E guardata la dolcezza espressa in questo volto:
purtroppo l'immagine è un po' sgrnata e questo impedisce di coglierne i particolari. Si tratta di ciò che resta di un'ushabti in calcare del Re, rinvenuta poco distante dalla sua tomba e presumibilmente distrutta in modo intenzionale.
Anche questa si trova al Museo di Bruxelles, pervenuta tramite donazione nel 1935.
Ma ancora più bello, secondo me, è questo frammento di maschera in lapislazzulo, che contribuisce a renderla ancora più preziosa:
.Assai anomalo l'impiego di questo materiale per raffigurare Akhenaton, se consideriamo che esso evocava Amon.
Riporto la didascalia:
Questa piccola maschera di lapislazzuli di Akhenaton è piatta sulla parte posteriore. La fronte è spezzata obliquamente, ma sulla metà destra si è conservato il punto di fissaggio della corona. La punta del naso è danneggiata. Il viso senza barba è lungo, con la parte inferiore stretta e il mento arrotondato, gli zigomi sono posti in alto, in modo che le guancie sembrano infossate. Gli occhi stretti e obliqui vengono resi plasticamente solo attraverso le palpebre superiori, che vengono accentuate dalle sopracciglia arcuate. Essi non hanno linee di contorno né pupille. Il naso stretto possiede delle ali larghe e le narici forate. La bocca ha labbra carnose e protuberanti, dai cui angoli nasce un rigonfiamento che si delinea in una linea curva discendente. Queste sono le caratteristiche del ritratto di Akhenaton. Il mento invece è perpendicolare al collo e non pende verso il basso, e manca la linea mascellare sottile come sarebbe stato tipico del tempo di Akhenaton.. La parte superiore del viso, sebbene gli occhi siano un po' più stretti, rassomiglia a quello dei suoi genitori Amenofi III e Tiyi. Questo viso non è che la parte anteriore di una testa e rassomiglia perciò a una maschera.
Il reperto è conservato presso il Kunsthistorisches Museum di Vienna, da cui fu acquisito nel 1995.