Razzo ed omini nell'Antico Egitto | Ultimo Aggiornamento: 31/10/2011 22:23 |
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| | | OFFLINE | | Post: 2.316 Post: 1.739 | Registrato il: 22/05/2007 | EgiTToPhiLo/a | Scriba | |
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21/02/2009 16:33 | |
Ricevuta l'approvazione di Kiya, FrAnkh e Bicileon, spedisco il brve articolo di smentita del falso scoop del razzo egizio alla rivista Fenix di Adriano Forgione. Vi terrò informati sull'eventuale pubblicazione dello stesso.
Antonio |
| | | OFFLINE | | Post: 41.058 Post: 22.720 | Registrato il: 24/08/2005 | Sacerdotessa di ATON | Thiatj | - ḥtm mr r ry.t '3.t wts rn n ՚ḫ n itn, S3t n m3't - | |
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21/02/2009 16:33 | |
Volendo approfondire sull'autore della "teoria" originaria, risultata evidentemente manipolata (come dimostrato da FrAnkh in questa sede), ho scaricato la presentazione del volume dedicato ad Akhenaton, scritto da D'Arcangelo.
La suddetta presentazione non riporta firma dell'autore, che, evidentemente non è lo scrittore in prima persona. I contenuti sono indubbiamente... "eloquenti".
La riporto in allegato, per condividerla con voi:
[Modificato da -Kiya- 21/02/2009 16:48] |
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21/02/2009 16:46 | |
Questo, invece, è il link che permette di accedere, gratuitamente, a una porzione del romanzo (35 pagine).
Lo indico per completezza, e per sottolineare alcuni errori da imputare a chi ne ha scritto la recensione (al link riportato da Biceleon). Uno per tutti il nome errato di Teie, indicato come " Tyre" (come ha giustamente riportato il nostro FrAnkh), nel romanzo è correttamente riportato nella variante Tiye.
Vi invito ad affrontarne la lettura, per valutare il contenuto nel suo insieme, almeno per quanto concesso.
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21/02/2009 23:02 | |
Allora si tratta di un romanzo? |
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21/02/2009 23:07 | |
Quello riferito ad Akhenaton, indubbiamente sì.
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| | | OFFLINE | | Post: 7.073 Post: 6.865 | Registrato il: 12/02/2006 | Colei/Colui che siede alla destra della Sacerdotessa | Capo del Tesoro | - ShemsetRa - Architetto Reale | |
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21/02/2009 23:26 | |
Cioè gli scritti di Michele D'Arcangelo da cui sono state prese le immagini e le foto con omini e razzo non lo sono, giusto? |
| | | OFFLINE | | Post: 41.058 Post: 22.720 | Registrato il: 24/08/2005 | Sacerdotessa di ATON | Thiatj | - ḥtm mr r ry.t '3.t wts rn n ՚ḫ n itn, S3t n m3't - | |
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22/02/2009 01:00 | |
D'Arcangelo si è limitato a trattare l'argomento a cui l'immagine si riferisce in un articolo pubblicato da Hera nel 2001 (i cui riferimenti sono riportati da Biceleon sulla prima pagina di questa discussione). L'articolo fa riferimento al volume di Fenoglio, intitolato "I misteri dell'antico Egitto". Volume che è una specie di saggio intercalato da racconti, i cui contenuti, non sono riconducibili a un punto di vista prettamente storico. |
| | | OFFLINE | | Post: 798 Post: 612 | Registrato il: 21/10/2006 | EgiTToPhiLo/a | Artista del Re | |
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22/02/2009 12:15 | |
La presentazione del libro di d’Arcangelo, sulla carta, sembra quella del suo editore che fa un vero e proprio autogol citando la ricercatrice all’Università di Liverpul (???) Joyce Tyldesley, infatti tutte le critiche di Tyldesley si addicono perfettamente a d'Arcangelo e al suo testo.
L’editore nella sua prefazione, a margine a una delle critiche di Tyldesley si pone una domanda:
« Allora perché gli egittologi non si sono preoccupati di leggere e tradurre le migliaia di papiri trafugati negli ultimi duecento anni e conservati nelle biblioteche delle dimore signorili di mezzo mondo?»
Ammesso che sia vero, d’Arcangelo per caso è riuscito in questo immane lavoro?
Sembrerebbe di si! Almeno stando a quanto ci dice l’autore:
« …io ho letto quelle centinaia di papiri che gli altri avrebbero dovuto leggere e il mio “Ankhenaton” è il risultato di questa approfondita conoscenza, unitamente a uno studio scientifico e scrupoloso del geroglifico mai compiuto prima.»
Possibile che di questo rivoluzionario copernicano dell’egittologia il mondo accademico non fa menzione, eppure nella sua biografia viene detto che questi è attualmente chiamato alla Sorbona quale esperto di cultura egizia!
In un altro punto l’editore, rispondendo a un ipotetico Gigi Marzullo, si pone una domanda e si da una risposta:
«… perché, si chiederanno i nostri lettori, Michele d’Arcangelo, per demolire le falsità storiche fin qui propinateci e presentarci l’Egitto qual era cinque mila anni fa, ha scelto il romanzo e non una diversa trattazione scientifica?
La spiegazione può essere solamente una: l’arte è uno strumento che, unitamente a stupende immagini poetiche e descrittive, può facilitare l’apprendimento, da parte del pubblico, di quel sapere accademico altrimenti destinato a rimanere nell’ombra o essere goduto da pochi dotti.»
Leggendo le pagine messe a disposizione del libro di d’Arcangelo, non ho capito dov’è la linea di demarcazione tra verità e finzione, non ci sono, ad esempio, utili parentesi o virgolette che rimandino a note con riferimenti a papiri o quant’altro.
Che una cosa simile sia importante lo ha ritenuto persino Dan Brown, noto autore del romanzo Codice Da Vinci, che in una nota preliminare scrive:
«Tutte le descrizioni di opere d’arte e architettoniche, di documenti e rituali segreti contenute in questo romanzo sono esatte»
Messa così la cosa, con licenza poetica, d’Arcangelo può dire tutto e il contrario di tutto senza pericolo di smentita.
Termino con un ultima considerazione, l’editore ancora scrive:
«Dopo avere letto per primi il manoscritto, stupiti da tanta partecipe conoscenza, non abbiamo resistito dall’esternare all’Autore un dubbio più che legittimo: “O lei ha trovato un antico papiro, come la Storia di Sinuhe e lo ha diligentemente tradotto, oppure lei è la reincarnazione di un famoso scriba vissuto alla fine della Diciottesima Dinastia.“ Questa è stata la sua risposta: “Se avessi scoperto un documento così importante lo avrei venduto guadagnando milioni di Euro. Per quanto riguarda la metempsicosi, permettetemi di sorvolare sull’argomento. Quindi la verità resta una sola: io ho letto quelle centinaia di papiri che gli altri avrebbero dovuto leggere…»
Questo mi ha portato alla testimonianza del fantomatico archeologo/egittologo italiano a d’Arcangelo, che parlando del suo “accompagnatore” dice:
« Amhaur non era uomo capace di mentire, né tanto meno di farsi pagare una somma che non avrebbe meritato. Lo conoscevo da anni e suo tramite avevo fatto diverse interessanti scoperte, compresa la lettura di un lungo papiro trovato quasi intatto, da alcuni scavatori clandestini, nell'antica Akhetaton, la capitale del Regno di Ankhenaton, colui che invano tentò d'imporre un Dio unico al suo popolo, precorrendo Mosè e Cristo. Che fine abbia poi fatto quel manoscritto che da solo poteva sfatare tutte le sciocchezze, dette e scritte sull'Egitto, non lo so. Di sicuro chi lo ha acquistato avrà dovuto pagare una somma da capogiro.»
Ammettendo che sia tutto vero: l’editore parla di un probabile antico papiro di cui l’autore ne conosce l’esistenza ma non ne parla, tra l’altro è lecito pensare che il suo amico egittologo gli abbia rivelato il suo contenuto visto che lo ha letto.
Quì è tutto un dire o non dire, vedo e non vedo, un pò come il gioco delle tre carte!
Comunque è confortante sapere che, nonostante d’Arcangelo non abbia a disposizione quel improbabile antico papiro, sia riuscito, nonostante tutto, a far conoscere la verità sulla cultura egizia!
Bontà sua!
[Modificato da Biceleon 22/02/2009 12:27] |
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22/02/2009 19:31 | |
A questo punto, pare, realtà e fantasia si confondono, confondendo anche le idee di chi legge.
Se l'"Ankhenaton" è, per stessa ammissione dell'autore, un romanzo, allora può dire tutto quello che vuole, e può solo essere soggetto a critica letteraria e non egittologica. La pretesa di 'scoperte' innovative dell'autore, in contrasto con quelle degli egittologi che, a suo dire, non hanno mai capito niente, non possono avere quindi alcun valore, né essere prese in minima considerazione. Già quell'" Ankhenaton", considerato come il faraone eretico che tutti conosciamo, lascia perplessi....
Poi vorrei spendere dua parole sul brano 'Le barche degli dei', il cui link è stato postato da Antonio Crasto l'11.02.2009.
Si tratta del resoconto che vorrebbe essere quello di un'avventura vissuta in realtà, oppure è anch'esso un racconto di fantasia?
Nel primo caso tratta di una balla vera e propria, come si è già abbondantemente dimostrato, e nel secondo caso si tratta invece di un racconto di fantascienza neppure troppo avvincente.
Infine ritengo che sia errato supporre che in questi scritti non si riesca a distinguere il confine fra realtà e fantasia: si tratta, in ogni caso, di pura e fervida fantasia .
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23/02/2009 12:50 | |
Inviata smentita a Forgione. Attendo risposta e comunicazione inserimento nella rivista Fenix. [Modificato da antonio crasto 23/02/2009 12:50] |
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