"L'omicidio di Tutankhamon" di Bob Brier

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pizia.
00martedì 4 settembre 2007 22:37


Autore:Bob Brier
Titolo: L’Omicidio di Tutankhamon
Editore: Casa Editrice Corbaccio, Milano 1999;
Prezzo e disponibilità: verifica
Traduzione: Lucia Corradini
Pagg. 288
Titolo originale: The Murder of Tutankhamon
Informazioni: prima edizione Bob Brier 1998; Penguin Putnam Inc.



L'omicidio di Tutankhamon.
Una storia vera





Dalla quarta di copertina:
Il ritrovamento della sua splendida tomba, avvenuto nel 1922, segnò l’inizio della “celebrità” di Tutankhamon: la figura del giovane faraone sembrava incarnare il fascino stesso della civiltà egizia e il suo mistero, l’enigma della sua prematura scomparsa, non ha mai smesso, da allora, di suscitare interesse e curiosità. Oggi, grazie all’impiego delle tecniche d’indagine più moderne, applicate all’analisi dei documenti e dei reperti dell’epoca, l’egittologo e paleopatologo Bob Brier ha potuto riaprire la questione e proporre una soluzione. La radiografia del cranio di Tutankhamon indica una morte violenta: fu un incidente o un omicidio? Diversi membri della sua famiglia morirono nello stesso periodo: fu una coincidenza? Dopo la sua morte il nome di Tutankhamon fu cancellato da tutti i templi e i monumenti: chi volle cancellare il giovane faraone dalla storia? E perché? Documentato, avvincente e sorprendente, l’Omicidio di Tutankhamon risponde a questi e ad altri interrogativi, ricostruendo un momento cruciale della storia dell’antico Egitto e tracciando un intenso ritratto del suo ineffabile protagonista.


Note sull’autore, solo queste:
Bob Brier, professore di filosofia alla Long Island University a Brookville (New York), è specializzato in paleopatologia ed è uno degli egittologi più stimati degli Stati Uniti.

All’interno non ci sono recensioni o presentazioni di altri autori, ma solo una breve introduzione dell’autore, con allegata cronologia sintetica.

pizia.
00martedì 4 settembre 2007 22:39
Il mio commento:
Tipico saggio di scuola americana.

I testi si leggono bene e sono scritti in un linguaggio facilmente comprensibile, insomma, ci sta anche sotto l’ombrellone.
Proprio come in un vero libro giallo, l’autore si sofferma sulla descrizione dell’ambientazione, sui caratteri dei protagonisti, sulle prove attualmente in nostro possesso per ricostruire un evento delittuoso avvenuto oltre 33 secoli fa.

Innanzi tutto bisogna sottolineare che non esiste alcuna prova del fatto che Tut sia stato vittima di un delitto, anzi, ancora adesso, a distanza di anni dalla scoperta della sua tomba, la causa della morte è ancora oggetto di congetture, non ostante le recenti analisi a cui la mummia è stata sottoposta.

Avvalendosi della consulenza di medici ed esperti in vari settori, Brier analizza le radiografie e le analisi eseguite in tempi diversi sui resti del sovrano e scopre una conformazione anomala nell’ossatura cranica, all’estremità inferiore dell’osso occipitale.
Potrebbe essere dovuta ad un trauma accidentale, ma più facilmente potrebbe essere stata causata deliberatamente.

Tale formazione presenta segni di evoluzione, quindi non avrebbe causato l’immediata morte del re, ma certamente uno stato di prostrazione che può essere a sua volta indicato come causa in secondo grado del decesso.

Quindi l’autore procede all’analisi dei rapporti fra il re e le persone che lo circondavano a corte, alla ricerca del possibile assassino.

La situazione politica al termine dell’esperienza amarniana non è esaminata con la precisione che richiederebbe, per cui non appare molto chiaro quanto potesse essere intricata e quante persone potrebbero aver avuto la possibilità o l’interesse ad eliminare il sovrano.

Anche se non vengono esaminate tutte le possibilità, le deduzioni sono comunque logiche e corrette, così l’autore raggiunge l’ovvia conclusione e rivela il nome dell’assassino, o quanto meno del mandante.

Comunque Brier sa bene che le sue sono solo congetture ed auspica per il futuro la ripresa delle indagini, con nuove analisi approfondite, alla luce del progresso tecnologico in ambito forense, anche se alcune di queste (vedi DNA) sono di tipo distruttivo.

Sono trascorsi quasi 10 anni dalla prima edizione del libro e qualche progresso effettivamente è stato compiuto.

Nel 2005 è stata eseguita una TAC, che non ha comunque accertato la causa del decesso, né tanto meno la sua ipotetica dolosità e/o premeditazione; è stata però esclusa la possibilità del colpo alla nuca in favore di una ferita alla gamba destra, in prossimità del ginocchio, che potrebbe rappresentare la lesione più invalidante subita dal re durante la vita.

Preso atto di tali aggiornamenti molte deduzioni di Brier rimangono tutt’ora valide, assieme alle notizie sulle vicende che seguirono il ritrovamento della tomba KV62, perché bisogna ammetterlo, Brier avrà anche l’aria del cronista di “nera”, ma rimane uno studioso serio e preparato, che per quanto possibile si reca alle fonti delle sue informazioni per verificarle personalmente e toccare con mano gli oggetti di cui tanti parlano senza averli mai visti.

E’ uno dei pochi egittologi al mondo a poter vantare di aver tenuto in mano l’anello di Ay e Amkhesenamon, di aver aperto i sarcofagi delle figlie premature di Tut, di aver ottenuto lastre, cartelle cliniche, e altri referti, fino all’autopsia in originale.

isishathor2
00mercoledì 5 settembre 2007 11:20
io ce l'ho questo libro è devo dire che mi è piaciuto molto...ho anche un dvd dello stesso autore uscito con una nota collana di dvd dedicata all'antico egitto... [SM=x822725] [SM=x822746]
Maat Ka Ra
00mercoledì 5 settembre 2007 12:59
Ho letto anche io questo testo e devo dire che, per quanto anche Brier sia sempre a caccia di prime pagine e questo sia palesato dal suo atteggiamento per molti versi assai simile a quello del nostro caro Hawass, mi era paiciuto e finchè altre importanti novità non sono giunte ( vedi la CT Scan della mummia con tutto ciò che ha comportato) mi è sembrata una teoria più che attendibile. L'ho letto d'un sol fiato, io non sono molto abituata a leggere (sono pigra) per cui l'ho trovato "facile"...
Certo è attualmente da interpretare ormai più come romanzo che come saggio....
pizia.
00mercoledì 5 settembre 2007 17:54
Brier ama molto stare davanti agli obiettivi delle macchine da presa.
Infatti compare sempre più spesso in filmati vari su History Channel, Discovery, National Geografic, ecc.; orami preferisce lo spettacolo all'Egitto, infatti è onnivoro, si occupa di Graal, di Codice da Vinci, di cinesi, di tutto un po'. [SM=x822743] [SM=x822743]
Molto tempo fa credevo fosse un egittolgo che, per amore di divulgazione, avesse accettato di sottoporsi allo stress del giornalismo televisivo, ebbene non è così, ormai è certo che sia il contrario! [SM=g999108]
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