Da Alice.it: Akhenaton - "Il macabro segreto del Faraone"

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
-Kiya-
00lunedì 28 gennaio 2008 21:07
Una nuova scoperta degli archeologi getta ombre sul regno di Akhenaton, il padre di Tutankhamon. I sudditi morivano ancora adolescenti per soddisfare il suo ambizioso progetto di capitale



A distanza di millenni, le piramidi continuano a stupire per la loro maestosità. I monumenti dei faraoni sono però molto più di un prodigio della tecnica: la loro costruzione è frutto del sudore e delle sofferenza di generazioni e generazioni di sudditi, morti ancora adolescenti dopo una vita di privazioni. A far emergere il drammatico segreto delle piramidi è stata una recente scoperta di un gruppo di archeologi.

Gli scheletri rinvenuti nella città perduta di Amarna - la nuova capitale costruita su ordine del faraone Akhenaton 3500 anni fa - lasciano ben pochi dubbi: le persone comuni morivano in giovanissima età, per danni alla colonna vertebrale o per denutrizione.
I geroglifici del periodo spiegano che il faraone, padre del ben più celebre Tutankhamon, era deciso a creare in onore del dio Aton una città immensamente ricca, con maestosi templi, palazzi e tombe.
Con la moglie Nefertiti, partì quindi da Tebe, lasciandosi alle spalle gli antichi dei e sacerdoti, e condusse i suoi sudditi a 320 chilometri di distanza, verso nord, in un’inospitale pianura nel deserto. La nuova città, alloggio per circa 50 mila persone, venne costruita in 15 anni; subito dopo la morte del faraone, la capitale venne abbandonata al vento e alla sabbia: ci volle almeno un secolo di ricerche perché gli archeologi potessero riportarla alla luce.

I reperti ossei recentemente scoperti hanno permesso di tracciare un quadro più delineato della civiltà del periodo. Appartenevano a lavoratori della città, i cui resti rivelano il terribile prezzo pagato per soddisfare l’ambizioso sogno del faraone.
“Le ossa rivelano il lato oscuro di Akhenaton, che ha poco a che vedere con l’immagine che promosse, di fuga verso la luce del sole e verso la natura” ha spiegato il professor Barry Kemp che sta conducendo gli scavi.

I dipinti rinvenuti nelle tombe degli alti ufficiali del regno di Akhenaton mostrano tavoli imbanditi di ogni leccornia. Gli scheletri delle persone comuni rivelano però un’altra realtà: il cibo era scarso, soprattutto quello nutriente. La città dell’attenzione e della cura per i sudditi era un’utopia.
La popolazione di Amarna aveva la statura più bassa mai registrata nell’antico Egitto ed erano sfruttati fino alla morte per gli ambiziosi piani del faraone.

I templi e i palazzi richiedevano migliaia di larghissimi blocchi di pietra per prendere forma. Con temperature che superavano i 40 gradi, i lavoratori scolpivano i massi e li trasportavano per quasi 3 chilometri, dalle cave alla città.
“Questa gente lavorava davvero duramente e in giovane età – ha spiegato il professor Jerry Rose, dell’università dell’Arkansas, il cui gruppo di ricercatori sta analizzando le ossa di Amarna – l’incidenza di morti giovanili tra gli abitanti della città era sorprendentemente più alta di qualsiasi standard”. Pochissimi raggiungevano i 35 anni. Per due terzi della popolazione già superare i 20 anni era indice di buona fortuna.

Ma non era solo una questione di povertà. Anche il figlio di Akhenaton, il faraone Tutankhamon morì appena ventenne. Gli archeologi iniziano a pensare che ci possa essere stata un’epidemia, favorita dalla denutrizione. L’ipotesi sembrerebbe confermata anche dai reperti storiografici dei principali nemici degli egiziani, gli Ittiti, che parlano di una devastante epidemia nei loro territori scatenata da alcuni prigionieri egiziani catturati durante il regno di Tutankhamon. Non è del tutto improbabile – hanno concluso gli archeologi – che sia stata questo il motivo che ha decretato la fine della città di Amarna.



[l'articolo non riporta la firma dell'autore]
-Kiya-
00lunedì 28 gennaio 2008 21:48
Re:
Niente di nuovo sotto il .. Sole. E' proprio il caso di dirlo.

Il paragrafo di apertura, riferito alle piramidi, lascia chiaramente intendere che l'anonimo autore non rientra nella cerchia degli studiosi di settore. Assimilare le Piramidi ad Akhetaton è una "licenza cronologica" che non può essere concessa. Tuttavia l'errore citato permette di introdurre l'argomento dal mio personale punto di vista, volto a sottolineare che, ahimè, si moriva di stenti e in giovane età anche all'epoca della III dinastia.

Il rinvenimento del cimitero dei costruttori delle Piramidi non è notizia recente. Personalmente non ho approfondito a riguardo, ma credo che non si possa dire in proposito nulla di diverso da quanto leggiamo qui sopra.

Entrando poi nel vivo dell'argomento, vorrei sottolineare che il cimitero di Amarna, la cui scoperta è ausilio dell'Egittologo Barry Kemp (citato nell'articolo e a cui si riconducono le affermazioni...), il quale si dedica al sito da decenni ormai. La scoperta rientra tra quante ritenute tra le più importanti della storia dell'archeologia egittologica e la ragione è semplice: non abbiamo esempi simili da comparare. Città delle Piramidi a parte, della quale, ripeto, non ho avuto modo di leggere esaurientemente (forse, non lo escludo, anche perchè poco o nulla sul rinvenimento è stato pubblicato), il cimitero di Akhetaton è l'unico esempio di sepoltura relativa a gente comune che l'antico Egitto finora abbia restituito. Ragion per cui mi vien facile interrogarmi in proposito a quanto affermato nell'articolo, dove si legge che "gli scheletri rinvenuti lasciano ben pochi dubbi..." e, ancora, "il terribile prezzo pagato per soddisfare il sogno del Faraone", chiedendomi dove sia l'esclusività di informazioni riferita all'epoca del sovrano riformatore. Possiamo forse escludere che chi costruì immense porzioni del Tempio di Karnak vivesse una vita... disagiata? Abbiamo la certezza che fosse regolarmente sfamato? Inevitabilmente mi torna alla memoria il Papiro dello sciopero, risalente all'epoca di Ramesse III, nel quale si legge della rivolta operaia di Deir El Medina, scaturita proprio a causa delle insopportabili condizioni a cui gli stessi artisti del Faraone erano sottoposti.

Tralasciamo gli errori storici? No, direi proprio di no:

    1)Non è accertato che Akhenaton fosse il padre di Tutankhamon (conta secondariamente in questo contesto, ma la disinformazione va contrastata);

    2)"L'inospitale pianura" era una meravigliosa mezzaluna, riparata a est dalle montagne e bagnata dal Nilo a ovest, un'area fertile che permise ampie coltivazioni;

    3)La citta del Sole non venne eretta in 15 anni, ma soltanto in 5 (un termine assai più breve che fa la differenza, ulteriormente "agevolata" se teniamo conto che vi lavorarono circa 40.000 unità)

    4)La città restò celata per secoli non certo a causa della sua posizione, bensì perchè fu eretta con materiali meno resistenti, proprio per accelerare i tempi di edificazione e perchè non si avvalse di successive integrazioni o ristrutturazioni, al contrario degli altri siti, più lungamente occupati;

    5)Le "migliaia di larghissimi blocchi di pietra" altro non sono che le talatat. Innovazione introdotta proprio da Akhenaton, che rappresentavano, per dimensione, una minima parte dei blocchi impiegati per la costruzione delle Piramidi. Essi misuravano infatti poco più di un cubito di lunghezza, proprio per agevolarne il trasporto (era sufficiente una sola persona per ogni singolo blocco - un'accortezza degna di un tiranno?); non conosco l'ubicazione delle cave sfruttate per costruire Akhetaton, quindi non mi pronuncio sulle distanze percorse dagli operai, tuttavia non scordiamo che c'era il Nilo e che le barche erano strutturate per trasferire grossi quantitativi di materiale da costruzione.



Non discuto sulla precarietà delle condizioni in cui versava la gente comune, ciò che voglio sottolineare è che questa non fu certamente prerogativa dell'epoca di Akhenaton, a mio avviso in tale contesto esageratamente "tiranneggiato", in quanto individuo. In sostanza se dobbiamo considerare Akhenaton un tiranno, per le motivazioni qui addotte, quali lo sfruttamento, la precoce mortalità e la denutrizione del popolo operaio, allora dobbiamo fare lo stesso con tutti gli altri sovrani che hanno regnato su Kemet, dimenticando che era un onore per il popolo mettersi al servizio del Faraone, e quindi del Dio.

Riconosco maggiore attendibilità a quanto dichiarato in chiusura d'articolo, laddove ci si riferisce a una probabile epidemia, attestata da documenti ittiti, che possa essere ritenuta responsabile del declino di Amarna.
antonio crasto
00lunedì 28 gennaio 2008 22:29
Si tratta di una traduzione dell'articolo di John Hayes-Fisher leggibile al sito: news.bbc.co.uk/2/hi/science/nature/7209472.stm

Ho estrapolato alcuni passi dell’articolo, che sembra sia stato scritto sulla base di dichiarazioni dei professori Barry Kemp e Jerry Rose.

I reperti ossei recentemente scoperti hanno permesso di tracciare un quadro più delineato della civiltà del periodo. Appartenevano a lavoratori della città,

il cibo era scarso, soprattutto quello nutriente.

La popolazione di Amarna aveva la statura più bassa mai registrata nell’antico Egitto ed erano sfruttati fino alla morte

l’incidenza di morti giovanili tra gli abitanti della città era sorprendentemente più alta di qualsiasi standard

Pochissimi raggiungevano i 35 anni. Per due terzi della popolazione già superare i 20 anni era indice di buona fortuna.

Gli archeologi iniziano a pensare che ci possa essere stata un’epidemia, favorita dalla denutrizione.


Commenti:

Mi sembra di particolare importanza l’osservazione che gli operai che lavorarono ad Akhetaton avevano una statura più bassa rispetto alla media egizia. Mi sembra di poter escludere che il fatto possa essere connesso a malnutrizione o morte precoce per una epidemia. Ritengo che occorra accertarsi se non si possa parlare di una popolazione non egizia, per esempio prigionieri di guerra o addirittura gli ebrei.
In questo caso il quadro rispecchierebbe il racconto biblico, che vede gli ebrei costretti alla realizzazioni di mattoni per costruire alcune città.
Io non credo che Akhetaton, così come Waset, fosse edificata completamente in pietra. Le talatat erano, a mio parere, riservate ai templi, e forse alla reggia e alle case dei nobili.

La denutrizione così come l’epidemia potrebbero rientrare in una situazione di grave carestia, causata dal mancato straripamento del Nilo.
Alcuni ricercatori hanno già avanzato l’ipotesi che l’Egitto si sia trovato proprio in quel periodo in un’emergenza sanitaria dovuta alla peste.
Le lettere di Akhetaton confermano la diffusione della peste in un’area abbastanza grande. E’ importante al riguardo la lettere del re di Cipro, il quale si scusa per non aver mandato rame, in poiché tutti gli uomini addetti alle miniere erano morti per il terribile morbo.

Nel mio libro ho ipotizzato che sia stata proprio questa emergenza sanitaria a consigliare la differenziazione delle regge, una a Malgata con Amenhotep III e l’altra ad Akhetaton con Amenhotep IV / Akhenaton.

Gli archeologi sembrano dunque confermare le mie ipotesi.
-Kiya-
00martedì 29 gennaio 2008 01:57
A questo link potrete vedere il filmato girato da Barry Kemp per la BBC, in occasione della sponsorizzazione del documentario legato alla notizia in oggetto:

.Bata.
00martedì 29 gennaio 2008 10:00
Vorrei portare il mio contributo alla discussione sottolineando che gli architetti di Akhenaton "inventarono" quelle che oggi vengono chiamate "TALATAT", pietre lunghe non più di tre palmi ovvero "TALAT".

Mi risulta che le cave fossero in prossimità, quindi è corretto che il trasporto delle pietre sia di tre chilometri, ma che dire del trasporto di pietre, per varie costruzioni in altrettanto vari periodi della storia egizia, dalle cave di Assuan con l'utilizzo di barconi e successivo trasporto dopo lo sbarco?

La pietra non veniva lavorata sul posto e successivamente trasportata, ma direttamente in loco, ad esempio, per la costruzione di colonne, venivano posizionati i vari blocchi per poi dar forma al manufatto partendo dall'alto.

E', poi, ampiamente accettata l'oppinione che l'aspettativa di vita nell'Antico Egitto, era di 20 anni più 20 anni; ovvero il giovane che raggiungeva l'età di vent'anni poteva avere un'aspettativa di vita di altri venti.
Naturalmente esistevano le dovute eccezioni riscontrabili in particolar modo nelle classi più agiate.

Ciao, BATA.
antonio crasto
00martedì 29 gennaio 2008 11:00
Ciao BATA,
è la prima volta che vedo un risultato statistico espresso in questo modo (20+20). Potrebbe essere ricavato da due statistiche differenti, una per la popolazione con meno di 20 anni e l'altra per una popolazione con età compresa fra 20 e 40 anni.
Mi chiedo però se gli egittologi esprimano una ipotesi o abbiano effettivamente a disposizione un numero sufficientemente valido di campioni.
E' evidente che il campione non può riguardare i circa 4000 anni di civiltà faraonica e che le statistiche andrebbero fatte per campioni di un arco di tempo limitato.
Tutti noi sappiamo per esempio che in Europa l'aspettativa di vita è cambiata nel corso dell'ultimo secolo (meno guerre, nuove medicine, maggior ricchezza, ecc.) per cui non avrebbe senso scegliere un campione per tutto il secolo.
Non so se esistano statistiche relative al solo periodo di Akhetaton ed eventualmente se queste sono state suddivise fra lavoratori e uomini della corte.
.Bata.
00martedì 29 gennaio 2008 14:03
Hai ragione, Antonio.

Ho trovato questo dato, che mi è rimasto impresso, e l'ho sempre ritenuto valido, inconsciamente, per tutto l'arco temporale dell'Antico Egitto senza alcuna distinzione.

In effetti il periodo di riferimento era il Nuovo Regno e, in particolare, la popolazione di Deir el Medina.

Mi era, sorto qualche dubbio e, nel mio intervento precedente, indicavo alcune eccezioni di classi agiate, dopo la tua osservazione, ritengo che sia molto più corretto limitarsi a un periodo e a una classe di lavoratori.

Ciao, BATA.
-francis-
00martedì 29 gennaio 2008 14:16
Mi trovo perfettamente d'accordo con l'intervento di Kiya, in toto!
roberta.maat
00martedì 29 gennaio 2008 14:22
Dopo aver letto le riflessioni altrui spesso ci sembra di leggere il nostro pensiero ma non ce ne saremmo accorti se qualcuno non avesse espresso le proprie idee.......grazie Antonio e grazie Bata
Neferneferuaton
00venerdì 1 febbraio 2008 22:24
Verissimo, grazie per le considerazioni. E grazie a Kiya per vaer aperto la discussione...Com'è vero che ogni volta che si parla di Akhenaton non si parla mai di lui in termini equi...o è un sognatore o un tiranno...
-Kiya-
00domenica 3 febbraio 2008 17:57
Come prevedibile, è intervenuto a riguardo Zahi Hawass, il quale "accusa" i due studiosi, Kemp e Rose, di distorsione storica, poichè le affermazioni contenute nel documento non sono assolutamente comprovabili attraverso prove scientifiche.

Il Segretario dello SCA conferma quanto già evidenziato in questa discussione, sottolineando che la mortalità precoce (entro i 35 anni) fosse uno standard dell'epoca, dovuto a una serie di fattori comuni alle svariate dinastie.
Seppur la costruzione della Città dell'Orizzonte si possa ritenere un'ossessione del Sovrano, altrettanto bisogna fare con la Grande Piramide per Cheope, ed è dato di fatto che chi fosse impiegato a lavorare per l'edificazione ne andasse fiero.
Aggiunge inoltre che i lavoratori, in tali circostanze, usavano abitare nei pressi del Palazzo Reale, affinchè potessero ottenere il cibo migliore per portare avanti adeguatamente il loro lavoro.
Hotepibre
00domenica 3 febbraio 2008 19:06
...vuoi vedere che ZH ogni tanto dice anche cose buone?
-Kiya-
00venerdì 8 febbraio 2008 12:50
secondo me dobbiamo ringraziare il fatto che, stavolta, siano stati gli egittologi Kemp e Rose a... batter le querce.
Zahi, dovendo sempre contrastare le teorie degli studiosi non autoctoni, è cascato in piedi! [SM=x822714]
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 04:37.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com