Cairo: ancora proteste e manifestazioni in vista delle elezioni

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-Kiya-
00lunedì 14 novembre 2011 14:54
Un gruppo composto da personale interno dello SCA in queste ore sta manifestando davanti alla sede dello stesso, a Zalamelek.
Le richieste avanzate sono numerose, ma fra tutte spicca quella che riguarda il neo-Segretario Generale, Mostafa Amin, di cui si pretendono le dimissioni quando è appena trascorso poco più di un mese dalla sua nomina ufficiale.
Oltre alle dimissioni del Segretario, i manifestanti chiedono a gran voce che lo SCA torni a far parte del Ministero di Stato per le Antichità e che venga nominata l'equipe di personale temporaneo, come promesso da Amin, secondo un calendario programmato. Una promessa che, finora, non è stata mantenuta.

La voce dei manifestanti si è levata per chiedere anche che vengano annullati tutti i progetti che non comportano alcun beneficio immediato per l'Archeologia, congiuntamente al licenziamento di tutti quei Consulenti e Consiglieri dello SCA che vengono regolarmente remunerati senza un motivo specifico.
Amin, tuttavia, non è presente. Sembra infatti che il Segretario Generale si trovi fuori città già da alcuni giorni, da prima della Festa Musulmana del Sacrificio.
ACUSinpw
00mercoledì 16 novembre 2011 10:18
Chissà quando si stabilizzerà la situazione! A mio parere, finchè non si sarà insediato il nuovo governo e stabilizzato, continueremo ad assistere a questo tipo di problemi nell'SCA... A tutto danno delle antichità, ovviamente...
-Kiya-
00mercoledì 16 novembre 2011 12:57
sei già ottimista.... i miei dubbi, invece, non vengono dissipati all'idea di un nuovo governo....
ACUSinpw
00giovedì 17 novembre 2011 08:37
La speranza è sempre l'ultima a morire!
Diego Baratono.
00lunedì 21 novembre 2011 08:13
Sbaglio o ci risiamo con le manifestazioni ed i morti? Che disastro ... che tristezza ...
-Kiya-
00lunedì 21 novembre 2011 08:37
non sbagli, purtroppo .... e temo che fino al 28, giorno di inizio delle elezioni, nonchè nei giorni immediatamente succesisvi, sarà anche peggio....
-francis-
00lunedì 21 novembre 2011 10:16
A tutt'oggi i morti sembrano essere già 15...
-Kiya-
00lunedì 21 novembre 2011 13:33
Al-Jazira ha mandato in onda un video che mostra un poliziotto gettare il cadavere di un manifestante tra i rifiuti, tra l'indifferenza dei colleghi.

Non so davvero trovare le parole per commentare una tale azione...
-francis-
00lunedì 21 novembre 2011 16:21
Purtroppo il numero dei morti ha già sueprato i 40, e parlano di oltre 1700 feriti... che tristezza!
roberta.maat
00lunedì 21 novembre 2011 21:19
Queste rivoluzioni ci provocano angoscia e dolore. non ci suggeriscono le strada verso possibili soluzioni pacifiche della conquista della libertà. Mentre si cerca questo diritto fondamentale dell'uomo si continua a rinunciare al primo diritto dell'uomo....la vita.
Sono disorientata e preoccupata per la data delle elezioni, quando purtroppo scorrerà altro sangue.
-Kiya-
00martedì 22 novembre 2011 08:32
Seguendo il suggerimento del Dott. Daniele Salvoldi, ieri ho scritto anch'io al Presidente del Consiglio, chiedendo che la questione Egiziana non passi inosservata nemmeno nel nostro Paese.

Chi volesse fare altrettanto, può utilizzare il testo consigliato, che propongo qui di seguito:


On. Prof. Mario Monti

Presidente del Consiglio dei Ministri



Signor Primo Ministro,

la situazione in Egitto sta escalando pericolosamente. Testimoni sul campo a Midan Tahrir e giornalisti internazionali stanno testimoniando la brutalità della repressione degli apparati di sicurezza egiziani. Più testimoni affermano che contro i civili pacifici non si stanno utilizzando comuni gas lacrimogeni, ma gas venefici e cancerogeni, che paralizzano le vie respiratorie. Il numero dei morti continua a crescere, raggiungendo ora quota quaranta, ma testimoni oculari riportano come negli obitori vicino al cuore della protesta abbiano già finito le bare.

Il Ministro degli Esteri del nostro Paese ha rilasciato una dichiarazione congiunta con il suo collega tedesco: questo è un forte e positivo segnale dell’interesse che l’Italia mostra verso la situazione egiziana. Sono convinto che solo attraverso le pressioni della stampa internazionale e dei Governi si possa fermare la violenza indirizzata in Egitto in diverse città contro la popolazione civile inerme.

Per questo motivo sono a chiederLe di continuare a denunciare la situazione e a fare pressioni sul Governo egiziano affinché le violenze cessino immediatamente.



Con cordiali saluti,



FIRMA









L'indirizzo mail a cui inoltrare l'appello è il seguente:

Inviate qui:

centromessaggi@governo.it



Certamente l'On. Prof. Monti sarà già parecchio impegnato con i problemi della nostra Nazione, ma in Egitto la gente sta morendo in nome della Libertà e credo che questo meriti la dovuta attenzione.
-Kiya-
00martedì 22 novembre 2011 08:58
Re:
roberta.maat, 21/11/2011 21.19:


Sono disorientata e preoccupata per la data delle elezioni, quando purtroppo scorrerà altro sangue.



A proposito dell'imminente inizio delle elezioni, un breve aggiornamento:

Le elezioni del parlamento Egiziano saranno organizzate in tre fasi, la prima delle quali avrà luogo il prossimo lunedì, 28 novembre.

Per il primo turno si stanno incrementando le misure di sicurezza nei principali centri interessati, ovvero: Cairo, Alessandria, Damietta, Fayoum Kafr el-Sheikh, Luqsor, Port Said e la zona del Mar Rosso. Fino a quella scadenza saranno numerose le dimostrazioni alimentate dai partiti politici.
Nelle aree interessate più da vicino, quindi nei pressi degli uffici governativi, durante le elezioni sono previsti posti di blocco e strade chiuse, ma questo non sarà sufficiente a garantire la sicurezza. Ci si attende altri scontri tra i sostenitori delle differenti fazioni.

La seconda fase, che avrà luogo il 14 dicembre, interesserà i Governatorati di Giza, Beni Suef, Menoufiya, Sharqiya, Ismailiya, Suez, Beheira, Sohag, e Assuan.

Infine, il terzo turno avrà luogo il 3 gennaio e riguarderà Minya, Qalioubiya, Gharbiya, Daqahliya, Sinai del Nord, Sud Sinai, Marsa Matrouh, Qena, e l'area della New Valley.

Nove mesi dopo la rivoluzione che ha costretto l'ex presidente Hosni Mubarak a dimettersi, la situazione politica rimane precaria. Le manifestazioni di natura violenta per protestare contro il regime militare transitorio dello SCAF sono state molto frequenti negli ultimi mesi. Ragion per cui si consiglia caldamente a chi intende recarsi in Egitto di evitare qualsiasi raduno o dimostrazione pubblica, anche di natura pacifica, poichè non vi è alcuna garanzia che non diventi violenta.
RAMSY
00martedì 22 novembre 2011 08:59
non riesco a concepire come in una situazione così drammatica si possa pensare ad elezioni "libere". Io non mi intendo di politica italiana, figuriamoci di quella estera quindi probabilmente farò delle domande stupide. Che fine ha fatto il partito di opposizione a Mubarak? Perchè non è salito al potere dopo la sua caduta? Mi sembra che la diplomazia in quel paese sia pressochè inesistente, se le questioni vengono "risolte" con la rivolta. Non credo che un messaggio di alcuni paesi europei rivolto al governo egiziano (ma quale governo?) sia sufficiente a calmare le acque. Credo che l'Onu possa fare molto di più, magari possa anche garantire delle elezioni corrette. Purtroppo dagli avvicendamenti passati non ho visto grandi miglioramenti: il dopo Saddam, il dopo Bin Laden, il dopo Gheddafi e ora il dopo Mubarak. Non mi sembra di vedere dei paesi finalmente pacifici e sereni
-Kiya-
00martedì 22 novembre 2011 09:03
Aggiornamento da RaiNews:




Giunte al terzo giorno consecutivo, le manifestazioni conto la permanenza dell'esercito al potere in Egitto sono costate la vita ad almeno 24 persone, secondo il bilancio ufficiale delle vittime; secondo altre fonti i morti sarebbero almeno 40, mentre i feriti si contano a centinaia. Intanto, il governo guidato dal premier Essam Sharaf ha presentato le proprie dimissioni al Consiglio Supremo delle Forze armate, alla guida del Paese dal gennaio scorso: la rinuncia dell'esecutivo non sarebbe ancora stata formalmente accettata.

Un manifestante è stato ucciso ad Alessandria, mentre altre 39 persone sono morte al Cairo, colpite dai proiettili sparati dalla polizia o asfissiati dai gas lacrimogeni usati dagli agenti. Sulla piazza Tahrir gli scontri sono ancora in corso: la polizia spara lacrimogeni sui manifestanti che rispondono con il lancio di pietre. Le violenze avvengono a una settimana dall'inizio del processo elettorale, che si aprirà lunedì con il primo turno delle politiche: i manifestanti accusano l'esercito, alla guida del Paese dopo la caduta del presidente Hosni Mubarak, di voler mantenere indefinitamente il potere.

Un appello alla calma è stato lanciato dal Segretario generale della Lega araba, Nabil al-Arabi, il quale ha espresso la propria preoccupazione per l'evolvere della situazione e ha chiesto "la più grande moderazione possibile, nel quadro della libertà di espressione e dei diritti alle manifestazioni pacifiche"; infine, il Segretario ha chiesto alle parti politiche di "lavorare per un ritorno alla calma e la ripresa di un processo politico che avanzi verso un cambiamento democratico basato sui principi di libertà, dignità e giustizia sociale delle Rivoluzione del 25 gennaio".

Le proteste tuttavia sono destinate a continuare: le organizzazioni egiziane che hanno sostenuto la rivoluzione che ha portato alla caduta di Mubarak hanno convocato una giornata di mobilitazione per domani, per chiedere l'abbandono del potere da parte della giunta militare che guida il Paese dallo scorso febbraio. L'appello - diffuso attraverso Facebook e altri social network - convoca la manifestazione alle 15 ora italiana nella piazza Tahrir del Cairo, il luogo simbolo della rivoluzione.

RAMSY
00martedì 22 novembre 2011 09:03
Re: Re:
-Kiya-, 22/11/2011 08.58:



Ragion per cui si consiglia caldamente a chi intende recarsi in Egitto di evitare qualsiasi raduno o dimostrazione pubblica, anche di natura pacifica, poichè non vi è alcuna garanzia che non diventi violenta.




Doppia ragion per cui si consiglia caldamente a chi intende recarsi in Egitto di evitare di recarsi in Egitto [SM=g1361799]
Diego Baratono.
00martedì 22 novembre 2011 14:07
"Due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana, ma riguardo l'universo ho ancora dei dubbi". Albert Einstein
-Kiya-
00martedì 22 novembre 2011 15:07
La situazione non accenna a migliorare.
In queste ultime ore persino Amnesty International ha ritenuto opportuno pronunciarsi in merito a quanto sta accadendo e lo ha fatto esprimendo un giudizio molto severo a carico dello SCAF (Consiglio Supremo delle Forze Armate), accusato di brutalità superiore anche a quella che ha contraddistinto il regime di Mubarak.
Gli Stati Uniti, come gran parte dei Leader Europei chiedono all'Egitto moderazione, chiedono di procedere alle elezioni.
Man mano che il tempo passa, in previsione della manifestazione indetta per le 16 di questo pomeriggio in Piazza Tahrir, a cui hanno aderito 35 partiti politici, il numero di coloro che sfidano i gas lacrimogeni è in aumento.
Nonostante tutto, nonostante la presenza di migliai di persone nei punti caldi della Città, i Generali non accennano a cedere, né il potere, né i relativi privilegi.
Le richieste del popolo Egiziano sono perentorie: transizione del potere in mano a un governo civile, senza dover attendere la scadenza programmata per la fine del 2012; processi rapidi per i responsabili delle uccisioni di manifestanti; risarcimenti per le famiglie dei colpiti.
Tantawi, sordo alle richieste di coloro che vorrebbero deporlo, oggi parlerà alla Nazione attraverso i media. Rifiuterà formalmente le dimissioni presentate da Sharaf, almeno fino a quando non si troverà un accordo relativamente al successore. In proposito emerge il nome di El-Baradei. Non si esclude, tuttavia, l'intenzione dell'esercito di sostituire l'intero esecutivo e non solo il Ministro dell'Interno e quello dell'Informazione, divenuti impopolari.

Intanto, c'è chi riferisce che mercenari con armi bianche starebbero affiancando i reparti di polizia. Sembra si tratti di persone che hanno conti aperti con la giustizia, "arruolati" già in passato, dal deposto regime, per "placare" i manifestanti....
-Kiya-
00mercoledì 23 novembre 2011 00:38
stasera mi sentivo ispirata:

emilioraffaele
00venerdì 25 novembre 2011 14:02
Caro Ramsy, parole sante! Chi può fare, è l'ONU....e gli Stati Uniti.
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