Giza: Torna l'ipotesi del cemento dei Faraoni

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-Kiya-
00martedì 5 dicembre 2006 00:12
Tratto da "La Stampa" del 04/12/2006

Gli antichi egiziani costruivano le piramidi utilizzando, soprattutto nelle parti alte delle costruzioni, una sorta di cemento con il quale riempivano blocchi di pietra in precedenza scavati, piuttosto che portare in cima pesanti pietre.

Questo il sorprendente risultato di una ricerca condotta da una quipe di scienziati franco-statunitensi e del quale dà notizia oggi il Times on line. La ricerca aggiunge altri dati sul fatto che gli artigiani dei faraoni fossero in possesso di particolari tecniche e materiali per lavorare le pitere che formano la piramide di Cheope e le altre.

Nonostante questo risultato, sono ancora numerosi gli studiosi che respingono l’idea del cemento avanzata per primo negli anni ’70 del secolo scorso da Joseph Davidovits.

Le pietre, secondo gli storici e gli archeologi venivano tagliate nelle vicine cave e poi posizionate da migliaia di lavoratori magari anche con l’ausilio di leve. Fino ad oggi era stato difficle per gli scienziati distinguere fra la pietra calcarea naturale e quella «ricostituita» da calcare liquefatto.

Ma, secondo il professor Gilles Hug, dell’Agenzia di ricerca aerospaziale francese e il suo collega Michel Barsoum dell’università di Philadelphia, le parti superiori delle piramidi di Giza consiste di due tipi di pietre: una naturale e una creata dall’uomo.

I due studiosi hanno utilizzato raggi X, lampade al plasma e microscopi elettronici per studiare piccoli frammenti delle piramidi e quelli delle cave di Toura e Maadi. Essi hanno trovato «tracce di una rapida reazione chimica che non permette la cristallizzazione naturale. La reazione sarebbe inesplicabile se le pietre venissero direttamente dalle cave, ma perfettamente comprensibile se esse fossero fatte di cemento».

I due studiosi sono convinti che il cemento venisse usato solo per le parti più alte delle piramidi. Il materiale veniva ottenuto con calcare tenero immerso poi in vicine pozze d’acqua del Nilo fio a creare una sorta di fango. A questa «pappa» venivano aggiunti cenere e sale e quando l’acqua evaporava rimaneva una mistura simile all’argilla. Questa veniva poi versata in contenitori di legno fino alla completa essicazione.
Hatshepsut76
00martedì 5 dicembre 2006 00:34
ipotesi interessante... non so... direi cheun cemento come quello che abbiamo noi oggi non era possibile, però, conoscendo la loro mentalità, forse un minimo accenno poteva essere plausibile...
meren
00martedì 5 dicembre 2006 09:04
In effetti, se questa ipotesi fosse confermata (magari anche dal ritrovamento di qualche iscrizione dell'epoca sul tipo di lavorazione di questa sorta di cemento), molte cose si spiegherebbero più facilmente...
-Kiya-
00martedì 5 dicembre 2006 10:53
Re:

Scritto da: meren 05/12/2006 9.04
In effetti, se questa ipotesi fosse confermata (magari anche dal ritrovamento di qualche iscrizione dell'epoca sul tipo di lavorazione di questa sorta di cemento), molte cose si spiegherebbero più facilmente...



L'argomento in questione è già stato ampiamente trattato a partire dagli anni '70 da parte del prof. Davidovitz, il quale sosteneva di aver individurato sulla Stele della Carestia l'elenco degli elementi utilizzati per produrre questo amalgama.

Per non ripetermi, dai un'occhiata qui:
Maat Ka Ra
00martedì 5 dicembre 2006 12:21
si, l'avevo visto anche io questo trafiletto sulla Stampa. Trovo vergognoso che un quotidiano che dovrebbe avere una certa serietà spacci per certe delle ipotesi non confermate, anzi, che per di più risalgono agli anni '70. C'è un giovane studioso, mi sembra americano che ultimamente ha deciso di rispolverare queste teorie per creare un po' di rumore attorno a sè.....non stupiamoci più di nulla: tutto è calcolato nelminimo dettaglio, creare voci su di sè porta la gente a far parlare di sè e, quindi ad acquisire popolarità....
Hawass ha commentato la cosa chiedendo al personaggio in questione dove avesse preso i campioni da esaminare, perchè i punti accessibili all'interno della piramide sono stati restaurati e dove non si trova pietra, ci sono inserti di malta e simili che sono assolutamente recenti. La sola cosa che può aver scoperto questo geologo è da quale cava sia stata estratta la sabbia per il cemento e quale ditta avesse l'appalto per il restauro.
Ma pensatieci bene, quanto può essere credibile una cosa simile???? [SM=x822728]
iset83
00mercoledì 6 dicembre 2006 13:00
Che gli Egizi possano aver creato una malta di questo tipo nn mi sorprende affatto, erano talmente ingegnosi e intelligenti che potrebbero esserci relmente riusciti!( se ti ricordi ti avevo parlato di un derivato del piombo difficile da ottenere anche oggi che loro però erano riusciti a ricavare). Però sono ansiosa di sapere cosa risponderà questo geologo alla domanda di Hawass... [SM=x822716] Dal '70 ad oggi, con tutti i test fatti sulle piramidi, possibile che nessuno, prima di lui abbia confermato quanto detto da Davidovitz [SM=x822741] Mi sembra proprio strano... [SM=x822718]
-Kiya-
00mercoledì 6 dicembre 2006 19:46
alla luce di quanto sopra, credo possa rivelarsi quanto meno interessante la lettura del volume di Davidovitz.... se non altro per avere un quadro chiaro della sua teoria [SM=x822706]
Maat Ka Ra
00mercoledì 6 dicembre 2006 21:50
...si....sapete come la penso..... [SM=x822728]
devo elasticizzarmi, lo so!
-Kiya-
00venerdì 8 dicembre 2006 00:35
Aggiornamento
Una recente ricerca invece ha fatto emergere che gli antichi egizi utilizzavano il cemento per riempire lo spazio che presente all'interno di blocchi di pietra che venivano scavati prima di essere portati fino in cima. Insomma un metodo ingegnoso per alleggerire le pesanti pietre.

A darne notizia è stato il Times online che ha riportato i risultati di una ricerca portata avanti da un equipe di scienziati franco-statunitensi.

Insomma già per costruire piramidi come quella di Cheope, gli inegneri dei faraoni, avrebbero avuto a loro disposizione delle tecniche sconosciute per chi li ha succeduti e che avrebbero avvolto queste mitiche costruzioni in un fitto mistero.

In realtà, già negli anni '70, Joseph Davidovits, aveva avanzato l'ipotesi dell'utilizzo del cemento. Gli studiosi dell'epoca e molti dei giorni nostri, non hanno esitato a respingerla.

Naturalmente non tutte le pietre avrebbero questo "riempimento". Secondo il professor Gilles Hug e il suo collega Michel Barsoum, il cemento avrebbe riempito soprattutto le cavità delle pietre destinati ai piani alti delle piramidi di Giza. Per il resto si sarebbe trattato di rocce calcaree naturali.

Per portare avanti questo studio i massi sono stati vagliati dai raggi X, lampade al plasma e da microscopi elettronici che hanno scandagliato i frammenti ritrovati nei momumenti egizi e quelli rinvenuti nelle cave di Toura e Maadi. Sarebbero arrivati alla conclusione del cemento facendo un'osservazione. Infatti all'interno delle pietre in questione si sarebbe realizzata una rapida reazione chimica che non permette la cristallizzazione naturale, reazione che avverrebbe in natura.

Per la creazione del cemento gli egiziani avrebbero utilizzato il calcare tenero mischiato all'acqua del Nilo. Questo fando veniva poi arricchito da cenere e sale. Dopo l'evaporazione dell'acqua, quello che si otteneva era una sorta di argilla, che veniva fatta essiccare in alcuni contenitori di legno.
Teie
00venerdì 8 dicembre 2006 10:30
Avevo già letto di questa ipotesi; Davidovits, dopo un attento esame, trovò capelli in campioni di pietra provenienti dalle piramidi e un altro studioso Edward Zeller trovò piccole bolle d'aria nella roccia.

Lo Stanford Research Institute e l'università Ain Sham del Cairo effettuarono un esame con onde ad alta frequenza e il risultato fu sorprendente: le stesse venivano assorbite uniformemente dai blocchi. Quindi affermarono che ciò era impossibile su roccia viva, ma era normale su pietra costruita artificialmente.

Non sarà cemento armato,in senso stretto, e sono un pò scettica, anche se credo sia realizzabile e possibile la tecnica usata, già con i mezzi di allora.

Sono veramente curiosa di sapere se ci saranno ulteriori notizie e approfondimenti.

Teie
-Kiya-
00venerdì 8 dicembre 2006 11:43
anche io attendo con trepidante curiosità ulteriori approfondimenti. Non posso negare che già a suo tempo, ero rimasta colpita e affascinata dalla teoria del Davidovitz, anche se l'ho sempre valutata con una buuona dose di scetticismo, che è d'obbligo in casi come questo.
Come già detto, non ho ancora affrontato la lettura del suo saggio, il quale, per una probabile complessità di linguaggio, mi incte un certo timore. Tra voi, qualcuno lo ha affrontato?
-Kiya-
00martedì 12 dicembre 2006 00:15
Zahi Hawass, interpellato in proposito, ha letteralmente deriso i fautori di questa teoria, affermando che non ha idea di come questi abbiano potuto procurarsi i campioni necessari allo studio, poichè non è stato concesso alcun permesso a riguardo. Aggiunge inoltre che a suo parere si tratta esclusivamente di politica a scopo pubblicitario.

Lo stesso Marc Lehner, contattato per un parere dagli scienziati, è molto cauto a riguardo, sottolineando che è fondamentale conoscere l'origine dei campioni.
Alterest
00giovedì 21 dicembre 2006 00:50
certo ke Hawass è eccezionale...Pare ci sia stato all'epoca dell'antico regno,,lui sentenzia, boccia, giudica ipotesi, .. [SM=x822706]

Ank'io sono a conoscenza di queste ipotesi.

Certo ke trasportare centinaia e centinaia di migliaia di blocchi da Assuan a Giza eè come trasportarli dalla Puglia a Bolzano..senza Tir, senza Gru, senza Ruspe..
Con questa ipotesi la cosa diventa + "umana"...per l'epoca.. [SM=x822708]
pizia.
00giovedì 21 dicembre 2006 11:49
Secondo me esiste una spiegazione logica alla teoria del cemento.
In fondo il cemento non è un'invenzione, è una scoperta.
Qualcuno osserva un giorno che un certo tipo di sabbia, bagnato con l'acqua, quando si solidifica diventa dura coma la pietra invece di ritornare sabbia.
Non è fantascientifico che presso un popolo che aveva già osservato che la corteccia del salice aveva delle proprietà medicinali non indifferenti e che usava spesso come materiale da costruzione l'impasto di terra e acqua facendolo semplicemente seccare qualcuno avesse notato il fenomeno.

Poi, per la mancanza di tutta una serie di premesse, la scoperta non ha avuto seguito.

L'architettura megalitica adottata dagli egizi non necessita di cemento per stare su, anzi, il semplice susseguirsi di corsi di pietra squadrata sovrapposti con la maggior precisione possibile conferisce ai manufatti un aspetto pulito ed essenziale fortemente ricercato anche nei rivestimenti lisci in fine calcare.

Durante la conferenza tenutasi al Politecnico di Torino il 24/05/06, il relatore della teoria sulla costruzione delle piramidi, dott. arch. Giuseppe Claudio Infranca, aveva accennato all'uso dell'acqua per il completamento di alcuni passaggi relativi al posizionamento dei massi.

Quest'acqua potrebbe essere stata responsabile di un rapido fenomeno carsico, accentuato dalla presenza di polveri cementifere mescolate al materiale da costruzione.

Forse le sue conclusioni sono contestabili su vari aspetti, ma non sono da cestinare in toto.

In alternativa si potrebbe valutare se la sola acqua meteorica avrebbe potuto causare un agglomerarsi delle particelle naturalmente presenti nelle commessure.

Se avete pazienza vi posto una foto. [SM=x822714] e poi continuo.
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