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Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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Le barche nel deserto

Ultimo Aggiornamento: 15/02/2012 10:44
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- ShemsetRa -
Architetto Reale

23/02/2010 18:54
 
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Sul libro di Natale Barca, “Sovrani predinastici egizi” si può trovare un paragrafo sulla teoria della “new race”, molto in voga nel secolo scorso, con le descrizioni delle posizioni, a favore o contro, di alcuni egittologi interessati alla vicenda predinastica.
Metto qui un breve riassunto, sperando possa servire ad invogliare qualcuno all’approfondimento…

Il Nilo e la sua valle furono da sempre le vie privilegiate di esplorazione dell’Africa, sin dai tempi più antichi.
Da qui partirono molto spesso le spedizioni volte alla conoscenza del territorio desertico, da un lato e dall’altro del fiume, dapprima sfruttando le piste battute durante migliaia di anni dalle carovane, per allontanarsi sempre di più verso quelle dimenticate.

Gli esploratori occidentali furono molto colpiti nel trovare, sulle rocce attraversate da tali piste, una quantità incredibile di scritte e disegni stratificati, testimonianza della continua frequentazione di questi luoghi.
In particolare destarono interesse le numerose rappresentazioni di barche e scene relative all’ambiente acquatico, stranamente ricorrenti in luoghi così lontani da mari e fiumi.

Fu Arthur Weigall a pubblicare per primo, nel 1909, alcuni rilievi eseguiti nel Deserto Occidentale, richiamando l’attenzione di molti su questa curiosità.
Negli anni ’30, il suo seguace H. A. Winkler si recò in Africa per condurre alcune campagne esplorative, approfondendo la conoscenza del territorio e dei graffiti sulle rocce, ricopiandone una grande quantità e compilando documentazione utile alla loro localizzazione.
La sua opera proseguì con dei tentativi di interpretazione e spiegazione di questa anomalia.
Secondo Winkler infatti, le barche raffigurate assomigliavano in tutto a certi esemplari mesopotamici e per niente alle coeve imbarcazioni nilotiche, ne dedusse quindi che quelle zone del Deserto Orientale, dovessero essere state oggetto di invasione e conquista da parte di popolazioni mesopotamiche, partite dalla loro terra con molte navi al seguito, per eseguire una trasferta via terra e un tragitto via mare, alla volta dell’Africa nord-orientale.

Gli studiosi della prima metà del XX secolo si dimostrarono piuttosto favorevoli a questa ipotesi, suffragata da argomentazioni di tipo culturale: si credeva infatti che le popolazioni del Vicino Oriente fossero più evolute delle altre, in tutti i sensi, in particolare rispetto a quelle africane, a causa della loro storia, della provenienza dall’area in questione degli ebrei e dei portatori della Parola di Dio, essendo ivi ambientate le vicende narrate nella Bibbia.

Anche egittologi di una certa importanza come Bryan Emery abbracciarono la teoria della “new race”, definizione adottata per identificare la credenza secondo cui, le maggiori abilità acquisite degli egizi dal secondo periodo Naqada in poi fossero dovute ad insegnamenti ricevuti dagli invasori.

... continua ...
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- ShemsetRa -
Architetto Reale

25/02/2010 20:10
 
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Le popolazioni mesopotamiche avrebbero costruito delle navi con cui discendere il corso dei fiumi Tigri e/o Eufrate, giungendo nel Golfo Persico per circumnavigare la Penisola Arabica, quindi approdare sulla costa africana del Mar Rosso.
Da lì, tirando in secca le navi, le avrebbero trascinate lungo le uadi verso ovest, fino alla Valle del Nilo, senza trovare resistenza alcuna da parte degli indigeni, mentre avrebbero dovuto affrontare delle battaglie con gli abitanti per la conquista delle città più grandi, come Nubt (Naqada) e Nekhen (Hierakonpolis).

Negli ultimi decenni del secolo scorso, a fronte di numerose nuove spedizioni di approfondimento, di campagne di scavo, di maggiore conoscenza della storia egizia, anche di quella più antica, alcuni studiosi cominciarono a sollevare critiche alla teoria della “new race”, trovando nelle stesse popolazioni africane preesistenti, energia sufficiente per determinare l’avvento di uno stato unico, grande, forte e destinato alla leggenda come quello egizio faraonico.

L’esito di questi studi ha raggiunto il pubblico dei non-tecnici grazie al libro di Toby Wilkinson, “La genesi dei Faraoni”, in cui viene esposta un’interpretazione magico-religosa delle scene con le barche incise sulle pareti rocciose del Deserto Orientale, ben adattabile anche a quelli di area sahariana, tesi che terrebbe conto anche dell’evoluzione posteriore del motivo delle barche nell’arte e nella religione egizia.
Secondo Wilkinson le navi ritratte sulle rocce furono realizzate in tempi molto antichi, dalla fine del periodo Naqada I a tutto il Nqada II, come risulterebbe da confronti tipologici, stilistici e tecnici condotti sulle raffigurazioni analoghe ritrovate in abbondanti esempi di ceramica, altrimenti datata con metodi più sicuri, ad esempio stratigrafici, chimici o fisici.

Le navi mesopotamiche che dovrebbero esserne state i modelli però, iniziarono ad essere costruite almeno 500 anni più tardi, quindi se la teoria dell’invasione da est nasce dalla similitudine nella forma delle barche, dovremmo pensare semmai il contrario, cioè che siano stati gli egizi a colonizzare la Mesopotamia.

Purtroppo non possediamo prove definitive a favore dell’una o dell’altra teoria, infatti ci sono molti reperti a testimonianza del notevole influsso culturale, figurativo e tecnico dell’Oriente sull’Egitto, e altri studiosi che preferiscono giustificare certe singolarità con l’arrivo di una “new race”; ad esempio David Rohl nel 2002 ancora si schiera con Winkler ed Emery, sostenendo di aver trovato nei racconti epici sumeri, cronache di viaggi di conquista attraverso i mari e le montagne.

Per Wilkinson comunque, l’arte egizia, dal suo nascere fino alla fine, non tende alla raffigurazione fotografica di cose viste, né alla rappresentazione didascalica di racconti, ma è strumento magico, esattamente come la scrittura, per concretizzare idee metafisiche molto difficili da comunicare in altri modi: la magia, la morte, l’anima, il sacro, il mistero…

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EgiTToPhiLo/a
Artista del Re
08/02/2012 16:11
 
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"Pizia.", hai fatto un ottimo resoconto sulla questione, al quale è difficie aggiungere qualcosa. Mentr eleggevo, anche ha me è venuto in mente David Rohl ("La Genesi aveva ragione"), che recentemente tornava a riproporre l'invasione in Egitto da oriente. Lui fa l'errore di accorciare esageratamente le cronologie egizie per supportare questa tesi, ma è a mio avviso (e non solo da parte mia) una forzatura. Il libro di Rohl è comunque un buon libro, molto stimolante.
Ovviamente ribadisco che "La genesi dei faraoni" di Toby Wilkinson è un libro da leggere.

Ric [SM=x822709]
[Modificato da Riccardo Banchi 08/02/2012 16:18]
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- ShemsetRa -
Architetto Reale

15/02/2012 10:13
 
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Re:
Riccardo Banchi, 08/02/2012 16.11:

che recentemente tornava a riproporre l'invasione in Egitto da oriente.
Ric [SM=x822709]


Mi domando se prima o poi qualcuno avrà il coraggio di proporre l'invasione dell'Oriente dall'Egitto!
Secondo me quello di accorciare esageratamente i tempi non è l'unico errore di Rohl, il primo sta nel titolo programmatico, in cui già c'è la spiegazione del perché ha commesso l'altro errore, quello di cui riferisci.
Però in effetti piace e ha venduto molto, in particolare negli USA.

Solo ora rileggendo, mi rendo conto di aver raccolto molte voci favorevoli alla teoria della New Race, ma solo una contraria, quella del Wilkinson autore del libro da cui ho tratto le informazioni.
Sarebbe necessario aggiungere anche altre testimonianze, a partire dallo stesso Petrie, il quale, dopo aver coniato l'espressione, si è reso conto, anche grazie al lavoro di Jacques de Morgan su siti coevi, di aver sbagliato la datazione di un bel po'.

Forse oggi non se ne parla nemmeno più, almeno fra i tecnici accreditati, quindi nessuno affronta più la confutazione di questa teoria.
Non so come la pensi tu, ma da parte mia, se avessi la possibilità di fare domande a Dreyer, alla Barich o alla Friedman chiederei un sacco di cose, ma nulla sulla teoria della New Race.
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EgiTToPhiLo/a
Artista del Re
15/02/2012 10:27
 
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E' proprio così. La "New Race" è una teoria che fa parte della storia dell'Egittologia, che lo stesso Petrie ipotizzò e infine abbandonò. E attualmente, sembra non trovare più alcun fondamento.
Non penso però che siano gli Egizi ad avere "invaso" l'Oriente. Contatti culturali da Est paiono evidenti, ma questo è un altro discorso, che non mette in secondo piano l'identità africana del popolo egizio.

Ric
[Modificato da Riccardo Banchi 15/02/2012 10:27]
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- ShemsetRa -
Architetto Reale

15/02/2012 10:35
 
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Alludevo all'origine probabilmente africana dell'homo sapiens [SM=x822714]
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EgiTToPhiLo/a
Artista del Re
15/02/2012 10:43
 
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Quella è scontata, ma siamo in periodi decisamente pre-Egizi...
E forse potrebbero essere giunti a oriente dalla zona del Golfo di Aden - Gibuti e non solo dal Sinai.

Ric [SM=x822714]
[Modificato da Riccardo Banchi 15/02/2012 10:44]
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