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"Scienza e Umanesimo" / "Scienza e Archeologia" - dualismi possibili

Ultimo Aggiornamento: 24/05/2009 13:20
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Lo conferma il dr. Massimo Izzo

Nella mia instancabile ricerca, che mi porta a sviscerare la Rete per alimentare la sete di sapere e per ampliare le mie conoscenze, a volte ho l'inaspettata fortuna di "incontrare" persone eccezionali.

Nei giorni scorsi, la mia strada virtuale ha incrociato quella del Dr. Massimo Izzo, Archeologo Orientalista ed Ingegnere, con una grande Passione per l'Egittologia.
Portati a termine gli studi presso l'Università di Pisa, il Dr. Izzo ha messo a frutto entrambe le sue lauree con lode prendendo parte a missioni di scavo a Dra Abu el-Naga, sotto la Direzione della Prof.ssa Marilina Betrò. Dal 2005 è docente di Storia presso l'Università dell'Età Libera di Pesaro. E, come riporta il suo Curriculum, attualmente si interessa di ricerca su vari temi storici ed antropologici, di saggistica, di insegnamento e di divulgazione storica ed archeologica.

Incuriosita dalla sua formazione duplice, in ambito Scientifico e Umanistico, mi sono permessa di inoltrargli queste poche righe, con il desiderio di trovare risposta ad un interrogativo che in più di un'occasione ci siamo posti:


E' la prima volta che mi trovo al cospetto di un Ingegnere/Egittologo. Un connubio che oserei definire perfetto: la preparazione scientifico/matematica che si fonde con quella umanistica.
Immmagino che, per alcuni versi, non sia semplice farle coesistere, mentre, per altri... è l'apoteosi. Il tutto.
E dimmi, come vivi questo "dualismo", tipicamente antico Egizio, nella competitiva realtà Accademica moderna?



In brevissimo tempo mi è pervenuta risposta, permettendomi di constatare la grande disponibilità del Dr. Izzo, nonchè la sua grande umiltà. Doti che, abbinate alla sua professionalità, fanno di lui una persona degna di grande ammirazione.

Non mi dilungherò oltre e, nel ringraziarlo per avermi accordato la pubblicazione, passo a sottoporvi quanto il Dr. Izzo mi ha risposto, concedendomi l'immeritato onore di riportare il tutto sulle pagine del suo Blog e su quelle del gruppo a cui ha dato vita su Facebook.
Parole le sue, che alimentano la speranza di un futuro migliore per l'Egittologia. Un ritorno al passato, ad essere sinceri, ma forte di una maggiore consapevolezza e padrone di strumenti all'avanguardia, che potendosi basare sul connubio e l'interazione tra diverse discipline, potrà garantire risultati completi e più attendibili sotto ogni punto di vista.
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"Scienza e Umanesimo" del Dr. Massimo Izzo



La "vulgata" è che le materie scientifiche e quelle umanistiche non vadano d'accordo e che richiedano un'apposita predisposizione mentale. Questo in realtà è totalmente falso per molti motivi, basta guardare proprio la "Storia". Tutto il mondo della filosofia greca, ad esempio, vede filosofi che non solo contemplano nei loro studi la matematica, l'astronomia e le scienze naturali ma che proprio su di essi gettano le basi delle loro creazioni filosofiche (nulla di più umanistico). Tutto ciò è il riflesso della complessità e della natura onnivora e curiosa degli esseri umani che cresce e si evolve proprio scoprendo collegamenti inediti. Si può dire, anzi, che proprio questa flessibilità delle nostre capacità cerebrali ha forgiato la nostra arma evolutiva per eccellenza: la neo-corteccia.

Il motivo per cui siamo portati ad identificarci con una "tendenza" scientifica o umanistica viene largamente da ragioni culturali e sociali: il drammatico aumento della densità di popolazione del mondo occidentale ha portato la necessità di inquadrare tutti in una piccola casella specializzata condannata ad un lavoro ripetitivo (vedi produttivo) senza nessuna simpatia al debordamento visto come segno di incipiente disordine. Di conseguenza, abituati a questo sin da piccoli, si può essere disorientati dalla difficoltà di inquadrare ed immaginare la vita e l'attività di un individuo che ha competenze molteplici. Se questa barbarie incasellatrice fosse stata da sempre nella storia probabilmente non avremmo avuto la maggior parte dei grandi ottenimenti culturali della storia.

Giusto per fare un esempio poco noto relativo all'Egittologia: il merito di aver capito che i geroglifici non erano simboli ma che corrispondevano a lettere, ovvero la base per la decifrazione della scrittura geroglifica, è dovuto alla passione personale del grandissimo fisico Thomas Young(1773-1829). Questo signore è colui che ha nientedimeno scoperto le proprietà fondamentali dei fotoni e della luce in generale, peraltro la base degli attuali studi di punta sui computer quantici. Young era fisico e docente di filosofia naturale oltre ad aver dato il più importante contributo alla decifrazione del geroglifico: ecco un bell'esempio di essere umano appartenente ad un'epoca, quella pre-industriale, in cui ancora nessuno faceva certe distinzioni frustanti e limitative e dove era inconcepibile che un uomo di conoscenza non avesse una formazione completa.

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30/04/2009 15:10
 
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"Scienza ed Archeologia" del Dr. Massimo Izzo



Tutti noi siamo da sempre abituati a leggere libri di Storia che ci presentano un forma tipicamente narrativa. Di conseguenza tendiamo a considerarla come un'attività letteraria piuttosto che scientifica. Questo è largamente legato al fatto che buona parte della storia degli ultimi 1000 anni proviene da testi scritti e documenti che ci parlano direttamente di avvenimenti e storie dell'umanità.

Le cose si fanno diverse quando iniziamo ad andare indietro nel tempo dove i testi iniziano a scarseggiare e dove, anche quando ci sono, non dimostrano di avere un'idea "oggettiva" della storia, ovvero di raccontare le cose come erano, ma di scrivere cose che servono a qualcuno o a qualche fine. Bisogna cioè sempre ricordarsi che la Storia come "cronaca" oggettiva è un'invenzione moderna, per nulla ricercata nell'antichità. Anzi, a dire il vero, anche oggi è continuo il tentativo di alterare la verità storica per loschi fini politici o religiosi.

Il compito dell'Archeologia è quindi cercare di far parlare cose che non sono testi scritti ma magari solo pietre (architettura) oppure tracce di vita biologica o materiale. E' qui che la situazione si sposta dall'umanistico allo scientifico e, più si va indietro nel tempo, più le cose diventano rigorosamente tecniche.

Faccio un esempio presente nelle mia Tesi di Laurea Specialistica sul significato dell'iconografia animale nelll'Egitto Predinastico. Una delle più importanti prove del valore simbolico ed ideologico che gli egiziani davano al mondo animale già nel IV millenio a.C. proviene dalle analisi osteologiche e di usura dentali degli scheletri delle necropoli: queste analisi hanno dimostrato che l'alimentazione di questi egiziani era essenzialmente vegetale e pesantemente carente di ferro proveniente dalla consumazione di carne.
Alcune parti ed edifici del sito mostravano invece grandissime quantità di resti animali. L'evidente conseguenza era che i resti animali provenivano da offerte e sacrifici che non prevedevano la consumazione, confermando il sospetto che i miserissimi resti di alcuni edifici del IV millennio a.C. fossero luoghi di culto.
La missione inglese di Hirakonpolis ha cioè potuto ricostruire un pezzo importante della storia predinastica solo grazie ad un esperto dentista ed alcuni antropologi (quelli che analizzano ossa, non quelli culturali).

Gli stessi hanno poi determinato che le ossa di un rarissimo elefante sepolto nella necropoli reale appartenevano ad una specie di elefante proveniente da migliaia di km più a sud e allevato in cattività: in un sol colpo si è quindi potuta aggiungere un'ulteriore (una rondine non fa primevera) importante prova dell'esistenza di un'elité capace di organizzare costosi trasporti di lunga distanza (ricchezza e distinzione sociale) e che l'elefante, allevato in cattività solo per essere sacrificato, doveva quindi avere uno speciale significato simbolico che sto cercando di identificare.

In realtà la scienza oggi non è solo "collaterale" all'Archeologia, cioè in termini di collaboratori, ma sia l'Archeologia stessa sia il modo di ricostruire i panorami storici, appartengono a pieno diritto al campo scientifico. Come si interpreta un sito o un reperto non è, cioè, affidato all'ispirazione notturna dell'archeologo o dello storico ma deve seguire rigidi protocolli deduttivi che hanno le loro regole ed obblighi. L'intuizione personale ormai ha posto solo nella scelta delle piste da seguire (le cosidette "ipotesi di lavoro") ma guai a pubblicare un'ipotesi interpretativa senza avere il supporto di sufficienti prove archeologiche, si rischia la carriera. Ed è bene che sia così.

Quindi è bene che tutti gli interessati agli studi universitari di archeologia sappiano che si ritroveranno a che fare con Laboratori e seminari di Statistica, di uso del CAD e del GIS (che molti ingegneri e architetti manco sanno usare), di uso dei Database relazionali, di elaborazione fotografica, di Biologia e Chimica, di tecnica e macchine da scavo e molto altro ancora. Ad esempio, nella materia "Archeologia Subacquea" vi tocca anche studiare tutte le strutture costruttive delle navi antiche, inclusa la nomenclatura navale di tutti i loro elementi, per poter attribuire e datare un relitto: quindi perfino una laurea in Ingegneria Navale come la mia è risultata direttamente utile. Ma non c'è strettamente bisogno di una seconda laurea scientifica (anche se fa comodo), l'importante è poter ragionare anche in termini tecnico-scientifici.

Per rispondere quindi a Kiya sul quesito riguardo all'accoglienza del mio background scientifico nell'ambito accademico: graditissimo, apprezzatissimo e ricercato. Ora spero che tu abbia capito perché. :-) E grazie per la domanda Kiya, è importante parlare di queste cose e mi dai l'occasione di pubblicare questi articolini anche sul blog.

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30/04/2009 15:21
 
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Colgo l'occasione per segnalarvi il Blog, già citato, che è ancora agli albori, ma promette di diventare un ottimo punto di riferimento per chi desideri approfondire a proposito delle materie trattate.
Il Blog nasce come implemento ai corsi che il Dr. Izzo tiene a Pesaro. Ma è sua esplicita volontà estenderne la consultazione anche a coloro che non hanno la possibilità di prendervi parte.

Tra le aree in costruzione, attira la sezione riservata alla divulgazione delle Dispense dei Corsi, la quale sarà integrata da materiale a completamento.


[Modificato da -Kiya- 30/04/2009 20:36]
02/05/2009 01:06
 
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Accidenti, che colpaccio! Ho messo il blog tra i preferiti!
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02/05/2009 11:47
 
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Ringrazio Kiya per le belle parole certamente troppo generose e per aver pubblicato questi modesti post.
Vorrei aggiungere che potete esser certi che l'Egittologia ha intrapreso recentemente una strada di grande valore scientifico ma che spesso le metodologie non vengono poste in risalto perché, un pò spocchiosamente, vengono ritenute appannaggio dei soli professionisti della materia. Personalmente ritengo che questo sia un errore perché si lascia l'impressione che le analisi storiche siano frutto di opinioni personali mentre ciò non accade (o almeno non dovrebbe). Inoltre così facendo non si aiuta chi apprende ad assumere il necessario spirito critico ed analitico.
Il ricambio generazionale ha certamente contato in questa evoluzione....meno male..
A presto
Massimo Izzo
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02/05/2009 13:39
 
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Limitare la comunicazione, e non sfruttare i mezzi che oggi si hanno a disposizione per ampliare la divulgazione dei risultati ottenuti, a mio avviso contribuisce ad alimentare la "malainformazione".
In questo modo, quindi, gli organi competenti si rendono, in parte, responsabili delle "eresie" che, allargandosi a macchia d'olio, rendono un'immagine dell'Egittologia confusa e alterata.
Basta fare un tour in rete per comprendere cosa intendo.
Sono sempre più numerosi i siti che propongono l'argomento sotto una luce deviata e, spesso, questi stessi siti sono quelli che contano maggiore diffusione e accoliti.
In assenza di disponibilità di materiale "ufficiale", poter contrastare queste voci diventa impresa ardua, anche per chi si è posto l'obbiettivo di fornire strumenti utili per approfondire la conoscenza dell'Egittologia e della Storia Egizia, che sempre più spesso diviene oggetto di speculazione.
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03/05/2009 16:24
 
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Re:
-Kiya-, 02/05/2009 13.39:


In questo modo, quindi, gli organi competenti si rendono, in parte, responsabili delle "eresie" che, allargandosi a macchia d'olio, rendono un'immagine dell'Egittologia confusa e alterata.
Basta fare un tour in rete per comprendere cosa intendo.
Sono sempre più numerosi i siti che propongono l'argomento sotto una luce deviata e, spesso, questi stessi siti sono quelli che contano maggiore diffusione e accoliti.


Quoto in pieno



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Colei/Colui che siede alla
destra della Sacerdotessa
Capo del Tesoro

Scriba del
Tempio di Thot

04/05/2009 15:10
 
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Nel dare nuovamente il benvenuto a Massimo, non posso che quotare i suoi ragionamenti e sottolineare a mia volta (molto immodestamente) che scienza ed umanesimo non possono mai essere disgiunti. Già è stato fatto notare che i più grandi filosofi del passato erano, fondamentalmente, dei matematici, ma anche in prosieguo, nell'età "moderna" tale sovrapposizione non è certo venuta meno.

In qualche caso il processo si è addirittura invertito; un nome per tutti, Einstein. Forse che la sua teoria della relatività non sia, prima di tutto, una concezione filosofica?
Provate a pensare al paradosso dell'aereo che gira in senso opposto al senso di rotazione della Terra... in teoria l'aereo dopo aver fatto il giro del mondo dovrebbe atterrare nel punto di partenza il giorno PRECEDENTE a quello della partenza... e se non è filosofia questa!
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Scriba Reale
La Divina Cantatrice
- HdjetmeMaat
MerytAton Sitenjterw -
04/05/2009 22:18
 
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Sono veramente lieta di apprendere dagli studi del dott. Izzo circa questo dualismo scienza/umanesimo.
Da sempre ho ritenuto inscindibili ed interdipendenti questi due aspetti della cultura.
Devo questa convinzione ai miei ottimi insegnanti, nei lontani anni del liceo scientifico, quando matematica e filosofia erano le mie materie preferite e lunghi dibattiti allenavano la mia mente a ragionare sullo sviluppo del pensiero in ambiti apparentemente diversi e così uguali nella sostanza.
L'umanesimo descrive l'uomo e il suo pensiero e lo racconta. La scienza invece lo spiega, ne motiva e ne giustifica i comportamenti, per questo ritengo che l'archeologia sia uno studio che non può prescindere dalla continua attenzione a questo dualismo.

Mi scuso con Massimo se ho "elementarizzato" i concetti sperando di averli comunque colti correttamente.
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