Cosa uccise Irtyersenu? La risposta dopo oltre 2500 anni.

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-Kiya-
00giovedì 1 ottobre 2009 21:28
Irtyersenu era una donna vissuta nell'antico Egitto, a Tebe,intorno al 600 a.C. Aveva 50 anni quando la morte la colse. La sua mummia tornò alla luce agli inizi del 1800 e nel 1825 fu sottoposta ad autopsia dal dr. Augustus Granville, che ne riportò gli esiti lo stesso anno, davanti alla London's Royal Society, concludendo che la causa del decesso fosse un cancro ovarico.
Una conclusione che non convinse il mondo dei Patologi, una diatriba rimasta in sospeso fino ai giorni nostri, per oltre 200 anni.

Circa vent'anni fa i resti di Irtyersenu furono riscoperti e nuovamente sottoposti ad analisi. Si scoprì così che il cancro alle ovaie fosse di natura benigna e che la mummia presentava segni della malaria e di infiammazione polmonare, presumibilmente causata da una polmonite o dalla tubercolosi.
Procedere nelle analisi si rivelò tutt'altro che semplice, per via delle tecniche impiegate durante la mummificazione.
In genere era prevista la rimozione degli organi interni, da preservare in maniera indipendente. O, in alternativa, si praticava un clistere con sostanze in grado di dissolvere gli organi direttamente nella loro sede. La mummia di Irtyersenu, per contro, presenta tutti gli organi nella loro posizione originaria, ma il corpo appare interamente rivestito da una sostanza cerosa. Un materiale che ha reso estremamente difficile qualsiasi interazione, per via della consistenza di tale sostanza, che si presenta soffice e di colorito marrone.
Ogni tentativo di prelievo dei tessuti è risultato ostacolato dal fatto che sugli stessi si trasferiva una sostanza oleosa che creava interferenza con le analisi molecolari. Ciò ha reso quasi impossibile poter estrarre il DNA della mummia, fino ad oggi.

Una tecnica scoperta recentemente, in grado di individuare una breve e ripetitiva sezione di DNA dal Mycobacterium tubercolosis, identificando tale organismo nel tessuto dei polmoni, delle ossa e della cistifellea, ha finalmente permesso di terminare i test sulla mummia. Il team medico ha inoltre trovato biomarcatori specifici nella parete cellulare del batterio, nei polmoni e nelle ossa.

In tal modo è stato quindi possibile giungere alla soluzione e comprendere che Irtyersenu morì a causa di una "tubercolosi diffusa", infezione che esplode nei polmoni per poi propagarsi al resto del corpo, chiaramente mortale a quell'epoca. In concomitanza, è stata screditata l'esistenza di segni della malaria. Confusione generata presumibilmente dalla combinazione di diverse sostanze.

Se, tuttavia, il mistero della morte di questa donna è da ritenersii risolto, lo stesso non si può dire per quanto concerne le tecniche di imbalsamazione adottate al momento del decesso, che finora nessuno è stato in grado di spiegare.
pizia.
00giovedì 1 ottobre 2009 22:22
Per un motivo o per l'altro sembra che mai una mummia abbia ricevuto le attenzioni dovute, o abbia subito un trattamento codificato.
Esiste sempre, in ogni analisi una serie di motivi per cui la procedura non è stata rispettata o sono state introdotte varianti di difficile interpretazione.
Insomma, ancora una volta sembra confermata la mancata esistenza di un metodo preciso, come se gli operatori specializzati in questo compito per la verità un po' ingrato, improvvisassero ogni volta, o sperimentassero nuovi matriali e nuovi interventi, e non solo su persone di poche risorse, ma anche su ricchi possidenti, politici titolati, amministratori di beni, anche re e regine.

Ecco dunque un altro caso in cui la mummia racconta una storia sempre diversa.
-Kiya-
00giovedì 1 ottobre 2009 22:31
Effettivamente più si procede nell'analisi approfondita dei corpi mummificati, più si riscontrano tecniche di differente natura. Ma forse quello qui esposto non rientra tra queste "eccezioni".
Immaginando che fosse già stato possibile eseguire le analisi anche della sostanza che ricopre la mummia di Irtyersenu, per comprendere almeno di cosa fosse composta, ho eseguito qualche ricerca.
Per il momento non ho trovato particolari approfondimenti, tuttavia una risposta potrebbe provenire proprio dalla documentazione relativa alla prima autopsia, eseguita dal dr. Granville.
Egli fu in grado di stabilire che Irtyersenu ebbe numerosi figli e che le ripetute gravidanze lasciarono segni evidenti sulla sua costituzione. Non ultimo, era particolarmente in carne al momento del decesso. Tant'è che la sostanza cerosa che ne ricopriva la mummia, sembra fosse il suo stesso grasso corporeo, combinato con una cera particolarmente friabile. Ha un nome. E' definita "adipocera".
Se l'analisi è da ritenersi corretta, quindi, è da escludere che si tratti di una particolare tecnica di imbalsamazione. L'adipocera non è altro che il risultato del normale processo di decomposizione del grasso corporeo.
pizia.
00giovedì 1 ottobre 2009 23:08
In ogni caso la procedura per i corpi adiposi non è sempre la stessa, a volte i risultati sono talmente differenti!
Non penso all'invenzione di una nuova tecnica, quanto piuttosto all'introduzione di piccole varianti abbastanza arbitrarie.
Ad esempio una partita di natron non ben pulito oppure una distrazione di un operatore maldestro...
Sicuramente entrano in gioco anche cause contingenti, ma non è comune riscontrare questa difficoltà nel prelievo dei campioni, persino nelle mummie di persone obese, insomma, anche stavolta è successo qualcosa di strano da indagare.

Anche la mummia del sacerdote esposta nella mostra Ur Sunu poteva sembrare, a prima vista una normalissima mummia, poi si è scoperto, grazie alle prime indagini, una serie di srtanezze e anomalie che hanno incentivato la ricerca.

-Kiya-
00venerdì 2 ottobre 2009 08:48
Sui dettagli riferiti in merito ci riflettevo stanotte.
Certo è curioso che ci si trovi in presenza di una sostanza originata dall'adipe, poichè questo vorrebbe significare che il corpo della defunta non fu immerso, come consuetudine, in un bagno di natron, altrimenti i liquidi prodotti sarebbero stati interamente assorbiti.

Da quanto ho appreso, "la Signora della Casa" Irtyersenu non apparteneva alle classi più agiate, tuttavia nemmeno a quelle più povere. Ciò dovrebbe escludere che la famiglia della stessa non avesse possibilità sufficienti a garantire una sepoltura adeguata alla sua congiunta.

E', però, altrettanto vero che se il corpo non fosse stato immerso nel natron prima di essere fasciato, a seguito della degenerazione dell'adipe, la massa corporea si sarebbe inevitabilmente ridotta, impedendo alle bende di mantenere la loro tensione originaria. Ma dai verbali della prima autopsia si apprende che la mummia fosse in perfetto stato di conservazione.

Si, credo che Irtuersenu abbia ancora qualche segreto da rivelare...
roberta.maat
00venerdì 2 ottobre 2009 11:57
Poverina ! Misera in vita, sempre incinta, ammalata, morta in sofferenza, sepolta in modo inadeguato e forse inusuale........ ora oggetto di indagini multiple anche sul grasso del suo corpo.......non riposa mai !
pizia.
00venerdì 2 ottobre 2009 21:51
Le è andata meglio rispetto a molte altre persone, tanto per cominciare se era un po' paffutella non ha sofferto la fame.
E sarà certamente contenta, dopo qualche millennio ci interessiamo a lei e ripetiamo il suo nome... [SM=x822719]
Merytaton62
00venerdì 2 ottobre 2009 21:59
Se non sbaglio, neppure Merit e Kha - che riposano tranquillamente al museo di Torino- sono stati imbalsamati in maniera tradizionale...infatti all'interno della tomba (che , se non sbaglio, è stata ritrovata intatta) non sono stati rinvenuti vasi canopi.
roberta.maat
00sabato 3 ottobre 2009 14:54
Non sbagli, non sbagli ! Kha ha ancora il suo cervello in sede.
-Kiya-
00domenica 4 ottobre 2009 00:11
Confermo anche che Schiaparelli trovò la tomba intatta.
Il suo contenuto, insieme alle due mummie dei proprietari, oggi si trova esposto al Museo di Torino.
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