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British Museum: Analisi su un frammento di vaso di calcite di epoca Amarniana

Ultimo Aggiornamento: 03/08/2008 20:49
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di ATON
Thiatj

- ḥtm mr r ry.t '3.t
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03/08/2008 20:49
 
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Il frammento di calcite catalogato EA 9558, appartenente alla collezione del British Museum consiste nella parte del corpo e del bordo di un vaso che raggiunge uno spessore massimo delle pareti pari a 4,3 cm.
Le misure del frammento sono 17 cm in altezza e 12,8 m in larghezza. Il diametrodel pezzo integro doveva raggiungere un massimo di 14,5 cm.
Si tratta di un frammento proveniente, con ogni probabilità da un vaso canopo che giunse al BM con la prima Collezione di Hemy Salt, acquistata nel 1823. Come per la maggior parte dei pezzi che la componevano, anche per questo la provenienza risulta ignota.

Il frammmento merita attenzione per via dei segni che reca, appartenenti a un'originale iscrizione disposta su più colonne, circoscritta i un pannello limitato dal segno pt





Sebbene l'intera cornice e buona parte dell'iscrizione, soprattutto nella parte bassa, siano andate perdute, i segni superiori conservano ancora i loro inserti invetriati. Ad un esame ai raggi X risulta chiaramente che tale iscrizione fu rimaneggiata nell'antichità, probabilmente per mezzo dell'aggiunta di gesso, prima della correzione. Al di sotto di essa infatti sono percettibili altri segni.






Gli inserti invetriati, e la miscela di gesso in cui sono inseriti, rappresentano quindi un adattamento secondario.


Il significato del testo così come preservato è decisamente poco chiaro.
Il segno superiore, decorato con vetro incolore su cui sono rimaste tracce del rosso di contorno, potrebbe essere interpretato come una bocca, piuttosto che come un occhio, per il quale il colore azzurro sarebbe stato più indicato.
La parte superiore di questo segno sembra seguire la curva del geroglifico che ha sostituito, che era, effettivamente, forse un occhio. Sotto questo segno, parzialmente coperto (ed una volta completamente coperto) di intonaco di gesso, si leva in piedi un secondo segno intarsiato, in vetro blu - dai raggi X, una grande t appiattita (Gardiner (P. 200) X1). Sotto questo, ancora all'interno del rettangolo di gesso, si leva in piedi il gruppo che si legge itn, con il segno della canna fiorita, la t e il segno n di vetro blu, mentre il disco solare è di vetro incolore (forse per l'intenzione di mantenerlo giallo).
Inciso sulla superficie originale del vaso, immediatamente sotto questo rettangolo compare il gruppo Hmt nsw, ovvero "Moglie del Re" - che potrebbe essere semplicemente "Moglie del Re", così come appare oppure anche "[Grande] Sposa Reale", in quanto non è possibile stabilirlo con certezza assoluta, poichè il frammento è rotto proprio in concomitanza di quei segni.

Così come pervenuto fino a noi, il testo sembrerebbe leggersi

[...] rt (?) itn Hmt nsw [...]

ovvero


...Aton, la [...?] Sposa del Re [Reale][...]


La spiegazione più probabile per le alterazioni a cui questa iscrizione è stata sottoposta è che la versione originale del testo contenesse un riferimento "superato" al momento del suo utilizzo. Secondo il Prof. Reeves, poiché la natura degli intarsi ed il contenuto del testo nella forma finale suggeriscono che questo oggetto fu riutilizzato, una volta rimaneggiato, durante il periodo Amarniano, è ragionevole supporre che l'elemento presente nel testo originale non fosse altro che l'epiteto "L'Osiride".
Qualora così fosse, l'alterazione implicherebbe che il testo fosse stato scritto in origine per una donna, la cui condizione, precedente al periodo di Amarna, fosse quella di "Moglie del Re" - e che tale condizione si perpetuò anche nell'epoca di Akhenaton.
L'incertezza legata all'interpretazione del titolo per intero, ovvero il fatto o meno che si riferisca a una "Grande Sposa Reale" (che farebbe di Teie la proprietaria assoluta), preclude una più precisa attribuzione. Questo almeno fino a quando ulteriori frammenti del vaso non vedano la luce o vengano individuati tra i reperti ancora da sottoporre ad analisi.

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