Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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"Le tracce di Mosé - La Bibbia tra storia e mito " di Israel Finkelstein e Neil A. Silberman

Ultimo Aggiornamento: 27/11/2012 00:29
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26/07/2010 14:55
 
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Rispondo con un po’ di ritardo, dopo un fine settimana molto “intenso”, trascorso a svolgere, per gran parte del tempo, il difficile e faticoso ruolo di nonno, in compagnia della nipotina “terremoto”. Mi scuso del ritardo.

 

Ho letto il libro “Sulle Tracce di Mosè” di Finkelstein e Silberman.. In questo momento mi trovo presso la mia seconda residenza ed il libro non è con me. Peccato, perché avrei potuto rileggere insieme, alcune parti del testo che più mi hanno colpito.

 

Debbo confessare che in materia di letture sacre non sono molto ferrato ed anche per quanto riguarda le conoscenze archeologiche mi sento un vero dilettante. Pertanto ho avuto molte difficoltà quando ho trovato riferimenti a testi religiosi non conosciuti, o ad avvenimenti storici collegati con essi.. Debbo comunque osservare che su Egittophilia si è già ampiamente dibattuto dei contenuti del libro, pertanto mi limito a fornire un giudizio superficiale, circoscritto alle metodologie utilizzate per l’esame dei siti storici.

 

Quello che più mi ha colpito è il fatto che le ricerche archeologiche, oggi, vengono svolte non limitando l’esplorazione esclusivamente presso il sito individuato, ma svolgendo diverse comparazioni, quali: lo scavo in profondità, alla ricerca di eventuali stratificazioni delle costruzioni emergenti, oppure una comparazione in orizzontale, confrontando i risultati ottenuti, con quelli di altri siti nell’ambito dei territori adiacenti. Queste comparazioni sono svolte con l’ausilio di moderni strumenti e di analisi sofisticate, attraverso l’esame dei reperti trovati, dello stile delle ceramiche, del modo di inumare i defunti, del modo di costruire le abitazioni e grazie a tante altre indicazioni, fatto che mi ha lasciato sinceramente sorpreso.

 

Sperando di non andare fuori tema e di non annoiare troppo, porto ad esempio la ricostruzione che fa Natale Barca nel suo libro “Al Tempo dei Ramessidi” (pag. 51), nel raccontare della catastrofe che travolse Poliochni V-livello giallo (una delle tante stratificazioni ritrovate sul citato sito, presso l’isola di Lemnos). Un violento terremoto ed un vasto incendio provocarono vittime e distruzioni su vasta scala. Il sito fu abbandonato dai suoi abitanti e tutto rimase inalterato per il ritrovamento da parte dei futuri archeologi: arnesi da lavoro, armi, manufatti di lusso (pinzette, scalpelli, asce piatte, pugnali a còdolo con nervatura centrale, coppe d’argento, ornamenti personali), ecc.. Quante informazioni per gli archeologi!!! Per Troia II-g, si riesce addirittura a ricostruire i motivi dell’incendio che distrusse la città, lumeggiando la possibilità che si sia svolta una rivoluzione sociale. Una dimostrazione del clima di tensione sociale che aleggiava a Troia-II-g alla vigilia dello scoppio del furore popolare, è data dalla costituzione di ripostigli per oggetti preziosi ad opera di membri dell’elite dominante…..i possessori di queste ricchezze ritrovate, dopo averle nascoste, non sono più tornati a recuperarle, evidentemente non hanno potuto, probabilmente perché periti durante la sommossa…….

 

L’Archeologia si sta sempre più avvicinando ad essere una scienza esatta e lo studioso è in grado di ponderare le sue valutazioni e di ricostruire “ipotesi”,sulla base di indizi sempre più certi. Ora Finkelstein svolge proprio questo mestiere. La possibilità che il grande regno di Giuda ed Israele possa non essere esistito, o che esista o no il palazzo di Re David, o che l’Esodo biblico ci sia mai stato, o che la Bibbia sia stata scritta soltanto 700 anni prima della nascita di Cristo, secondo gli autori, non è un fatto che mette in discussione la loro stessa fede nella religione ebraica. La Fede è un’altra cosa e non credo utile che – certi studiosi - credano che i testi religiosi debbano per forza rappresentare la vera storia dell’uomo, di questo Finkelstein è consapevole. Insomma, se il palazzo di Re David è stato trovato da un archeologo che poi vuole portare avanti una SUA tesi sulla grandezza del popolo ebraico, l’archeologia moderna rischia di uscirne danneggiata nella sua immagine.

La Piramide Azzurra sta lì da migliaia di anni ed – insieme agli altri monumenti egizi – essa rappresenta esclusivamente grande cultura, la potenza e la ricchezza di un Popolo antico, ma poi non dimentichiamo che tutto passa e va, che sia terra, o sabbia, l’uomo viene ricoperto dal tempo, anche noi (fine poetica).

 
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29/07/2010 17:56
 
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La Piramide Azzurra è a questo indirizzo: http://www.pixelparadox.com/giza.htm   (è il mio screensaver)
26/11/2012 20:29
 
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Ho iniziato oggi la lettura del saggio
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Scriba Guardiano
Suddito
27/11/2012 00:29
 
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Ottima e lucida analisi emilioraffaele...... soprattutto mi fa piacere constatare che ti sei arricchito di un dato fondamentale che non avevi previsto: come viene condotta una moderna ricostruzione archeologica. Che, come vedi, implica raccolta e confronto sia in orizzontale che in verticale di tutti gli elementi che sfiorano il topico analizzato. Il che richiede una fascia ampia di conoscenze e competenze. Uno dei tanti motivi per cui deragliano sistematicamente le analisi degli appassionati monomaniacali.

Vedo che le difficoltà che avete incontrato un pò tutti sono sugli argomenti che vi avevo preannunciato. Purtroppo gli autori non avevano molta scelta, sia per come vengono condotte le ricostruzioni (come si diceva, con tutte le connessioni possibili) sia per l'oggettiva complessità del soggetto.

Hatshepsut, ora tocca a te! :-)
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Dedico EgiTToPhiLìa a colui che ha saputo insegnarmi che cos'è l'umiltà, senza parole, ma coi gesti e con l'esempio quotidiano.
Un'altra delle ragioni per cui l'ho amato, e lo amo, più di chiunque altro. Oggi ch'egli vive ancora, e per sempre, dentro il mio cuore, dedico EgiTToPhiLìa a...
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