Milano: Al Fatebenfratelli la mummia fa la Tac

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-francis-
00domenica 8 marzo 2009 10:46
Al Fatebenefratelli la mummia fa la Tac
Una mummia egizia conservata presso il Museo Civico Archeologico e Paleontologico di Asti è arrivata stamattina all’ospedale Fatebenefratelli di Milano per fare una Tac. La storia e l’interesse per l’antico paziente da parte di medici all’avanguardia come Luca Bernardo (Direttore del dipartimento Materno-Infantile) e Antonio Pieri (neurochirurgo e neuroendoscopista) iniziano con la mostra “Grandi dottori dell’Antico Egitto-Malattia e cure nella terra dei Faraoni”, tenutasi lo scorso autunno a Casale Monferrato. Studiando e radiografando quello e altri reperti, i medici avevano individuato tracce di operazioni chirurgiche al cervello avvenute migliaia di anni fa. La tappa successiva è quindi svelarne con una tomografia assiale i dettagli e gli esiti.

milano.repubblica.it/multimedia/home/5071254/1/1
pizia.
00domenica 8 marzo 2009 17:06
Questa mummia è un vero mistero, ha attirato la mia attenzione alla mostra UR SUNU, poi ho letto qualcosa e ho visto le foto fatte con i raggi X.
All'interno della fasciatura le ossa sono ... mescolate, le gambe sono nella giusta posizione, ma mancano i piedi, così negli ultimi 30 cm ci sono solo imbottiture, le braccia sono piegate sul petto e la testa è tenuta in posizione con delle canne perché manca la colonna vertebrale!
Ossa alla rinfusa stanno quà e là, al posto della cassa toracica e nello spazio fra i due femori.
Non si capisce ancora il perché di tutto ciò, forse la tac saprà svelare qualcosa.
-francis-
00domenica 8 marzo 2009 17:39
IN effetti dalle fotografie appare una mummia abbastanza strana, molto lunga e stretta.
Chissà se le ossa scomposte e mancanti siano il risultato di un incidente, di una bastonatura, o di un sacrificio?
pizia.
00domenica 8 marzo 2009 19:07
Di una scarnificazione, di una riesumazione?
-Kiya-
00lunedì 9 marzo 2009 20:29
Aggiornamento

Saranno presentati domani a Milano i risultati preliminari emersi dallo studio Tac effettuato presso l'ospedale Fatebenefratelli sulla mummia Ankhpakhered, risalente al 3000 a.C. Circa. Gli esami mirano ad appurare la reale identità della persona sepolta poiché, se il sarcofago porta inciso il nome Ankhpakhered, sacerdote del dio Min, divinità della mitologia egizia legata alla sessualità e alla fecondità, vissuta tra la 22esima e la 23esima dinastia (945-715 avanti Cristo), la mummia non riporta alcun nome e tra le sue bende non sono stati trovati i tradizionali amuleti per la protezione e la sopravvivenza nell'aldilà. C'è quindi il dubbio tra gli studiosi che qualcuno si possa essere appropriato del nome dell'antico sacerdote.

La mummia e il sarcofago di Ankhpakhered sono conservati al Museo Civico Archeologico e Paleontologico di Asti. Gli esami effettuati al Fatebenefratelli, in particolare una Tac spirale total body a strato sottile e con ricostruzione tridimensionale computerizzata, si spera contribuiranno a svelare almeno in parte il mistero che accompagna questi reperti.




[fonte: www.notizie.virgilio.it]


piziuccia, leggo solo ora del coinvolgimento della dott.ssa Malgora, la quale ha, peraltro condiviso con la dott.ssa Pieri, l'esperienza di portare la mummia al Fatebenefratelli. Sperare in un suo intervento diretto o per ... interposta persona ... sarebbe troppo sfacciato?

-Kiya-
00martedì 10 marzo 2009 20:40

Neppure un modernissimo esame medico e' riuscito a sciogliere il mistero di Ankhpakhered, sacerdote del dio egizio Min, la cui mummia, conservata al Museo Civico Archeologico e Paleontologico di Asti, e' stata sottoposta a una tac all'ospedale Fatebenefratelli di Milano. I risultati - presentati questo pomeriggio al palazzo della Regione Lombardia dall'assessore alla Sanita' Luciano Bresciani - fanno nascere dubbi sul fatto che la mummia sia proprio quella del sacerdote.
La tac spirale total body a strato sottile e con ricostruzione tridimensionale computerizzata, utilizzata per la prima volta in Italia per studiare una mummia, ha rivelato segni di usura sul corpo, ad esempio agli arti inferiori, che fanno supporre si trattasse di una persona dedita a lavori fisici usuranti piuttosto che un sacerdote; in piu', il corpo non e' adornato con i tipici amuleti e il bendaggio e' stato sicuramente alterato.
Se, secondo gli esperti, non ci sono dubbi sull'autenticita' del sarcofago, risalente al periodo tra la XXII e la XXIII dinastia (945-715 a.C.), serviranno altri esami per stabilire l'autenticita' della mummia conservata al suo interno. "Gli esami - ha sottolineato Bresciani - sono stati effettuati in orari diversi da quelli del normale servizio e quindi senza alcun ritardo o allungamento delle liste d'attesa.
Il personale impegnato ha agito inoltre in maniera del tutto volontaristica".




[fonte: www.agi.it]
pizia.
00mercoledì 11 marzo 2009 02:12
Eh, magari si lasciasse scappare qualcosa di più!
Questa è una mummia che ha sollevato parecchi dubbi e un mistero, per saperne davvero di più ci vorrebbero anche altri esami in quanto il sospetto del riutilizzo del sarcofago sembra sempre più evidente.
Per conoscere qualche dato obiettivo sulla mummia sarebbero necessari esami in grado di fornire datazioni assolute.
Vediamo come si evolve la situazione...
-Kiya-
00mercoledì 11 marzo 2009 09:58
-francis-
00mercoledì 11 marzo 2009 11:13
Con ogni probabilità la mummia contenuta nel sarcofago del sacerdote Ankhpahered non è il religioso, anche se resta tutto da stabilire chi possa essere. A svelare la presenza dell'impostore è stata una moderna Tac fatta sulla mummia, che arriva dal museo archeologico e paleontologico di Asti, all'ospedale Fatebenefratelli di Milano con una tecnica spirale e un apparecchio a 16 strati.
Le 2.950 immagini prodotte sono servite per una ricostruzione in 3D che ha rivelato una serie di sorprese. Non solo, infatti, le bende della mummia non riportano il nome del defunto e mancano completamente gli amuleti che avrebbero dovuto accompagnare il suo viaggio nell'aldilà.
Il suo scheletro, pur integro, è parzialmente scomposto e il fulcro è formato non tanto dalle 24 vertebre mobili (tutte presenti) ma da 21 canne, probabilmente di papiro, che sorreggono il cranio. Una tecnica che fa pensare piuttosto a uno scheletro ricomposto su una barella e poi fasciato.
Inoltre, la parte inferiore presenta segni di artrosi. L'ipotesi è che la mummia lavorasse sforzando soprattutto le gambe. Difficile quindi che si tratti del sacerdote del dio Min, protettore della fecondità, di cui racconta il sarcofago datato fra la XXII e la XXIII dinastia, cioè fra il 945 e il 715 Avanti Cristo.
«Il sarcofago e il corpo - ha spiegato l'egittologa Sabina Molgora alla presentazione dei dati nella sede di Regione Lombardia - raccontano due storie diverse». Ora dall'incontro dei dati si cercherà di capire come le loro storie si incrociano: se il sarcofago è servito per una nuova sepoltura egizia, come a volte accadeva per risparmiare, se Ankhpahered è stato rubato e sostituito, magari per venderlo a qualche collezionista. Per questo i fautori del "Progetto Tac" ora vorrebbero esaminare la mummia col Carbonio 14 e stabilire il periodo della morte.

Qui le foto: www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?p=1&pm=1&IDmsezione=24&IDalbum=16287&tipo=FOTOGALL...
-francis-
00mercoledì 11 marzo 2009 11:57
L’ultimo segreto d’Egitto
La mummia forse è solo di un cadavere tarocco

E' davvero Ankhpakhered, il sacerdote del dio Min, divinità protettrice della sessualità, la mummia che riposa in un sarcofago effigiato con i geroglifici che ne raccontano la sua storia?

Dalla sofisticatissima Tac, realizzata con tecnica a spirale al Fatebenefratelli una settimana fa, sembrerebbe di no. L’usura degli arti inferiori, con calcificazioni evidenti sulle ginocchia, ci racconta la storia di una persona abituata a svolgere lavori pesanti, più umili.

Un personaggio che gravitava intorno ad un tempio. Ma non certamente un sacerdote. E non solo. «Non sono state riconosciute nelle garze - racconta Anna Pieri, l’egittologa che insieme alla collega Sabina Malgora è curatrice del progetto di ricerca sulla mummia conservata al Museo Civico e paleontologico di Asti - le caratteristiche delle classiche procedure di imbalsamazione. Manca il nome del defunto sulle bende e mancano del tutto gli amuleti per la protezione e la sopravvivenza nell’aldilà. Questi reperti erano un corredo essenziale del defunto».

L’altro elemento che genera molti dubbi sulla vera identità della mummia è la composizione anarchica «dei segmenti scheletrici». A parte lo scheletro risultato intero dalla Tac, per il resto tutto «è sistemato alla rinfusa», non in linea con le caratteristiche di un corpo mummificato: i piedi non sono in posizione ma collocati fra i femori, le ossa delle mani sono scomposte e posizionate nella cassa toracica, le costole sono affastellate con denti, ossa della mano e parte di un piede.

Aspetti insoliti che fanno pensare all’ipotesi di una mummia raffazzonata, magari messa insieme nel Settecento, quando la moda egizia favoriva il mercato delle mummie «fai da te». Singolare, poi, anche il sistema utilizzato per tenere in asse il «cranio, attraverso l’utilizzo di 21 canne di papiro» e l’enorme quantità di bende «raggomitolate» e sistemate negli spazi vuoti degli elementi scheletrici «per fare da riempimento».

Ma come mai è stato deciso di sottoporre la mummia alla Tac? «Tutto è nato - conclude Pieri - quando con il primo restauro della mummia c’è stata la necessità preliminare di sottoporla ai raggi x. In futuro ci piacerebbe fare una datazione con radio carbonio, analisi chimiche ancora più complesse».

(Fonte: Il Giorno)
EGIZIA72
00mercoledì 11 marzo 2009 15:53
La TAC sulla Mummia : sorpresa, nel sarcofago c'è un impostore ?
Si sta facendo sempre più appassionante il "giallo" della mummia egiziana che ieri è stata sottoposta ad una tac per identificarne il contenuto, e di cui vi abbiamo parlato qui a Mysterium.

Con ogni probabilita' la mummia contenuta nel sarcofago del sacerdote Ankhpahered infatti, non e' il religioso, anche se resta tutto da stabilire chi possa essere.

A svelare la presenza dell'impostore e' stata una moderna Tac fatta sulla mummia, che arriva dal museo archeologico e paleontologico di Asti, all'ospedale Fatebenefratelli di Milano con una tecnica spirale e un apparecchio a 16 strati.

Le 2.950 immagini prodotte sono servite per una ricostruzione in 3D che ha rivelato una serie di sorprese. Non solo, infatti, le bende della mummia non riportano il nome del defunto e mancano completamente gli amuleti che avrebbero dovuto accompagnare il suo viaggio nell'aldila', ma il suo scheletro, pur integro, e' parzialmente scomposto e il fulcro e' formato non tanto dalle 24 vertebre mobili (tutte presenti) ma da 21 canne, probabilmente di papiro, che sorreggono il cranio.

Una tecnica che fa pensare piuttosto a uno scheletro ricomposto su una barella e poi fasciato. Inoltre, la parte inferiore presenta segni di artrosi.

L'ipotesi e' che la mummia lavorasse sforzando soprattutto le gambe. Difficile quindi che si tratti del sacerdote del dio Min, protettore della fecondita', di cui racconta il sarcofago datato fra la XXII e la XXIII dinastia, cioe' fra il 945 e il 715 Avanti Cristo.

"Il sarcofago e il corpo - ha spiegato l'egittologa Sabina Molgora alla presentazione dei dati nella sede di Regione Lombardia - raccontano due storie diverse". Ora dall'incontro dei dati si cerchera' di capire come le loro storie si incrociano: se il sarcofago e' servito per una nuova sepoltura egizia, come a volte accadeva per risparmiare, se Ankhpahered e' stato rubato e sostituito, magari per venderlo a qualche collezionista.

Per questo i fautori del 'Progetto Tac' (oltre a Molgora, l'egittologa Anna Pieri, il direttore del dipartimento Materno infantile del Fatebenefratelli, Luca Bernardo e il referente di Neuroendoscopia, Antonio Pieri) ora vorrebbero esaminare la mummia col Carbonio 14 e stabilire il periodo della morte. Intanto Pieri e Molgora presenteranno i dati raccolti finora al convegno 'Mummies and Life Sciences Congress' a Bolzano dal 19 al 21 marzo e stanno cercando una sede dove riproporre la mostra 'Ur Sunu - grandi dottori nell'antico Egitto' con cui e' nata la collaborazione coi medici del Fatebenefratelli.

"A questo punto - ha concluso Bernardo - ci si puo' domandare se le mummie dei musei che non sono state analizzate sono davvero mummie dell'antico Egitto".

fonte ansa - www.ansa.it

pizia.
00giovedì 12 marzo 2009 14:01
Il linguaggio dei giornalisti è sempre più volgarizzato, così riesce sempre ad essere inopportuno.
Ma una mummia non è un impostore, ma è un cadavere conservato.
Che giunga a noi completo di sarcofago oppure no non rende il morto più o meno ingannatore, semplicemente il sarcofago racconterà una storia e i resti umani ne racconteranno un'altra, così come sottolinea la dottoressa Malgora.
Le analisi del sarcofago, in particolare quella filologica, hanno dato alcuni risultati riguardanti esso: datazione, nome del proprietario, mestiere, ecc.
Il corpo al suo interno darà informazioni del tutto diverse, ma non è un problema se non sarà egli il sacerdote di Min nominato sull'involucro, saranno importanti lo stesso le informazioni su quest'altro uomo.
Se dovesse rivelarsi non egizio potrà arricchire le conoscenze antropologiche di un'altra epoca, non sarà più al centro dell'attenzione degli egittologi ma di altri studiosi.
Ma se dovesse rivelarsi egizio comunque, sacerdote o no, nobile o no, non perderà certamente valore anche se i giornalisti sono sempre pronti a scrivere titoli sensazionalistici e risolutivi in cui si vorrebbe riassumere con poche parole un ragionamento lungo pagine e pagine.
Invece di voler dare ipotesi, tesi e soluzione tutto nello stesso titolo, perché non dire le cose come stanno?

Ad esempio:
Tac sulla mummia 94 di Asti: l'occupante non è il sacerdote proprietario del sarcofago.
seguono 25 righe in cui spiegare perché, senza giudicare o dare titoli.
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