Potrebbe essere un sasso utilizzato dagli egiziani moderni per farne qualche lavorazione, i segni dell'incisione negli spazi a bicchiere sono abbastanza riconoscibili, quindi ciò deporrebbe a favore di artigianato contemporaneo.
Però un sasso sepolto da millenni nella sabbia potrebbe presentare segni ugulamente freschi, senza abbrasione eolica, come molte statue, ad esempio.
Ciò che più lascia ad intendere una lavorazione antica è il tipo di strumento utilizzato: i trapani moderni, anche se fossero di un certo calibro, 7-8 cm., come indicato sopra, potrebbero utilizzare una punta a tazza oppure una punta piena.
Ma una punta a tazza potrebbe lasciare traccia di incisione rotante lungo la parete, non potrebbe lasciarne di analoghe sul fondo, ma quest'ultimo avrebbe superfici irregolari dovute al distacco del mozzicone centrale a colpi di scalpello.
Una punta piena di tipo moderno, per quanto improbabile del diametro di 7-8 cm., dovrebbe invece lasciare incisioni da rotazione sul fondo, però, avendo sezione triangolare, dovrebbe dare al fondo una superficie conica concava.
Guardando bene l'immagine invece, se anche voi riuscite a vedere ciò che ho visto io, si può notare una superficie convessa, quasi conica, ma per essere precisi sembra il solido di rotazione di una iperbole.
Questo tipo di incisione è tipica delle macine a mano di un certo modello, che adesso non so come si chiama, ma generalmente lo strumento ha un diametro di mezzo metro!
L'obiezione sollevata da Ramsy è più che ragionevole, purtroppo però, in Egitto non esistono adeguate strutture in grado di mettere al riparo ogni sasso con segni di lavorazione, per cui in tutti i siti archeologici, dall'importante Karnak alla sconosciuta Armant, questi vengono "accomodati" "temporaneamente" in un angolo del sito archeologico, nella migliore delle ipotesi ponendoli su assi di legno.
Non è il caso di Saqqara, qui le pietre vaganti sono state riunite nel cortile più grande, posate direttamente sulla sabbia.
Questa situazione non è certo rosea, però nasce da motivazioni contingenti non altrimenti risolvibili.
Certi frammenti potrebbero trovare collocazione nelle ricostruzioni effettuate durante i lavori sul posto, e infatti sappiamo come Saqqara sia al momento interessata da cantieri di notevole portata, inoltre i siti si stanno arricchendo di spazi espositivi più adeguati, ma chiaramente, si provvederà a sistemare prima i reperti più fragili, quelli con segni di scrittura, quelli coevi alla costruzione del sito, quelli con decorazione, ecc.
Ultima giustificazione: dal fertile deserto d'Egitto escono fuori giornalmente centinaia di reperti, come i funghi.
Per farmi capire meglio cercherò di fare un disegno.