| | | OFFLINE | | Post: 41.058 Post: 22.720 | Registrato il: 24/08/2005 | Sacerdotessa di ATON | Thiatj | - ḥtm mr r ry.t '3.t wts rn n ՚ḫ n itn, S3t n m3't - | |
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19/07/2009 22:38 | |
Il dubbio che ho nasce dall'ipotesi che per l'antico Egitto si debba parlare di tecnica dell'Agemina e non propriamente di Niellatura Le due lavorazioni sono estremamente simili, e per questo spesso confuse.
Da quanto rilevo, la prima consiste nell'applicazione di fili metallici (a volte preziosi), in solchi scavati nel metallo per mezzo di incastro o colpi di martello. Si tratta quindi di una lavorazione a freddo. La seconda, invece, consiste nell'intagliare il metallo secondo un disegno prestabilito e riempiendo gli intagli con l'amalgama nero, che viene fuso scaldando il metallo.
Supponiamo effettivamente che utilizzassero il niello e che il composto anche a quell'epoca contenesse zolfo, argento e rame (propendo, però, piuttosto per ritenere che applicassero eventualmente questa tecnica utilizzando gli smalti, come riempitivo...), mi chiedo: come avrebbero potuto estrarre lo zolfo (elemento che di norma si trova "legato") dai minerali in cui era presente? |