Quest'anno è stato festeggiato il 17 Novembre.
Riporto qui un pezzo tratto dal mio diario di viaggio del 2008, in cui riferivo cosa mi era stato raccontato in proposito.
Per pochi giorni evitiamo una grande festa dell’Islam, forse la più grande, in cui viene ricordato l’episodio, raccontato anche nella Bibbia, in cui Abramo è chiamato dal Signore a sacrificare il suo unico figlio Isacco.
E’ un episodio fondante nella storia del popolo ebraico, non solo riguarda uno dei patriarchi più importanti e il “plantageneta”, ma in particolare spiega quale sia la forza della fede.
Si tratta di una festa mobile, essa viene fissata di anno in anno in Arabia Saudita, in base a calcoli definiti sul calendario lunare, deve cadere circa a 60 giorni dalla fine del Ramadam.
In questa occasione chi può effettua il pellegrinaggio santo alla Mecca, tutti gli altri festeggiano a casa, con un pensiero sempre rivolto al viaggio da fare almeno una volta nella vita, prima possibile.
Tutti si alzano prima dell’alba per compiere la prima preghiera nel tempo giusto.
Poi le famiglie intere vanno alla Moschea ed assistono alla lettura della Parola, seguita dai commenti degli Anziani Sapienti.
Al ritorno a casa con la famiglia riunita si effettua il sacrificio rituale dell’agnello, simboleggiante l’agnello con cui Abramo sostituì all’ultimo momento il figlio Isacco sull’altare, grazie al tempestivo intervento divino.
Non è obbligatorio sacrificare un agnello, ma a seconda delle possibilità della famiglia e del numero di invitati si possono sacrificare vari animali da carne, dalla pecora al manzo, persino il cammello.
Esso viene macellato in casa o comunque privatamente, la sua carne pulita e divisa in tre porzioni.
La prima è destinata alla famiglia e verrà consumata subito, il giorno della festa.
La seconda è per gli amici e verrà consumata durante i 4 giorni seguenti, per la durata dei festeggiamenti.
La terza parte viene donata alle famiglie povere, che non possono permettersi la carne e ce ne sono ancora molte, inoltre si coglie l’occasione per portare qualcosa in più, per fare le elemosine, sempre in rapporto alle proprie possibilità.
In quei giorni le preghiere giornaliere saranno sei, una in più rispetto alle 5 dei giorni ordinari.
E’ davvero una festa molto sentita, in cui viene anche ribadita l’importanza della famiglia come nucleo fondante della società, e la carità, la necessità di provvedere e aiutare i meno fortunati.
Le scuole chiudono per una settimana, da domenica 7 a domenica 14 quest’anno e chi può sta anche a casa dal lavoro.
Analogamente, chi può fra noi, eviti di andare in Egitto o altri paesi arabi in questo periodo, lasciamo che passino la loro festa senza averci tra i piedi, anche se chi lavora con i turisti sarà presente lo stesso, una flessione nella richiesta lavorativa penso sia abbastanza gradita.
Anche quest'anno il nostro soggiorno è terminato qualche giorno prima dell'inizio dei festeggiamenti.