-Kiya-
00lunedì 28 gennaio 2008 22:04
di Tiziana Bianca
Dove riposa il corpo di Alessandro Magno? Vista l’importanza del personaggio sembra incredibile, eppure non sappiamo nulla di certo.
Il grande condottiero macedone morì, inaspettatamente, a soli 33 anni, il 13 giugno 323 a.C. sull’Eufrate e la sua salma fu imbalsamata. Da questo momento in poi le fonti differiscono le une dalle altre.
Secondo Diodoro Siculo, storico greco del I sec. a.C. Alessandro fu sepolto a Siwa (in Egitto) dove era l’oracolo di Ammone. Curzio Rufo, biografo latino di due secoli successivo, conferma che questa fu l’ultima volontà del re.
Ma secondo due contemporanei di Curzio, il geografo Strabone e il biografo Svetonio il mausoleo del macedone era nel centro di Alessandria.
Quindi la questione dell’esatta ubicazione della tomba di Alessandro è una questione decisione complessa.
Nel giugno del 2006 Jean Yves Empereur, Direttore del Centre d'études alexandrines, impegnato nello scavo della necropoli dell’antica Alessandria, dichiarò di essere ad un passo dalla sensazionale scoperta dei resti della tomba di Alessandro.
Yves Empereur è uno dei più stimati studiosi di antichità ellenistiche. Fu lui ad esempio a scoprire nei fondali della costa i resti del faro di Alessandria, una delle sette meraviglie del mondo antico, distrutto secoli fa da un terremoto.
Dunque se Empereur parla, siamo sicuri di essere di fronte ad affermazioni ponderate da un punto di vista scientifico.
La necropoli alessandrina risale agli inizi del periodo tolemaico (intorno al 300 a.C.), fu utilizzata fino ai primi secoli della cristianità, dunque contiene migliaia di sepolture.
Inizialmente gli archeologi francesi iniziarono a scavare nella zona del quartiere di Gabbari, e in essa rinvenirono 5ooo loculi, quasi tutti di epoca cristiana.
Successivamente hanno rivolto il proprio lavoro verso occidente, ossia verso la zona più antica dell’area cimiteriale, effettuando una scoperta di primaria importanza: ossia il punto di congiunzione tra le due arterie principali di Alessandria.
Perché si tratta di una scoperta fondamentale? Ora le fonti storiche ci informano che il sovrano Tolomeo IV, alla fine del III secolo a.C. decise di spostare il corpo del Macedone in un nuovo mausoleo, posto esattamente all’incrocio tra due strade principali.
E che in esso Tolomeo IV pose anche i resti di tre suoi predecessori, a voler dar prova della propria discendenza che risaliva a Tolomeo I e quindi ad Alessandro Magno, di cui quest’ultimo fu compagno d’armi.
La tomba di Alessandro si conservò per secoli, fino all’epoca romana e fu anche meta di pellegrinaggi da parte di protagonisti della scena politica romana (da Cesare a Caracalla) che a lui si ispiravano.
Non fu più possibile rintracciarla a partire dal periodo cristiano, probabilmente a causa dell’urbanizzazione selvaggia, tanto che Giovanni Crisostomo si domandava nel 4oo: “Ditemi, dove si trova il “sema” di Alessandro?”
Nel 1860 lo studioso egiziano Mahmud el-Falaki, e poi, precisamente un secolo dopo nel 1960 l'archeologo italiano Achille Adriani credettero di aver individuato la tomba di Alessandro, ma i loro scavi non portarono ad alcun risultato concreto.
Successivamente Nicola Bonacasa, allievo dell’Adriani, combinando le testimonianze storiche con l’analisi stilistica dell’architettura funeraria stabilì che il monumento oggetto della ricerca doveva essere una costruzione imponente, simile a quella in alabastro rosa che il suo maestro aveva indicato come “sema” del condottiero macedone.
E proprio le ricerche scientifiche condotte dall’Adriani prima, e dal Bonacasa poi, costituiscono la premessa agli studi dell’Empereur.
In conclusione Siwa o Alessandria? Probabilmente come sosteneva Diodoro Siculo inizialmente Alessandro fu sepolto a Siwa, (allora Alessandria era ancora un cantiere) e successivamente trasportato nella “sua” città.