Mummie svelano, egizi con malattie cuore di oggi

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-francis-
00giovedì 19 novembre 2009 11:20

L'arterosclerosi e i problemi cardiovascolari c'erano già nell'antichità

Una mummia trovata a Saqqara, in Egitto
Mummie svelano, egizi con malattie cuore di oggi

ROMA - L'arterosclerosi e i problemi cardiovascolari, spesso imputati a stili di vita e alimentazione scorretti, forse non sono solo malattie dei nostri tempi, infatti già nell'antico Egitto si soffriva di cuore, arterosclerosi, colesterolo alto, e altre patologie dei vasi sanguigni legate a infarto e ictus.

Presentata in occasione del meeting della American Heart Association 'Scientific Sessions 2009', la scoperta arriva con l'analisi di 20 mummie datate tra 1981 e 364 AC e conservate al Museo del Cairo.
Lo studio è stato condotto da Randall Thompson, del Mid America Heart Institute a Kansas City. Gli scienziati hanno esaminato le mummie con la tomografia a raggi X, e visto che in 13 delle mummie erano presenti tracce di vasi sanguigni e cuore.
In sei di queste mummie è stata rinvenuta la presenza di placche aterosclerotiche nei vasi sanguigni, quindi vere e proprie calcificazioni, accumuli di colesterolo e altre sostanze esattamente come si ritrovano oggi nei vasi di individui con aterosclerosi.
Il risultato suggerisce che forse le malattie cardiovascolari, per le quali oggi si punta il dito contro gli stili di vita moderni occidentali, erano presenti anche in passato sebbene il cibo spazzatura e la sedentarietà non fossero ancora il costume di quell'epoca.

(Ansa)
EGIZIA72
00giovedì 19 novembre 2009 12:18
Gli Antichi Egizi avevano un cuore moderno
E' facile puntare il dito contro lo stress e la cattiva alimentazione quando si tratta di malattie del cuore. Lo afferma una ricerca condotta da un gruppo di medici americani ed egiziani, i quali hanno deciso di analizzare lo "stato di salute" di alcune mummie egizie.
La scoperta che hanno fatto è stata sorprendente: anche gli Antichi Egizi soffrivano di arteriosclerosi, l'indurimento delle arterie che finora sembrava appannaggio esclusivo degli uomini moderni.
I ricercatori hanno esaminato una ventina di mummie del Museo di antichità egiziane del Cairo e nel 30% dei casi ha riscontrato tracce di problemi cardiaci, in particolare di arteriosclerosi.
Lo studio è stato effettuato in collaborazione fra l'Università della California e alcuni ospedali americani ed egiziani, e i suoi risultati sono apparsi sul Journal of the American Medical Association.
La ricerca fa vacillare la certezza ormai acquisita che i problemi di carattere cardiovascolare siano riconducibili esclusivamente a fattori di rischio tipici della nostra epoca moderna, se si pensa che gli Egizi non conoscevano il fumo, avevano un'alimentazione sicuramente ricca grazie alle loro attività agricole, ma non caratterizzata dai grassi come la nostra, e infine avevano un'attività fisica di certo superiore alla nostra.
Il dottor Gregory Thomas dell'Università della California, che ha coordinato la ricerca, invita quindi in futuro se stesso e i suoi colleghi a guardare al di là delle certezze acquisite in questo campo: “Non possiamo dire se queste mummie siano morte per l'arteriosclerosi, ma sicuramente abbiamo confermato che molte di esse ne soffrivano. Questo significa che anche gli uomini antichi avevano la predisposizione genetica e i fattori ambientali atti a promuovere lo sviluppo delle malattie cardiache. Ciò suggerisce che dovremmo guardare oltre i fattori di rischio moderni quando studiamo le malattie cardiovascolari e vogliamo capirne le cause”.

italiasalute.leonardo.it/copertina.asp?Articolo_ID=10263
Merytaton62
00giovedì 19 novembre 2009 15:55
L' articolo, però, non specifica la (presunta) età delle persone decedute:nell'antico Egitto la spettanza di vita era molto modesta (all'incirca 30 anni), però c'era comunque chi raggiungeva la vecchiaia:un conto è avere tracce di aterosclerosi a 70 anni, un altro averne a venti (come si è riscontarto in molte autopsie di soldati americani morti in Vietnam).
A volte l'indurimento delle arterie e le dislipidemie sono favoriti da fattori genetici...in questo caso l'alimentazione e lo stile di vita contano ben poco, senza contare il fatto che nel corso degli anni l'organismo va comunque incontro a logorio.Come diceva Cicerone, "Senectus ipsa morbus", cioè "La vecchiaia è di per sè una malattia"...
-Kiya-
00venerdì 20 novembre 2009 00:38
Ho trovato alcuni approfondimenti a riguardo, che confermano quanto anticipato da Meryt.

Il problema qui riscontrato è da imputare a individui che avevano età superiore ai 45 anni, al momento del decesso.
Di otto ultra 45enni, 7 erano affetti da calcificazione vascolare molto ben osservabile. Il rapporto cambiava sugli individui più giovani, risultando di 2 su 8.
Il riscontro è equivalente sia su maschi che femmine, ma sono risultati tutti appartenenti a ceti sociali elevati.
La mummia più antica, tra quelle che mostravano i segni di malattia è quella di una certa Ray, che l'articolo suggerisce essere la balia della Regina Nefertiti, ma afferma anche che sia vissuta per 30/40 anni, a cavallo del 1530 a.C., quindi i conti non tornano . Nefertiti visse almeno 170 dopo.
L'esito dell'analisi porta a "scagionare", anche se non del tutto le cause "moderne" quali fumo, additivi alimentari, vita sedentaria, a discapito, piuttosto, del consumo di carne, con un rafforzamento delle probabilità legate al fattore genetico.


Merytaton62
00venerdì 20 novembre 2009 16:23
...Ed anche al fattore economico, oserei supporre: fino a pochi decenni fa la maggior parte della popolazione era frugale in tutto il globo, ma chi nasceva in un ceto sociale elevato aveva più possibilità di "sgarrare" a tavola .
Oggigiorno , invece,i ricchi spesso si tengono a stecchetto, mentre il cibo è diventato (almeno nel mondo occidentale) un elemento di compensazione per molte persone "comuni".
-Kiya-
00venerdì 20 novembre 2009 18:02
In pratica, si osserva un'inversione dello stato di cose?
Nell'antichità i più a rischio erano gli appartenenti a ceti sociali elevati, ai quali era concesso banchettare con carne e altri cibi "prelibati", come testimoniano i riscontri ottenuti dalle analisi qui illustrate. Oggi lo sono i membri delle classi medio-basse.
EGIZIA72
00lunedì 23 novembre 2009 12:04
I faraoni avevano problemi di cuore
Carni grasse e troppo sale facevano ammalare i sovrani di arteriosclerosi e aterosclerosi a soli 40 anni. Il verdetto e' chiaro: non e' vero che si tratta di malattie moderne


Orlando (USA) - Anche i faraoni dell'antico Egitto soffrivano di problemi di cuore. A rivelarlo è una ricerca a cavallo tra archeologia e cardiologia. I sovrani egizi si alimentavano male, con carni grasse e massiccio utilizzo di sale, e si ammalavano spesso di arteriosclerosi e aterosclerosi. Ben 22 mummie sono state analizzate ai raggi X e il verdetto è inappellabile: non è vero che i disturbi cardiaci sono una prerogativa del mondo moderno. Lo ha chiarito Gregory Thomas, dell'Università di California, che insieme ad altri colleghi ha presentato i risultati della ricerca in un incontro organizzato a Orlando, in Florida, dalla American Heart Association.

L'idea di una indagine di questo tipo parte da lontano. Randall Thompson, professore di medicina al Mid America Heart Institute di Kansas City, in visita al museo di antichità egiziane del Cairo, si incuriosisce di fronte alla mummia del faraone Menenptah. La didascalia del reperto, infatti, spiega come il sovrano soffrisse di aterosclerosi oltre che di artrite e problemi dentali. Thompson pensa immediatamente a uno studio a tappeto e si mette in contatto con Abdelhalium Nureldin, preside della Facoltà di archeologia dell’Università del Cairo.

Si forma un'equipe internazionale di egittologi, cardiologi e archeologi, la ricerca comincia. Si scelgono le ventidue mummie meglio conservate tra le oltre 300 presenti al museo. Si tratta di faraoni vissuti tra il XX secolo a.C. e il IV d.C: quasi 2500 anni di storia. A questo punto vengono sottoposte ad una TAC che incredibilmente dà esiti molto simili a quelli degli esami effettuati sui pazienti in vita: in qualche caso, addirittura, il cuore è perfettamente conservato. I risultati sono netti: almeno 16 mummie mostrano un indurimento ed un ispessimento delle arterie di tipo degenerativo. I faraoni, dopo i 40 anni, soffrivano di arteriosclerosi e della più generalizzata aterosclerosi.

Difficile stabilire in modo definitivo le cause del fenomeno. Di certo per la conservazione dei cibi nell'antico Egitto si faceva molto uso di sale, che può causare forme anche gravi di ipertensione. Troppa carne, inoltre, nella dieta dei faraoni: specialmente animali come anatre o papere, particolarmente ricche di grassi. Ad aggravare il quadro clinico dei faraoni e in generali degli apparteneti a classi sociali agiate c'è sicuramente la scarsa attività fisica. Nel complesso, insomma, un'eziologia non troppo dissimile da quella che si riscontra nei pazienti moderni.

Secondo Thompson, comunque, l'insegnamento che va tratto da questa scoperta è un altro. Se questo tipo di malattia può svilupparsi in contesti ed epoche completamente diverse, significa che siamo ancora lontani dal comprendere fino in fondo da cosa sia causato. "La lezione che ci viene dal passato - spiega Thompson - è che forse dovremmo cominciare a guardare oltre i fattori di rischio tradizionali per comprendere a fondo l’aterosclerosi. Ipertensione, colesterolo e obesità, sono solo una parte della spiegazione. Resta ancora tanto da scoprire".

www.voceditalia.it/articolo.asp?id=41801&titolo=Antico%20Egitto%20i%20faraoni%20avevano%20problemi%20di...
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