Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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Strani segni dall'Età del Bronzo

Ultimo Aggiornamento: 16/07/2008 18:20
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- Waenra,
MerytWaenRa, Semenet -
16/07/2008 18:20
 
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Quattromila anni fa, in piena Età del Bronzo, le popolazioni dell'Italia centro-settentrionale e quelle di una vasta area dell'Europa centro-orientale avevano un codice in comune. Era impresso su dei manufatti in terracotta o in pietra grandi più o meno come un telefono cellulare. Ne sono stati ritrovati circa 300 ma il loro significato e la loro funzione sono ancora sconosciuti, tanto da renderli noti tra gli studiosi come "tavolette enigmatiche". Per far luce su questo mistero dell'antichità è partito un progetto internazionale a guida italiana, che utilizzerà tecnologie modernissime ed anche internet.

"Assegni" o "cambiali" utilizzati nei commerci preistorici, talismani, elementi inseriti in qualche sistema di registrazione, oggetti dal significato rituale. Sono molte le ipotesi sulla funzione di queste tavolette ricoperte di segni di vario genere, come righe, cerchi, punti o croci. Quel che è certo è che erano usate come supporto non deperibile per conservare informazioni e che erano conosciute in comunità lontane e assai diverse, dedite anche all'agricoltura ed unite da frequenti contatti e scambi.

Germania, Austria, Repubblica Ceca, Polonia, Romania, ma soprattutto Italia settentrionale. Le tavolette enigmatiche, dette anche "Brotlaibidole" (in tedesco "idoli a forma di pagnotta"), sono state trovate in un'area molto ampia, ma in gran numero nella zona a sud del lago di Garda. Proprio da qui, dal Museo dell'Alto Mantovano di Cavriana (Mn), è nata l'idea di unire per la prima volta i migliori archeologi europei che le hanno studiate e di adottare un approccio interdisciplinare. "In passato ci sono state diverse pubblicazioni, ma sono mancate le occasioni di confronto", dice il direttore Adalberto Piccoli, 69 anni, che si occupa delle tavolette dal 1976. "Al progetto, che è entrato nella fase operativa da un paio di mesi, stanno collaborando anche l'istituto di Linguistica, Letteratura e Scienze della comunicazione dell'università di Verona ed il dipartimento di Optoelettronica dell'università di Brescia. Quest'ultimo farà scansioni tridimensionali dei reperti per verificare le tecniche di lavorazione ed eventuali reiterazioni dei segni".



Per svelare il significato delle misteriose "Brotlaibidole", sarà importante anche creare un catalogo che riporti tutti gli esemplari conosciuti e che sia facilmente accessibile. Per questo alla fine di giugno è stato inaugurato il sito internet www. tavoletteenigmatiche. it, sul quale saranno inseriti tutti i dati disponibili. Non solo: le pagine web saranno anche utilizzate per raccogliere segnalazioni. "Domenica scorsa è stata trovata una nuova tavoletta in Slovacchia - continua Adalberto Piccoli, che durante i suoi scavi ne ha recuperate sette - Il sito ci permetterà di aggiornare continuamente il catalogo. Inoltre ci sono sicuramente dei privati che ne possiedono: c'è la possibilità di compilare una scheda di segnalazione, anche in forma anonima".

I primi punti di arrivo del progetto saranno una mostra ed un convegno internazionale, che si terranno a Cavriana nella primavera del 2010. Sarà forse ancora presto per riuscire a comprendere a pieno questa forma di pre-scrittura, ma è probabile che per allora si sia scoperto qualcosa in più sulla funzione delle tavolette enigmatiche. Oggetti diffusi per secoli, tra il 2100 e il 1400 a. C., e poi scomparsi nell'Età del Bronzo Recente, probabilmente non a caso: in quel periodo si intensificarono i contatti con il Mediterraneo orientale e l'incontro con il sistema di segni codificato e consolidato della civiltà micenea potrebbe aver condannato all'oblio il misterioso codice impresso sulle "Brotlaibidole".

(Fonte: La Repubblica)
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