Con Egittophilia alla scoperta delle tombe della valle dei re e non solo: KV. 62 - Tutankhamon

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nectanebo
00martedì 10 dicembre 2013 17:46
Premessa

Le vicissitudini dell’Egitto ne precludono o, almeno, ne sconsigliano attualmente il viaggio.
Nulla però vieta di farne uno virtuale, utilizzando la rete, che, con il suo immenso
database, ne permette l’accesso comodamente seduto al computer.
Naturalmente la cosa non è la stessa, non si avranno mai le sensazioni che si provano
nel calpestare le pietre millenarie di una tomba, ma almeno si potrà ammirare ciò
che dal vero è diventato impossibile, per la situazione politica, per incuria e degrado,
o per un numero spropositato di visitatori.

Questo vuole essere uno stimolo da parte di altri appassionati per altri inserimenti, (da qui la scelta iniziale di prova che non poteva che essere quella di Tutankhamon: KV. 62).

Basta una certa pratica nella ricerca in internet, per mettere insieme immagini e notizie di tombe o altro, magari poco conosciute, dandone così più visibilità e conoscenza anche nei dettagli.

Restano aperte in questa discussione altre curiosità, come:
-le nicchie dei mattoni magici ( quante effettivamente sono, per chi le noterà),
-Il perché del sarcofago in due materiali diversi e il coperchio rotto.
(il sarcofago avrebbe bisogno di un discorso a parte, per qualche appunto sulle immagini e testo. Ma se nessuno pone il problema...!)
-Gli errori di scrittura.
-Il nome dei babbuini, delle divinità e loro funzioni.
-I testi.
Spero che questi quesiti destino l’interesse degli appassionati di questo forum.

Spero anche, che il tema sia alla portata di molti, permetta domande semplici e magari l’inserimento
di proprie foto ed esperienze di viaggi.

… Nec.

L’impostazione delle immagini, segue il viaggio o il percorso ipotetico di una visita reale.

TOMBA DI TUTANKHAMON KV. 62


Complessivo delle ubicazioni delle tombe reali KV

Con il nome valle dei Re si suole indicare un'area geografica dell'Egitto, situata vicino all'antica Tebe, l'odierna Luxor, il cui accesso è a meno di 3 km dalla riva occidentale del Nilo, di rilevante importanza archeologica.
Per un periodo di quasi 500 anni, a partire dalla XVIII sino alla XX dinastia, ovvero dal 1552 a.C. al 1069 a.C. venne scelta quale sede delle sepolture dei sovrani dell'antico Egitto, quelli che proprio a partire dalla XVIII dinastia prenderanno il nome da Per-Aa, ovvero la "Grande Casa", da cui il nostro termine di Faraoni.
La valle è conosciuta in arabo come Biban el-Moluk (بيبان الملوك) ovvero la valle delle "porte dei re" (dacché Bab significa "porta" e Biban ne è il suo plurale) e nelle sue tombe - sino ad oggi ne sono state rinvenute 63 - sono esclusivamente sepolti i sovrani del paese, mentre alle consorti reali ed ai principi era destinata un'altra area alquanto prossima: la cosiddetta Valle delle Regine (Ta-Set-Neferu).
Il nome ufficiale della valle nella lingua egizia era Ta-sekhet-a'at (il Grande Campo).
it.wikipedia.org/wiki/Valle_dei_Re



Cartello esplicativo all’ingresso della tomba


Ingresso attuale della tomba


Il sigillo intatto come lo trovò Carter.


Spaccato (in disegno) della tomba con la disposizione degli oggetti (a porte già aperte).


Vista dall’accesso della camera funeraria

La camera funeraria ha una forma rettangolare, con il suo asse longitudinale (est-ovest) perpendicolare a quello dell’anticamera. Se si eccettua il dislivello di un metro e venti fra i due pavimenti, l’anticamera e la camera funeraria costituivano in origine un unico locale, separato poi da un divisorio in muratura a secco, nel quale era stato lasciato il passaggio sorvegliato dalle due statue del re.
Le pareti della camera funeraria erano intonacate a gesso e dipinte di giallo, tranne uno zoccolo di colore bianco. Il soffitto era rimasto a roccia, senza finitura, e nell’angolo di nord-est erano ancora visibili tracce di fumo, di quelle solitamente lasciate da una torcia o da una lampada a olio.
La costruzione del divisorio che separava l’anticamera dalla camera funeraria, nonché l’intonaco e le decorazioni, furono probabilmente eseguite dopo la sepoltura del faraone, la chiusura del sarcofago e l’erezione dei quattro sacrari. Infatti la porta del muro di partizione non era abbastanza larga da consentire il passaggio degli oggetti e dei materiali; e inoltre l’intonaco e la decorazione visibile sulla superficie interna del divisorio si uniformava perfettamente a quella della restante parte della camera. Questi lavori furono perciò effettuati necessariamente dopo l’erezione dei sacrari, oltretutto in condizioni di estrema difficoltà e in uno spazio molto ristretto; il che può spiegare una certa fretta di esecuzione.
I dipinti sulle pareti sono di argomento funebre o religioso. Cit. da Tutankhamen di H. Carter


Camera sepolcrale vista dalla camera del tesoro


Parete settentrionale …

Sulla parete settentrionale, nella parte destra, troviamo una scena di importanza storica, con Ay (Eye) raffigurato con le insegne reali e rivestito della pelle di leopardo riservata ai sacerdoti sem. Il re Ay presiede alla cerimonia dell’« Apertura della Bocca » del defunto faraone, nelle spoglie di Osiride. Fra i due monarchi, il vivo e il morto, si vedono gli oggetti del cerimoniale funebre posati su un tavolo:
un’ascia, un dito umano, l’arto posteriore di un bue, un ventaglio con una sola piuma di struzzo e un oggetto simile a una doppia penna; il tutto sormontato da una fila di cinque tazze d’oro e d’argento contenenti alcuni grani, forse d’incenso, simili a quelli rinvenuti nell’anticamera.
Al centro della parete settentrionale, Tutankhamon, con parrucca, fascia e gonnellino bianco, appare davanti alla dea Nut, « Signora dei Cieli, Sovrana degli Dei, » che infonde « salute e vita nelle sue narici »..
La terza scena, sulla della parete, raffigura il faraone nel suo aspetto spirituale, più che umano:
Tutankhamon vi appare seguito dal suo ka (spirito) mentre abbraccia Osiride.
Cit. da Tutankhamen di H. Carter


Parete occidentale….

Sulla parete occidentale figurano alcune scenette tratte da determinati capitoli del Libro di Amduat (quello che sta nell’oltretomba) e visibili anche nelle decorazioni murali della tomba di Ay a Wadyein: i momenti più salienti sono la riunione delle sacre scimmie cinocefale, la « barca-Kheper-Ra » e una processione di divinità indicate con i nomi di Maat, Nebtu-uia, Horo, Ka-Maat e Nehes.
Cit. da Tutankhamen di H. Carter


Parete meridionale...

La parete meridionale, con la porta murata, è costituita in parte dal divisorio in muratura e in parte dalla roccia. Su di essa si vedono scene raffiguranti il faraone dinanzi a divinità. Sull’estremità occidentale Tutankhamon, con il copricapo khat, appare fra Anubis e Iside, che ripete qui lo stesso augurio, già citato, espresso da Nut sulla parete settentrionale. Dietro ad Anubis, (Parte asportata da Carter ved. avanti) di nuovo Iside sorregge con entrambe le mani i simboli dell’acqua, ed è accompagnata da tre « Grandi Dei, Signori di Duat » (cioè l’oltretomba).
Cit. da Tutankhamen di H. Carter

Una volta sgombrata l’anticamera da tutti i reperti, a Carter, si pose il problema di come far uscire le varie casse che racchiudevano una dopo l’altra il sarcofago. L’unica soluzione trovata, fu di allargare la porta e renderla sufficientemente larga per il passaggio dei vari pezzi. Con questa soluzione si dovette sacrificare la parte sinistra delle figure dopo averla adeguatamente fotografata.
Questa è una fase praticamente sconosciuta nel lavoro di svuotamento della tomba, credo per opportunità e immagine internazionale..
Qui di seguito l’immagine:






Parete orientale...

Sulla parete orientale è rappresentato il corteo funebre che accompagnò Tutankhamon alla tomba, su una slitta trainata lai cortigiani. La mummia è adagiata su un catafalco-letto, dentro un tabernacolo eretto su una barca, che sua volta poggia sulla slitta. Il catafalco-letto dipinto sulle pareti della tomba è simile a quello effettivamente rinvenuto nel sarcofago, mentre il tabernacolo è di forma analoga a quello trovato nel deposito, con dentro gli scrigni e i vasi canopici.
La salma è decorata con festoni di fiori e sulla barca, dinanzi il tabernacolo, è raffigurata una sfinge rampante; davanti dietro il tabernacolo vi sono le due dee protettrici Neftis Iside; infine, a prua e a poppa del battello, come sui due lati del tabernacolo, si vedono bandiere rosse e bianche.
I cortigiani e gli alti funzionari che compongono il corteo sono così disposti: un gruppo di cinque nobili, poi due gruppi di due nobili ciascuno, due funzionari, i cui abiti li qualificano come visir, e finalmente un ultimo cortigiano. Ogni personaggio porta sulla parrucca o sul capo rasato, a seconda dei casi, una fascia bianca di quelle che si vedono solitamente nei cortei funebri raffigurati nelle cappelle funerarie dei privati.
E’ simile a quelle usate ancora oggi dagli egiziani in analoghe occasioni, per distinguere i parenti e i famigliari del defunto. Sopra questo corteo si legge: “ i cortigiani della casa reale in corteo con Osiride Tutankhamen verso occidente”.
Cit. da Tutankhamen di H. Carter.

Immagini ad alta risoluzione delle pitture:

www.highres.factum-arte.org/Tutankhamun/

Spero di non aver occupato troppo spazio. Se fosse così, prego segnalarmelo.


NUT64
00martedì 10 dicembre 2013 20:41
non sapevo della parte di affresco asportata. davvero molto interessante. ti ringrazio
nectanebo
00martedì 10 dicembre 2013 21:42
Non c'è di che. L'intento è questo, scoprire cose che generalmente vengono ignorate, surclassate da ciò che fa più notizia.
Hotepibre
00mercoledì 11 dicembre 2013 09:52
Intanto i complimenti a Nectanebo per l'idea. Se volete una visione più ampia della KV62, potete visitare la voce KV62 su WP Italia (che ho contribuito "pesantemente" a scrivere ormai oltre 8 anni fa e che, da allora, è "in vetrina", ovvero considerata tra le migliori di Wikipedia).

Qui mi limiterò ad aggiungere alcuni particolari:

La prematura morte di Tutankhamon, costrinse la Corte al reperimento in tempi molto ristretti del luogo di sepoltura. Si ritiene che la tomba destinata al giovane Re fosse, in realtà, quella oggi contrassegnata dalla sigla WV23 (West Valley 23) occupata poi dal successore di Tutankhamon, Ay, e che, di fatto, la KV62, che ospiterà il Re fino al 1922 (anno della scoperta da parte di Howard Carter) fosse stata predisposta proprio per quest’ultimo.

La fretta nella preparazione della sepoltura si nota non solo nelle pareti scavate nella roccia e solo sommariamente sgrossate e “regolarizzate”, ma anche nelle dimensioni della tomba (meno di 20 m. nella sua dimensione maggiore e circa 100 mq. complessivi) e nell’errato montaggio di alcune delle parti degli “scrigni” contenenti il sarcofago del Re.

A ciò si aggiunga che la sola stanza con decorazioni pittoriche è la Camera del Sarcofago (o Camera Sepolcrale) i cui dipinti, abbastanza convenzionali e semplici, eseguiti su uno strato di fondo di colore giallo, giustificano l’antico nome rituale di “Casa d’Oro”.

La decorazione, che non è di molto dissimile da quella della tomba WV23 di Ay, occupa tutte e quattro le pareti con le scene orientate verso la parete ovest. I dipinti sono rovinati dalla presenza di piccoli funghi le cui spore furono probabilmente introdotte con l’intonaco o con le sostanze pittoriche alimentate, almeno in parte, dall’umidità interna essudata dall’intonaco stesso quando la camera venne chiusa.

Parete SUD

Quanto ai "danneggiamenti" della camera funebre, considerate che la parete sud (ovviamente in opera muraria) era quella in cui si apriva la porta che dava accesso alla Camera Sepolcrale ed è perciò quella che ha subìto i danni maggiori conseguenti alle opere di smantellamento necessarie per far passare, in fase di svuotamento della tomba, le parti componenti gli scrigni in legno dorato che occupavano quasi per intero la Camera ed i sarcofagi.

Per comprendere pienamente le motivazioni che spinsero Carter a causare tali danni, non bisogna dimenticare che tra le pareti della tomba e quelle dello scrigno più esterno (come potete ben vedere nell'assonometria sopra proposta da Nec) c'era un "corridoio" di circa 30 cm.; considerate pure che gli stessi artigiani che dipinsero quella parete (o che quanto meno la ultimarono) dovettero farlo solo a funerale terminato, quando cioè avevano a disposizione proprio quei pochi centimetri di spazio per muoversi.

Tale decorazione, infatti, appare non solo di minor qualità rispetto alle altre, ma addirittura di "mano" diversa tanto che le proporzioni delle figure, su questa parete, non sono basate sul canone amarniano di 20 quadrati, bensì sulla più tradizionale griglia compositiva di 18 quadrati.

La decorazione è, in qualche modo, parallela a quella della parete nord, mostra infatti il re, che veste il copricapo Khat, accolto nel regno dei morti da Hathor, Signora dell’Occidente.
Alle spalle del re stanno il Dio della Necropoli tebana, Anubi, dalla testa canina. Accanto, identificata dai geroglifici sulla sua testa, si trovava la Dea Iside la cui immagine è quella maggiormente danneggiata dalla demolizione.
E' mostrata mentre saluta il re nello stesso modo in cui, sulla parete nord, faceva la Dea Nut. Alle sue spalle siedono tre divinità minori dell’aldilà.

Direi che, sostanzialmente, pur nella necessità di demolire, Carter fece un ottimo lavoro e i danni sono davvero minimi ed impossibili da evitare.

Sulla parete nord, invece, dovremo tornare per alcune necessarie considerazioni.
Hotepibre
00mercoledì 11 dicembre 2013 10:16
Nel post precedente avevo preannunicato che saremmo tornati sulla

Parete NORD

...per alcune considerazioni. Giustamente Nec ha fatto notare che si tratta di una scena particolare in cui si svolge la cerimonia di "apertura degli occhi e della bocca" su Tutankhamon talché possa "trasformarsi" nell' Osiride-Tutankhamon e raggiungere così l'aldilà.

Ma analizziamo quel che succede nelle tre scene rappresentate (da destra a sinistra):

Prima Scena:
l'erede di Tutankhamon, l'anziano Ay, indossa la Corona Blu (il copricapo Pshent) e la pelle di leopardo del prete “Setem”, e rappresenta il “figlio primogenito” che deve eseguire il necessario rituale di rivivificazione su suo “padre”: l’apertura degli occhi e della bocca.
E’ singolare che, nel caso specifico, il “figlio primogenito”, ovvero Ay, abbia oltre 60 anni mentre il “padre” Tutankhamon ne avesse, al momento della morte, poco meno di 20.

Qualcuno ha voluto vedere proprio in questa scena addirittura un indizio di colpevolezza di Ay, quale mandante dell’omicidio del Re fanciullo.

Si vuole, infatti, che il rituale di apertura degli occhi e della bocca sul re defunto fosse appannaggio dell’”erede” al trono e non, quindi, di un altro Re che, secondo il rituale stesso, non poteva esistere fino a che il primo, defunto, non fosse divenuto Osiride transitando nell’aldilà.
In questo caso, però, Ay sta officiando la cerimonia NON come “erede, bensì già come Re ed infatti, sopra la sua testa, si può leggere il suo nome di incoronazione “Kheper-Kheperu-Ra”.

Questa "fretta" nell'indossare le vesti regali, di fermare il tempo già presentandosi come Re ai funerali del predecessore, farebbe supporre un'urgenza dettata dal timore di essere "sorpassato" da altri pretendenti, ma io credo sia possibile anche una seconda interpretazione: la situazione politica era disastrata, il giovane re -malleabile fantoccio tra le mani di consiglieri più esperti e di un Consiglio di Reggenza in cui "siedevano" eminenti Funzionari di Palazzo- aveva perso di utilità poichè aveva restaurato gli antichi culti e "non serviva più".

In una congiura di palazzo (e lasciamo perdere come possa essere stata causata la morte, veleno, ossa rotte o caduta dal carro, qui non importa), a cui Ay è estraneo, si decide (i generali? i preti?) di uccidere il ragazzo; Ay, consigliere più stretto del Re (e del suo predecessore Akhenaton) ne viene a conoscenza, ma non fa in tempo, o forse non può, opporsi e l'unica cosa che può fare, per mantenere la Maat sulle Due Terre è "usurpare" il trono, "fregando" sul tempo un eventuale già predestinato "erede" previsto tra i congiurati.

Per avere leggittimazione in questo cosa fa? Sposa la vedova di Tutankhamon, Ankhesepaaton, figlia peraltro di un altro Re. Troverebbe perciò fondamento anche la famosa lettera della "regina vedova" a Shuppiluliumash in cui si legge "non ho figli, ne’ intendo mescolare il mio sangue sposando un mio servo".

In sostanza, le due ipotesi vedrebbero Ay nella duplice veste di congiurato o addirittura mandante, nella prima, e di salvatore della Maat nella seconda.

Ma avevamo parlato di tre scene e perciò, molto brevemente:

Seconda scena:
Tutankhamon, il cui nome nuovamente appare sopra la sua figura, indossa nuovamente gli abiti del re vivente poiché egli è ormai entrato nel regno degli Dei dove è accolto dalla Dea Nut.

Terza scena:
Tutankhamon, che indossa il copricapo Nemes ed è seguito dal suo “doppio”, il Kha, è accolto nell’aldilà, con un abbraccio, da Osiride, re dei defunti, con cui egli stesso ormai si identifica.
manucaos
00mercoledì 11 dicembre 2013 21:07
Ottima iniziativa !
i vari scrigni che contenevano i sarcofagi è risaputo se erano presenti anche nelle altre sepolture faraoniche ? ne sono stati ritrovati altri ?
Ho sempre letto che le raffigurazioni delle tombe servivano al faraone come indicazioni da seguire per il viaggio nel Amduat e mi sembra strano che Tutankhamon si sia dovuto accontentare solo della "prima ora" ..... non è che gli scrigni con le loro rappresentazioni sostituivano quello che mancava nella tomba ?

in uno degli scrigni era inciso un "libro" che risulta essere unico ,e qui ci sono le rappresentazioni più antiche del simbolo del Ourorobos (il serpente che si morde la coda) da quanto scrivono qui www.touregypt.net/featurestories/enigmatic.htm
Hotepibre
00mercoledì 11 dicembre 2013 23:28
Re:
manucaos, 11/12/2013 21:07:

...

i vari scrigni che contenevano i sarcofagi è risaputo se erano presenti anche nelle altre sepolture faraoniche ? ne sono stati ritrovati altri ?
...


Giacchè la KV62 è l'unica trovata intatta non son stati trovati altri "scrigni"; purtuttavia, c'è un'altra tomba che ci può confermare che quel tipo di suppellettile esisteva forse in tutte le tombe reali: la KV55, la più "misteriosa" delle tombe della Valle.

Come sapete è dibattuta la titolarietà della sepoltura (Smenkhara, Akhenaton etc. etc.), ma quel che qui ci interessa è che al suo interno, molto malridotto a causa delle infiltrazioni d'acqua di tre millenni, furono trovate tracce di "scrigni" laminati in oro proprio come quelli della tomba di Tut. Non dimentichiamo, inoltre, che il sarcofago ligneo rinvenuto (sia pure danneggiato pesantemente e con asportazioni tipiche di una damnatio memoriae) è davvero bellissimo e ricorda in pieno proprio quello di Tut.

Giacché l'intento di Davis non era così nobile (da altre parti abbiamo detto che lo scavo della KV55 è il perfetto esempio di come NON si fa uno scavo archeologico), ma il suo interesse era specialmente indirizzato alla scoperta di "tesori", questo buon "archeologo" della domenica (nonostante sia colui che ha scavato il maggior numero di tombe della Valle non credo possa essere definito altrimenti) era solito regalare ai suoi ospiti frammenti d'oro proprio di quelle laminature.
Uno di questi ospiti dichiarò, dopo una visita alla KV55, che si "camminava letteralmente sull'oro" e che questo era così malridotto da fluttuare addirittura nell'aria.

La risposta alla domanda di Manu non può che essere, pertanto positiva.


nectanebo
00martedì 17 dicembre 2013 21:11
Non poteva mancare da parte mia la traduzione dei testi di questa tomba, anche in considerazione che non sono particolarmente estesi e esclusivamente di carattere funerario.
Una parte di questi testi ( una sola linea) è da considerarsi scritta in modo errato nella sequenza dei segni, e ne verrà sottolineata la discordanza da un testo "normale".












Hotepibre
00martedì 17 dicembre 2013 22:53
[SM=g999105] SPLENDIDO lavoro Nec, davvero una chicca preziosissima. Grazie! [SM=g999105]
nectanebo
00giovedì 19 dicembre 2013 22:22
Grazie Hotep. sei sempre molto gentile.

Il Sarcofago in Quarzite.
Uno dopo l’altro, Carter dedico allo smontaggio dei 4 sacrari (o scrigni) ottantaquattro giorni, per trovarsi davanti al sarcofago di quarzite contenenti le bare del sovrano.
Qui le informazioni sul materiale di questo sarcofago sono abbastanza confuse, a partire da quelle riportate da alcuni testi, dallo stesso Carter.
La cassa vera e propria, in un blocco unico, viene classificata di “quarzite gialla” ed il coperchio di granito rosso.
Molte altre citazioni in rete riportano la stessa classificazione dei materiali.
Solo alcune citano, secondo me correttamente, che le colorazioni sono invertite come del resto le molte foto dimostrano.
Un altro dato importante è che il coperchio in granito, è stato colorato (in tonalità rossa), per farlo assomigliare alla cassa.
Questa è una prima anticipazione della descrizione di questo reperto, tuttora in loco nella tomba.
Seguirà la descrizione lato per lato, con qualche curiosità, di cui un particolare lascerò al lettore individuare la mancanza.
Non mancherà il testo, che, essendo un po’ più lungo delle pareti, richiederà del tempo in più.

...Nec.
VictoriaAutab
00venerdì 20 dicembre 2013 15:36
Bellissima iniziativa Nec, complimentissimi per il lavoro svolto e grazie!

Per me poi casca proprio a fagiolo visto che sono rimasta tanto male
quando ho saputo che non potrò mai visitare la tomba di Tutankhamon [SM=x822736]

Quindi ancora grazie [SM=g1621243]
Hotepibre
00venerdì 20 dicembre 2013 17:33
...mentre Nec si cala tra i geroglifici di Tut, ecco un minimo di cronistoria dei lavori che Carter portò avanti per svuotare la tomba del "Re fanciullo" (nel caso non aveste ben presente la tomba, riposto di seguito una planimetria -che è poi quella che pubblicai alla voce KV62 di Wikipedia-; le lettere fanno riferimento a tale planimetria):

1922
4 novembre: scoperta del 1º gradino della scala ("A" nella planimetria che segue);
5 novembre: portata alla luce l'intera Scala ("A");
24 novembre: Carter si accorge che la tomba è stata violata;
25 novembre: svuotato il Corridoio ("B") ;
26 novembre: accesso all'Anticamera ("C") e scoperta dell'Annesso ("F");
28 novembre: accesso alla Camera Funeraria ("D") ed al "Tesoro" ("E");
29 novembre: apertura ufficiale della Tomba;
30 novembre: prima conferenza stampa;
27 dicembre: rimozione del primo oggetto dalla tomba (una scatola dipinta dall'Anticamera);

1923
16 febbraio: apertura ufficiale delle Camera Funeraria;
5 aprile: morte di Lord Carnarvon;

1924
12 febbraio: sollevamento del coperchio del sarcofago in granito;
12 aprile: Carter, dopo una discussione con la Sovrintendenza alle Antichità, lascia gli scavi per un giro di conferenze negli Stati Uniti;

1925
13 gennaio: Carter riprende le attività con una nuova concessione;
13 ottobre: rimozione del coperchio del sarcofago più esterno;
23 ottobre: rimozione del coperchio del secondo sarcofago;
28 ottobre: rimozione del coperchio del sarcofago più interno e visione della mummia;
11 novembre: inizia l'autopsia sulla mummia di Tutankhamon;

1926
24 ottobre: inizio dei lavori nel "Tesoro";

1927
30 ottobre: inizio dei lavori nell'"Annesso" (ultimati il 15 dicembre);

1930
10 novembre: 8 anni dopo la scoperta, vengono rimossi gli ultimi oggetti dalla tomba

...rammento, aldilà delle crtiche mosse da qualcuno sull'operato di Carter, che si trattò (ed i tempi impiegati ne sono la prova) del primo scavo "scientifico" in un periodo in cui, non dimentichiamolo, non si esitava ad aprire le tombe o i sarcofagi anche con ...la dinamite!
Sappiamo che Carter pretese, invece, che ogni locale fosse fotografato (Burton) nello stato in cui era stato trovato e che ogni oggetto comparisse almeno due volte in due distinte foto; seguiva il rilievo della posizione, il disegno e solo dopo l'oggetto veniva rimosso, immediatamente portato in laboratorio per il consolidamento speditivo in assenza di operazioni più approfondite.

Quanto alla "logistica", questa venne posta in essere utilizzando altre tombe della Valle e, in particolare:

- nella tomba di Ramses XI KV4 venne installato il magazzino degli oggetti di minor valore (Scala e Corridoio);
- nella tomba di Sethy II KV15 il magazzino principale, come laboratorio e studio fotografico, nonché come sala da pranzo e dormitorio;
- nella misteriosa KV55 venne invece instalalta la camera oscura per lo sviluppo delle lastre del fotografo Harry Burton.
nectanebo
00domenica 22 dicembre 2013 23:01
Sempre sul sarcofago in Quarzite

Ringrazio prima di tutto Hotep., che mi ha gentilmente messo a disposizione le foto da lui scattate a Berlino, in occasione della mostra sulla tomba di Tut. e che inserisco di seguito come introduzione al tema.







Prima di presentare il testo dei due lati corti (al prossimo post) vorrei fare una considerazione.
Per copiare il testo ho dovuto per forza, osservare molto attentamente questo oggetto in tutte le sue parti, e sono giunto a una conclusione che è un po' fuori dallo standard, che vuole questa tomba, e in generale tutto il contenuto, come eseguito in fretta per la morte prematura del sovrano.
In parte è senz’ altro probabile ma non in tutto.
Primo appunto: della camera funeraria è il solo oggetto, a quanto mi risulta da diverse letture, ad avere sia dal lato artistico che da quello di esecuzione, delle imperfezioni.
Perciò; 4 scrigni esterni e tre sarcofagi interni sono stati eseguiti alla perfezione !.
In pratica, se sette manufatti su otto, sono stati eseguiti a regola d’arte, la parola “fretta” mi sembra usata fuori luogo, almeno in questo caso.

Io userei invece il termine “imperizia”, o suoi sinonimi, oppure rischi collegati al materiale, che, come gli obelischi incompiuti insegnano, la rottura è sempre in agguato.
Il perché del termine imperizia, lo spiegherei: 1 - nella qualità delle sculture, 2 - una dimenticanza banale in cui il tempo centra poco, 3 - a una progettazione che non è coerente all’estetica e all’altezza di un sovrano.

I due lati corti: Ovest (testa) e est (piedi):
- I due spicchi delle ali appena sotto la braccia. Nel lato ovest sono perfette come tutte le altre dei lati lunghi,
in quelle del lato est manca la evidenziatura delle piume.

- In queste foto non si vede, ma ad una delle dee non è stato inciso l’ombelico e lo si vedrà meglio dalle foto originali del Burton che inserirò con la scrittura.

- Ultimo, il fregio sottostante dei nodi e dei Djed.
Al primo colpo d’occhio non si notano differenze nei lati lunghi,
ma i segni complessivi sono spaiati in due posti diversi (lascio al lettore rilevare la differenza).
Diverso il discorso sui lati corti, dove la sequenza è totalmente diversa, alternata singola in un caso, e alternata a coppie nell’altro caso.

Approfitto per fare i migliori auguri di Natale e Anno nuovo a tutti i frequentatori di queste pagine.

...Nec.

Claudio.Busi
00lunedì 23 dicembre 2013 19:39
Ciao a tutti. Intervengo in questa discussione seguendo il consiglio di Nectanebo.
Una sezione dedicata alle tombe della Valle dei Re è sicuramente una iniziativa meritevole di aiuto ed attenzione. A suo tempo condussi una lunga ricerca, essenzialmente di carattere storico ed esplorativo, sulle tombe della valle. In quella ottica ho raccolto una cospicua quantità di materiale e se può interessare posso fornire il mio modesto contributo al forum riguardante la storia di Biban el Moluk.

Riguardo la tomba di Tutankhamon si raccontano decine di aneddoti diversi e divertenti. Negli anni ’80 conobbi a Gurnah uno degli ultimissimi superstiti fra i testimoni oculari della scoperta. Si trattava di Hussein Abd er Rassul che nel 1922 doveva avere circa 13/14 anni .
Hussein era figlio di Hassan Abd er Rassul che era stato uno dei capi operai (reis) di Carter e Carnarvon. Quando fu scoperta la tomba Hussein partecipò ai lavori di svuotamento come semplice ragazzo di fatica e assistette a molti degli eccitanti momenti che caratterizzarono quello straordinario evento.
Un giorno, quando si cominciarono ad estrarre le scatole dei gioielli di Tutankhamon per essere catalogati e fotografati, ad Harry Burton, lo straordinario fotografo che immortalò con la sua arte tutte le fasi dei lavori archeologici, venne l’idea di fare indossare ad un ragazzo una delle collane d’oro del re e di fargli una fotografia per mostrare l’effetto che faceva un simile gioiello al collo di un giovane. La scelta cadde proprio su Hussein e quella foto sarebbe diventata uno dei punti cardine della sua vita. Nel corso degli anni Hussein raggiunse lo status sociale di “Sheikh” (notabile di villaggio) e per questo era rispettato da tutti. Aprì in seguito una trattoria/caffetteria proprio di fianco al Ramesseum che è tuttora in funzione e fu lì che lo conobbi e diventammo amici.
Ad Hussein piaceva molto il whisky e ogni volta che lo andavo a trovare non mancavo di portargliene una bottiglia. Una sera ci invitò a cena, nella sua casa abbarbicata sulla collina tebana nell’antico villaggio di Gurnah (che molto recentemente è stato raso al suolo dalle autorità sollevando una marea di polemiche). In quella e in altre occasioni, incalzato dalle mie domande, di buon grado si compiaceva di narrare le storie di Carter e della tomba “dell’uccellino d’oro”, come gli operai avevano ribattezzato il sepolcro di Tut. Quando arrivava al punto cruciale del racconto immancabilmente gli si illuminavano gli occhi e diceva: “There was gold …. gold… everywhere….”, “C’era oro ….. oro ovunque…”
Hussein è morto alla fine degli anni ’90 e ora sono i suoi figli che ne tramandano il ricordo.
Per amor di precisione termino dicendo che Hussein apparteneva a una famosa famiglia di ladri di tombe, e fu suo zio Mohamed Abd er Rassul che nel 1871 scoprì a Deir el Bahari la “cachette”, la celeberrima tomba-nascondiglio che conteneva una quarantina di mummie fra le quali alcune di grandi faraoni del Nuovo Regno. Ma sto andando fuori argomento e mi fermo qui.


[IMG]http://[/IMG]
Claudio.Busi
00lunedì 23 dicembre 2013 19:45
Chiedo scusa ma ho fatto un pò di confusione con le foto. Questa qui sopra (doppia!) è ovviamente quella di Hussein da giovane e quella sotto fu scattata quando lo conobbi a Gurnah. (Chiedo venia per gli errori, ma è la prima volta che uso questo sistema).
PS, Nec, magari riesci ad eliminarne una o a ridimensionarle. Ciao.



[IMG]http://[/IMG]
nectanebo
00lunedì 23 dicembre 2013 21:03
Molto suggestivo, complimenti.
Ringrazio Claudio di aver accolto il mio invito di fornire immagini ed esperienze. Il suo intervento è particolarmente gradito perchè rompe
una monotona stesura di dati e immagini inserite in troppi contesti.
Lo pregherei di continuare cosi, grazie.

PS. NON ho accesso alla modifica di nulla sul forum, ma giro la tua richiesta a Hotep e sopratutto a Kiya assente da troppo tempo !!!!

...Nec.
Hotepibre
00martedì 24 dicembre 2013 10:58
Intanto un rigraziamento per le notizie fornite, certamente di interesse e che possono servire a vivificare il 3D.

Ho provveduto ad eliminare il "doppione" ed al suo posto ho lasciato solo il puntamento al file (per chi fosse curioso aggiungo che l'immagine postata da Claudio porta il numero di catalogazione P1189 di Burton), ma nulla posso per variare le dimensioni poichè dovrei avere l'originale.
Non so se le foto siano state prese da imageshack.us perchè là ritrovate o se siano state caricate in quel sito di scambio per poterle poi caricare qui.
Nel primo caso nulla quaestio, nel secondo caso, se cioè Claudio ha usato quel sistema per poter caricare le immagini nel forum, faccio presente che esiste un sistema molto più semplice.

Volendo infatti inserire immagini che si trovano sul proprio PC, basta scegliere il pulsante "CARICAFILE/FOTO" in calce alla maschera di risposta (non quella veloce) e scegliere la/le immagine/i dal proprio PC.

E', peraltro, la procedura che eseguirò nel prossimo post per pubblicare la P1189 in un formato meno grande.
Hotepibre
00martedì 24 dicembre 2013 11:13
Questa è la foto P1189 in dimensioni inferiori
Claudio.Busi
00martedì 24 dicembre 2013 12:49
Grazie mille per i chiarimenti Hotep... , in effetti ho usato il sistema che hai detto tu. Ho fatto confusione con le maschere di risposta. Per i prossimi post userò le tue indicazioni.

Grazie, Claudio.
Claudio.Busi
00martedì 24 dicembre 2013 14:54
Leggendo vecchi resoconti risalenti al periodo in cui fu scoperta la tomba di Tutankhamon mi sono imbattuto nella cronaca di un avvenimento luttuoso che in seguito ebbi l'occasione di verficarne la veridicità. La fonte è autorevole perché si tratta di Charles Breasted, figlio di James Breasted, uno dei più importanti egittologi, filologi e orientalisti del Novecento. Per inciso James Breasted fondò l’Oriental Institute di Chicago e ancora oggi la sua estensione egiziana da tutti conosciuta come “Chicago House” di Luxor, rappresenta uno degli istituti fondamentali per la conservazione e lo studio della civiltà egiziana.
Il brano, è tratto dal volume “Pioneer to the Past” pubblicato nel 1943, si tratta del libro che Charles Breasted scrisse in onore di suo padre rievocandone la vita e l’opera. Nell’inverno del 1923/1924 Breasted padre e figlio erano a Luxor per seguire i lavori all’interno della tomba di Tutankhamon e per offrire a Carter un sostegno alle vicende ad essa collegate. Questa la traduzione:

".....La stanza mia e quella di mio padre, al pianterreno del Winter Palace Hotel divennero il centro di coordinamento, per molte delle complicazioni e difficoltà che iniziavano ad interessare Carter e la sua scoperta..
Luxor era anche piena dei corrispondenti dei maggiori quotidiani e agenzie di stampa di America ed Europa, e tutti cercavano di annullare il copyright mondiale del Times di Londra. Costoro si dividevano abitualmente fra la Valle e la terrazza del Winter Palace Hotel, sperando di carpire qualche nuova notizia che poteva sfuggire a qualche rapporto inviato per telegramma. Un certo numero di loro, incluso il corrispondente del London Times, ricevevano dai loro uffici in patria estratti di dispacci spediti da Luxor e firmati da George Waller Mecham, i quali incominciavano ad apparire nel Chicago Daily News ed in altri giornali americani....
Notte dopo notte, fra mezzanotte e le quattro del mattino, io scrivevo i dispacci di Mr Mecham, li portavo con un calesse fra le strade della dormiente Luxor fino al telegrafo governativo alla stazione della ferrovia.........
All’inizio di Febbraio giunse a Luxor, da una delle Università canadesi, un colto ed eloquente professore di letteratura inglese chiamato La Fleur. Si trattava di un uomo fragile, alto e magro, con una barba punteggiata marrone ed un vivo senso dell’humour. Per caso gli era stata assegnata una camera a fianco a quella di mio padre. Lo incontrammo e fummo molto attratti da lui. Egli aveva delle lettere per Howard Carter che io consegnai. Ma subito dopo il suo arrivo si era ammalato di influenza, i cui sintomi erano iniziati poco dopo aver avuto l’invito di Carter di andare a vedere la tomba. Era ancora a letto con la febbre, ma non volendo mancare ad una simile, rara opportunità, si alzò e andò a visitare la tomba.
Quella stessa notte fu colto da una fortissima polmonite. Il suono soffocato della sua tosse echeggiava lungo i bianchi e alti corridoi, ed era avvertibile dalla camera di mio padre. Il nostro dottore Inglese, che lo assisteva, ci disse che era un uomo molto ammalato.
All’incirca alle tre del secondo mattino mi trovavo seduto alla mia scrivania e stavo trascrivendo il mio telegramma giornaliero. La porta della mia camera era aperta. Improvvisamente realizzai che il tossire del malato era diventato molto debole e meno frequente. Mi avvicinai alla porta della camera di La Fleur e ascoltai. La tosse si era fermata e tutto era silenzio. Il dottore uscì chiudendo piano la porta dietro di lui, egli rispose alle mie domande con un lento annuire e stancamente si accinse alle pratiche.
Mentre ero in attesa nel silenzio, pensavo: c’è qualcosa di particolarmente triste nel morire da soli nella notte in un paese straniero, a fianco del grande fiume senza tempo, in un hotel affollato di esseri umani sconosciuti. Mi chiedevo se il silenzio finale di La Fleur aveva svegliato mio padre...
Il dottore tornò con due inservienti locali che portavano una lunga cesta di vimini nella quale lo deponemmo e lo portammo via. In seguito il dottore ed io imballammo le sue cose... Poi il dottore se ne andò per cercare di dormire un’ora, prima che il treno del mattino arrivasse con la sua consueta percentuale di turisti ammalati.
Finii il mio dispaccio e quando lo portai all’ufficio telegrafico, l’aria era fredda e le stelle stavano già scomparendo in un’altra alba del deserto; nelle città e nei villaggi, fra i campi e lungo il fiume, la vita stava per riprendere ancora una volta….”


Il testo sopra riportato è la semplice cronaca di un avvenimento particolare, ma questo si va ad inserire fra le innumerevoli leggende sorte attorno alla famosa “Maledizione del Faraone”, che aveva causato una quantità di morti “misteriose” fra coloro che avevano avuto l’ardire di andare a “profanare” la tomba di Tutankhamon. Naturalmente non esiste alcuna maledizione e la serie di decessi che si verificarono a quel tempo era dovuta al caso o alle precarie condizioni igieniche dell’Egitto oltre al fatto che la penicillina non era ancora stata scoperta e perciò malattie come polmoniti o influenza non potevano essere efficacemente combattute con antibiotici o simili. Il professor La Fleur morì dunque al Winter Palace Hotel in quella fredda notte di febbraio.
Mi ero spesso chiesto che fine facevano gli stranieri che morivano improvvisamente in Egitto ma a queste domande era difficile dare una risposta, per cui la mia curiosità rimase per molto tempo insoddisfatta.
Attorno al 2000, per tutta una serie di circostanze favorevoli e grazie soprattutto al mio amico Francis Amin Mohareb di Luxor assieme al quale avevo iniziato una ricerca, avemmo la possibilità di portare a termine un progetto riguardante i primi fotografi che operarono in Egitto. In quel frangente appresi che a Luxor esisteva ancora un cimitero cristiano per occidentali e che era curato dai Frati Francescani.
Con la speranza di trovare le tombe di due fotografi italiani, il celebre Antonio Beato e il bolzanino Heinrich Leichter, vissuti e morti entrambi a Luxor, il primo fra il 1860 e il 1905 e il secondo fra il 1895 e il 1940, riuscimmo non senza qualche difficoltà ad effettuare alcuni sopralluoghi al cimitero stesso. La situazione di conservazione del camposanto apparve subito assai degradata. Molte tombe erano state completamente abbandonate a se stesse, lasciate all’incuria del tempo, ai vandalismi e mancavano di qualsiasi indicazione a chi fossero appartenute. C’erano parecchie croci divelte e lapidi in frantumi gettate in un angolo del cimitero, per cui fu presto chiaro che la nostra ricerca non sarebbe stata coronata da successo. Un giorno, tuttavia, vagando fra le tombe ancora in buono stato, ebbi la sorpresa di scoprirne una che portava la dicitura:

“In Loving Memory of
Paul Theodore La Fleur M.A.,
Born at Lausanne 25 June 1860,
Died at Luxor 9 Feb. 1924”

Così, dopotutto, un risultato positivo lo avevo ottenuto: davanti ai miei occhi c‘era la tomba di quel La Fleur la cui morte era stata descritta nel libro di Charles Breasted. Il racconto era così confermato e, se vogliamo, anche la leggenda della “maledizione” aveva una sua piccola “prova”.
Concludo con una notizia piuttosto triste: il vecchio cimitero cristiano per gli occidentali di Luxor non esiste più. Nell’estate del 2009 nel corso delle operazioni di rinnovamento ed espansione urbanistica, (in alcuni casi veramente assurde e prive di qualsiasi logica conservativa), programmate dal governatorato di Luxor, il piccolo e suggestivo cimitero è caduto sotto i colpi del piccone della “civiltà” e tutte le tombe e le lapidi superstiti sono andate completamente distrutte. Che io sappia rimangono solo le mie fotografie e il filmato che feci in occasione dell’ultima visita che effettuai il 9 gennaio 2009.


nectanebo
00venerdì 27 dicembre 2013 17:54
Come accennato in precedenza, inserisco la traduzione del testo del sarcofago in quarzite dei lati corti, est (lato piedi) e ovest (lato testa).
Queste due facciate differiscono una dall'altra.
Il lato est ha una sola scritta in alto con inizio a partire dal centro, che si sviluppa destra e a sinistra e riferiscono le parole delle dee.
Il lato ovest, oltre alla scritta superiore, contengono il testo anche a contorno delle ali, sempre riferite alle dee.

Breve cenno descrittivo.
Come detto, il sarcofago è ricavato da un unico blocco di quarzite rossa,
ha una forma rettangolare e misura: 1,33 m. di larghezza; 2,75 di lunghezza e 1,49 di altezza.
Nei quattro angoli, sono scolpite a rilievo, quattro divinità femminili: Iside (Isis), Nepti (Nepthys), Selquet (Serquet), e Neith, tutte uguali con il proprio segno distintivo sul capo.
Le dee hanno le braccia alate, sollevate appena oltre l'orizzontalità, in un abbraccio immaginario.
La testa è girata in modo tale che lo sguardo sembri rivolto verso il viso del defunto.
Sui lati lunghi, sono incise le invocazioni del figli di Horo (Horus), e la traduzione seguirà a breve (spero), questa.

Lascio ai più esperti e competenti di me il lato sacrale e ritualistico delle immagini che ho appena superficialmente descritto.


Foto originale Burton.



Foto originale Burton.


nectanebo
00domenica 5 gennaio 2014 20:54
Aggiungo un nuovo tassello al sarcofago di quarzite di Tutankhamon.
Si tratta del lato lungo rivolto a nord.
Il fregio riporta le parole delle dee che lo custodiscono in un abbraccio "alato".
Si tratta di Neith e di Idide
Non ho trovato foto d'insieme di questo lato del sarcofago e del suo opposto, ho dovuto perciò affiancare le foto del Burton per rendere l'dea del complessivo.


Foto originali Burton

Hotepibre
00martedì 7 gennaio 2014 13:11
Benissimo, l'ottimo Nectanebo sta proseguendo nella sua sempre più interessante opera di traduzione dei testi di una tomba che solo in apparenza, come vedete, sembra insignificante.
Ovvio che non mi rifersica al contenuto, già di per se inestimabile, ma alla struttura tombale in se ed ai testi che, in qualsivoglia modo, erano e sono in essa contenuti: si tratti delle pareti piuttosto che del sarcofago piuttosto, ancora, che di suppellettili funerarie e non.
Non credo esista in rete una descrizione così dettagliata di questa tomba e i post di Claudio, a loro volta, valgono ad integrare questa che sta diventando una vera e propria monografia sull'argomento.

...a proposito di quanto scritto da Claudio, mi riallaccio a mia volta al discorso "Maledizione di Tutankhamon". Quando scrissi la voce di WP Italia realtiva a tale argomento (vedi il link sopra riportato), partii da dati concreti concentrandomi solo sugli attori principali della vicenda.
Avete mai fatto caso che tutti i fautori della "maledizione" fanno invece riferimento a personaggi minori, di cui poco o nulla è dato di sapere ufficialmente e su cui, perciò, si può raccontare tutto ed il contrario di tutto?

La maledizione di Tutankhamon è in realtà da considerarsi una trovata pubblicitaria dell'epoca, anche in funzione delle pochissime notizie che trapelavano sia per la lentezza delle operazioni di "svuotamento" della tomba (vi ricordo che l'autopsia del faraone risale al 1925, tre anni dopo la scoperta), sia per l'esclusiva mondiale data ad un giornale americano dallo stesso Lord Carnarvon, che tagliò fuori tutti gli altri quotidiani dell'epoca da ogni informazione, innescando così una violenta campagna denigratoria nei confronti della scoperta.
L'unica morte che potrebbe essere fatta coincidere con la scoperta della tomba, è proprio quella di Lord Carnarvon, nel 1923, e tutti sappiamo che derivò dall'infezione di una puntura di insetto riapertasi poi a causa di un taglio di rasoio facendosi la barba (modo magari sciocco di morire, ma certo in linea con i tempi visto che la penicillina verrà scoperta solo 5 anni dopo, nel 1928, ed il suo uso terapeutico dovrà aspettare addiritturea fino agli anni '40 del '900).

Ma tutti gli altri "attori" principali? A che età morirono e, soprattutto, a quanti anni dalla scoperta della tomba?
Howard Carter, Capo della Spedizione: morì nel 1939 a 65 anni ed a 17 anni dalla scoperta;
Arthur Cruttenden Mace, collaboratore stretto di Carter: morte 1874, età 54, 6 anni dopo;
Alfred Lucas, Chimico: morte 1945, età 78, anni 23;
Harry Burton, Fotografo della spedizione: 1940, 61, 18;
Arthur Callender, Ingegnere e Disegnatore: 1936, non nota la data di nascita, 14 anni dopo la scoperta;
Percy Newberry, Egittologo: 1949, 80 anni, 27 anni dopo;
Alan Gardiner, Egittologo: 1963, 84, 41;
James Breasted, Egittologo: 1935, 70, 13;
Walter Hauser, Architetto: 1959, 66, 37;
Lindsay Foote Hall, Architetto: 1969, 86, 47;
D.E. Derry, Medico che eseguì la prima autopsia sul corpo: 1969, 87 anni;
Lady Evelyn, Figlia di Carnarvon e, di fatto, colei che entrò PER PRIMA nella tomba: morì nel 1980.

...media delle età al momendo della morte?
oltre 63 anni!

...media degli anni dal 1922?
quasi 22 anni!

...fate voi!

Poi, la prossima volta vedremo le molte favole nate, invece, attorno ad alcuni di questi personaggi!




nectanebo
00giovedì 9 gennaio 2014 22:29
Con questi vanno a conclusione tutti i testi del sarcofago e del coperchio.



Curiosità:
Come si può notare, e come avevo anticipato, alla dea Selquet a destra, manca dell'ombelico.

Coperchio del sarcofago

Il coperchio del sarcofago pone altri quesiti che resteranno certamente nella girandola di ipotesi che si sono fatte in merito.
Il materiale, contrariamente al contenitore, non è in quarzite ma in granito.
Il perché di questa scelta (o necessità) è una delle domande senza soluzione.
Il coperchio risulta rotto trasversalmente più o meno al centro. Il momento in cui si è verificata questa rottura non è ben definibile, però, dopo un tentativo di rimaneggiamento (di cui ho letto ma non ho immagini), si è optato ugualmente per l’uso, provvedendo a stuccare e dipingere a copia della quarzite rossa, fatto questo che fa ipotizzare la mancanza di tempo per agire in un altro modo.

Una riflessione personale.

Questo reperto è conservato tuttora nella tomba (vedi foto precedenti) a terra, a lato del sarcofago, come uno “zerbino”. Penso personalmente che in una tomba visitata da milioni di persone una localizzazione migliore la si poteva trovare, ad es. nell’ anticamera che credo sia tuttora vuota.





Piccolo dizionario delle divinità poste a protezione, del sarcofago di Quarzite di Tutankhamon

ISIDE – Sorella e sposa di Osiride, con il quale divise il regno d’Egitto nelle mitiche dinastie divine.
Allorchè il fratello Set fece scempio del corpo di Osiride, si mise alla ricerca delle membra disperse
Su una piccola barca di papiro, sfidando i coccodrilli del Nilo. Ebbe per figlio Horo, il “vendicatore
del padre”.

NEFTIS – Figlia di Geb e Nut, sorella di Osiride, di Iside e Set del quale fu sposa. In una versione del mito osiriaco, Set la convinse a rubare la profumata veste delle sorella Iside, e a giacere con Osiride, a sua insaputa, data la grande somiglianza tra le due sorelle. E’ di questa fase che Set approfitto per uccidere Osiride. Neftis, pentita, affianco Iside nella ricerca del corpo smembrato di Osiride, partecipando infine ai riti di ricomposizione del cadavere.

NEITH – Dea guerriera predinastica di presunta origine libica. Il suo culto si sviluppò in successiva epoca tarda a Sais, sede di un suo santuario, avendone anche il rispetto dell’invasore persiano Cambise. E’ rappresentata oltre che con arco e frecce, con la spola dei tessitori, che secondo tradizione, ne è considerata l’inventrice.

SELQUET – (o SERQUET-SERKET) Dea scorpione a carattere funerario protettrice dei visceri del defunto. E’ rappresentata come divinità, recante sul capo lo scorpione.

Quasi conclusione.
Con il prossimo inserimento delle notizie sulle nicchie dei mattoni magici, credo si concluderà la visita di questa tomba che credo sia completa sotto ogni punto di vista.



manucaos
00sabato 11 gennaio 2014 02:51
all'interno del sarcofago la prima bara antropoide aveva dei tenoni per incastro inscritti anche questi , caso unico o anche per altri faraoni sono stati trovati ?

nectanebo
00sabato 11 gennaio 2014 11:57
Come chiarimento: la definizione "zerbino" è per via della posizione attuale del coperchio, visibile nelle due foto della camera sepolcrale
inserite a inizio discussione.
Lo si vede chiaramente a terra nel lato est davanti all'apertura
della camera del tesoro, che ribadisco, non consona all'oggetto.
(Nota da Hotepibre: si tratta della 7ª fotografia postata da Nec il 10/12/2013 con il suo primo intervento)

Per Manucaos: Non ho preso in considerazione questi particolari perchè, della tomba, ho inserito le parti ancora in loco o strettamente pertinenti.
Ciao ...Nec.
Claudio.Busi
00sabato 11 gennaio 2014 20:33
A proposito dei tenoni appartenenti al sarcofago erano anche presenti nella tomba KV 55. Furono trovati sparsi fra i detriti e gli oggetti del corredo funebre. Erano quattro e portavano incisi i titoli e il nome della regina Tiye, "Grande Sposa Reale" di Amenhotep III e madre di Akhenaton.
nectanebo
00sabato 11 gennaio 2014 21:03
Le nicchie e i mattoni magici.

A partire dal Nuovo Regno (circa 1550-1070 aC), i mattoni magici venivano collocati nelle tombe, al fine di proteggere il defunto dai nemici del dio Osiride. Erano posizionati ai quattro punti cardinali della camera funeraria (nord, est, sud e ovest) all’interno di nicchie ricavate sulla pareti, successivamente murate. Un amuleto veniva inserito in ogni nicchia, in piedi, in modo che fosse rivolto verso la parete opposta. Ogni mattone era inscritto con una parte del cap. 151 del Libro dei Morti . Questo incantesimo identifica il defunto con Osiride, Iside e Nephthys.
I quattro figli di Horus poi, offrono la loro protezione (vedi testo sarcofago).
A ciascuno dei quattro figli di Horus è stata associato uno dei punti cardinali.

- Hapi che è stato associato con il Nord, è raffigurato in forma di babbuino ed è sotto la protezione di Nefti
- Imsety che è stato associato con il Sud ed è raffigurato come il dio-uomo testa, è sotto la protezione di Iside
- Duamutef che è stato associato con l' Est ed è raffigurato in forma di sciacallo, è sotto la protezione di Neith
- Qebehsenuef che è stato associato con l' Ovest ed è raffigurato in forma di falco ed è sotto la protezione di Serket

Collocazione:

Il mattone posto nella parete ovest contiene un pilastro Djed, che rappresenta la spina dorsale di Osiride. E’ quindi un amuleto che promette la stabilità e la resistenza.
Il mattone nella parete est, è sormontato da una figura di argilla del dio sciacallo Anubis, colui che presiede al processo di mummificazione, e protegge la necropoli. La figura mummiforme della parete nord, è identificata nella magia come Ushabti . Questo amuleto serve per eseguire attività agricole per conto del defunto. Il mattone della parete sud, contiene una una torcia, che brucia il cammino di coloro che desiderano il danno defunto

Questa descritta è la posizione ufficiale e ritualmente corretta. Nella tomba di Tutankhamon questo non si è verificato. Solo uno di mattoni è nella collocazione corretta, e poi invece di quattro ne sono stati trovati cinque

Posizione dei mattoni nella tomba di Tutankhamon.

L’unico ad essere collocato al punto giusto è la figura Ushabti, posizionata sul lato Nord.
Anubi è collocato a Ovest (corretto Est). Osiri è collocato a Sud e non dovrebbe essere inserito fra i mattoni magici nelle nicchie.
Il pilastro Djed è collocato a est (corretto Ovest). Il mattone torcia è posto nella camera del tesoro, ai piedi del contenitore dei vasi canopi. (corretto Sud).
Per ogni mattone magico oltre alla foto del Burton, e la traduzione
del testo, c’è il collegamento per visionare gli appunti e la documentazione di H.Carter.

Annotazione sulla traduzione:

trattandosi di testi di testi magici, le frasi sono di difficile interpretazione. Le ho rese praticamente alla lettera (riferite cioè a ciò che la parola significa).

Nicchia contenente la figura di Osiris


Photographs by Harry Burton

www.griffith.ox.ac.uk/gri/carter/257.html



Nicchia con statua giacente di Anubi


Photographs by Harry Burton

Questa statuetta non ha testo.

www.griffith.ox.ac.uk/gri/carter/258.html

Nicchia contenente figura Ushabti in legno


Photographs by Harry Burton

www.griffith.ox.ac.uk/gri/carter/259.html



Nicchia contenente emblema Djed in legno


Photographs by Harry Burton

www.griffith.ox.ac.uk/gri/carter/260.html



Torcia rossa inserita su mattone ed essiccati al sole


Photographs by Harry Burton

www.griffith.ox.ac.uk/gri/carter/263.html



Con questo inserimento è conclusa, almeno da parte mia, la discussione su questa tomba. Spero di non aver dimenticato nulla e spero mi perdonerete gli eventuali errori e inesattezze. …Nec.


Hotepibre
00lunedì 13 gennaio 2014 14:01
Dice il saggio: "Chi fa sbaglia, chi non fa non sbaglia mai!".
...perciò, caro Nec, se pure il tuo lavoro dovesse contenere qualche errore è solo la dimostrazione che hai fatto e solo per questo meriti il nostro ringraziamento ed i nostri complimenti.
[SM=g999105]
Tkn2011
00sabato 1 febbraio 2014 23:25
Nel suo post di apertura Nectanebo diceva avrebbe affrontato l'argomento dei sercofaghi, ma solo se qualcuno sollevava l'argomento. Ho trovato questo post molto interessante e mi piacerebbe moltissimo approfondire la descrizione ed i testi anche dei sarcofaghi!
Mi appello al suo buon cuore ed alla sua disponibilità!


P.S.
A Claudio.Busi oppure Hotepibre chiedo se è possibile riavere in qualche modo disponibile la foto di Hussein da giovane (P1189) nel formato grande (in quanto il link su imageshack non è più attivo.
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