Arezzo: 25/09/2010 - 30/04/2011, "Il corredo di una nutrice alla corte del Faraone"

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-Kiya-
00domenica 19 settembre 2010 16:45
La mostra prende spunto da un corredo della nutrice di una principessa della XXV dinastia faraonica, conservato presso il Museo Egizio di Firenze. Gli oggetti di questo corredo permettono di presentare al pubblico tre aspetti della civiltà dell’antico Egitto: il periodo storico della XXV dinastia dei cosiddetti “faraoni neri”, soprattutto dal punto di vista artistico, le usanze funerarie e la cura della bellezza degli antichi egiziani. Vengono pertanto esposti tre gruppi di oggetti: il primo presenta una esemplificazione del ritorno al classico nell’arte faraonica della XXV dinastia, il secondo gruppo consiste negli oggetti del corredo della nutrice e nella terza sezione della mostra viene approfondito il discorso sulla cura della bellezza presso gli antichi egiziani, con l’esposizione di oggetti da toilette.


Informazioni Evento:

Data Inizio:25 settembre 2010
Data Fine: 30 aprile 2011
Luogo: Arezzo, Museo Archeologico Nazionale Gaio Cilnio Mecenate
Telefono: 0575/20882
Fax: 0575/20882

Dove:
Arezzo, Museo Archeologico Nazionale Gaio Cilnio Mecenate
Città: Arezzo
Indirizzo: Via Margaritone
Provincia: (AR)
Telefono: 0575/20882
Fax: 0575/20882

[fonte: www.beniculturali.it ]
-Kiya-
00domenica 19 settembre 2010 16:47
Evento inserito nel Calendario EgiTToPhiLo
-francis-
00sabato 25 settembre 2010 12:27

Nell’ambito delle Giornate Europee del Patrimonio 2010, la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, nella collaborazione tra Museo Archeologico Nazionale “Gaio Cilnio Mecenate” di Arezzo e Museo Egizio di Firenze, dedica (prima volta ad Arezzo) una importante mostra al tema della civiltà egizia, esponendo il corredo quasi completo di Tjesraperet, nutrice di una principessa, figlia del faraone della XXV dinastia Taharqa, conservato nel Museo Egizio di Firenze.
L’appellativo di “nutrice” non tragga in inganno: accompagnato da quello di Signora della Casa designava una figura di alto livello sociale, legata all’ambiente di corte. L’uomo con lei sepolto, di nome Gedkhonsuefanekh, probabilmente il marito, apparteneva d’altronde al clero tebano.
Dal 25 settembre al 30 aprile 2011 presso il Museo Archeologico Nazionale “Gaio Cilnio Mecenate” di via Margaritone 10. Inaugurazione alle 17 di sabato 25 settembre con ingresso gratuito sia durante questa giornata che durante domenica 26.
“Negli ultimi anni – tiene subito a sottolineare l’assessore alla cultura del Comune di Arezzo Camillo Brezzi – le ‘giornate del patrimonio’ hanno sollevato grande interesse e una degna cornice di pubblico. Anche quest’anno l’esposizione si presenta particolarmente stimolante ed è ospitata nella sede adeguata.
Il museo archeologico è infatti il fulcro e l’inizio di un percorso all’insegna dell’archeologia che stiamo mettendo in piedi grazie anche alle iniziative degli ultimi anni: percorso di prestigio che prosegue con il caveau della banca Monte dei Paschi, il sottosagrato di San Francesco, i mosaici di Palazzo Lambardi di proprietà della famiglia Angiolini e, in futuro, speriamo, Piazzetta San Niccolò”.
Vengono messi in evidenza tre aspetti della civiltà dell’antico Egitto: il periodo storico della XXV dinastia dei cosiddetti “faraoni neri”, soprattutto dal punto di vista artistico, le usanze funerarie e la cura della bellezza. La XXV dinastia è stata molto spesso considerata come nient’altro che l’ultima fase del Terzo Periodo Intermedio, il momento storico di crisi che segue la grandezza del Nuovo Regno, prima di una rinascita dell’Egitto con l’avvento della XXVI dinastia.
In realtà la dominazione della valle del Nilo da parte dei “faraoni neri” fu un periodo di grandi cambiamenti storici e artistici. Durante la storia millenaria dell’antico Egitto, infatti, la regione chiamata Nubia, a sud di Assuan, fu in alcuni periodi indipendente, in altri soggetta al dominio dei faraoni. Con la XXV dinastia si ebbe al contrario la conquista dell’Egitto da parte dei re nubiani, detti “faraoni neri”.
Tra questi, nel 690 a.C. salì al trono Taharqa, che si trovò a dover contrastare il tentativo di conquista dell’Egitto da parte degli assiri. Il lungo regno di Taharqa, durato 26 anni, fu il periodo più brillante della dinastia dei “faraoni neri”. Il figlio di Taharqa, Tanutamon, tentò di riconquistare il nord dell’Egitto rimasto sotto il controllo assiro, ma fu respinto in Nubia dal re Assurbanipal, che nel 664 a.C. mise a sacco la città di Tebe. Assurbanipal, prima di ritirarsi in patria, affidò il governo dell’Egitto al principe di Sais Psammetico I, che fondò la XXVI dinastia, restituendo l’indipendenza alla valle del Nilo.
Spiega la Soprintendente Archeologia Silvia Vilucchi: “La mostra si articola in tre sezioni: la prima consiste nell’inquadramento storico-artistico del periodo della XXV dinastia, con una esemplificazione del ritorno al classico nell’arte faraonica, che in questo periodo riprende gli stili e le iconografie dell’Antico e del Medio Regno.
Il secondo gruppo di oggetti consiste nel corredo della nutrice con il suo straordinario sarcofago, la maschera funeraria e una esemplificazione dei reperti che facevano parte comunemente dei corredi funerari egizi.
Il corredo di Tjesraperet, è stato portato al Museo Egizio di Firenze insieme al materiale raccolto in Egitto dalla spedizione franco-toscana del 1828-29. La tomba della nutrice, la cui esatta localizzazione è attualmente sconosciuta, fu scoperta nella necropoli di Tebe il 20 maggio 1829.
Nella terza sezione sono esposti oggetti da toilette, specchi, pettini, spilloni per i capelli, oggetti indispensabile per truccarsi e pettinarsi correlati a quelli trovati nella tomba della nutrice, approfondendo il discorso sulla cura della bellezza presso gli antichi egiziani. La cura del corpo ebbe sempre una notevole importanza: oltre al bagno, l’ungere il corpo con oli e balsami rappresentava una necessità per evitare screpolature e mantenere la pelle morbida ed elastica.
I papiri medici riportano numerose ricette per la cura della pelle e per migliorare l’aspetto fisico. Trucchi, essenze aromatiche e profumi, usati sia da uomini sia da donne, davano il tocco finale”.

(Arezzo.notizie)
roberta.maat
00sabato 25 settembre 2010 13:05
Questa è lei :
EGIZIA72
00mercoledì 13 ottobre 2010 20:34
Dal 25 settembre al 30 aprile 2011, il Museo Archeologico Nazionale “Gaio Cilnio Mecenate” di via Margaritone 10 ospita per la prima volta ad Arezzo una importante mostra dedicata al tema della civiltà egizia, esponendo il corredo quasi completo di Tjesraperet, nutrice di una principessa, figlia del faraone della XXV dinastia Taharqa. L’appellativo di “nutrice” non tragga in inganno: accompagnato da quello di “Signora della Casa” designava una figura di alto livello sociale, legata all’ambiente di corte. L’uomo con lei sepolto, di nome Gedkhonsuefanekh, probabilmente il marito, apparteneva d’altronde al clero tebano.
La mostra si è aperta in corrispondenza delle Giornate Europee del Patrimonio 2010 e la Soprintendente Archeologia Silvia Vilucchi snocciola subito soddisfatta i dati sui visitatori: “700 persone in due giorni hanno visitato la mostra, certamente attratte dall’ingresso gratuito ma pur sempre una cifra che denota il fascino che l’antico Egitto esercita sul pubblico. Si tratta del doppio di visitatori dello scorso anno, quando vennero resi accessibili i mosaici di Palazzo Lambardi in Corso Italia. Correlati all’evento, partiranno da novembre le attività e i laboratori della sezione didattica della Fraternità dei Laici di Arezzo, distinti per fascia d’età, anche prescolare, rivolti alle scolaresche e a gruppi di famiglie. Introdurranno alla conoscenze dei tanti aspetti di questa seducente civiltà, dai geroglifici alle tecniche di seppellitura”.
Maria Cristina Guidotti, direttrice del Museo Egizio di Firenze e curatrice dell’evento aretino ci fa da guida alla mostra: “si tratta di un’esposizione articolata in tre sezioni con oggetti tutti conservati al museo fiorentino che è il secondo in Italia dopo quello di Torino: la prima consiste nell’inquadramento storico-artistico del periodo della XXV dinastia, una sorta di ‘rinascimento faraonico’ legato ai cosiddetti faraoni ‘neri’ che, provenienti dalla Nubia, l’attuale Sudan settentrionale, conquistarono l’Egitto dopo esserne stati a lungo sottomessi. Tra i faraoni nubiani, nel 690 a.C. salì al trono Taharqa, che si trovò a dover contrastare il tentativo di conquista dell’Egitto da parte degli assiri. Il lungo regno di Taharqa, durato 26 anni, fu il periodo più brillante della dinastia dei ‘faraoni neri’. Il figlio Tanutamon tentò di riconquistare il nord rimasto sotto il controllo assiro ma fu respinto in Nubia dal re Assurbanipal che nel 664 a.C. saccheggiò la città di Tebe. Assurbanipal, prima di ritirarsi in patria, affidò il governo dell’Egitto al principe di Sais Psammetico I che fondò la XXVI dinastia restituendo l’indipendenza alla valle del Nilo.
La seconda sezione consiste nel corredo della nutrice con il suo straordinario sarcofago, la maschera funeraria e una esemplificazione dei reperti che facevano parte comunemente dei corredi funerari egizi. Il corredo di Tjesraperet, è stato portato al Museo Egizio di Firenze insieme al materiale raccolto in Egitto dalla spedizione franco-toscana del 1828-29. Prendendo spunto dallo specchio e dalle suppellettili che arricchiscono il corredo, la terza sezione è dedicata alla cura del corpo: vi sono esposti oggetti da toilette, specchi, pettini, spilloni per i capelli, oggetti indispensabile per truccarsi e pettinarsi. La cura del corpo ebbe sempre una notevole importanza tra gli antichi egiziani: oltre al bagno, l’ungere il corpo con oli e balsami rappresentava una necessità per evitare screpolature e mantenere la pelle morbida ed elastica. I papiri medici riportano numerose ricette per la cura della pelle e per migliorare l’aspetto fisico. Trucchi, essenze aromatiche e profumi, usati sia da uomini sia da donne, davano il tocco finale”.
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