Ecco cosa scrive la Bresciani a riguardo del leone:
Il leone in egiziano aveva due nomi: era chiamato rw, se sdraiato; oppure mAÍ, se raffigurato in piedi. Era assai diffuso nella Valle del Nilo nella preistoria e ancora presente in epoca faraonica. Era considerato simbolo di forza e di protezione e per questo associato al faraone ; era connesso inoltre al culto solare ed elemento iconografico di alcune divinità, per lo più femminili, in particolare di Sekhmet, dea guerriera.
Per il suo valore apotropaico, capace di tenere lontano la sorte maligna, l'immagine del leone veniva raffigurata sui chiavistelli delle porte per allontanare le insidie dell'esterno; su sedie e letti, le cui zampe assumevano forma leonina; e sui doccioni dei templi, usati come grondaie che dovevano smorzare la potenza delle tempeste. Il leone, rappresentato sdraiato, compare in numerose sculture a tutto tondo quale rappresentazione di potenza regale, come nel caso della grande sfinge di Giza che funge da guardiano della necropoli regale.
Durante il Nuovo Regno (1543-1069 a.C.) fu particolarmente diffusa l'iconografia del faraone in forma leonina che calpesta i nemici, oppure affiancato da un possente leone in battaglia. Così anche nelle scene di caccia è il re che si confronta con la forza del leone. Il leone è poi simbolo del sole: Horo nel suo aspetto di dio solare del mattino (sotto il nome di Harakhte) assume forma leonina. Altro aspetto solare del leone è legato al dio-leone Aker, che svolge la funzione di guardiano dei cancelli dell'orizzonte, attraversati dal sole nel perenne alternarsi di notte e giorno. Il dio Aker veniva simboleggiato da due leoni che rappresentavano lo ieri e il domani, posti uno alle spalle dell'altro, con il disco solare sulla schiena.
attinenze se ne trovano indubbiamente, non possiamo negarlo.
Certo l'idea è alquanto affascinante...
Intanto il dott. Baratono procede con le sue ricerche, le quali, al momento, a suo dire, stanno dando gli esiti sperati, al punto che si augura di non venir escluso dalle stesse.
Nella sua ultima spedizione, avvenuta lo scorso maggio, ha infatti potuto esaminare da vicino l'area in cui ritiene possa celarsi la seconda Sfinge e ha definito i risultati "incoraggianti".
Ecco quanto scrive in proposito:
E' ben chiaro che è necessaria una più approfondita indagine, ma posso affermare, con un certo margine di sicurezza, che in base agli elementi raccolti ed in base ai riscontri oggettivi acquisiti, l'ipotesi da me avanzata circa l'esistenza di una "seconda sfinge" (sia essa un tempio ipogeo piuttosto che una serie di tombe ad ora sconosciute e quindi integre) potrebbe trovare un reale corrispondenza nella realtà (in apparenza si cammina su solida roccia, in realtà al di sotto la superficie presenta discontinuità e quindi vi è il vuoto!!!).
Le poche immagini che invio parlano da sole. Si è trovata, completamente abbandonata, una pietra con dei geroglifici, delle selci lavorate utilizzate come scalpelli, i quattro punti "capisaldi" che effettivamente delimitano la zona da me indicata. Il mito di "Aker" descritto nel "Libro per uscire alla Luce" (conosciuto in modo errato come il "Libro dei Morti") troverebbe quindi piena conferma.
Per vedere le immagini a cui accenna:
www.laportadeltempo.com/Egitto/eg_040607.htm