Anteprima su Pharaon maggio/luglio

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-Kiya-
00martedì 27 maggio 2008 17:50
Ai cultori dell'argomento segnalo che il nuovo numero di Pharaon dedicherà ampio spazio all'Astronomia egizia, che dovrebbe essere il tema portante del trimestre.

Purtroppo non so dirvi di più, al momento ...
Hatshepsut76
00martedì 27 maggio 2008 19:01
scappo subito in edicola a cercarlo, allora... domani però...

grazie per la segnalazione... [SM=x822748]
antonio crasto
00martedì 27 maggio 2008 19:31
Mi sa che mi tocca comprarlo.
Lo leggerò con attenzione e cercherò di trarre spunti per interessanti discussioni.
Ciao Antonio
-Kiya-
00martedì 27 maggio 2008 20:49
qualcuno sa se è già disponibile? non ho ancora avuto modo di verificarlo...
roberta.maat
00martedì 27 maggio 2008 22:38
Figuriamoci se lo trovo ! Una sola edicola lo compera e quando arrivo non c'è più. Fortunata solo per due numeri.......vediamo se stavolta l'edicolante mantiene la promessa di acquistarne una copia in più.
roberta.maat
00martedì 27 maggio 2008 22:40
Figuriamoci se lo trovo ! Una sola edicola lo compera e quando arrivo non c'è più. Fortunata solo per due numeri.......vediamo se stavolta l'edicolante mantiene la promessa di acquistarne una copia in più.
EGIZIA72
00mercoledì 28 maggio 2008 13:58
Grazie per la segnalazione,spero di trovarlo!!!ciao
-Kiya-
00mercoledì 28 maggio 2008 14:46
sappiate che al momento non è ancora stato distribuito in nessuna edicola. Probabilmente sarà disponibile ai primi di giugno ;)
antonio crasto
00giovedì 5 giugno 2008 19:08
Articoli del numero 2/3 2008

- Scienza: L’ora delle stelle;
- Scavi e ricerche in corso;
- Mostre;
- Primo piano: La Valle delle memorie;
- Mostra/1: Lo splendore dei metalli;
- Mostra/2: Roma, capitale d’Egitto;
- Intervista: Il Louvre a Meroe;
- La scoperta: I misteri del Lago salato;
- Dossier: Vivere nell’Antico Egitto;
- Arte: Ritratti di riserva;
- Reportage: Kerma, la rivale africana;
- Cristianesimo: Il santuario dei miracoli;
- Storia Faraoni e contadini
- Egittomania: Sull’altra sponda del Nilo;
- Libri

La rivista non è chiaramente centrata sull’astronomia egizia. Solamente il primo articolo tratta l’argomento. E’ scritto dall’egittologa Helga Fuchs. E’ un articolo di divulgazione che potrebbe andare abbastanza bene, se non ci fossero degli errori che un’egittologa non avrebbe dovuto fare. Bastava forse una rilettura del testo da parte dell’autrice o della redazione.

Per esempio:

- pagina 11 … I dinastia (3000-2170 a.C. circa);
- pagina 11 …il soffitto dell’arcosolio decorato con stelle rappresentava il cielo e garantisce l’ascesa del sovrano defunto, come fosse una stella;
- pagina 12 - didascalia 1° figura … Cane Maggiore invece di Orsa Maggiore;
- pagina 13 … A causa della precessione – l’asse terrestre nel corso di 28.500 anni descrive un cerchio (la durata è sbagliata e un asse può al massimo descrivere una circonferenza);
- pagina 13 … Il Cielo settentrionale dell’antico Egitto con le stelle immortali è rappresentato dalla dea Nut e dal dio Mesekhtiu;
- Pagina 14 … I Testi delle piramidi descrivono la speranza del defunto di incontrare nel suo percorso attraverso il Cielo meridionale Seth, regnante in cielo sui defunti trasfigurati, poiché egli vorrebbe apparire accanto a lui come astro. Se ci riesce, trovandosi accanto a Seth, è collegato con il percorso celeste degli astri.
Hatshepsut76
00giovedì 5 giugno 2008 19:37
L'ho acquistato qualche giorno fa, ma ancora non l'ho letto... comunque anche io credevo si trattasse di un numero monografico, e vedere che in realtà non lo era, mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca...
EGIZIA72
00venerdì 6 giugno 2008 15:57
Per il momento non sono ancora riuscita a trovarlo [SM=x822731] spero di andare più tardi a Napoli centro e chiedere......
-francis-
00sabato 7 giugno 2008 14:52
Sono rimasta perplessa nel leggere la risposta ad una lettera nella quale si chiedeva il vero significato della parola "ankh", in quanto due guide hanno dato spiegazioni diverse.
Questa la risposta: "E' da sfatare la definizione di "chiave della vita". Questo segno rappresenta semplicemente un nodo di stoffa (come lo è, per esempio, il nodo isiaco), del tutto simile all'annodatura dei sandali egizi. Esso è rappresentato all'interno di alcuni sarcofagi a cassa, nel fregio in cui sono raffigurati oggetti da toletta e di abbigliamento legati alla persona del defunto. Una coppia di segni "ankh" si trova dopo le raffigurazioni di collane, bracciali, bastoni, capi di abbigliamento, esattamente verso la fine della cassa, in corrispondenza dei piedi del defunto. Essi rappresentano chiaramente i sandali".

Per chiarezza trascrivo anche le due versioni delle guide egiziane.
La prima "rappresenta il Nilo, in particolare la linea verticale indica il Nilo, il tratto orizzontale l'orizzonte e l'elemento circolare superiore il sole".
La seconda "si tratterebbe di un segno che rappresenta l'unione dell'uomo con la donna".

Una considerazione spicciola: ma Aton, cosa offriva ad Akhenaten, dei sandali? E tutte le scene che rappresentano dei con i sandali in mano?
E le rappresentazioni che vedono dei e faraoni portarsi al naso l'ankh cosa fanno: annusano la puzza dei loro piedi?
roberta.maat
00sabato 7 giugno 2008 15:19
[SM=x822752] comico tutto questo ! [SM=x822753]
-Kiya-
00sabato 7 giugno 2008 15:51
Re:
-francis-, 07/06/2008 14.52:

Sono rimasta perplessa nel leggere la risposta ad una lettera nella quale si chiedeva il vero significato della parola "ankh", in quanto due guide hanno dato spiegazioni diverse.
Questa la risposta: "E' da sfatare la definizione di "chiave della vita". Questo segno rappresenta semplicemente un nodo di stoffa (come lo è, per esempio, il nodo isiaco), del tutto simile all'annodatura dei sandali egizi. Esso è rappresentato all'interno di alcuni sarcofagi a cassa, nel fregio in cui sono raffigurati oggetti da toletta e di abbigliamento legati alla persona del defunto. Una coppia di segni "ankh" si trova dopo le raffigurazioni di collane, bracciali, bastoni, capi di abbigliamento, esattamente verso la fine della cassa, in corrispondenza dei piedi del defunto. Essi rappresentano chiaramente i sandali".

Per chiarezza trascrivo anche le due versioni delle guide egiziane.
La prima "rappresenta il Nilo, in particolare la linea verticale indica il Nilo, il tratto orizzontale l'orizzonte e l'elemento circolare superiore il sole".
La seconda "si tratterebbe di un segno che rappresenta l'unione dell'uomo con la donna".

Una considerazione spicciola: ma Aton, cosa offriva ad Akhenaten, dei sandali? E tutte le scene che rappresentano dei con i sandali in mano?
E le rappresentazioni che vedono dei e faraoni portarsi al naso l'ankh cosa fanno: annusano la puzza dei loro piedi?



ho avito la stessa reazione anche io. Amplificata, quando ho letto di chi era la risposta.... evidentemente ci sono pareri discordanti nei vari ambiti di studi, ma, anche volendo considerare questa possibilità, devo ammettere che non ho mai letto nulla del genere, nemmeno da parte di altri filologi. Mi pare una negazione eccessiva di quello che è il significato simbolico dell'Ankh, la quale lo rende praticamente insignificante dal punto di vista religioso.


Federico Contardi
00sabato 7 giugno 2008 21:54
Gentili membri del forum, scusate l’intromissione, ma per ovvie ragioni mi sono sentito chiamato in causa.
Mi dispiace che la risposta a quella lettera abbia creato tante perplessità. A quanto pare non ho articolato in modo chiaro la risposta anche a causa del poco spazio che mi viene concesso nella rubrica “Posta”.
Comunque, confermo quello che ho scritto.
In quella risposta non volevo certamente negare che il segno ankh esprimesse la parola vivere/vita.
Le mie affermazioni rispondevano alla domanda della lettrice, che chiedeva che cosa rappresentasse concretamente il segno ankh, visto che aveva ricevuto due spiegazioni discordanti datele dalle guide.
Fermo restando che quel segno esprime il concetto di vivere/vita, ho risposto alla domanda spiegando che cosa quel segno concretamente raffiguri. Certamente non raffigura l’unione dell’uomo e della donna, né tanto meno un sole con sotto l’orizzonte e il Nilo.
Questo segno non rappresenta nemmeno una chiave (della vita), ma indizi concreti – che io ho presentato nella mia risposta – fanno ritenere con sufficiente certezza che si tratta di un tipo di nodo, quale si incontra nei sandali.
La signora Kiya scrive: “devo ammettere che non ho mai letto nulla del genere, nemmeno da parte di altri filologi.” Non posso naturalmente citare tutta la bibliografia in merito, mi limito a ciò che scrivono quattro grandi egittologi:
1) A. Gardiner, Egyptian Grammar, p. 508, segno n. S34: “tie or strap, especially sandal-strap (as symbol of life known as “the ankh”)”. A fianco Gardiner riporta l’attestazione dell’uso di questo segno come ideogramma per esprimere la parola “sandalo”.
2) J.P. Allen. Middle Egyptian, An Introduction to the Language.., p. 441, segno S34: “Sandal strap. Phonogram ankh. Ideogram for ankh “sandal strap”
3) H. Bonnet, Lexikon der Ägyptischen Religionsgeschichte, p. 418. A proposito del segno ankh afferma “Lebensschleife: Als Symbol und Schriftbild für Leben dient ein Zeichen, das einer kreuzförmig gebundenen Schleife gleicht. ..............“
4) A. Rosalie David, L’Egitto dei faraoni, nel glossario a p. 139: “Ankh: era il segno geroglifico che significava vita e nelle tombe e nelle scene dipinte nei templi veniva rappresentato tenuto in mano dalle divinità…….Il simbolo raffigurava un sandalo visto dall’alto……”.

Vi ringrazio dell’attenzione e faccio tanti auguri a questo forum.
-Kiya-
00sabato 7 giugno 2008 22:39
Re:
Federico Contardi, 07/06/2008 21.54:



La signora Kiya scrive: “devo ammettere che non ho mai letto nulla del genere, nemmeno da parte di altri filologi.” Non posso naturalmente citare tutta la bibliografia in merito, mi limito a ciò che scrivono quattro grandi egittologi:
1) A. Gardiner, Egyptian Grammar, p. 508, segno n. S34: “tie or strap, especially sandal-strap (as symbol of life known as “the ankh”)”. A fianco Gardiner riporta l’attestazione dell’uso di questo segno come ideogramma per esprimere la parola “sandalo”.
2) J.P. Allen. Middle Egyptian, An Introduction to the Language.., p. 441, segno S34: “Sandal strap. Phonogram ankh. Ideogram for ankh “sandal strap”
3) H. Bonnet, Lexikon der Ägyptischen Religionsgeschichte, p. 418. A proposito del segno ankh afferma “Lebensschleife: Als Symbol und Schriftbild für Leben dient ein Zeichen, das einer kreuzförmig gebundenen Schleife gleicht. ..............“
4) A. Rosalie David, L’Egitto dei faraoni, nel glossario a p. 139: “Ankh: era il segno geroglifico che significava vita e nelle tombe e nelle scene dipinte nei templi veniva rappresentato tenuto in mano dalle divinità…….Il simbolo raffigurava un sandalo visto dall’alto……”.

Vi ringrazio dell’attenzione e faccio tanti auguri a questo forum.



Gent.mo Prof. Contardi,
sono io a ringraziare Lei per l'intervento e, soprattutto, per aver chiarito pienamente quanto l'esiguo spazio concessoLe non le ha permesso di sottolineare nella rubrica della rivista in oggetto, risposta che rendeva un'idea dell'ankh molto più pratica, non mettendone in luce l'importanza religiosa che ha accompagnato il credo egizio lungo tutto il corso della sua esistenza.
Letta ora, la sua risposta offre senz'altro una spiegazione molto più ampia che rimanda a quello che è il significato del simbolo, come tutti, appassionati e studiosi, siamo "abituati" ad intenderlo.
Il mio appunto, tuttavia, non era riferito alla rappresentazione dell'ankh in quanto parte di sandalo (ne abbiamo discusso altrove qui nel forum e tale origine ci è nota), nè, tanto meno, intendeva essere una critica nei suoi riguardi. Certo, nell'insieme, ne ero perplessa, lo ammetto.
Sottolineando la possibilità di voler ammettere quanto indicato a proposito della coppia di ankh posta in genere ai piedi del sarcofago, la quale, secondo quanto riferisce, starebbe a rappresentare effettivamente i sandali, ho ammesso di non essermici imbattuta nelle letture che ho affrontato. E lo ribadisco: non ero al corrente di questo aspetto così pratico dell'utilizzo del segno ankh, al quale ho sempre ritenuto di dover associare un valore prettamente simbolico, indipendentemente dall'oggetto da cui trae origine. Sicuramente sarà mia cura documentarmi in merito a questo aspetto per il quale la inviterei ad approfondire, se ne avesse piacere.

In effetti, non posso negarlo, rileggendomi, mi rendo conto di aver fornito una risposta alquanto evasiva e poco dettagliata, che probabilmente si è prestata a errata interpretazione e per questo La prego di accettare le mie scuse.

Lieta di sapere che ci legge, rinnovo il grazie per l'intervento, volto a chiarire, e grazie per gli auguri rivolti al Forum, auguri che cordialmente ricambio per il Suo lavoro.

Maria
Teie
00domenica 8 giugno 2008 10:26
Beh il mio augusto genitore ha scritto un'email a PM in merito.
Se vi interessa ve la posto (se me lo permette) e non mi sembra che sia proprio come ribadito.


Teie
Maat Ka Ra
00domenica 8 giugno 2008 10:34
Sono interessata a conoscere l'opinione del tuo Augusto genitore (porgigli i miei saluti, spero si ricordi ancora di me), anche se mi farebbe piacere leggerla qui... [SM=x822712]
-francis-
00domenica 8 giugno 2008 11:38
Gil mi ha dato questa versione: In effetti, non è la "chiave della vita", ma rappresenta solo la "vita" e la versione più accreditata è che sia proprio la figura di un sandalo visto dall'alto. La ragione è semplice: fin che cammini sei vivo!

Teie
00domenica 8 giugno 2008 11:51
Vero anche quello che dici Francis, ma secondo me la risposta è stata data quasi con fastidio. Ecco quello che ha scritto l'A.G.:
""Gentile Redazione,
da affezionato lettore e sostenitore della vostra rivista, vi scrivo per la risposta alla Sig.ra Teresa Dominici, nella posta dei lettori del nr. 2/3-2008 di PM, sul significato dell'ankh.

Senza nulla togliere alle conoscenze del Sig. Federico Contardi, sembra una risposta piuttosto frettolosa e incompleta.
Il Sig. Contardi sfata la definizione di "chiave della vita" quando invece bisognerebbe sfatare la sola definizione di "chiave" e senza contare che altri eminenti egittologi non pensino esattamente che esso “rappresenti semplicemente un nodo di stoffa”.

Comincerei dalla D.ssa Bresciani, la quale nella sua "Enciclopedia Illustrata" dice che l'ankh è ""simbolo della vita; con il suo simbolo si scrivono il nome vita e il verbo vivere. Non si spiegherebbe altrimenti perchè gli dei lo porgono al naso del faraone se non per comunicargli vita attraverso il respiro.
A sua volta il faraone lo porge ai sudditi divenendo il necessario tramite di vita tra il mondo divino e quello umano.
Poiché anche la luce è fonte di vita, i raggi del sole aton terminano con mani che porgono ai viventi l'ankh.
Anche l'acqua è essenziale alla vita e nelle scene di libagione gli dei versano sul capo del faraone una pioggia di ankh. In quanto simbolo di vita eterna l'ankh è riprodotto come amuleto sia nelle decorazioni delle tombe che negli arredi funebri.""

Il Dott. Mario Tosi nel suo dizionario enciclopedico ribadisce come sia ""simbolo di vita eterna e come si presuppone che intendesse raffigurare il legaccio di un sandalo.
Nell'iconografia è spesso usato insieme ai simboli (img)w3s e (img) dd ad indicare “potere, stabilità e vita” ; nelle lettere spesso si usava insieme ai simboli (img)wd3 e (img) snb come augurio ad indicare “vita, forza e salute”.
Per superstizione si credeva fosse un potente amuleto capace di proteggere dal male, se portato sulla persona.””

Cordiali Saluti"""

L'A.G. mi prega di precisare che, naturalmente, non è una risposta esaustiva in quanto non è un trattato sui simboli egizi.

Si Maat si ricorda di te e ti saluta.

Teie
-francis-
00domenica 8 giugno 2008 12:16
Anche se non amo particolarmente Jacq (anzi!), riporto quanto da lui scritto nel suo volume "Il segreto dei geroglifici".

"Ankh è uno specchio di rame, e il rame veniva considerato un metallo celeste che "catturava" la luce. Come oggetto rituale, lo specchio è in relazione con la figura di Hator, dea delle stelle e dell'amore universale. Ankh è, al contempo, il laccio di sandalo, visto dall'alto".
Poi Jacq cita un aneddoto: "Mentre Fritjof Capra, un fisico rinomato, ed io stavamo discutendo, egli mi chiese come veniva definita la vita dagli antichi egizi. E allora io gli parlai del legaccio del sandalo, l'ankh appunto, lasciando stupito il mio interlocutore. Egli infatti mi espose una teoria recentemente elaborata dai fisici pr tentare di spiegare il fenomeno "vita". Questa teoria è conosciuta come "bootstrap", il legaccio del sandalo.
Dunque gli egizi concepivano la vita da una parte come una forza capace di catturare e trattenere la luce originaria, dall'altra, e con riferimento al corpo umano, come ciò che consente ai piedi di compiere il loro cammino. A condizione però che si abbiano calzature ai piedi e che i lacci siano ben stretti. (*)
Ankh serve a scrivere le seguenti parole:
- l'occhio divino, perchè è l'occhio che dà la vita;
- il grano, perchè è il nutrimento vitale;
- la ghirlanda di fiori, mirabile espressione di vita;
- il blocco di pietra, perchè rappresenta la stabilità della vita;
- la capra, perchè è l'animale che sopravvivere con quasi niente.
Il segno Ankh viene utilizzato anche per esprimere l'idea di giuramento, perchè dare la propria parola significa impegnare la propria vita; venir meno alla parola data vuol dire perdere la vita".

(*) Questa giustificazione non mi convince: si sa che gli antichi egizi giravano praticamente scalzi, e che i sandali erano segno di ricchezza. Possibile che un geroglifico simboleggiasse un oggetto non di uso comune?

-francis-
00domenica 8 giugno 2008 12:34
E visto che si parla di ankh, eccone una rappresentazione tratta dal tempio di Philae. E' l'ingresso al Nilometro...

roberta.maat
00domenica 8 giugno 2008 13:09


(*) Questa giustificazione non mi convince: si sa che gli antichi egizi giravano praticamente scalzi, e che i sandali erano segno di ricchezza. Possibile che un geroglifico simboleggiasse un oggetto non di uso comune?



Provo a dare una interpretazione. Mi sembra più che attestato il simbolismo vita all'ankh e le motivazioni dell'uso di questo segno sono probabilmente spiegate dall'effettivo senso dell'oggetto rappresentato.
Dò una valutazione che assolutamente è una personale riflessione e quindi di nessun rigore. Dunque premettendo che "vita" racchiude un aspetto spirituale ed uno materiale mi pare che il riferimento allo specchio ed ai sandali completi questo concetto. Catturare l'immagine di una persona sia nella pietra, sia nello specchio significa,in un certo senso catturarne l'essenza e questo è più che provato tra l'altro con lo scempio della damnatio memoriae praticato tutte le volte che si è voluto cancellare la vita di qualcuno. Aggiungo una stranezza dei tempi moderni, che sicuramente ricordate cioè che non si potevano fotografare le persone senza rischiare di offendere inoltre avevo notato che anche le immagini dei cartelloni pubblicitari o le locandine dei films riportavano disegni e non foto. Credo che, astraendo, si possano identificare i due strumenti (specchio e macchina fotografica) come i mezzi che riproducono la vita interiore.
L'altro aspetto, quello materiale dei sandali mi sembra anche "calzante" giacchè camminare significa vivere.
Non trovo strano che sempre gli dei indossassero sandali perchè gli dei sono perfetti e ,anzi, sarebbe forse blasfemo per un comune mortale fregiarsi di un simbolo divino.
In conclusione penso sia giustissimo ritenere che Ankh possa rappresentare primariamente ambedue questi oggetti.
-Kiya-
00domenica 8 giugno 2008 15:31
Vita, rinascita tutte tematiche di cui il simbolo dell'Ankh è intriso. Su questo certo non vi sono dubbi.
Invece ve ne sono sul suo riconoscimento in quanto oggetto, per il quale sono nate differenti scuole di pensiero. Una è quella sostenuta da Gardiner e altri, già citati dal Prof. Contardi in questa sede. Altre si leggono sul volume della Dott.ssa Marilina Betrò, la quale introduce il simbolo dicendo proprio che non vi è accordo tra gli egittologi sull'interpretazione dell'oggetto che il geroglifico rappresenta, aggiungendo che a suo parere, la teoria di Gardiner non sembra sostenibile.
Tra i tanti, Westendorf affermò di pensare piuttosto ad un tipo di cintura, da accostare al "nodo di Iside". Altri lo accostano al segno sn, anch'esso raffigurante un nodo, proponendone la relazione con il cartiglio.
Con questo segno, tuttavia si indica il verbo "vivere" e il sostantivo "vita", ed è certamente questo il significato dell'ankh che più va tenuto in considerazione, indipendentemente da ciò che rappresenta.
Le divinità vengono rappresentate con l'ankh tra le mani, oppure con il medesimo accostato al naso del Re, a simboleggiare il "soffio di vita", come già è stato detto qui. In proposito non posso non citare l'iconografia Amarniana. I vassoi delle offerte funerarie sono spesso a forma di Ankh (uno bellissimo si trova al Metropolitan Museum). Un trait d'union tra la vita sulla terra e quella nell'aldilà, si potrebbe dire.
Un simbolo così forte che sopravvisse al declino della religione egizia, adottato dai cristiani per la somiglianza con la Croce.
E aggiungo ancora dell'esistenza del simbolo tbt, a rappresentare il sandalo per intero, in cui le strisce di cuoio sono rese in modo tale da non accostarsi con l'ankh. Nell'antico regno esclusivo appannaggio del Re, che spesso veniva rappresentato accompagnato dal suo "portatore di sandali" che ne stringeva un paio tra le mani. Ma anche di sacerdoti e alti dignitari. Già nel Medio Regno si osserva tuttavia una diffusione più ampia, che aumentò notevolmente durante il Nuovo Regno.

Vorrei ancora ricordare i numerosi sovrani (nonchè Regine e pricipesse/Principi) il cui nome comprendeva l'Ankh. Non credo possa esserci testimonianza più grande dell'importanza riconosciuta a questo simbolo. Per citarne alcuni, solo a titolo d'esempio:

- Ankhkhau (Merenra) VI din. [Apparizione vivente]
- Ankh- Mesut (Sesostri I) XII din. [La Vita è nata];
- Ankhkheperura Smenkhkhara
- Ankhkheperura Neferneferuaton XIV din. [Viventi sono le manifestazioni di Ra];
- Ankhuennefer Din. Tolemaica [regnò sui teritori tebani, forse all'epoca di Tolomeo V]


Indipendentemente da tutto questo, però, ribadisco, sarei felice di rileggere il Prof. Contardi, a riguardo di quanto ci ha riferito in merito agli ankh ai piedi di alcuni sarcofagi. Nello specifico, sarei interessata a sapere a quali sarcofaci si riferisce, per poter approfondire su questo interessante aspetto.



Colgo l'occasione per ringraziare Teie, ma soprattutto l'A.G., a cui porgo un saluto, per aver condiviso con noi il contenuto della sua lettera.
Maat Ka Ra
00domenica 8 giugno 2008 15:59
Non aggiungo una virgola, avrei scritto le medesime cose che ha segnalato l'AG di Teie ( mi fa molto piacere che si ricordi di me e lo saluto cordialmente, anche se mi farebbe piacere leggerlo qui)
Quanto alle figure di sandali nei sarcofagi, in museo vi sono diversi esempi di suole di sandalo in cartonnage, ma risalgono decisamente ad un epoca tarda e sono effettivamente parte di sarcofagi. Nei tanti sarcofagi presenti in museo, di tutti i periodi della storia egiziana, non mi pare di aver mai visto immagini di sandali disegnate, ma potrei sbagliare....
Hatshepsut76
00domenica 8 giugno 2008 17:48
Mi sono sfogliato tutto l'Allen per cercare di dirvi la sua posizione riguardo l'ankh, ma non ho trovato quel breve saggio a fine di nessuna delle lezioni del suo testo... Quello che mi ricordo bene è però un frase, molto probabilmente l'ultima, che grosso modo recitava così:

E' mai possibile che gli antichi Egizi, adorando questo simbolo, adorassero i legacci dei loro sandali?

La frase aveva un chiaro scopo sarcastico; è ovvio che l'autore stesso non ci creda...

-Kiya-
00domenica 8 giugno 2008 18:11
Re:
Hatshepsut76, 08/06/2008 17.48:

Mi sono sfogliato tutto l'Allen per cercare di dirvi la sua posizione riguardo l'ankh, ma non ho trovato quel breve saggio a fine di nessuna delle lezioni del suo testo... Quello che mi ricordo bene è però un frase, molto probabilmente l'ultima, che grosso modo recitava così:

E' mai possibile che gli antichi Egizi, adorando questo simbolo, adorassero i legacci dei loro sandali?

La frase aveva un chiaro scopo sarcastico; è ovvio che l'autore stesso non ci creda...




possiedo il testo citato, pubblicato dalla Cabridge University Press. Non si tratta di un "breve saggio" Il Prof. Contardi riferisce la definizione riportata nella "Sign List". Il segno ankh, identificato dal n. 34 è quello che chiude la pagina 441.

Potresti essere più preciso a riguardo di quanto riporti in conclusione, hat? Qual'è il testo a cui ti riferisci?


Maat Ka Ra
00domenica 8 giugno 2008 18:12
lo trovi nelle note sui segni, al fondo del testo....con un inciso, però: il testo di Allen non fa che rivedere e aggiornare quello di Gardiner....compreso il significato dei segni.

Hatshepsut76
00domenica 8 giugno 2008 18:22
Re: Re:
-Kiya-, 08/06/2008 18.11:



possiedo il testo citato, pubblicato dalla Cabridge University Press. Non si tratta di un "breve saggio" Il Prof. Contardi riferisce la definizione riportata nella "Sign List". Il segno ankh, identificato dal n. 34 è quello che chiude la pagina 441.

Potresti essere più preciso a riguardo di quanto riporti in conclusione, hat? Qual'è il testo a cui ti riferisci?



ho dato un'occhiata alla pagina da te indicata, ma non è quella; ricordo che quella frase si trovava proprio a fine di uno scritto che si trovava proprio su quel libro...

Maatkara, 08/06/2008 18.12:

lo trovi nelle note sui segni, al fondo del testo....con un inciso, però: il testo di Allen non fa che rivedere e aggiornare quello di Gardiner....compreso il significato dei segni.



non ho capito dove dici, scusa... In fondo a l testo in questione ho trovato prima Answers to exercises poi Index...



-Kiya-
00domenica 8 giugno 2008 18:43
pag. 441, Hat.

prima della sezione "Answer", c'è il "Dictionnary" e prima ancora la "Sign List"
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