La mummia di Ramesse II: studio paleopatologico su un faraone del XIX dinastia

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-Kiya-
00sabato 25 aprile 2009 23:27
La morte di un Grande Re
Nato intorno al 1314 a.C., Ramesse II, terzo faraone della XIX dinastia, crebbe accanto a suo padre, Sethi I, prima di succedergli al trono nel 1279 a.C. circa.

Grande costruttore, come testimoniano templi e palazzi che gli sono stati attribuiti, Ramesse regnò per tantissimi anni, più o meno 67.
Un regno coronato da lodi, per battaglie e conquiste degne di un eroe.
Longevità, fama e ricchezza sono quindi i tratti caratterizzanti la Sovranità di questo Re sulle Due Terre.
Accanto a lui donne che pareggiarono con la bellezza il valore del Re, come mostrano i rilievi e le statue che hanno immortalato per sempre la splendida Nefertari, Colei per la quale lo stesso sole splendeva.
Un valore, quello di Ramesse II, che gli sopravvisse, registrato sulla pietra, elemento immortale. Così è giunto fino a noi, anche per mezzo dell'obelisco che troneggia in Place de la Concorde, a Parigi. Un'iscrizione posta sul monolite, infatti, recita:

"Ramesse, conquistatore di tutti i popoli stranieri, Re dei Re, Ramesse che ha combattuto contro milioni di persone, chiede che il mondo intero si prosti innanzi a lui, secondo i desideri di Suo Padre Amon".

Correva il nostro anno 1213 a.C., era il 19° giorno del primo mese della stagione di Akhet, quando probabilmente Ramesse si spense nella sua capitale PI-Ramesse, dove il suo corpo fu affidato ai sacerdoti affinchè ne curassero l'imbalsamazione.
Un ultimo viaggio sul Nilo, verso Sud, ne avrebbe condotto le spoglie nella Valle dei Re, dove una sontuosa tomba, oggi nota come la KV7, lo attendeva.

Trascorsi più o meno 200 anni da quel giorno, Tebe fu teatro di disordini.
A quel tempo, una nuova Dinastia, la XX, deteneva il potere ed esercitava il suo controllo da Tanis, nel Delta. Ma in quel di Tebe i Sacerdoti di Amon si videro costretti a fronteggiare invasioni di libici e rivolte interne.
La Valle fu soggetta a ripetuti saccheggi, la tomba di Ramesse II fu violata, la mummia profanata e spogliata dei suoi tesori.
Il Grande Sacerdote Herihor intervenne a salvaguardare le mummie reali e ne dispose il trasferimento in un nascondiglio sicuro. Un certo numero di esse fu deposto all'interno delle tombe di Sethi I e Amenhotep II. Fra queste anche quella del Grande Re.
Il problema non si risolse. La tomba prescelta si rivelò essere troppo esposta. Le spoglie di Ramesse II, e quelle degli altri Sovrani, subirono un nuovo trasferimento. Per Ramesse II, suo padre ed altri si scelse la tomba di Inhapi, una Regina della XVII Dinastia. Soltanto pochi giorni dopo, Ramesse II e altri Grandi d'Egitto troveranno definitiva collocazione nella cosiddetta Cachette di Deir el-Bahari.

Finalmente Ramesse II potè riposare.
Un riposo durato più di 2800 anni.
-Kiya-
00sabato 25 aprile 2009 23:44
La scoperta della Cachette di Deir el Bahari
Tra il 1871 e il 1878 un certo numero di oggetti, recanti svariate titolature reali, fecero la loro comparsa sul mercato di antichità del Cairo.
Gaston Maspero, l'allora Direttore del Servizio per le Antichità, ritenne opportuno aprire un'inchiesta, giungendo così allo smantellamento di una vasta rete di trafficanti. Era il 1881.
Furono necessarie soltanto 48 ore per individuare e svuotare la Cachette. Le mummie rinvenute furono trasportate a Bulaq, sotto scorta armata, presso il Museo delle Antichità voluto da Auguste Mariette. Qui trovarono posto, in una Sala dedicata, poste in apposite vetrine.
Nel 1886 il Pacha Egiziano ordinò lo sbendaggio della mummia di Ramesse II.
Nel 1907, Pierre Loti, in visita al Museo, accertò la presenza di funghi sui resti del Re. Fu immediatamente predisposto un bagno al mercurio, nel tentativo di arrestarne la proliferazione.
L'accesso alla sala viene interdetto al pubblico.
Nel 1935, Etienne Drioton, successore di Pierre Lacau in qualità di Direttore del Servizio per le Antichità, prendendo possesso dell'antica casa di Gaston Maspero, con sorpresa, scoprì che le mummie degli antichi sovrani d'Egitto si trovavano poggiate al muro del salone. Ne intimò l'immediato trasferimento all'interno del Museo, dove ebbe inizio il loro lento degrado.
-Kiya-
00sabato 25 aprile 2009 23:55
Interviene il Governo Francese
Soltanto 40 anni dopo, nel 1975 qualcosa si mosse.
Il Dottor Maurice Bucaille allertò le autorità egiziane in merito al deplorevole stato in cui si trovava la mummia di Ramesse II.

I rapporti diplomatici tra i due governi giunsero alla decisione di affidare la mummia del Re alla Francia, affinchè si potesse procedere con adeguati esami e relativi trattamenti.
Il 26 settembre 1976, la mummia di Ramesse arrivò nell'aeroporto di Bourget, dove si trovava ad attenderla un comitato degno di un Capo di Stato. Successivamente venne condotta al Museo dell'Uomo di Parigi, dove restò per otto mesi.

Circa 50 specialisti delle discipline più disparate si occuparono della mummia, dei suoi tessuti, del sarcofago. Ogni cosa venne minuziosamente studiata e radiosterilizzata ai raggi gamma presso la centrale nucleare di Saclay. Il 10 maggio 1977, Ramesse II poté tornare a casa.
-Kiya-
00domenica 26 aprile 2009 00:20
L'esito delle analisi: la bara
La mummia di Ramesse II, al momento del rinvenimento si trovava in una bara lignea di forma Osiriaca. Gli occhi erano dipinti, i tratti evidenziati in nero e le mani stringevano lo scettro e il flagello, simboli di regalità. Ma non si trattava della bara originale, la quale era probabilmente andata distrutta ad opera dei profanatori.

Essa mostra, al livello del torace due iscrizioni in ieratico, scritte con l'inchiostro; una terza si trova sul bordo esterno del coperchio, al livello della sommità della testa.
Si tratta delle registrazioni relative ai trasferimenti della mummia, avvenute in più fasi:

La prima riporta la data dell'anno VI di Ramesse XI e relaziona il trasferimento della salma dalla sua tomba a quella di Sethi I.
La seconda risale al X anno di regno di Siamon e testimonia il trasferimento della mummia dalla tomba di Sethi I a quella di Inhapi.
Infine, l'ultima, successiva di soli 3 giorni, conferma il trasferimento della mummia dalla tomba di Inhapi alla Cachette di Deir el-Bahari.
-Kiya-
00domenica 26 aprile 2009 00:38
L'aspetto esteriore della mummia
Apprendiamo dalle dirette parole di Maspero, come si presentava la mummia al momento dello sbendaggio:

"il volto della mummia rende sufficientemente l'idea di quello che doveva essere l'effettivo volto del Re, mentre era in vita: un'espressione poco intelligente, forse leggermente bestiale, ma di una tal fierezza, di una tale ostinazione e un'aria di maestà sovrana, che ancora persistono sotto il risultato grottesco dell'imbalsamazione".

La mummia misura ancora 1,72 mt e non presenta alcuna traccia di trauma ante-mortem. Solamente il taglio dell'eviscerazione, slabbrato, si mostra evidente al livello del fianco sinistro.

Ramesse II era leucoderma (affetto da una malattia della pelle che causa la totale o parziale perdita della pigmentazione) e aveva i capelli rossi. Il suo profilo aquilino e il mento corto gli attribuivano un'aria autoritaria. I lobi delle orecchie forati dovettero sopportare i pesanti orecchini d'oro, tra i rari oggetti del tesoro giunti fino a noi, a dispetto di furti e profanazioni.
L'avambraccio sinistro è posato sull'avambraccio destro, contrariamente alla disposizione rituale che ci risulta inversa.



-Kiya-
00domenica 26 aprile 2009 01:08
Gli esami realizzati al Museo dell'Uomo di Parigi
Prelievi effettuati sopra, sotto e all'interno della mummia, ma anche sulla bara e sulle bende, furono analizzati da una quindicina di laboratori specializzati in crittogamia, entomologia, botanica, biologia, palinologia (la scienza che studia i pollini e le spore), impegnando una cinquantina di ricercatori e di tecnici.

Tali esami dimostrarono che:


    - contrariamente a quanto si è dimostrato evidente per molte altre mummie, la "malattia" che affliggeva la mummia di Ramesse II non era di natura batterica;

    - si riscontrò una scarsa presenza di insetti, come conseguenza dell'azione di insetticidi periodicamente utilizzati al Museo del Cairo.

    - si rilevò la presenza di milioni di pollini, provenienti dalla contaminazione moderna della mummia, ma soprattutto presenti nelle basi degli unguenti e degli oli essenziali utilizzati dagli imbalsamatori. Furono individuati pollini pesanti appartenenti ai cereali che si coltivavano nel Delta, pollini di camomilla, platano, tiglio, salice, ranuncolo. Ma risultarono del tutto assenti i pollini di piante acquatiche del Nilo.

    - Grani di sabbia di origine desertica e marina incollati ai capelli del Re provarono che la preparazione della mummia fu realizzata in prossimità della capitale del nord, nel Delta;

    - La mummia, le sue bende e la sua bara erano state colonizzate da funghi che ne provocavano la degradazione lenta, ma continua.


Per arrestare questo processo fu indispensabile distruggere la colonia di crittogami. Si rese quindi necessaria la sterilizzazione della mummia.

Il Commissariato per l'Energia Atomica propose di sottoporre la mummia ai raggi gamma, metodo già utilizzato con successo per la salvaguardia dei documenti artistici ed archeologici. Questa tecnica avrebbe assicurato una sterilizzazione omogenea della mummia, un involucro ermetico mirato a costituire una prevenzione efficace da nuove contaminazioni.
L'irradiazione ebbe luogo il 9 maggio 1977, nella cellula Poseidon della Sezione di Chimica Applicata dei Polimeri e delle irradiazioni, a Saclay. L'attività totale delle sorgenti utilizzate fu pari a 160.000 curies e la durata dell'irradiazione di 12 ore e 40 minuti.
-Kiya-
00domenica 26 aprile 2009 02:04
Le radiografie e gli esiti
Le analisi radiografica e xeroradiografica realizzate presso il Museo dell'Uomo di Parigi dal Prof. Fauré e i Dott. Bard e Massare, furono rese assai complesse dall'impossibilità di manipolare la mummia.

Tuttavia, una copertura radiografica a tutti gli effetti eccezionale, per la qualità degli esiti ottenuti, fu realizzata dal Prof. Clement Fauré, a completamento di quella eseguita dai dr. El Meligiy e Ramsiys, sotto la direzione del Prof. Kassem.
Inoltre, in quell'occasione, furono eseguite delle xerografie dai dr. Bard e Massare, come anche delle cromodensitografie dai dr. Thuilliez e Lichtenberg.
Le radiografie del cranio di Ramesse II, eseguite dal Prof. Fauré, rivelarono che i 2/3 della parte posteriore della scatola cranica sono occupati dalle resine introdotte dopo la rimozione della materia celebrale, attraverso la perforazione dell'etmoide (sottile parete d'osso posta tra naso e cranio). La posizione della mummia, in decubito dorsale durante l'opera di mummificazione giustifica il livello orizzontale delle resine.





Il naso venne riempito con piccoli grani di diametro pari a circa 3 mm, di origine vegetale (piper nigrum - una varietà di pepe), destinati a prevenire l'affondamento dei tessuti molli del naso dopo la mummificazione. L'apertura delle cavità nasali venne ostruita per mezzo di sostanze lenticolari di 3 x 1,5 cm, probabilmente tappi in resina.





Lo stato dentario risultò pessimo: si notò l'abrasione delle superfici occlusali, la riduzione di alcuni denti allo stato di radici e la presenza di lesioni periapicali, l'assenza degli incisivi e di alcuni canini, l'assenza di premolari e molari. La distruzione del tessuto dentario riguardava l'insieme della dentatura. Non furono accertate tracce di trattamenti dentari o di ricostruzione protesica.
La determinazione dell'età, con l'applicazione del metodo messo a punto da Henri Lamendin, indicò che il decesso avvenne intorno agli 80 anni (+/- 5 anni).





Le altre radiografie del corpo di Ramesse II rivelarono:


    - la presenza di una frattura del rachide, tra la 6^ e la 7^ vertebra, provocata dalla chiusura del coperchio della bara sul corpo mummificato;

    - la probabile rottura della calotta della spalla destra, unilaterale e forse post-traumatica;

    - una cifo-scoliosi dorsale alta;

    - una perdita di sostanza parietale ovoide sovrapposta alla cresta iliaca sinistra;

    - una neo-artrosi omero-acromiale superiore destra (retrazione del tendine);

    - ateroma (placca di materiale lipidico) calcificati delle arterie iliache, delle femorali e delle arterie delle gambe;

    - numerose screpolature del rivestimento cutaneo irrigidito dal processo di mummificazione. Il susseguirsi di variazioni di temperatura e di umidità a cui il corpo di Ramesse II fu sottoposto, in seguito al suo sbendaggio, provocarono queste fessure, assai nefaste per la conservazione della mummia.

    - la completa castrazione a filo del pube;

    - due fratture a livello dei piedi: una pre-morte al livello della prima falange del terzo dito sinistro, che presenta un callo osseo da guarigione e l'altra post mortem, sulla prima falange del secondo dito destro.
-Kiya-
00domenica 26 aprile 2009 02:14
Conclusioni
Gli esiti delle analisi condotte sulla mummia di Ramesse II dimostrano che ci troviamo al cospetto di un uomo di circa 80 anni, che soffriva di problemi standard per una persona della sua età: problemi vascolari, articolari e dentari che pregiudicarono, con ogni probabilità, gli ultimi vent'anni di regno del faraone.
Nessun trattamento poteva lenire il dolore provocato dai problemi indicati e, all'epoca, nessuna protesi dentaria era stata realizzata a poter sopperire all'assenza dei numerosi denti perduti.

Nonostante questo, c'è chi ha affermato, a tortonaturalmente, che sulla mummia di Ramesse II furono individuati denti artificaili fissati con filo d'oro. Notizia che indubbiamente risulta smentita anche dai risultati qui proposti.




[fonte di riferimento: www.bium.univ-paris5.fr a cui appartengono le immagini proposte]
roberta.maat
00domenica 26 aprile 2009 12:22
Molti anni fà mi capitò di leggere, purtroppo non so più risalire alla fonte, che la mummia del faraone, durante la sosta in un corridoio del museo dell'uomo a Parigi ebbe un comportamento che gettò nel panico i presenti. Sembra che improvvisamente un braccio si sollevò,cosa che peraltro fu giustificata da una reazione dei tessuti agli sbalzi termici.
Un aneddoto che probabilmente non può essere confermato che che mi fa riflettere sulla anomala posizione invertita delle braccia....potrebbe essere vero ?
In ogni caso ricordo che l'autore dell'articolo che riferiva del movimento non mancò di aggiungere che Ramses non finisce mai di stupire e che la sua mummia aveva contribuito a sottolineare la sua irriducibile regalità.
-Kiya-
00domenica 26 aprile 2009 15:00
possibile che il braccio, anzi le braccia (se se ne fosse mosso uno soltanto sarebbe tornato nella posizione iniziale) ebbero un movimento tale da giustificare un'inversione della posizione?
Onestamente, anche con l'intervento di un cambio di temperatura/umidità, non lo reputo possibile.


Forse, più semplicemente, a causa dei problemi riscontrati alle articolazioni, il movimento degli arti, era di per sè parecchio limitato, tanto da indurre a modificarne la postura.
-Kiya-
00domenica 26 aprile 2009 15:34
A quanto riportato in questa sede, tra l'altro, è legato l'episodio del "furto" di capelli e bende, sottratti dalla mummia di Ramesse. Episodio di cui abbiamo trattato qui:

freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=5474693

Fu, infatti uno dei tecnici che presero parte all'analisi della mummia a sottrarne elementi, che il figlio recentemente cercò di vendere tramite internet. Il fatto provocò l'indignazione del Governo Egiziano, com'era lecito e, soprattutto, la rabbia di Hawass.
Proprio Hawass, in un recente articolo pubblicato su Al-Ahram Weekly, riapre la questione, facendo affermazioni anche pesanti a proposito dell'iniziativa presa dai francesi in quel lontano 1976.

Secondo il Segretario dello SCA, infatti, la mummia di Ramesse non aveva alcun problema e non necessitava di alcun intervento (la lettura di quanto qui sopra riportato, lascerebbe intuire una ben diversa realtà... causata proprio dall'incuria a cui è stata sottoposta la mummia).
Dietro all'intenzione dei francesi di analizzarla a scopo di trattamento, quindi, si celava ben altro interesse.
Hawass sostiene che i francesi, convinti del fatto che Ramesse II fosse il faraone indicato dalle Sacre Scritture, quale protagonista dell'Esodo Ebraico, cercassero piuttosto tracce e prove che potessero confermare la loro ipotesi.

In questo lungo articolo, inoltre, si sofferma proprio sulla questione delle braccia del Re, sostenendo che non vi è nulla di anomalo. Conferma che il braccio sinistro si trovi sopra quello destro, ma sottolinea che in questa posizione non vi è nulla di strano e che sono molte le mummie reali inumate così.
Riferisce, inoltre, che si è inteso attirare l'attenzione sulla presenza di sale all'interno della mummia, con l'unico scopo di affermare che il Re fu esattamente il Faraone che nei passi della Bibbia compare come colui che seguì fino al Mar Rosso gli Ebrei, in fuga dall'Egitto.

Come potete appurare, tuttavia, non si fa alcun riferimento a tracce di sale rinvenute nelle spoglie di Ramesse. Si cita semplicemente la presenza di sabbia marina tra i capelli, ma con il solo scopo di confermare che l'imbalsamazione ebbe luogo a Pi-Ramesse, nel Delta del Nilo.

Hawass, quindi, conclude il suo scritto, con un'affermazione molto forte, sostenendo che i risultati scaturiti non sono attendibili, in quanto l'analisi non è stata condotta nel rispetto dei dovuti criteri scientifici. Aggiunge inoltre che, preso atto delle questioni che hanno avuto origine da questo intervento, concedere ai francesi di operare sulla mummia del Re sia stato un grosso errore.

Naturalmente, presto la mummia di Ramesse II sarà sottoposta al test del DNA e all'analisi del CT-Scan, con l'intento di ricostruire il suo albero genealogico e, non ultimo, quello di stabilire se effettivamente sia Ramesse II il faraone dell'Esodo.
-francis-
00domenica 26 aprile 2009 15:51
Credo sia opportuno, per fugare dubbi e perplessità, sottoporre la mummia di Ramesse II ad ulteriori esami ed analisi. Il tutto, però, in sede ottimale che non danneggi ulteriormente la mummia.
Per il sale rinvenuto nella mummia, da quello che ricordo, il problema sorse per quella di Ramesse III.
antonio crasto
00domenica 26 aprile 2009 16:16
Re:
-Kiya-, 26/04/2009 15.34:


...
Naturalmente, presto la mummia di Ramesse II sarà sottoposta al test del DNA e all'analisi del CT-Scan, con l'intento di ricostruire il suo albero genealogico e, non ultimo, quello di stabilire se effettivamente sia Ramesse II il faraone dell'Esodo.



Non mi pare che esistano problemi nell'albero genealogico di Ramesse II, almeno fino alla generazione del nonno. Io ritengo Ramesse I figlio di Mutnodjemet per cui l'esame del DNA mitocondriale delle mummie di Ramesse I, Sethy I e Ramesse II e Mutnodjemet potrebbe fornire qualche risposta in tal senso.

In merito agli esami condotti sulla mummia di Ramesse II, mi pare di ricordare che essi fornirono due risultati sconvolgenti. Sarebbero state trovate tracce di cocaina e tabacco, elemnti che non dovrebbero essere conosciuti dagli Egizi. E' stato ipotizzato che in Egitto crescessero forme ormai scomparse delle due piante o che gli Egizi avessero contatti con le due Americhe.


-Kiya-
00domenica 26 aprile 2009 21:10
Probabilmente l'intenzione è proprio quella, ovvero verificare il lignaggio di Ramesse II, indietro fino a Ramesse I, attraverso le mummie note, per individuarne altre tra quelle non note.
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