Qualsiasi testo affronti la tematica relativa alla scoperta della tomba di Tutankhamon, battezzata KV62, riferisce che la stessa fu oggetto di effrazione già nell'antichità.
Al momento della scoperta furono trovati segni evidenti di tali tentativi sulle porte situate tra la scala e il corridoio e quest'ultimo e l'anticamera, le quali riportavano "ritocchi" con apposti i sigilli della Necropoli, identificabili dalla rappresentazione di Anubi posto sui "Nove archi", ovvero i popoli nemici dell'Egitto.
Gli stessi testi riferiscono che tali effrazioni ebbero probabilmente luogo durante l'epoca Ramesside, ma uno studio pubblicato sull'Ancient Egypt Magazine di ottobre/Novembre 2009, scritto dal dr. Steve Cross, rivelerebbe che, contrariamente a quanto ritenuto finora,
i sigilli utilizzati per chiudere la tomba al termine della Cerimonia Funebre e anche quelli apposti in seguito ai tentativi di furto risultano essere quelli in dotazione ai funzionari preposti, sotto il Regno di Tutankhamon e Ay e non appartenenti alla successiva Dinastia.
Soltanto nei giorni scorsi il Griffith Institute ha, peraltro, reso disponibile online le note originali di Carter relative a tutti i sigilli rinvenuti nella tomba, corredate dai rapporti originali redatti da Breasted. Documenti di elevato interesse, che possono essere consultati liberamente a questo indirizzo:
www.griffith.ox.ac.uk/gri/4tutseals.html
E' quindi da ritenersi di importanza fondamentale il procedere con uno studio accurato dei sigilli, al fine di ottenere una datazione quanto più precisa dei medesimi, che permetterà di stabilire quando, effettivamente, si tentò di entrare, in modo illecito, nella tomba di Tut.