Corredi funerari: Ciotola

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roberta.maat
00mercoledì 9 luglio 2008 23:02
Tra i numerosi oggetti conservati nelle tombe e che magari potremo descrivere nel loro valore simbolico, mi ha particolarmente colpito una ciotola che viene detta ciotola Nun, dalla quale il defunto potrà dissetarsi con l'acqua della vita dell'oceano primordiale.




Questa è una ciotola che riporta il disegno standard.





Quest'altra invece è quella che faceva parte del corredo di Maiherperi e differisce dallo standard per l'aggiunta delle gazzelle.
pizia.
00lunedì 14 luglio 2008 23:30
Bellissime ceramiche e molto eleganti nel disegno stilizzato, non hanno niente da invidiare alle migliori ceramiche etniche italiane.
Nella prima ci sono pesci e loti, animali e fiori dunque, alcuni in boccio, altri aperti, tutti tipici dell’ambiente fluviale.

Nella seconda l’introduzione delle gazzelle non la capisco, ma ci sarà certamente una ragione spiegabile dalla tradizione più antica, comincerò a cercare dal predinastico.

Però della seconda abbiamo una datazione approssimata ma sicura, visto che proviene dal corredo di Mahirperi, della prima invece cosa sappiamo?

Dallo stile non possiamo capire se è precedente o no, perché è una riproduzione disegnata, quindi il segno è irrimediabilmente “corretto” dal disegnatore moderno (Wilson?), nell’originale potrebbe essere stato decisamente più “naif”.
Hatshepsut76
00lunedì 14 luglio 2008 23:53
bellissimi utensili, non c'è che dire!!
Sapresti dirmi, anche approssimativamente, a che periodo risalgono? Potrei iniziare a mettermi all'opera con la consultazione del primo volume di una storia dell'arte nell'antico Egitto...
roberta.maat
00martedì 15 luglio 2008 00:11
Il disegno è in effetti la riproduzione della ciotola Nun comunemente presente nei corredi funerari, è l'immagine standard che di solito si è trovata. Non sono in grado di riferire a quando risalga l'usanza di introdurla nelle sepolture ma ritengo che rappresenti una pratica arcaica.

La ciotola di Maiherperi invece è particolare proprio per l'introduzione dell'elemento nuovo della gazzella.
Se non ricordo male questo oggetto è stato più volte esaminato a causa di questa caratteristica che ipotizzerebbe una influenza artistica estranea all'Egitto e non un decoro aggiuntivo con riferimento alla professione di cacciatore attribuita al defunto.
Non so di altre coppe che riportino elementi diversi dal pesce tilapia e dal loto,forse si potrebbe fare una ricerca e identificare la tipologia degli oggetti assolutamente rituali necessari nelle sepolture.
Hatshepsut76
00martedì 15 luglio 2008 00:31
grazie, domani mi attivo! [SM=g999103]
roberta.maat
00martedì 15 luglio 2008 11:58

Pizia :
Nella seconda l’introduzione delle gazzelle non la capisco, ma ci sarà certamente una ragione spiegabile dalla tradizione più antica, comincerò a cercare dal predinastico.



Mi interessa una ricerca nel predinastico,chiedo a te particolarmente se la fonte in mio possesso "Toutankhamon :l'or de l'audela" riporta una notizia imprecisa sostenendo che l'aggiunta della gazzella col piccolo sia posteriore alla tradizione arcaica che prevedeva solo pesci e loti in quanto elementi del Nun.
-Kiya-
00martedì 15 luglio 2008 17:48
Personalmente opterei più per un'adozione simbolica, tenuto conto del significato della coppa. Non ritengo che la scelta dei soggetti rappresentati possa essere casuale, posso condividere la scelta in base ad elementi del Nun, ma in tal caso la gazzella ne risulterebbe inevitabilmente esclusa.
Non credo nemmeno a una personalizzazione legata alla professione di Maherpira, tenuto conto che ci troviamo di fronte ad un oggetto legato al culto dei morti e, come tale, legato a tradizione.

Opterei per l'intrinseco significato della "rinasciata", al quale il loto è evidentemente strettamente connesso.
La gazzella potrebbe essere presente in virtù del suo legame con Anukis, la dea del Nilo, anch'esso simbolo di rinascita e rigenerazione, sebbene la dea in oggetto sia principalmente legata alla fertilità.
In epoca Badariana, ne abbiamo riscontro anche nella tesi della Dott.ssa Vinci, i corpi dei defunti venivano avvolti in una pelle di gazzella. Da questo deduco che evidentemente il legame con il concetto di rinascita non sia da sottovalutare.

In quanto alla Tilapia del Nilo, che fosse simbolo di rigenerazione è attestato anche dalla sua presenza su alcuni scarabei dove, insieme all'ossirinco (altra specie di pesce) veniva a volte rappresentata con un bocciolo di loto in bocca.
Hatshepsut76
00martedì 15 luglio 2008 20:27
Re:
roberta.maat, 15/07/2008 0.11:

Il disegno è in effetti la riproduzione della ciotola Nun comunemente presente nei corredi funerari, è l'immagine standard che di solito si è trovata. Non sono in grado di riferire a quando risalga l'usanza di introdurla nelle sepolture ma ritengo che rappresenti una pratica arcaica.

La ciotola di Maiherperi invece è particolare proprio per l'introduzione dell'elemento nuovo della gazzella.
Se non ricordo male questo oggetto è stato più volte esaminato a causa di questa caratteristica che ipotizzerebbe una influenza artistica estranea all'Egitto e non un decoro aggiuntivo con riferimento alla professione di cacciatore attribuita al defunto.
Non so di altre coppe che riportino elementi diversi dal pesce tilapia e dal loto,forse si potrebbe fare una ricerca e identificare la tipologia degli oggetti assolutamente rituali necessari nelle sepolture.



credo di essere arrivato in qualche modo ad una conclusione: sul primo volume della storia dell'arte egizia, nel primo volume, all'interno del capitolo relativo alla protostoria egiziana, si parla del periodo Naqada e, dopo un'introduzione alla civiltà naqadiana, l'autore del saggio- Jean-Louis de Cenival - afferma che un fattore insolito per quell'epoca è il contrasto tra i temi rappresentati; infatti, avviene un procedimento inverso, in questo senso: animali come il babbuino, il falco Horus, l'avvoltoio della dea Nekhbet, compariranno sul finire di quest'era; i primi a comparire, invece, sono i pesci, seguiti dall'ippopotamo, le antilopi, lo struzzo e l'anatra. L'unico animale che è comune sia alla Protostoria sia alla Storia, è il coccodrillo.

Quindi, credo proprio che gli oggeti da te trovati siano proprio relativi a quell'epoca. [SM=g999103]

roberta.maat
00martedì 15 luglio 2008 21:25
Mi permetto di riportare l'attenzione sulla ciotola ben identificata dagli archeologi come ciotola Nun,oggetto rituale che permette al defunto di abbeverarsi all'acqua primordiale dispensatrice di vita.
Non confusa con altri oggetti o suppellettili, la cui presenza nelle tombe non è necessariamente legata alla sacralità.
Ripropongo pertanto la domanda allo scopo di conoscere da quale epoca questa, e non altra coppa, possa essere riconosciuta come testimonianza rituale.
L'aggiunta della gazzella, ma questo è un mio parere,puà essere giustificata con il significato di rinascita poichè è rappresentata mentre nutre un piccolo. Non so se quanto afferma la prof,ssa Vinci a proposito della pelle di questo animale sia collegato alla rinascita o se questo tipo di pellame estremamente delicato si prestasse a fungere da "sudario" per i defunti, per la sua preziosità.
Molte volte abbiamo incontrato elementi di abbigliamento realizzati con questo materiale; finanche i perizomi nella tomba di Maiherperi erano confezionati con pelle di gazzella bucherellata.
Hatshepsut76
00martedì 15 luglio 2008 22:00
sul libro di testo che ho consultato sono riuscito solo a trovare le informazioni che ti ho dato; nello sfogliare il capitolo relativo, non ho trovato indicazioni alla ciotola del Nun. Un merito alla simbologia di rinascita che potrebbe essere rappresentata dalla gazzella, non ne ero a conoscenza. A breve inizierò la lettura della tesi della D.ssa Vinci. Ehm... non ricordo se qualcosa potrebbe esserci anche in Barca, ma a memoria direi di no...
-Kiya-
00martedì 15 luglio 2008 23:15
Mossa da curiosità, sono andata a sfogliarmi il testo relativo al Tesoro di Tutankhamon.
Data l'importanza riconosciuta all'oggetto qui esposto ho ritenuto che certamente dovesse esservene una anche nella tomba del Re.
Invece no.
A riprova dell'assenza sottolineo che ho sfogliato anche il catalogo online dei reperti rinvenuti nella tomba, proposto dal Griffith Museum.

Quindi ho indagato ulteriormente e ho scoperto che alcuni esemplari di queste coppe sono esposti al British Museum, il quale però non li presenta con un nome specifico.

La scheda correlata afferma che ciotole di questo tipo sono state rinvenute sia in Templi che tombe. In queste ultime i ritrovamenti sono però stati più rari e riguardano prevalentemente tombe non reali (ecco perchè nella tomba di Tut non era presente - forse si riteneva che il sovrano, essendo già divino, non dovesse rigenerarsi...), oltre che prettamente femminili.
Ho trovato conferma che l'immagine di uno stagno popolato da loti avesse valenza di "rinascita". Posta nella tomba, la ciotola assumeva quindi significato cmne espresso desiderio del proprietario di rigenerarsi nell'Aldilà.

Non è chiaro se fossero impiegate come contentori. In un caso si è appurato che in origine contenesse sostanze liquide, probabilmente del latte. Se così fosse, probabilmente andrebbero annoverate tra quegli oggetti facenti parte delle offerte funerarie.

Sono note ciotole simili, ma riportanti elementi collegabili ad Hathor, che esprimono chiaramente un voto perpetuato alla medesima.


L'esemplare schedato dal BM potete vederlo qui:

www.britishmuseum.org/explore/highlights/highlight_objects/aes/f/faience_b...
-Kiya-
00martedì 15 luglio 2008 23:50
Aggiungo inoltre che gli esemplari risalenti alla XVIII dinastia sono pressocchè tutti in faience, materiale che troverà il medesimo impiego fino all'epoca greco-romana.
Ma ne esistono di molto precedenti, risalenti al predinastico, che raffigurano ippopotami e corna di caprone, forse come unione dell'acqua e del deserto circostante.

Alcuni esemplari, dal Nuovo Regno (XVIII din.):













Periodo Greco-Romano:




Predinastico:





In nessuno dei casi indicati viene però citata col nome di "ciotola Nun", sebbene alle acque primordiali del Nun possa riferirsi.
Hatshepsut76
00mercoledì 16 luglio 2008 00:00
che meraviglia...
pizia.
00mercoledì 16 luglio 2008 14:42
Dunque la definizione di scodella nun sarebbe da attribuire a qualche studioso particolare, o scuola, che ne ha isolate un certo gruppo e le ha classificate così, per codificare il tipo di reperto.
Nelle tombe più antiche vasi e scodelle sono l'oggetto più frequente nelle offerte funebri.
Forse in un certo periodo particolare e in una certa area si diffuse un rito funebre oppure una credenza legata a questo tipo di contenitore, come elaborazione o ricordo di un rito più semplice precedente oppure nuova introduzione.

La cosmogonia che tratta della nascita del mondo dal nun se non sbaglio è legata al collegio sacerdotale di Hermopolis e in un primo tempo, (forse l'inizio dell'Antico Regno) non è ancora diffusa e riconosciuta a livello "nazionale", ma rimane limitata all'area medio-egiziana gravitante attorno a quella città.
roberta.maat
00mercoledì 16 luglio 2008 17:20
Quindi Pizia è da ritenere che la classificazione delle scodelle in una vera tipologia sia più che altro il frutto di uno studio archeologico applicato ad un'area più o meno circoscitta e non generalizzato.
Allora le ciotole hanno un carattere di pietas funeraria che rispecchia una abitudine ma non l'osservanza di un obbligo sacrale.
Ti sono grata della ricerca.
EGIZIA72
00sabato 19 luglio 2008 15:22
Sono belli!!!!!!!!!!!!ssime
pizia.
00mercoledì 23 luglio 2008 19:32
Re:
-Kiya-, 15/07/2008 23.50:



Predinastico:






Passino pure le gazzelle di Mahirperi, ma qui ci sono gli ippopotami! [SM=x822712]


-Kiya-
00domenica 27 luglio 2008 22:28
Riporto ancora un'immagine relativa a una delle coppe rinvenute in tombe Egizie.
La coppa in questione faceva partedi una seconda Collezione Drovetti (la prima fu destinata al Museo Egizio di Torino). Champollion, nel 1827 convinse Carlo X a concluderne l'acquisto per favorire il Louvre, e così fu fatto, nel novembre dello stesso anno. L'anno successivo arrivarono i primi pezzi, che restarono da inventariare a lungo e così era ancora nel 1830 quando, durante le cosiddette Tre Gloriose Giornate, un certo numero di reperti furono sottratti durante un furto.
Gli oggetti rubati furono successivamente ritrovati agli Archivi Nazionali, individuati solo grazie a una descrizione dei medesimi.

Tra questi si trovava anche la coppa a cui ho accennato, in oro e appartenete a Djeuthy, generale al tempo di Thutmosi III. L'immagine riprodotta è sempre la medesima: pesci e loti.





La particolarità dell'oggetto salta subito all'occhio. Esso infatti, contrariamente a tutti gli altri esemplari che possediamo, non è in faience. Ma non è solo questo a distinguerlo dagli altri. Sulla sua superficie compare infatti un'iscrizione, la quale dichiara che proprio Thutmosi III volle dedicare l'oggetto a uno dei suoi "servitori", il Generale appunto, di ritorno da ricognizioni in terre straniere e isole del Mediterraneo, grazie alle quali il Tesoro Reale aveva ampiamente beneficiato.

Non si esclude che il Generale Djeuthy proprietario della coppa sia il medesimo generale le cui gesta sono giunte fino a noi grazie al Papiro Harris 500, grazie al quale conosciamo la storia di colui che, a capo delle truppe del Re Menkheperra, prese possesso della città di Joppa (Jaffa).


Questo potrebbe ulteriormente evidenziare l'importanza rivestita da un oggetto che all'apparenza si presenta così semplice e umile. Senza sottovalutare che, anche in questa circostanzea, come in quella che riguarda Maherperi, siamo in presenza di un Generale...




-Kiya-
00sabato 2 agosto 2008 00:57
Anche l'architetto Reale, Kha possiede la sua ciotola e anche questo esemplare è in faience.
Non l'ho fotografata stasera, purtroppo siamo arrivati nella tomba di Kha all'ultimo momento e il Museo era ormai in chiusura. Ma mi riprometto di farlo domani.

Intanto, a proposito della "faience" vorrei aggiungere qualcosa che ho ritenuto interessante.

Il termine non è infatti appropriato, ma piuttosto fuorviante. La faience vera e propria nacque a Faenza, qui in Italia, ed è un amalgama di terracotta colorata.
Quella egizia, invece è un impasto di quarzo ed era chiamato tjehenet (variante: tjehen e dehen per quello blu) dagli Egizi., da tradurre con "brillante" e collegat al turchese o ai lapislazzuli, di cui era sostituto, in quanto i minerali veri e propri erano ritenuti preziosissimi e, per questo, connessi agli dèi.

Il tjehenet era formato da un nucleo bianco e friabile, mischiato con un accenno di cenere vegetale e natron; veniva poi coperto da un sottile rivestimento, verde o blu (ottenuti con composti di rame) sempre di silice, ma vetrificato.Al contrario dell'originale faience, quindi, l'amalgama non prevedeva l'uso di terra di nessun tipo.
Fu impiegato fin dal Predinastico per la produzione di perline per collane, amuleti, piatti e le ciotole di cui parliamo qui, non mancavano statuette di ippopotamo, piastrelle e ushabti.
Il manufatto veniva cotto in forni a due camere sovrapposte; in basso vi era il fuoco e in alto venivano posti gli oggetti da cuocere.
pizia.
00sabato 2 agosto 2008 01:03
Quelle sulla scodella Nun di Mahirperi potrebbero essere antilopi anziché gazzelle?
-Kiya-
00sabato 2 agosto 2008 01:09
se non sbaglio la gazzella è un particolare genere di antilope, specie a cui appartengono anche gli orici, quindi temo sia difficile stabilirlo...
-Kiya-
00sabato 2 agosto 2008 01:18
in merito, sottolineo le particolari corna dell'animale rappresentato, particolarmente nodose. Ciò porta a non escludere possa anche trattarsi di stambecchi.
pizia.
00sabato 2 agosto 2008 01:21
Forse hanno particolari areali che li differenziano?
Oppure viviono tutti nelle stesse zone?
Gazzelle e antilopi dico, perché gli stambecchi so che vivono a quote un po' più alte...
-Kiya-
00sabato 2 agosto 2008 01:26
anche a me faceva strano, eppure pare fossero presenti. Soprattutto in Nubia.... (gauarda caso...). La prova sta in alcune rappresentazioni su scarabei. Ho dato un'occhiata in rete e ho trovato conferme, oltre che questo articolo:

da Archeogate
-Kiya-
00domenica 3 agosto 2008 00:44
Come promesso, ecco la Ciotola Hathorica (al Museo Egizio di Torino sono così definite) di Kha:





come si legge dalla didascalia, il punto nero al centro potrebbe rappresentare l'abisso del Nun
-Kiya-
00domenica 3 agosto 2008 00:47
Aggiungo ancora queste immagini di ciotole Hathoriche esposte sempre al primo piano del Museo, la cui prvenienza è però sconosciuta, ma risalgono comunque all'epoca del Nuovo Regno:



in basso è possibile intravedere un terzo esemplare con decorazioni che richiamano direttamente alla dea Hathor. Questo pezzo attualmente è in prestito all'esposizione che sta avendo luogo a Monaco:



roberta.maat
00domenica 3 agosto 2008 11:38
Ripeto che al "nostro" museo ho dedicato troppo poco tempo. Cose meravigliose sulle quali avrei voluto soffermare di più il mio sguardo !
pizia.
00lunedì 4 agosto 2008 20:29
Ferme tutte!
Sto ancora cercando di immaginare le gazzelle, o stambecchi che siano, nel Nun, poi trovo gli ippopotami, ma adesso anche Hator!
Come la mettiamo?
Cosa c'entra Hator?
roberta.maat
00martedì 5 agosto 2008 09:13
Infatti Pizia.......mi sa che devo approfondire per conoscere meglio se nelle sepolture è sempre presente, oltre le ciotole in genere, proprio quella definita Nun, e se sì quando questa abitudine è sorta e quando è cessata.
Mi pare cioè che la "ciotola Nun" sia identificata chiaramente e diversamente dalle altre.
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