Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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Farouk Hosni candidato per l'Unesco

Ultimo Aggiornamento: 23/09/2009 13:53
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- ḥtm mr r ry.t '3.t
wts rn n ՚ḫ n itn,
S3t n m3't -
21/07/2009 13:17
 
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La sua candidatura per la poltrona di Direttore Generale dell'Unesco non è certo una novità. La stessa ha infatti innescato da tempo una battaglia mediatica, e politica, dai toni forti.
Prescindendo da quelli che sono gli argomenti e i dibattiti scaturiti da tutto ciò, la mia curiosità è un altra:

se Hosni si aggiudicherà l'ambito posto, chi occuperà, di conseguenza, quello di Ministro della Cultura Egiziano?
[SM=g1619695]
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- ḥtm mr r ry.t '3.t
wts rn n ՚ḫ n itn,
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23/09/2009 13:53
 
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Hosni sconfitto!

Per la prima volta nella sua storia, a guidare l'Unesco sarà una donna, nota per la sua determinazione e serietà, la diplomatica bulgara Irina Bokova, che ieri ha clamorosamente sconfitto il ministro egiziano della cultura Faruk Hosni, dato per favorito fino all'ultimo.

Non c'é dubbio alcuno che la scelta del Comitato esecutivo dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'istruzione, la scienza e la cultura venga approvata il 15 ottobre dalla Conferenza generale cui spetta l'ultima parola. Mentre la designazione del controverso Hosni, sotto il fuoco degli intellettuali che non credono sincero il suo pentimento in merito a dichiarazioni antisemite da lui formulate in passato, avrebbe scatenato una guerra diplomatica in seno all'Unesco, tra detrattori e sostenitori. E la Conferenza generale si sarebbe trovata di fronte a uno scoglio dalle gravi conseguenze nell'equilibrio tra i paesi che la compongono, rifiutando di nominare Hosni, che appartiene a un paese al 146/o posto su 173 nella lista degli Stati che violano la libertà d'espressione, secondo le statistiche 2008 di Reporters sans frontieres.

La vittoria dell'ambasciatrice bulgara in Francia e rappresentante del suo paese all'Unesco, strenua paladina dell'adesione della Bulgaria all'Europa, e' arrivata dopo giorni di tensione, in cui le chances di Hosni, che alla vigilia delle votazioni aveva proclamato di avere in tasca almeno 32 voti sui 58 del Consiglio esecutivo, si sono andate assottigliando. Rimasto fermo a 23, poi 25 voti nel corso delle prime tre votazioni, alla quarta, lunedi', ha recuperato solo quattro voti dopo il ritiro della commissaria agli affari europei Benita Ferrero-Waldner (11 voti) e della candidata dell'Ecuador Ivonne Baki (nove), finendo a parità con la Bokova, con 29 voti.

Ieri, il sorpasso e la retrocessione del candidato egiziano - 31 a 27 - che ha scongiurato cosi l'ipotesi di un sorteggio, un singolare sistema molto criticato previsto dal regolamento.

Questa vittoria ormai certa pone fine all'elezione più controversa e mediatica dalla creazione dell'Unesco, nel 1945. Ma è probabile che le polemiche continueranno, il mondo arabo non apprezzerà l'esclusione del suo rappresentante- che sarebbe stato il primo arabo a capo dell'Unesco- e ancor meno l'Egitto di Hosni Mubarak che copresiede con Nicolas Sarkozy l'Unione per il Mediterraneo lanciata nel luglio 2008 in pompa magna a Parigi, e che procede a stento. A Mubarak, secondo indiscrezioni di stampa, Sarkozy avrebbe promesso l'appoggio al suo ministro della cultura, trovandosi poi nell'imbarazzo a seguito delle violente prese di posizione di intellettuali come il filosofo Bernard-Henri Levy, il cineasta Claude Lanzmann (Shoah), il premio Nobel per la pace Elie Wiesel, contro Hosni, accusato di aver detto nel 2008 davanti al parlamento egiziano che avrebbe bruciato personalmente i libri in ebraico trovati nelle biblioteche del suo paese. Le smentite e i mea culpa del ministro non li hanno convinti, anche se a sorpresa hanno convinto Serge Klarsfeld, il cacciatore di nazisti che si è schierato a favore.

Cominciato il 17, l'esame delle nove candidature è stato accompagnato da discussioni animate, specie tra gli europei, divisi su Hosni. L'Italia aveva annunciato di appoggiarlo, la Germania di sbarrargli il cammino, Israele ha tolto il veto dopo un incontro tra il premier Benyamin Netanyahu e Mubarak, che svolge un importante ruolo di mediazione in Medio Oriente. Mai come per il successore del giapponese Koichiro Matsuura che passerà in novembre il testimone, le elezioni di un nuovo direttore generale hanno assunto una valenza politica di questa portata. Dopo la sua nomina fino a due giorni fa imprevedibile, Irina Bokova ha reso omaggio all'Egitto e al suo candidato. Perche' non crede allo scontro tra civiltà.




[fonte: www.ansa.it]
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