Analisi spettrometrica dei blocchi della Piramide Romboidale [era: Cosa ne pensate?]

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Diego Baratono.
00giovedì 2 dicembre 2010 08:15
Da:"http://tvnz.co.nz/national-news/kiwi-may-have-solved-mystery-pyramids-3921043?ref=rss"


"A Wellington scientist has come up with an explanation that may help solve the question of how the ancient Egyptians built the pyramids.

It has been widely thought massive blocks of stone cut from quarries were dragged to the building sites.

But Professor Ken MacKenzie from Victoria University had his doubts, so he tested a small sample of a block from the famous Bent Pyramid, built more than 4500 years ago, at his Lower Hutt lab.

He ground it to powder, put in a spectrometer containing a powerful magnet and spun it at a staggering 12,000 revolutions per second.

From that, he was able to get a sub-atomic analysis of the pyramid block. It showed that rather being solid stone, it was a mixture of several materials, a sort of ancient concrete.

"The concrete that would have been used in this instance, if we call it that, this re-constituted stone, would be the earliest form of concrete we know," said MacKenzie.

The mixture, limestone and silica mixed with water and poured into wooden moulds, would have formed symmetrical blocks after setting.

There could be a modern point to all this research into ancient architecture.

Scientists say that if we could replicate those building techniques and materials today, it would be much better for the environment

Making a tonne of modern cement produces almost the same weight in greenhouse gases."

-Kiya-
00giovedì 2 dicembre 2010 09:47
Diego, faresti una traduzione sommaria per chi ha difficoltà con l'inglese?
Grazie ;)
Diego Baratono.
00giovedì 2 dicembre 2010 11:22
Versione in italiano maccheronico per mancanza di tempo, scusatemi:

Uno scienziato di Wellington ha pensato ad una spiegazione che può aiutare a risolvere la questione di come gli antichi egizi abbiano costruito le piramidi. Si è sempre pensato che massicci blocchi di pietra tagliati da cave, venissero trascinati nei cantieri.

Ma il professor Ken MacKenzie della Victoria University dubitandone, ha provato un piccolo campione di un frammento dalla famosa piramide romboidale, costruita più di 4500 anni fa, nel suo laboratorio di Lower Hutt.

Dopo aver polverizzato il campione, lo ha messo in uno spettrometro di massa che contiene un potente magnete, facendolo girare (nella centrifuga, n.d.t.) alla sconcertante velocità di 12.000 giri al secondo.

E' stato così in grado di ottenere un'analisi subatomica del blocco di piramide. Ha dimostrato che, invece di essere solida pietra, si tratta di una miscela di materiali diversi, una sorta di cemento antico.
"Il cemento utilizzato in questo campione, come si può chiamare il materiale di questa pietra ricostituita, sarebbe la prima forma di cemento che si conosca" ha detto MacKenzie.

La miscela di calcare e silicio mescolata con acqua e versata in stampi di legno, avrebbe formato blocchi simmetrici dopo l'impostazione.

Ci potrebbe essere un elemento di modernità in tutta questa architettura antica.

Gli scienziati dicono che se si potessero replicare oggi quelle tecniche costruttive e quei materiali, sarebbe un vantaggio per l'ambiente.
L’uso di una tonnellata di cemento moderno produce quasi lo stesso peso di gas serra.

NEFERNEFERURE
00giovedì 2 dicembre 2010 14:42
Se ne può sapere di puiù sullo scienziato? L'autorevolezza delle fonti è essenziale.
Innanzi tutto come si chiama? Dove esercita la sua attività? "scienziato" è un pò
generico: in cosa si concentra la sua scienza? etc etc
Grazie Diego








[SM=g1621242] [SM=g1621242]
Merytaton62
00giovedì 2 dicembre 2010 15:06
L'ipotesi pone più problemi di quanti abbia la pretesa di risolvere.
Ammesso che l'analisi chimiche e fisiche siano state condotte bene, non credo proprio che gli egizi disponessero delle "centrifughe" necessarie a produrre questi materiali. [SM=x822751]
Secondariamente, rimane il problema dell'assemblaggio: fintanto che i massi non si fossero solidificati, non potevano essere messi uno sull'altro. Come li trasportavano? Avevano le (presunte) centrifughe in loco?[SM=x822741]
RAMSY
00venerdì 3 dicembre 2010 08:58
Re:
Merytaton62, 02/12/2010 15.06:

L'ipotesi pone più problemi di quanti abbia la pretesa di risolvere.
Ammesso che l'analisi chimiche e fisiche siano state condotte bene, non credo proprio che gli egizi disponessero delle "centrifughe" necessarie a produrre questi materiali. [SM=x822751]
Secondariamente, rimane il problema dell'assemblaggio: fintanto che i massi non si fossero solidificati, non potevano essere messi uno sull'altro. Come li trasportavano? Avevano le (presunte) centrifughe in loco?[SM=x822741]




la centrifuga è servita per le analisi, non per fare il cemento (certo, ci vorrebbe comunque un migliaio di betoniere e tanta dinamite per polverizzare la pietra [SM=g999108] ) ma non è la prima volta che sento questa teoria. Tutto, appunto per giustificare la regolarità dei blocchi. Non potrebbe comunque trattarsi di una parte di riempimento, cioè un modo per rendere regolari le pietre scolpite?
roberta.maat
00venerdì 3 dicembre 2010 14:38
Se in questo c'è un fondamento di verità è non è l'ennesima rocambolosca spiegazione di un lavoro titanico, anche io credo che questa forma di "calcestruzzo" potrebbe essere stata impiegata per blocchi di riempimento.
Per quanto riguarda l'uso di questa tecnica per rendere "perfetti" massi irregolarmente scolpiti sono perplessa, forse si vedrebbero le giunture tra la pietra originaria e l'artefatto impastato.
Sembra facile intuire che è più semplice riempire casseforme che trascinare blocchi ma tutta l'immensa mole del legname di carpenteria dovrebbe aver lasciato una traccia in qualche posto!
Triturare pietre con mazze e mazzuoli, amalgamare con acqua versare in stampi enormi e aspettare che solidifichi..........cemento a presa rapida ?.......mi sa che è una cavolata.
ACUSinpw
00lunedì 6 dicembre 2010 20:42
Non dimentichiamoci poi che gli antichi Romani conoscevano già il calcestruzzo, quindi non si parla di una tecnica "moderna", ma di una tecnica piuttosto antica. Che poi anche gli antichi egiziani conoscessero questa tecnologia, è tutto da vedere.
NEFERNEFERURE
00martedì 7 dicembre 2010 16:28
hmmm...cho ha tradotto in "italianese" i nostri post?










[SM=g1621242] [SM=g1621242]
emilioraffaele
00mercoledì 8 dicembre 2010 16:03
Mah, nelle mie attività di Bricolage "spinto", il cemento lo impasto spesso e non solo. Una cosa è certa, se parliamo dei blocchi delle piramidi, un impasto si vedrebbe ad occhio nudo, non ci vogliono esami sub atomici.
ACUSinpw
00mercoledì 8 dicembre 2010 20:40

Ha mostrato che piuttosto di essere una pietra solida, era una mix di diversi materiale, una sorta di antico calcestruzzo.
"Il calcestruzzo che potrebbe essere stato usato in questo caso, se possiamo chiamarlo in questo modo, ovvero questa pietra ricostituita, potrebbe essere la più antica forma di calcestruzzo che conosciamo", ha detto MacKenzie.
La mistura, calcare e silice misti ad acqua e colata in stampi di legno, avrebbe formato blocchi simmetrici dopo il posizionamento.



Ho ritradotto personalmente questa parte.
E' importante specificare che si sta parlando di un "concrete", e generalmente in lingua inglese, quando si parla di "concrete", si parla di "calcestruzzo". Ora, calcestruzzo non è esattamente sinonimo di cemento, che è il legante moderno del calcestruzzo.
In questo caso, dunque, ci troviamo di fronte a calcestruzzo e non a cemento. La differenza è sostanziale!
Che gli antichi conoscessero il calcestruzzo, è risaputo, come ho precisato più sopra (i Romani furono campioni nel suo utilizzo).
Riporto, a proposito, una parte estratta da Wikipedia:


È difficile precisare quali siano le origini della tecnica di costruire in conglomerato, poiché pare che già gli Assiri e gli Egizirealizzassero costruzioni impiegando materiale minuto. Anche i Greci conoscevano questa tecnica, avendola utilizzata per la realizzazione dell'acquedotto di Argo, del serbatoio di Sparta ed altre costruzioni di cui rimane ancora traccia.
Furono però i Romani a darle grande impulso, utilizzandola per la realizzazione di un notevole numero di opere, ancora oggi in buono stato di conservazione. etc..



Che chiarifica il fatto che non è una grande novità che gli antichi egizi conoscessero la tecnica.

Ora sarebbe da "capire" da dove è stato preso questo famigerato campione: dalla base della piramide? da un blocco della piramide? e come l'ha preso? ha trapanato? dagli interstizi fra i blocchi?
Non mi stupirebbe che il calcestruzzo potesse essere usato per crepature o scalfitture, ma da qui a dire che l'intero blocco sia di calcestruzzo ce ne vuole. A parte la non-resistenza di un materiale come il calcestruzzo nei confronti di una roccia nativa...
miriam maltese
00giovedì 9 dicembre 2010 18:05
Nei blocchi delle Piramidi
Degli studi recenti hanno rivelato che i blocchi delle Piramidi contengono un tipo di fossili chiamati nummuliti (da nimmulus ovvero monetina), i blocchi provengono da cave sparse per tutto il paese d’Egitto.
La presenza di questi fossili è indicativa, dipende dal fatto che gran parte della zone del Sahara era un oceano, e che quindi le rocce con cui furono realizzate le Piramidi si sono formate nel corso di milioni di anni.
Se fosse vero che i blocchi furono "fabbricati" sul posto, con una sorta di calcestruzzo ottenuto frantunamdo le rocce, non sarebbe possibile trovare questi piccoli fossili nei blocchi i quali sarebbero finiti in polvere a loro volta.

www.focus.it/Storia/news/Gli_egizi_Scultori_e_scalpellini_non_murat...
roberta.maat
00giovedì 9 dicembre 2010 19:15
Brava ! Avevo letto anche io in paassato della presenza di nummuliti in alcuni massi e se non ricordo male qualcuno ha descritto anche fossili di trilobiti.
emilioraffaele
00domenica 12 dicembre 2010 17:41


Ora sarebbe da "capire" da dove è stato preso questo famigerato campione: dalla base della piramide? da un blocco della piramide? e come l'ha preso? ha trapanato? dagli interstizi fra i blocchi?
Non mi stupirebbe che il calcestruzzo potesse essere usato per crepature o scalfitture, ma da qui a dire che l'intero blocco sia di calcestruzzo ce ne vuole. A parte la non-resistenza di un materiale come il calcestruzzo nei confronti di una roccia nativa...




Condivido, se si tratta di crepature e scalfitture, ma comunque, un conglomerato artificiale è sempre ben riconoscibile, a parte i fossili


emilioraffaele
00domenica 12 dicembre 2010 17:42
Il commento sopra, in grassetto è di Acus.
Diego Baratono.
00martedì 14 dicembre 2010 12:56
[SM=g999105] "grassetto di cemento" ... "grassello di calce" ... [SM=g999108]
Antonio Faricelli
00martedì 14 dicembre 2010 16:40
Io dichiaro la mia perplessità. Se davvero gli antichi Egizi avevano conoscenze chimiche così avanzate perché costruivano case di fango. Avrebbero potuto "facilmente" studiare un impasto fatto di terra e chi sa cos'altro.

E gli obelischi? Sarebbe stato molto più comodo utilizzare il sistema di calcestruzzo di cui parla il professor Ken MacKenzie. Eppure ad Aswuan abbiamo le prove materiali che quei giganteschi monoliti venivano estratti dalla roccia in un unico blocco.
E sappiamo anche perché il famoso "obelisco incompiuto" fu abbandonato: si è rotto! Quale problema avrebbe suscitato un obelisco spezzato se fosse invece destinato alla macinazione.
Secondo tale ipotesi, perciò, avremmo dovuto trovare il sito di Aswan come illustrato nell'immagine di destra:


E poi, è difficile immaginare un materiale "composto" che si separa solo raggiungendo 12.000 giri al secondo. Come si sono potute perdere conoscenze chimiche così avanzate.
Diego Baratono.
00mercoledì 15 dicembre 2010 08:05
E' importante quello che mi state dicendo, grazie ragazzi, i vostri ragionamenti e le vostre indicazioni mi sono molto utili ...
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