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Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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La musica

Ultimo Aggiornamento: 25/06/2010 13:17
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La Divina Cantatrice
- HdjetmeMaat
MerytAton Sitenjterw -
23/06/2010 22:13
 
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Nell'antichità la musica era priva di notazione, e veniva trasmessa oralmente presso quasi tutte le
civiltà fatta eccezione per la musica greca, che utilizzava una sorta di notazione musicale.
È più che probabile che nell'antico Egitto, anche se non si può parlare di una vera e propria
notazione, sia esistita una grafia musicale che dava indicazioni di tipo ritmico e melodico.
Ad esempio, a partire dal Medio Regno, le lettere
M17
e
O4

stanno talvolta ad indicare segnimusicali corrispondenti a vocalizzi di cantanti.
Una caratteristica della pratica musicale egizia era la "chironomia", cioè la direzione di un
complesso musicale mediante alcuni gesti e movimenti della mano.
Questa venne quindi trasmessa agli antichi Greci e la ritroveremo direttamente nel Medioevo
poichè sarà all'origine della scrittura neumatica.
La chironomia venne utilizzata da Guido D'Arezzo con l'ingegnoso sistema della "mano armonica"
o "guidoniana", secondo il quale la successione dei suoni veniva fatta corrispondere alle falangi e
alla punta delle dita.
Il chironomo egiziano era alle volte contemporaneamente anche cantante e stava accovacciato
di fronte ai musicisti, facendo gesti con le mani dal significato ritmico e melodico.
I movimenti chironomici che più frequentemente compaiono sono il pollice che tocca l'indice e va
a formare una specie di anello e la mano con le dita tese.
Gli studiosi ritengono che questi due diversi e ricorrenti atteggiamenti della mano stiano ad
indicare, in termini di armonia, la nota fondamentale e la quinta.
I successivi gradi di una scala sarebbero indicati dalla differente inclinazione del braccio rispetto
all'avambraccio, per cui più acuto è l'angolo, più acuta è la nota.
Pertanto è possibile "ricostruire" parecchie scene musicali che però non hanno ovviamente una
dimensione temporale che ci permetta di ricreare e far rivivere una vera e propria sequenza di
suoni.
Uno dei problemi maggiormente dibattuto dagli studiosi è stato quello di accertare l'esistenza
dell'armonia nella musica egiziana.
Per armonia si intende la combinazione e l'esecuzione simultanea di due o più suoni.
Nella storia della musica occidentale, si fa risalire l'origine dell'armonia intorno al IX secolo DC, ma è
assai probabile che essa fosse già in uso assai prima.
Osservando i dipinti e le scene a rilievo, si è subito portati ad affermare che gli Egizi conoscevano
l'armonia, in quanto spesso compaiono degli insiemi strumentali, che probabilmente realizzavano
delle combinazioni simultanee di suoni.
A sostegno dell'ipotesi che gli Egiziani conoscessero l'armonia, vengono in aiuto alcuni strumenti
musicali tra i quali il liuto, l'arpa e il doppio clarinetto.
Attraverso lo studio di un liuto proveniente dalla tomba di Harmose a Tebe, del quale sono stati
trovati i frammenti di tre corde di uguale spessore, si è ipotizzato che una delle tre corde fungesse
da nota base, quasi una sorta di bordone, e che le altre due fossero accordate all'unisono e
suonate insieme come una sorta di mandolino.
L'arpa appare fin dall'antico regno ed è rappresentata innumerevoli volte nei bassorilievi.
Gli studiosi pensano che gli arpisti accompagnassero i canti con accordi formati generalmente da
note lungamente tenute o ripetute ritmicamente.
Misurando la lunghezza delle corde e osservando la posizione delle mani sullo strumento sono stati
calcolati gli intervalli più frequenti: la quinta e l'ottava.
Una testimonianza musicale di notevole importanza proviene dalla famosa mastaba di Ptah-hotep
a Saqqara, in quanto il chironomo raffigurato esegue due movimenti diversi
contemporaneamente: la mano sinistra, che ha il pollice e l'indice che si toccano, indica la
fondamentale e la mano destra, con le dita tese, la quinta.
Questo documento indica chiaramente l'uso nella musica egizia di suoni simultanei e quindi
l'esistenza di un'armonia.
È presumibile che la melodia eseguita dalla voce o da uno strumento, o da entrambi, fosse
accompagnata da accordi di quarta, quinta e ottava, ossia da quegli intervalli considerati
naturalmente consonanti.
Dalle fonti a noi note, possiamo dedurre che la musica accompagnava feste e banchetti, nonchè
cerimonie religiose.
La musica aveva un ruolo importante nei rituali del tempio, ove era eseguita da sacerdoti-cantori
o, nel Nuovo Regno, da donne musiciste, spesso appartenenti a famiglie nobili.
Nel tempio erano presenti anche danzatori e danzatrici addetti al culto, molto spesso di
provenienza straniera.
Durante i funerali erano eseguiti dei lamenti funebri con danzatori e suonatori.
Al di fuori dell´ambito strettamente rituale sono rimasti canti di lavoro (Per la mietitura, per la
trebbiatura, per la pigiatura dell´uva), canti d´amore e esecuzioni musicali, sia vocali che
strumentali, durante le feste.
Un´intensa attività musicale era svolta alla corte del faraone, dove cantanti e strumentisti avevano
una posizione di prestigio.
Sono arrivati a noi i nomi di diversi musicisti: cantori, strumentisti, direttori dei cantori del faraone.
Ad esempio, la cantante Iti, epoca V dinastia, è raffigurata con l´arpista Hekenu in un rilievo della
necropoli a Saqqãra.
Sulle sculture e sulle pitture murali la musica è, per lo più, collegata con quelle scene in cui gli artisti
rievocavano la vita dei grandi personaggi per mostrare e sottolineare le gioie dell´aldilà.
Fin dalle più lontane dinastie gli Egiziani coltivarono la musica collegando gli strumenti alle loro
divinità e alle manifestazioni religiose.
La musica sacra era regolata dai sacerdoti, i quali si opposero sempre a ogni tentativo di
modificare i riti e i canti ad essa relativi.
Questi erano di loro esclusiva pertinenza; solo dal sedicesimo secolo a.C. alle donne, purchè di
famiglia sacerdotale, fu permessa la pratica di questi cerimoniali.
All´inizio del terzo millennio a.C., la musica egiziana aveva già avuto un notevole sviluppo.
A seguito delle varie campagne militari susseguitesi nel tempo, la cultura musicale egizia subì
progressivamente delle contaminazioni da parte dei popoli sottomessi.
In realtà, della musica egiziana conosciamo ben poco, perchè probabilmente non esisteva una
notazione in quanto, come in altre civiltà antiche, la musica era di tradizione orale.
Si è cercato di fare delle ipotesi sui sistemi musicali egiziani dal momento che non abbiamo alcun
frammento di notazione scritta.
Sachs, così come aveva ipotizzato per gli arpisti mesopotamici, studiò la posizione delle dita sulle
corde delle arpe egiziane e ne dedusse un´accordatura pentafonica.
Tale interpretazione rimane dubbia, come anche le ipotesi sull´esistenza di una notazione musicale,
dell´armonia e della polifonia.
Eppure la musica era presente in tutte le manifestazioni civili e religiose, nelle battute di caccia,
nelle feste e nei banchetti.
Nelle grandi cerimonie, vista la prevalenza di strumenti a percussione, o comunque rumorosi quali
tamburi, crotali, sistri, la musica doveva essere fortemente ritmata e chiassosa.
La musica in privato, doveva invece essere molto dolce per le caratteristiche degli strumenti
utilizzati: l´arpa, il liuto, il flauto.
Sembra che fosse la voce ad accompagnare gli strumenti e che particolarmente apprezzate
fossero le cantatrici siriane.
L´orchestra era molto semplice ed era composta da due arpe e due flauti.

Esonet.ORG – La Tradizione Iniziatica tra Oriente e Occidente

[SM=x822713] Trovato questo che mi sembra interessante!
[Modificato da roberta.maat 23/06/2010 22:35]
24/06/2010 01:36
 
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guarda un po' qui
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Scriba
25/06/2010 13:12
 
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Nella funzione di ricerca della Casa Editrice Ananke, digitate "musica" ed escono diverse pubblicazioni attinenti. Roberta, grazie per la ricerca, che trovo veramente interessante
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Scriba Reale
La Divina Cantatrice
- HdjetmeMaat
MerytAton Sitenjterw -
25/06/2010 13:17
 
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Grazie a te Emi, per l'attenzione.
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