Articolo del prof. Magli su Giza | Ultimo Aggiornamento: 19/12/2007 11:36 |
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17/12/2007 12:44 | |
Allego un'immagine di un articolo di archeoastronomia apparso sul Corriere della Sera del 15 Dicembre.
Non voglio influenzare la vostra lettura, ma posso dirvi che non mi ha per niente convinto.
[Modificato da antonio crasto 17/12/2007 12:54] |
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17/12/2007 13:06 | |
Inserisco l'articolo più dettagliato [Modificato da antonio crasto 17/12/2007 13:07] |
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17/12/2007 13:09 | |
inserisco lo schema di Giza più dettagliato
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17/12/2007 19:38 | |
Riporto il testo dell'articolo di cui sopra:
Un unico progetto per le due Piramidi.
La prova: i raggi del Sole al tramonto
di Giulio Magli - 15/12/2007
Fonte: Corriere della Sera
Volute da Cheope e Chepren nel 2.500 a.C., sorgono a Giza, luogo sacro del popolo egizio legato alla creazione
Un nuovo studio condotto sulle basi dell'archeoastronomia getta una luce inedita sull'unica delle «sette meraviglie » dell'antichità giunta fino a noi: le piramidi di Giza, in Egitto. Le due grandi architetture abitualmente attribuite a Cheope e a suo figlio Chepren, costruite attorno al 2500 a.C., appartengono a un unico, grandioso progetto architettonico e non a due progetti concepiti successivamente, come invece finora si è sempre pensato. Le prove di questa tesi che non contraddice nulla di quanto è appurato già dagli egittologi, sono sia di ordine tecnico che simbolico. Esse sono connesse alle relazioni esistenti tra la geometria del complesso architettonico della Piana di Giza e i suoi allineamenti astronomici.
Le piramidi sono orientate ai punti cardinali quasi perfettamente, ma con una lieve differenza da attribuirsi alla tecnica con cui le stelle venivano osservate per determinare il nord, e che mostra come la «seconda piramide» sia stata progettata per prima. Oltre a legarsi alle «stelle imperiture » (come dicevano gli Egizi) del nord, Cheope però voleva dimostrare di essere «Figlio del Sole», quindi destinato alla vita eterna. E quale modo migliore per dimostrarlo se non farlo «dire» al Sole stesso? Accade infatti che le due grandi piramidi, se osservate dalla zona della Sfinge, il giorno del solstizio d'estate diano vita a un fenomeno spettacolare. Il Sole tramonta al centro tra i due monumenti formando e ricostruendo l'immagine del geroglifico Akhet (orizzonte), che raffigura appunto il disco solare tra due montagne, simboleggiando la continuità della vita dopo la morte, destino del faraone sepolto nella piramide. Un effetto, però, che necessita anche della seconda piramide, quella del figlio di Cheope, Chepren, per realizzarsi. Dunque solo alla morte del padre questo faraone si sarebbe attribuito una parte del complesso raffigurante l'orizzonte di Cheope.
Un altro indizio che suffraga la nuova tesi è il fatto che il terreno in cui sorge la seconda piramide sia in posizione migliore rispetto a quello in cui sorge la prima, segno che, nella mente del progettista, lo spazio prima o poi sarebbe dovuto essere occupato da una struttura simile e complementare. Questa complementarità è confermata, ancora, dallo studio archeo-astronomico: infatti il giorno del solstizio d'inverno, il sole tramonta in allineamento dietro la seconda piramide se visto dalla zona del tempio alla base della prima.
C'è, infine, un altro elemento nuovo che gioca un ruolo fondamentale nella tesi. Esso riguarda l'interpretazione della skyline della piana di Giza, cioè ciò che si vede all'orizzonte della Piana se la si guarda dal sito in cui sorgeva Heliopolis, un importantissimo centro religioso solare ora inglobato nei sobborghi del Cairo. Accade infatti un fenomeno visivo curioso e spettacolare, sicuramente voluto: avvicinandosi ad Heliopolis le piramidi di Giza si sovrappongono alla vista l'una con l'altra, e alla fine la pur enorme mole della seconda piramide non risulta piu' visibile, perché coperta interamente dalla prima.
Perché, dunque, Chepren dovrebbe aver voluto che la sua piramide fosse invisibile dal luogo sacro al Sole? È più logico pensare che sia stato Cheope a voler realizzare questo «miraggio» in segno di rispetto per il tempio del sole di Heliopolis, considerato un vero e proprio ombelico del mondo egizio, un luogo associato alla creazione e alla cosmologia.
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17/12/2007 22:09 | |
Una bella interpretazione indubbiamente affascinante ma mi chiedo come sia possibile giacchè il sole e gli astri non sono visibile in cielo oggi come allora. Forse non possiedo sufficienti conoscenze astronomiche .....potresti chiarirmi le idee ? grazie |
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18/12/2007 09:14 | |
Ho estratto alcune frasi (in grassetto) così da rendere più comprensibili i miei commenti.
Giza, luogo sacro del popolo egizio legato alla creazione.
L’autore non spiega perché la Piana di Giza sarebbe legata alla creazione. Sarebbe per lui l’isola del mare primiero su cui si evidenziò Atum?
Le piramidi sono orientate ai punti cardinali quasi perfettamente, ma con una lieve differenza da attribuirsi alla tecnica con cui le stelle venivano osservate per determinare il nord, e che mostra come la «seconda piramide» sia stata progettata per prima.
L’idea che la piramide di Chefren sia stata orientata (non progettata) prima di quella del padre è quanto meno discutibile. Il fatto che i tentativi fatti dall’autore di dimostrare gli errori d’orientamento abbiano presentato delle anomalie matematiche, può essere associato a un’errata scelta delle stelle da considerare per determinare il nord. La fisica e la matematica non possono avallare delle assurdità storiche.
Accade infatti che le due grandi piramidi, se osservate dalla zona della Sfinge, il giorno del solstizio d'estate diano vita a un fenomeno spettacolare. Il Sole tramonta al centro tra i due monumenti formando e ricostruendo l'immagine del geroglifico Akhet (orizzonte), che raffigura appunto il disco solare tra due montagne, simboleggiando la continuità della vita dopo la morte, destino del faraone sepolto nella piramide.
La ricostruzione grafica presentata nell’articolo è errata e l’interpretazione data dall’autore è sbagliata. La foto è sicuramente presa dall’area della Sfinge guardando a Ovest. Ebbene il Sole tramonta a Ovest solamente agli Equinozi. A Giza si vede invece il Sole tramontare al Solstizio d’Estate con un’angolazione di 298°, quindi dalla Sfinge si sarebbe visto dietro la piramide di Cheope.
Il geroglifico Akhet rappresentava nell’Antico Regno il sorgere del Sole fra le montagne orientali, per cui se vogliamo proprio vedere un simbolismo avremmo dovuto fotografare la levata del Sole agli Equinozi da un punto a Ovest delle piramidi. L’estensione verso il tramonto del Sole dovrebbe essere nata nel Nuovo Regno per cui l’immagine presentata non può essere riferita ai tempi di Cheope.
Questa complementarità è confermata, ancora, dallo studio archeo-astronomico: infatti il giorno del solstizio d'inverno, il sole tramonta in allineamento dietro la seconda piramide se visto dalla zona del tempio alla base della prima.
Questa frase non significa niente. Perché avrebbe un valore simbolico il fatto che un osservatore posto alla fine della strada professionale sulla piana (non nel tempio a Valle di Cheope che notoriamente si trova al di sotto della Piana) non avrebbe potuto osservare il tramonto del Sole in quanto nascosto dalla seconda piramide?
Perché, dunque, Chepren dovrebbe aver voluto che la sua piramide fosse invisibile dal luogo sacro al Sole? È più logico pensare che sia stato Cheope a voler realizzare questo «miraggio» in segno di rispetto per il tempio del sole di Heliopolis, considerato un vero e proprio ombelico del mondo egizio, un luogo associato alla creazione e alla cosmologia.
Altra frase che non significa niente. Che rispetto avrebbe il nascondere la piramide (non ancora edificata) del figlio.
E’ stato dimostrato che le tre piramidi di Giza sono allineate verso Iwnw / Heliopolis, così come tre delle piramidi di Abu Sir. E’ sicuramente un collegamento simbolico con l’importante Centro Sacerdotale dove era venerato il Benben e la Fenice, una specie di direzione preferenziale verso il tempio di Ra.
Conclusione
L’archeo-astronomia è sicuramente una scienza importante, ma a mio parere va usata con criterio. E’ necessario chiedersi che cosa volessero gli antichi. Ogni allineamento celeste deve avere un suo simbolismo. Nel caso di Giza è sicuramente importante definire i puntamenti simbolici dei condotti stellari e comprendere l’importanza del maniacale allineamento delle facce delle piramidi con i punti cardinali.
Non mi sembra giusto invece giocare a nascondino col Sole, scegliere punti di osservazione senza alcun simbolismo, ma sopratutti sconvolgere la storia a causa di errate dimostrazioni matematiche.
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18/12/2007 15:22 | |
Grazie Antonio, certo cos' si legge meglio.
Ormai comunque l'ho letto, ti dico cosa ne penso.
Secondo me è un po’ debole.
Tanto per cominciare, le piramidi di Giza non sono tre?
Considerando solo le due più grandi come progetto unitario dovremmo pensare che Menkhaura, visto il lavoro terminato dai predecessori, abbia voluto rovinare l’insieme accostandovi una piramide che è troppo piccola confrontata alle altre due, ma troppo grande per passare inosservata e troppo vicina per fare gruppo a sé?
Oppure aggiunse una piramide per non essere tagliato fuori dal gioco magico dell’orizzonte, pur non riuscendo ormai a farne parte?
Insomma, se si vuole dimostrare che la piana di Giza fu progettata secondo un disegno unitario bisogna poter spiegare tutti gli elementi, non solo qualcuno a scelta.
E l’idea dell’Akhet, se non sbaglio non era di un altro faraone?
Il geroglifico del sole incastonato fra i due picchi ad AkhetAton mi sembra decisamente più riuscito
Senza contare che in quest’ultimo caso la forma delle montagne era naturale, mentre a Giza sarebbero pure state costruite apposta, per ottenere un risultato così vago?
Questo per quanto riguarda le sole immagini…
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19/12/2007 11:36 | |
Ho corretto l'immagine dell'articolo, nella quale veniva considerato il Sole nell'intersezione delle direttrici delle due strade processionali.
Il tramonto del Sole non va considerato dietro le piramidi, ma molto lontano, all'orizzonte.
Queste due direzioni (+- 14° rispetto all'est) corrispondono alla levata del Sole nei giorni intermedi fra Equinozi e Solstizi. Questa coincidenza è stata segnalata da Bauval e ripresa da Magli.
A mio parere la coincidenza non ha alcun valore simbolico. Le due giornate non hanno alcun valore astronomico e sicuramente alcun significati per gli egizi della IV dinastia.
A mio parere è un classico esempio di come cercando in tutte le direzioni una coincidenza si trovi sempre.
Nel mio libro ho spiegato dettagliatamente il perché a Giza esista l'anomalia delle due strade processionali. Esse sono le uniche costruzioni non orientate con precisione maniacale secondo le direzioni cardinali. A mio parere, la strada processionale di Chefren risale ai templi della I dinastia e il suo orientamento fu condizionato dal desiderio di collegare due templi (a monte e a valle) e nascondere il sacro Pozzo dell'Acqua, mentre la strada processionale di Cheope sarebbe stata progettata verso +14° a nord dell'est semplicemente per ragioni di simmetria.
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