Copricapi e spalle nude

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Hotepibre
00martedì 12 giugno 2007 16:02
Può sembrare una domanda strana, ma mi sono chiesto -ed ora chiedo a voi- come mai nell'antico Egitto, con un sole implacabile come quello africano, non si usavano cappelli a larghe falde e la tenuta, degli uomini, ma anche delle donne, prevedeva ampie parti del corpo scoperte?
I copricapi, o almeno dalle rappresentazioni che conosciamo, non garantivano protezione agli occhi (eppure il riverbero doveva essere davvero forte) e le spalle nude non erano forse soggette alle "scottature estive" che ben conosciamo?
.Bata.
00martedì 12 giugno 2007 18:37
Ricordo di aver letto, molto tempo fa, che l'uso del kholl, per le classi più abbienti, e di particolare fango, per quelle più popolari, avesse proprio lo scopo di evitare il riverbero e proteggere le parti delicate della pelle vicino agli occhi.

Per quanto riguarda il fatto di essere sempre scoperti, dalle spalle alla cintola, potrebbe essere una nostra interpretazione ricavata dai dipinti che illustrano la vita di tutti i giorni mentre, nella realtà, si coprivano per evitare ustioni o altre malatie dovute al sole.

Va, inoltre, ricordato che il lavoro veniva svolto nelle ore meno calde; questo è testimoniato dal Villaggio del Colle, che sorge sopra la valle dei re, dove, appunto nelle ore più calde, si riparavano gli operai addetti alla costruzione delle dimore eterne, lo stesso metodo poteva essere in uso anche per altri lavori, in particolare quelli svolti sotto il sole.

Sono liberi pensieri e ricordi, quanto sopra non costituisce reato.

Ciao, BATA [SM=x822715]
Hotepibre
00martedì 12 giugno 2007 19:18
Esimio Bata, concordo con i Suoi dotti ragionamenti ed, esaminando le fattispecie prospettate, non ritengo sussitere elementi caratterizzanti bastevoli a qualificarli come reati... [SM=x822713] [SM=x822710]
Scherzi a parte, concordo sull'uso di "cosmesi" per limitare il riverbero, ma continuo a chiedermi come facevano ad evitare insolazioni!
Potrei concordare anche sul discorso del lavoro nelle ore meno calde, ma quali sono le ore meno calde in Africa e a pochi "passi" dall'equatore nell'Alto Egitto? Peraltro, i numerosi "modellini" di atività lavorative (oltre i rilievi ed i dipinti) mostrano sempre persone a spalle nude (che trasportino sacchi o macinino il grano, o stiano esegunedo il censimento del bestiame).
ALtro che filtri solari protezione 30... [SM=x822716]
-francis-
00martedì 12 giugno 2007 20:31
Così come gli esquimesi sopportano il freddo meglio di noi, così gli antichi egizi avevano il fisico calibrato per le tempoerature egizie.
Non dimentichiamoci, poi, che forse allora il clima era meno torrido. Non per niente nei loro graffiti ci sono disegni di gazzelle, giraffe ed altri animali della savana.
pizia.
00martedì 12 giugno 2007 21:10
Ho notato che anche adesso l'uso del copricapo è molto poco diffuso...
Forse il velo delle donne arabe non rappresenta un tabù sessuale ma una protezione per la pelle? [SM=x822741]
Molti portano un turbante sulla testa, fatto con una sciarpa di lana che usano, al momento giusto, come tappeto per la preghiera, oppure un cappellino a calotta che ha un significato religioso legato al compimento del pellegrinaggio a La Mecca.
Forse sono su una cattiva strada, perché questi copricapi odierni hanno qualche collegamento con la religione, e forse solo indirettamente con il sole.
In effetti le popolazioni africane, in particolare quelle di origine interna, sahariana per intenderci, hanno nel colore della loro pelle una difesa naturale dai raggi solari; molti popoli abitatori delle savane stanno tutto il giorno sotto il sole a picco, senza cappelli e poco vestiti senza avere grossi problemi.
Se sentissero la necessità di coprirsi lo potrebbero fare, tutti sono in grado di produrre vari oggetti intrecciati con foglie secche di palma, steli di giunco o rami.
Che dire dei bambini? Proprio loro hanno la pelle più delicata e sensibile, eppure proprio loro in Africa vanno in giro nudi del tutto.
Adesso mi è anche venuto in mente che in alcune raffigurazioni dell'Antico Regno i lavoratori dei campi sono tutti nudi, integralmente, eppure proprio il loro lavoro era quello che li esponeva di più al sole.
Solo il Re andava in giro vestito e qualche alto funzionario, vedi Paletta di Narmer, non è paradossale?
Proprio loro che, per lavoro erano meno minacciati dal solleone! [SM=x822741]
Scusate la forma, ho emesso qualche pensiero in libertà...
-Kiya-
00martedì 12 giugno 2007 21:22
come .Bata. ritengo anche ioo che possa prevalentemente trattarsi di una "licenza iconografica", almeno per quanto concerne le classi più abbienti, nelle cui tombe sono stati trovati abiti, tuniche, camicie prevalentemente in lino grezzo o sbiancato, e retine di rivestimento per abbellire i medesimi. Prova ne è il corredo di KHa e Merit, conservato al museo di Torino.

Non credo si debba sottovalutare nemmeno l'uso di unguenti, che oltre a emanare gradevoli fragranze, servivano a riparare la pelle dal sole. Se in un primo momento storico ciò fu ausilio dei nobili soltanto, o addirittura di chi aveva accesso ai Templi, almeno per quanto riguarda i prodotti più raffinati, siamo a conoscenza che successivamente quest'uso fu esteso anche al popolo, probabilmente con unguenti prodotti artigianalmente dalle donne di casa.
Su un papiro, di cui ricordo solo in parte il contenuto, si legge infatti di operai impiegati in miniera che lamentano la mancanza degli unguenti di protezione.
iset83
00mercoledì 11 luglio 2007 22:54
Da quel poco che ho studiato di patologia, la mia idea a riguardo è questa: a contatto con i raggi solari le cellule della pelle cheratinizzano, ovvero producono la cheratina, una sostanza polimerica che protegge la cute dai raggi solari. Dato che l'insolazione insorge solo per eccesiva esposizione del capo a questi ultimi e dato che gli antichi Egizi avevano il capo rasato, avevano una protezione naturale contro l'insolazione ( come già detto da pizia ). Questo per gli uomini... le donne invece portavano le parrucche, quindi per loro il problema non c'era... [SM=x822712]
Per quel che riguarda oli o altri cosmetici, quelli erano esclusiva delle classi più elevate, tutti gli altri penso si dovessero accontentare della cheratina... [SM=x822714]
Un sluto a tutti!!! [SM=x822748]
Hatshepsut76
00giovedì 12 luglio 2007 10:14
complimenti per le info, iset!
in effetti, pensandoci bene mi sembra di aver letto qualcosa in merito a quest'argomento, un paio di anni fa , nei pannelli della mostra sulla bellezza in Egitto, ad Arezzo...

[Modificato da Hatshepsut76 12/07/2007 10.16]

iset83
00giovedì 12 luglio 2007 10:36
Grazie Hat!!! [SM=x822748]
roberta.maat
00giovedì 12 luglio 2007 22:21
Aggiungo che a difesa dell'epitelio c'è la produzione di melanina.Coloro che più sono esposti al sole presentano un colorito bruno intenso che a noi piace tanto ma che spesso in passato indicava persone dedite al lavoro dei campi. Per distinguersi spesso le nostre antenate usavano coprirsi per mantenere un nobile colorito diafano. Nell'AE il colore predominante era il bruno scuro ma per principi e principesse spesso viene ricordato un colorito diverso quasi a farne una prerogativa di casta oltre che un sintomo di particolare bellezza.La massima cura con unguenti e belletti era prerogativa dei "signori".......forse gli altri potevano fare affidamento solo sul rimedio naturale della melanina e......invecchiavano prima !
CiaxXx
00sabato 10 novembre 2007 14:12
anche io come pizia concordo, andando in Egitto anche in posti veramente caldi tipo la valle dei re e luxor città, sono pochi quelli che indossano un copricapo per il sole....che poi alcuni siano abbigliati con evidenti richiami religiosi...è un'altra cosa.
Probabilmente la loro genetica si è modificata, anche quando per me il caldo e l'arsura erano improponibili,per molti faceva si caldo ma non eccessivo. Ricordiamo che spesso anche la depilazione totale della testa e delle altre parti non causava il ristagno dell'umidità e quindi credo la sensazione fastidiosa che il sudore copioso porta.
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