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La grafia di ANKH nel Protodinastico (I-II° din.)

Ultimo Aggiornamento: 04/09/2009 11:57
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03/09/2009 15:26
 
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Rispondo qui ad una domanda di Pizia che mi chiede informazioni sulla grafia del segno "Ankh" nel pettine protodinastico (I° din.) di Djet.


pizia., 03/09/2009 14.51:


Ma già che stiamo parlando di questo e prima di entrare in temi "gravi" come l'animismo, Massimo ci puoi dire qulcosa sul segno ankh con due gambe inciso sul pettine? Da anni mi interrogo sul suo significato.




Caschi bene Pizia, perchè sono un conoscitore e studioso della paleografia del Predinastico e Antico Regno. Ho fatto uno specifico studio sull'apparizione e lo sviluppo del simbolo ankh nel Predinastico e Antico Regno ma, non avendo potuto verificare tra tutto il materiale pubblicato se qualcuno ne ha già parlato, mi limito a rispondere brevemente alla tua domanda.

Quello che vedi non sono gambe ma la forma originaria dell' Ankh predinastico che si mantiene, paleograficamente, per parte dell'Antico Regno. Quella forma evidenzia che il pittogramma nasce come un pezzo di nastro legato ad occhiello tramite quello che credo sia un pezzetto di legno trasversale e con le estremità svolazzanti.
La successiva stilizzazione e schematizzazione della scrittura lo conduce poi ad essere il segno che conosciamo. Tuttavia qualcosa del disegno originario rimane: nei casi di scrittura calligrafica (cioè di bella grafia dettagliata) si vede ancora che la base del tratto verticale di Ankh è leggermente svasata per indicare schematicamente i 2 lembi del tratto di corda o stoffa che si aprono svolazzanti alle due estremità.

Qual'è secondo me il collegamento concettuale tra il concetto di "vita" e il segno rappresentato preferisco al momento non dirlo per i motivi su esposti. Al momento la "vulgata" in egittologia è che il segno rappresenti la corda di un sandalo (Gardiner), il che è un pò difficile da connettere col significato di "vita".
Vedere anche (ma sostanzialmente ripete il concetto) il libro :

M. Betrò "Geroglifici", 1995, Mondadori, pag. 213



[Modificato da MassimoIzzo 03/09/2009 16:09]
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Thiatj

- ḥtm mr r ry.t '3.t
wts rn n ՚ḫ n itn,
S3t n m3't -
03/09/2009 16:17
 
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Quella forma evidenzia che il pittogramma nasce come un pezzo di nastro legato ad occhiello tramite quello che credo sia un pezzetto di legno trasversale e con le estremità svolazzanti.



L'ipotesi che l'ankh traesse origine da un laccio di sandalo mi è sempre stata stretta, proprio in virtù del fatto che non suggerisce alcun rimando al concetto di vita (quanto meno, non un rimando esplicito).
La possibilità che Gardiner avesse ragione, a mio avviso, si riduce ancor di più se teniamo conto dell'antichità del segno.
I sandali, come qualsiasi altra cosa, furono soggetti ad evoluzione. Apparvero relativamente presto, come testimonia la tavoletta di Narmer, in cui è possibile apprezzare, dietro la figura del Re, quella del suo portatore di "reali calzature". Osservando bene questo dettaglio, si può verificare che questi presentano un'ampia fascia orizzontale, che copriva il collo del piede. La loro osservazione non mi suggerisce alcuna attinenza con l'ankh. Per poter individuare dei sandali con legacci "simili" a quelli che potrebbero formare un ankh, bisognerà attendere fino al Nuovo Regno. Toppo tarda come fonte di ispirazione del segno...

Forse non bisogna cercare nello specifico, ma rimanere in un contesto più generale, come suggerisce Massimo.
La rappresentazione di una corda, più genericamente? potrebbe essere, quanto meno la considero un'ipotesi ampiamente più accettabile. Per qualche ragione, questo elemento ritorna più volte nei geroglifici egizi, in varie fogge e con significati rilevanti. Pensiamo al segno V7, con valore fonetico sn, che ricorda molto da vicino l'ankh, pensiamo a V12 che identificava un "legame" o, ancor di più, al Cartiglio Reale. Non è questo, forse, una corda annodata, per protezione, intorno al nome del Re?



[in allegato dettaglio del portatore di sandali, tratto dalla Tavoletta di Narmer]


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Condivido completamente le tue perplessità sui sandali Kiya. Mi accorgo che gli egittologi spesso peccano di fantasia e di colpo d'occhio.... mi dispiace di non poter ancora parlare della mia ipotesi.
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A proposito del cartiglio reale shen, cara Kiya, il famoso sigillo di Peribsen che ho menzionato a proposito della prima iscrizione egiziana, è proprio la prima (ed isolata) attestazione archeologica del cartiglio ovale con nome reale iscritto. Non ricordo in questo momento l'attestazione successiva del cartiglio ma esso non è usato dai faraoni della III° din. immediatamente seguenti.
Questo è un altro motivo molto forte per sospettare che quel sigillo sia un falso.

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Re:
MassimoIzzo, 03/09/2009 15.26:

Quello che vedi non sono gambe ma la forma originaria dell' Ankh predinastico che si mantiene, paleograficamente, per parte dell'Antico Regno. Quella forma evidenzia che il pittogramma nasce come un pezzo di nastro legato ad occhiello tramite quello che credo sia un pezzetto di legno trasversale e con le estremità svolazzanti.



Massimo, mi stupisci ad ogni messaggio!
Abbiamo dibattuto parecchio a proposito dell'ankh, della sua grafia, dei suoi significati e della sua origine, riportando tutte le spiegazioni trovate in giro più o meno convincenti.

Per motivazioni psicologiche ero portata ad accordare una certa validità all'ipotesi della forma umana stilizzata (testa braccia e corpo), esposta da Kurt Mendelssohn, anche se esposta da quell'autore e in quel contesto, mi sembrava poco sostenibile.

Per questo ho sempre cercato altri riscontri...
Però avevo sotto gli occhi la teoria del sandalo e tanti ankh, in particolare i più antichi, disegnati proprio così, a cordicella e in cuor mio sospettavo che questa maggioranza di egittologi avesse ragione.

Poi ho scoperto altre parole costruite in maniera simile nella loro forma scritta, geroglifica, ad esempio Iside/Aset.

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