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Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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"Le mummie, i segreti dei corpi eterni"

Ultimo Aggiornamento: 14/03/2010 00:47
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14/03/2010 00:47
 
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Dal sito web del quotidiano La Stampa, le più comuni domande e le relative risposte sull'argomento "mummie e mummificazione", intitolato:

"Le mummie, i segreti dei corpi eterni"


    - Che cos'è una mummia?
    A lungo il termine è stato riferito solo ai corpi imbalsamati nell’antico Egitto. Dopo la campagna di Napoleone nel 1797-98 dilagò l’«egittomania» e iniziò la ricerca sulle mummie. Oggi si considerano mummie tutti i cadaveri umani e animali nei quali a differenza degli scheletri si sono conservate anche parti molli. Un caso celebre è quello di Ötzi.

    - Perché e in quali condizioni si formano le mummie?
    Una mummia si forma quando viene inibito il naturale processo di decomposizione di un cadavere. Questi corpi strappati al ciclo naturale si possono conservare grazie a particolari condizioni chimiche, fisiche e climatiche, dovute a eventi naturali o indotte da procedimenti umani. Si distingue cioè fra mummificazione naturale casuale, e mummificazione artificiale indotta. La seconda prevede l’utilizzo di tecniche di imbalsamazione o l’esposizione consapevole in un ambiente naturale di mummificazione.

    - Come si formano le mummie allo stato «naturale»?
    I tipi di mummificazione naturale sono numerosi: si trovano ad esempio mummie nelle caverne, nei deserti, nel ghiaccio, nel sale, nelle paludi e anche in ambienti artificiali creati dall’uomo, come cantine, solai, pozzi di aerazione o ciminiere di centrali elettriche. L’ambiente deve essere secco e la mummificazione è favorita da una continua corrente d’aria e da una temperatura sostanzialmente stabile.

    - Come si formano nelle caverne?
    Grazie alla temperatura costante e all’umidità dell’aria invariata: l’oscurità totale pregiudica la proliferazione dei batteri e rallenta la decomposizione degli organismi morti. La circolazione dell’aria attraverso pozzi e crepe secca i cadaveri.

    - E nelle zone desertiche?
    Nelle zone desertiche fredde e calde, vento e aria secca sottraggono rapidamente i liquidi da un organismo morto. La sabbia desertica, spesso ricca di sale e bicarbonato di sodio, accelera ulteriormente l’essiccamento. Non sempre le mummie secche si conservano bene: l’umidità racchiusa all’interno del corpo può favorire il processo di decomposizione e gli organi si possono ridurre in polvere.

    - Quando si è cominciato a mummificare nell’antico Egitto?
    La sabbia del deserto essiccava i cadaveri deposti nelle tombe egizie del periodo predinastico, e tali corpi si mummificavano naturalmente. I primi tentativi di conservazione artificiale di cadaveri si basarono probabilmente sull’osservazione di questo fenomeno. A partire dal periodo arcaico (intorno al 3000 a.C.) gli egizi costruirono tombe con ambienti non più adatti alla mummificazione, così furono costretti a conservare artificialmente i corpi.

    - Perché gli egizi volevano conservare i cadaveri?
    Per motivi religiosi, credevano in una vita nell’oltretomba: ma per garantirla il corpo doveva mantenersi integro. Una volta mummificato, però, per tornare alla vita aveva bisogno di particolari riti (come quello dell’Apertura della bocca) che ne assicurassero la resurrezione e la vita eterna. Doveva inoltre superare le prove descritte in testi come Il libro dei Morti, e il giudizio divino.

    - Quali tecniche usavano gli egizi?
    Erano numerose, descritte tra gli altri da Erodoto. In quella più accurata e costosa gli imbalsamatori, servendosi di un ferro ricurvo e di liquidi speciali, estraevano il cervello attraverso le narici; poi tagliando l’addome estraevano l’intestino, che purificato con aromi veniva deposto in vasi («canopi»). Quindi facevano seccare il corpo per settanta giorni in un composto sodico. Infine lavavano il cadavere e lo avvolgevano in bende.

    - Ci sono mummie «contemporanee»?
    Sì, anche nel XX secolo c’era l’abitudine di mummificare importanti personaggi storici e politici, pensando che l’aura di una persona continuasse a brillare finché il suo corpo rimaneva integro. La salma di Lenin, ad esempio, si trova in un mausoleo nella Piazza Rossa a Mosca dal 1925. Eva Perón, la first-lady argentina morta nel 1953, venne imbalsamata, ma le sue spoglie mortali non furono inumate in un mausoleo a causa del golpe militare; l’odissea di Evita si concluse nel 1976, oggi riposa nel cimitero della Recoleta a Buenos Aires.

    - La mummificazione è praticata ancora oggi?
    Sì, alcuni desiderano conservare le proprie spoglie mortali. I cadaveri vengono ancora mummificati seguendo l’esempio degli antichi egizi. Una tecnica più moderna invece è la plastinazione, nella quale i liquidi corporei vengono sostituiti con molecole di silicone.



[fonte: www3.lastampa.it]
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