Gli oli erano molto usati nell'antico Egitto, soprattutto quello di mandorla, di sesamo, di moringa (un arbusto tipico tropicale) e quello di ricino.
L'olio di moringa, conosciuto anche come olio di
behen o
bak, ha importanti caratteristiche che tutt'oggi lo rendono un importante ingrediente della cosmetica. Pare infatti che la sua composizione sia ottima per le cellule della pelle, al fine di mantenere questa giovane contrastando l'invecchiamento.
Le sue qualità sembrano magiche, a enumerarle: le sue foglie contengono più vitamina C delle arance, più calcio del latte, più potassio delle banane, più ferro degli spinaci. Sono usate in India per curare la pressione alta, in Africa occidentale per curare il diabete. Il Moringa ha proprietà cicatrizzanti. Dai semi si trae un olio commestibile. Il suo legno è un combustibile efficente. E' un buon foraggio per il bestiame. La sua biomassa fertilizza efficacemente i suoli. E' una pianta adattabile, perché cresce come un albero comune nei terreni desertici e nei giardini, nei grandi spazi o in vaso. Foglie, fiori, semi, legno, tutto è utilizzabile in qualche modo.
Ancora oggi, nella valle del Nilo è nota come Shagara al Rauwaq che letteralmente vuol dire appunto “albero che purifica”. Una poltiglia ricavata dai suoi semi macerati, avvolta in una tela, una volta immersa nell’acqua la purifica assorbendo batteri ed altri elementi negativi. Riesce addirittura a rendere potabile persino l'acqua stagnante.
L'albero di moringa è assai caratteristico, dalle forme alquanto strane. Il tronco, che si presenta largo alla base, va via via restringendosi in alto con numerose ramificazioni che assomigliano a radici contorte.
Usato nell'antichità in particolare sul corpo per profumarlo, idratarlo e proteggerlo dai raggi solari, trovava largo impiego anche in cucina e in ambito curativo. Indubbiamente, viste le sue proprietà, veniva utilizzato anche con altri scopi di cui però non siamo a conoscenza.
L'olio di oliva fece il suo ingresso in Egitto dall'Oriente, durante il Nuovo Regno, ma anche allora il suo impiego non divenne largamente diffuso.
Diverse varietà di olio erano poi utilizzate durante i riti religiosi; più precisamente esisteva un gruppo di sette oli sacri utilizzati nei cerimoniali del tempio e durante il rito funerario per ungere il corpo del defunto, menzionati nelle liste di offerte dell'Antico Regno come sostanze indispensabili per l'aldilà. Per questa ragione, conservati in appositi vasetti in pietra che li preservavano, sono stati frequentemente ritrovati nel corredo funerario delle tombe a partire da quell'epoca. Successivamente, nel Nuovo Regno, il numero di oli sacri è stato incrementato a dieci. Uno di questi era l'olio di rosa.