il potere regale restasse all'interno della famiglia, era anche, molto spesso, una sorella del faraone stesso: Si cita poi, abitualmente, l'importanza di divinità femminili quale, in particolare, la celeberrima Iside, il cui culto era destinato ad uscire dai confini dell'Egitto, diffondendosi con particolare successo nel mondo romano.
Ma desumere da queste considerazioni elementi per individuare la condizione femminile è molto difficile. La presenza di figure divine femminili anche assai potenti non fornisce alcuna indicazione sullo status e sui diritti delle donne mortali.Ma è purtuttavia vero che in Egitto alcune donne esercitarono il potere politico in prima persona, con presumibile beneficio quantomeno della cerchia delle donne che vivevano alla corte del faraone. Una delle prime donne "politiche" di cui si è informati è Tausert, che nel secolo XXIII a. C., alla morte del marito, governò in anni molto difficili, turbati da rivolte di palazzo e di popolo.
Un momento particolarmente rilevante nella storia delle donne regali egizie fu quello tra il 1600 e il 1200 a. C. In quei secoli vissero e operarono alcune donne molto significative quali in primo luogo, la regina Tetisheri, capostipite di una straordinaria discendenza femminile. Da lei nacquero tre figlie : Ahotep, Meri-Amon e Sat-Kamose, che sposarono tutte Amenhotep, in matrimonio poligamo. La quarta generazione di queste notevolissime donne fu la celebre Hatshepsut, sotto il cui regno, durato vent'anni, vennero intraprese molte opere di ricostruzione e l'Egitto godette un periodo di prosperità.
Molto interessante è anche la posizione delle sacerdotesse egizie , che ricevevano una buona educazione in campo artistico e specialmente musicale e che, sopratutto durante la XVIII dinastia, costituivano un ceto molto ripsettato, al quale si dice fosse consentito l'accesso a donne di ogni classe sociale.
Per quanto riguarda le donne meno privilegiate, le pitture tombali mostrano che queste lavoravano a fianco degli uomini, svolgendo gli stessi compiti lavorativi. Ma questo non indica necessariamente una loro autonomia in campo sociale e giuridico. Il lavoro, a quei tempi , non era un segno di emancipazione, per le donne. Era solo una necessità, che tuttavia consentiva una certa libertà di movimento e una notevole possibilità di frequentazioni extrafamiliari. A favore dell'ipotesi che la condizione femminile in Egitto fosse migliore che altrove, comunque, si può considerare che quando l'Egitto venne conquistato dapprima dai greci e quindi dai romani, sia il diritto greco sia quello romano introdussero, nella zona, modifiche favorevoli all'autonomia femminile. Di conseguenza è quasi inevitabile pensare a un influsso dei diritti locali, che presumibilmente concedevano alle donne maggiori libertà.
Alexander Brandy
00mercoledì 18 gennaio 2006 14:54
La 'Signora della Casa'
La responsabilità della vita domestica spettava alla donna, alla quale veniva attribuita la qualifica di "signora della casa". Non si trattava solo un formale titolo di cortesia, perché la moglie organizzava tutta la vita quotidiana e amministrava i beni comuni. Proprio per esprimere il senso di eguaglianza e di intimità, marito e moglie venivano indicati, anche nella lirica d’amore, con i termini "fratello" e "sorella". Le donne di estrazione più umile condividevano spesso l’attività lavorativa del marito oltre, naturalmente, a occuparsi delle faccende tipicamente femminili come tessere, cucinare, tenere fornita la dispensa e preparare unguenti. Già nell’Antico Regno la donna era dal punto di vista giuridico indipendente: poteva cioè far valere i propri diritti in tribunale ed esprimere liberamente la propria volontà nel disporre dei beni privati. Il matrimonio era sancito da un contratto che, alla morte del marito, assicurava alla vedova la sua parte di patrimonio. Nella civiltà egiziana la donna svolse sempre un ruolo considerevole, spesso assai più importante che nelle altre civiltà del Mediterraneo. Anche nella religione ebbero parte importante le divinità femminili: oltre a Iside, che con la forza dell’amore vinse la morte, altre dee impersonarono, nel pantheon egiziano, figure dalla forte personalità e carattere.

Alexander Brandy
00mercoledì 18 gennaio 2006 14:55
Il Matrimonio
Nell'Egitto dei faraoni non si portava la sposa all'altare, non c'era scambio di anelli, non si pronunziava alcun si, ma ci si diceva: proviamo, e se andava bene, la cosa era fatta, i partener stipulavano il contratto di nozze. Che fossero zia e nipote, cugino e cugina, fratello e sorella non contava gran che, anzi, più si era ricchi e maggiori risultavano le libertà.

Nessun sacerdote a sanzionare il rapporto, e ciò è un fatto notevole. A quanto pare, il matrimonio aveva così poca importanza da rendere superfluo persino l'ufficio di stato civile e il rilascio di qualsivoglia atto formale. Le nozze venivano celebrate, non suggellate: matrimonio non rato ma consumato, affare privato, usanza (non religione, non legge). Ecco perchè un egizio poteva impalmare una nubiana, una siriana, una babilonese liberamente; furono sopratutto i sovrani della XVIII dinastia a far diventare normale questa prassi.

Sebbene lui e lei provenissero generalmente dalla medesima classe sociale, non esisteva nessun regolamento che proibisse a un'egizia ricca di convolare con un prigioniero di guerra povero in canna.

Nella maggior parte dei casi l'uomo egizio si doveva contentare di una sola moglie, ma non perchè non gli piacesse averne di più o perchè ciò fosse proibito. Non si trattava di una questione giuridica, bensì di un problema materiale. Già nel Medio Impero ai ceti borghesi era nota la poligamia. Ma il maschio, che di solito era il più abbiente, insieme con la promessa di matrimonio forniva anche garanzie di tipo economico. Se gli prendeva la voglia di una seconda moglie e si ficcava in testa di inserirla ufficialmente nella famiglia, la nuova venuta aveva tutti i diritti, compreso quello di ereditare, però sempre dopo la moglie principale. Qualcosa bisognava pur dare alla seconda moglie; per poterlo fare, il marito doveva essere ricco; se era povera la moglie secondaria poteva essere liquidata con poco.

Una volta consumato il matrimonio e concordato il documento che sarebbe meglio definire di cooperazione, la coppia era sotto la protezione dello stato, e cioè: la verginità-castità, la consumazione del matrimonio o la fedeltà coniugale erano concetti giuridicamente rilevanti e potevano costituire materia di lite
Messalinaxxx
00venerdì 20 gennaio 2006 18:55
Il divorzio (post lampo, che sto uscendo a fare la spesa!)
Anche le donne potevano divorziare tranquillamente, proprio perche' era un rapporto di cooperazione.
grandi!
questa si che e' civilta'!

[SM=x822748]

vado
lorf14plus
00sabato 28 gennaio 2006 11:20
Cultura avanzata
Oggi come oggi non siamo arrivati a capire concetti ci gestione dei raporti interpersonali tra un uomo e una donna, che per loro erano alla base della società, dove la donna era come un uomo, partecipe della vita di famiglia e ognuno aveva i suoi compiti e non per questo dovevano essere considerati minori ed inoltre non c'era bisogno di un qualcuno che dicesse che erano una coppia, ma potevano deciderlo in completa autonomia e allo stesso modo potevano decidere di interrompere il loro rapporto liberamente.
Penso che dalla cultura egizia non potremmo imparare moltissimo anche su questo campo, dove vi era una almeno una buona parità dei diritti tra uomini e donne.
Messalinaxxx
00sabato 28 gennaio 2006 16:02
Re: Cultura avanzata

Scritto da: lorf14plus 28/01/2006 11.20
Oggi come oggi non siamo arrivati a capire concetti ci gestione dei raporti interpersonali tra un uomo e una donna, che per loro erano alla base della società, dove la donna era come un uomo, partecipe della vita di famiglia e ognuno aveva i suoi compiti e non per questo dovevano essere considerati minori ed inoltre non c'era bisogno di un qualcuno che dicesse che erano una coppia, ma potevano deciderlo in completa autonomia e allo stesso modo potevano decidere di interrompere il loro rapporto liberamente.
Penso che dalla cultura egizia non potremmo imparare moltissimo anche su questo campo, dove vi era una almeno una buona parità dei diritti tra uomini e donne.



e' vero, ma dipende da paese a paese. nell'egitto moderno ad esempio sono molto maschilisti, il che sembra assurdo oggi. in inghilterra invece abbiamo la parita' totale (tranne che per tutti gli stipendi dove bisogna ancora capire come mai) e la legge se deve poi favorire una disputa tra uomo e donna a pari merito, tende piu' in favore della donna semmai.
molti paesi sono matriarcali come questo o comunque molto imparziali, come la germania.
:)
lorf14plus
00mercoledì 1 febbraio 2006 09:21
Condizione femminile
Diciamo che dalla cultura egizia abbiamo fatto passi inditro da gigante su questo tema e solo alcuni paesi sono riusciti a portarsi ad un livello decente di ugualianza e consideriamo che diciamo di essere paesi democratici e le prime azioni antidemocratiche che facciamo sono proprio queste, facendo differenza tra i sessi per cose che sono ridicole e insignificanti.
Se solo le persone capissero che ci sono delle differenze, tra uomo e donna ed è giusto così, ma queste differenze non devono portare a delle differenze sociali ma solo delle differenti abilità nello svolgere alcuni lavori, per i quali sono più portate le donne rispetto agli uomini e viceversa.
-Kiya-
00mercoledì 1 febbraio 2006 12:07
Dell'antica cultura egizia ormai si trova traccia soltanto sui libri.
Gli eventi che si sono susseguiti, le conquiste, le influenze subite hanno fatto sì che poco o niente venisse assorbito dai popoli arabi che oggi vivono in quelle zone.
E' senza dubbio interessante notre come all'epoca per molti versi fossero più avanti di noi popolazioni odierne, su concetti che sono la base della civiltà.
Credo sia per questo che il regno Egizio ha potuto vantare circa 7000 anni di continuum storico e stabilità :)
lorf14plus
00mercoledì 1 febbraio 2006 17:01
Re:

Scritto da: -Kiya- 01/02/2006 12.07
Dell'antica cultura egizia ormai si trova traccia soltanto sui libri.
Gli eventi che si sono susseguiti, le conquiste, le influenze subite hanno fatto sì che poco o niente venisse assorbito dai popoli arabi che oggi vivono in quelle zone.
E' senza dubbio interessante notre come all'epoca per molti versi fossero più avanti di noi popolazioni odierne, su concetti che sono la base della civiltà.
Credo sia per questo che il regno Egizio ha potuto vantare circa 7000 anni di continuum storico e stabilità :)



Quoto in pieno, credo che le loro capacità principali siano quelle interne di cultura generale non tanto le prodigiose scoperte che hanno fatto che ne sono la diretta conseguenza.
.:Nefti:.
00sabato 18 marzo 2006 23:33
in proposito bisogna anche ricordare l'importanza che molte donne ebbero in ambito regale e amministrativo.
Nomi come Ahmose Nefertari, Hatshepsut, Teye, Nefertiti ed altre ancora, la dicono lunga in proposito.
La prima venne addirittura divinizzata, divenendo oggetto di culto popolare nel villaggio di Dehir el Medina
Merytaton62
00venerdì 28 agosto 2009 22:45
Opinione personale
Sono ancora abbastanza ignorante nel campo dell'egittologia, ma secondo me il fatto che i legami tra consanguinei fossero accettati e che le unioni non fossero sancite da veri e propri atti legali mi induce a ritenere che i rapporti tra i sessi fossero improntati ad una grande naturalezza.La vita delle donne era sicuramente condizionata dalle gravidanze ,che spesso si susseguivano a raffica.Pare inoltre che la morte per parto fosse un evento tutt'altro che raro...
Credo inoltre che, nell'antichità, il fatto di non guerreggiare in prima persona implicasse, inevitabilmente, un minor peso sociale...
emilioraffaele
00sabato 29 agosto 2009 12:01
Ipotesi molto probabile. E poi, da quello che si desume dai precedenti post, si può immaginare una situazione di diverso trattamento tra donna e donna, legata al rango sociale ed all'agiatezza di uno degli sposi; ma le donne del popolo non credo che avessero una posizione di privilegio nella società egizia.
-Kiya-
00sabato 29 agosto 2009 16:44
I legami fra consanguinei riguardavano esclusivamente la sfera regale. Continuità perpetrata dal mito di Osiride e Iside, fratello e sorella, e sposi che generarono l'erede al trono d'gitto, Horus. Come indicato dal mito, era fondamentale che il sangue fosse mantenuto il più puro possibile e che la regalità risultasse "contaminata" il meno possibile, almeno fino a quando ciò fosse concesso.
Ciò, per contro, non riguarda il popolo, o quantomeno non possediamo elementi che lo attestino. Non so se sia possibile, quindi, parlare di effettiva poligamia. Un "lusso" che forse era concesso, oltre al Re, a pochi eletti, che potevano permetterselo grazie a una posizione agiata.


Mi sfugge però quale sia il pensiero di Meritaton62, racchiuso in questo concetto:



Credo inoltre che, nell'antichità, il fatto di non guerreggiare in prima persona implicasse, inevitabilmente, un minor peso sociale...

Merytaton62
00lunedì 31 agosto 2009 23:05
Per Kiya:
ancora in epoche recenti, in molti paesi, quando nasceva un maschio si diceva che "è nato un nuovo difensore della patria"...Per noi, che abbiamo la fortuna di vivere in un paese che da molti anni non entra in guerra, è chiaro che certi problemi appaiano distanti. [SM=g1621242]

Pare che gli Egizi non fossero un popolo partcolarmente bellicoso, ma spesso si sono trovati nella necessità di difendersi dagli invasori (Hyksos, Popoli del Mare, Ittiti, Persiani...) [SM=g1621246]

Credo comunque che, all'epoca , se la passassero bene solo gli scribi ed i sacerdoti...infatti stando ad Erodoto (le cui parole, tuttavia, non vanno prese per oro colato)tutti i mestieri comportavano una fatica enorme. Non so se era più faticoso allevare uno stuolo di marmocchi i fare il carpentiere, il fabbro o l'agricoltore... [SM=x822734]
pizia.
00martedì 1 settembre 2009 01:56
I rapporti fra consanguinei non erano solo riservati alla famiglia reale, ma sembra fossero usanza comune, anche consentiti nell'ufficialità del matrimonio.
I cronisti egei riferiscono, un po' schifati, come fosse usanza proveniente da antichissima tradizione il matrimonio fra fratello e sorella.
Non era invece normale e quindi evitato il rapporto fra genitori e figli, ma questo sì, in alcuni casi sembra sia accaduto nella famiglia reale, testimoniato da prove piuttosto labili, per cui esistono studiosi di parere contrario.
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