I faraoni avevano problemi di cuore
Carni grasse e troppo sale facevano ammalare i sovrani di arteriosclerosi e aterosclerosi a soli 40 anni. Il verdetto e' chiaro: non e' vero che si tratta di malattie moderne
Orlando (USA) - Anche i faraoni dell'antico Egitto soffrivano di problemi di cuore. A rivelarlo è una ricerca a cavallo tra archeologia e cardiologia. I sovrani egizi si alimentavano male, con carni grasse e massiccio utilizzo di sale, e si ammalavano spesso di arteriosclerosi e aterosclerosi. Ben 22 mummie sono state analizzate ai raggi X e il verdetto è inappellabile: non è vero che i disturbi cardiaci sono una prerogativa del mondo moderno. Lo ha chiarito Gregory Thomas, dell'Università di California, che insieme ad altri colleghi ha presentato i risultati della ricerca in un incontro organizzato a Orlando, in Florida, dalla American Heart Association.
L'idea di una indagine di questo tipo parte da lontano. Randall Thompson, professore di medicina al Mid America Heart Institute di Kansas City, in visita al museo di antichità egiziane del Cairo, si incuriosisce di fronte alla mummia del faraone Menenptah. La didascalia del reperto, infatti, spiega come il sovrano soffrisse di aterosclerosi oltre che di artrite e problemi dentali. Thompson pensa immediatamente a uno studio a tappeto e si mette in contatto con Abdelhalium Nureldin, preside della Facoltà di archeologia dell’Università del Cairo.
Si forma un'equipe internazionale di egittologi, cardiologi e archeologi, la ricerca comincia. Si scelgono le ventidue mummie meglio conservate tra le oltre 300 presenti al museo. Si tratta di faraoni vissuti tra il XX secolo a.C. e il IV d.C: quasi 2500 anni di storia. A questo punto vengono sottoposte ad una TAC che incredibilmente dà esiti molto simili a quelli degli esami effettuati sui pazienti in vita: in qualche caso, addirittura, il cuore è perfettamente conservato. I risultati sono netti: almeno 16 mummie mostrano un indurimento ed un ispessimento delle arterie di tipo degenerativo. I faraoni, dopo i 40 anni, soffrivano di arteriosclerosi e della più generalizzata aterosclerosi.
Difficile stabilire in modo definitivo le cause del fenomeno. Di certo per la conservazione dei cibi nell'antico Egitto si faceva molto uso di sale, che può causare forme anche gravi di ipertensione. Troppa carne, inoltre, nella dieta dei faraoni: specialmente animali come anatre o papere, particolarmente ricche di grassi. Ad aggravare il quadro clinico dei faraoni e in generali degli apparteneti a classi sociali agiate c'è sicuramente la scarsa attività fisica. Nel complesso, insomma, un'eziologia non troppo dissimile da quella che si riscontra nei pazienti moderni.
Secondo Thompson, comunque, l'insegnamento che va tratto da questa scoperta è un altro. Se questo tipo di malattia può svilupparsi in contesti ed epoche completamente diverse, significa che siamo ancora lontani dal comprendere fino in fondo da cosa sia causato. "La lezione che ci viene dal passato - spiega Thompson - è che forse dovremmo cominciare a guardare oltre i fattori di rischio tradizionali per comprendere a fondo l’aterosclerosi. Ipertensione, colesterolo e obesità, sono solo una parte della spiegazione. Resta ancora tanto da scoprire".
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