E adesso il tratto di A3 tra Scilla e Gioia entra nei manuali di archeologia. Resti di capanne, sepolture, manufatti e ceramiche risalenti al Neolitico sono stati ritrovati sul quinto macrolotto della Salerno Reggio Calabria, proprio durante i lavori di ammodernamento. “Un ottimo esempio di archeologia preventiva, visto che senza andare a scavare a tentativi, si è andati a colpo sicuro”ha detto la responsabile del territorio sovrintendenza Beni culturali per la Calabria Rossella Agostino nel presentare i lavori a palazzo Foti assieme agli studiosi e gli archeologi dell’Università della basilicata che hanno portato alla luce il sito. “La cosa particolare di questi villaggi scoperti nei piani della Corona, il territorio Bagnarese interessato ai lavori, è che si trovano sia oggetti di vita quotidiana, come ad esempio strumenti di tessitura, sia canali di irrigazione agricola, a dimostrazione del fatto che le comunità che le abitavano non erano sedentarie ma semi stanziali, ovvero si spostavano all’interno dello stesso pianoro, adibendo quella che una volta era zona abitativa ad area agricola in maniera alternata, spostando i loro villaggi di volta in volta più a valle, ha spiegato l’archeologa Daniela Ferrante.
La particolarità del sito, si è detto nel corso della conferenza, è deriva anche dal fatto che il villaggio ritrovato è uno dei pochissimi rimasti risalenti all’età del Bronzo, dalla Campania alle Eolie.
[fonte: www.reggiotv.it]