Inserisco qui questo post di Juha Immonen del 9 marzo di quest'anno, in uno dei due forum di egittologia americani che frequento, perché la vicenda mi sembra molto curiosa... chissà che non ne venga fuori una discussione, per cui poi si possa arrivare ad una conclusione, che potrebbe essere fornita alla diretta interessata... perché a distanza di due mesi non le è stata ancora fornita una risposta...
Per completezza vi dò il link per raggiungere il sito:
www.glyphdoctors.com/course/view.php?id=5
in questa pagina vi trovate nel menu principale, con la lista delle varie categorie dei forum presenti sul sito
"L’ultima volta che ho visitato l’Egitto ho comprato 6 calici in alabastro in un negozio a Luxor. Tempo dopo, con un po’di amici abbiamo bevuto del vino rosso da questi calici. Il giorno dopo ho notato che uno di questi calici, che aveva ancora un paio di centimetri di vino, era stato corroso dal vino rosso. L’interno lucido e liscio era diventato grosso ed annerito presumibilmente a causa dell’acido contenuto nel vino rosso. A questo punto è facile capire perché l’”antico” alabastro fosse prevalentemente solfato di calcio, che, per lo meno con alcuni acidi, non è resistente.
La composiziode del vino rosso egiziano era diversa da quelli attuali, per lo meno nell’uso degli acidi? Se usati come contenitori, le stoviglie in alabastro avrebbero ripresentato tutti, o per lo meno alcuni, acidi dal vino, così il gusto sarebbe cambiato. E chissà quali composti si formano con le reazioni
Qualcuno conosce qualcosa sulla chimica del vino e dell’alabastro?"