Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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Miti Egizi: "La distruzione del genere umano e la creazione del cielo"

Ultimo Aggiornamento: 31/10/2007 13:48
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- Waenra,
MerytWaenRa, Semenet -
31/10/2007 13:48
 
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Accadde dunque che Ra, il dio nato da solo, dopo che fu salito al trono splendesse quando uomini e dei erano ancora uniti.
Gli uomini allora udirono degli agguati contro Ra, perchè la sua maestà era invecchiata. Le sue ossa erano d'argento, le sue membra dorate, i suoi capelli vero lapislazzuli.
Egli si accorse degli agguati, che gli uomini tramavano contro di lui. Parlò al suo seguito: "Chiamate il mio occhio, e anche Shu e Tefnut, Geb e Nut assieme ai padri e alle madri che erano con me, quando ancora mi trovavo nell'elemento originario, Nun. E chiamatemi proprio Nun, il mio dio, che sia portato il suo seguito. Ma chiamali di nascosto, affinché gli uomini non li vedano e i loro cuori non si volgano in fuga. Venite al palazzo assieme a loro, affinché io possa ritornare a Nun, dove fui creato".
Gli dei furono subito chiamati, e si disposero attorno a lui, la fronte per terra dinnanzi a sua maestà, affinché egli esponesse il suo problema davanti al padre originario (Nun), il creatore del genere umano, il padre del popolo.
Così parlarono al cospetto di sua maestà: "Parlaci dunque, affinché noi si possa ascoltare!".
Ra disse allora a Nun: "Tu che sei il dio più antico, dal quale io sono nato, e voi, dei primigeni, vedete, gli uomini nati dal mio occhio hanno ordito agguati contro di me. Ditemi ciò che voi fareste... Perchè veramente io cerco (un consiglio). Non voglio ucciderli, fin quando non avrò udito quel che voi direte a tale proposito".
Parlò allora la maestà di Nun: "Tu, Ra figlio mio, tu divinità, più grande del suo genitore e più degno di lode del suo creatore, mantieni pure il tuo trono, grande sarebbe la paura, se il tuo occhio si volgesse verso coloro che ordiscono piani contro di te".
A questo punto parlò la maestà di Ra: "Vedete, sono fuggiti nel deserto, perchè il loro cuore ha paura di ciò che io potrei fare contro di loro".
Dissero (gli dei) al re: "Fa che il tuo occhio (la dea) esca, affinché annienti coloro che malvagiamente hanno cospirato contro di te. Non c'è occhio che meglio li potrebbe distruggere. Possa egli discendere come Hathor!".
La dea tornò dopo aver ucciso (una parte) degli uomini nel deserto. La maestà del dio (Ra) le disse: "Benvenuta in pace, Hathor, che hai aiutato il creatore, quando ti implorai".
La dea rispose: "Quant'è vero che tu vivi per me, il fatto che io abbia ucciso quegli uomini, è stata una gioia per il mio cuore".
Parlò allora sua maestà Ra: "Adesso li avrò in mio potere come il re che ne ha diminuito il numero...".
Proseguì dicendo: "Chiamatemi i messaggeri, quelli veloci, lesti, affinché volino come l'ombra di un corpo!", e immediatamente furono chiamati i messaggeri.
Parlò la maestà del dio: "Correte a Elefantine e prendetemi grandi quantità di ocra rossa!".
E l'ocra rossa gli venne portata.
La maestà del grande dio ordinò che (il sommo sacerdote) di Eliopoli, dai capelli intrecciati, macinasse l'ocra.
Nel frattempo le serve avevano macinato l'orzo per la birra, e l'ocra fu gettata nel tino. Adesso sembrava sangue umano. Così furono preparati settemila boccali di birra. Al che sua maestà Ra, re dell'Alto e Basso Egitto, venne assieme agli dei per controllare la birra.
Nel frattempo era iniziato il giorno in cui la dea avrebbe dovuto distruggere (completamente) il genere umano, al tempo in cui ella andava verso sud.
Parlò sua maestà Ra: "Com'è venuta bene la birra! Salverò ora il genere umano da lei (la dea)!"
Continuò poi così: "Portatela al luogo di cui lei ha detto: "Lì voglio sterminare il genere umano"."
La maestà del dio Ra si levò presto, a notte ancora fonda, per far versare la pozione soporifera. I campi furono dunque coperti per tre spanne con il liquido grazie al potere della maestà di questo dio.
Quando dunque al mattino presto la dea arrivò, trovò (i campi) inondati. Il suo volto divenne benevolo e bevve; ciò fece bene al suo cuore. Tornò ubriaca, senza avere riconosciuto gli uomini.
Allora sua maestà Ra parlò alla dea: "Quanto è vero che io vivo, il mio cuore è troppo stanco per vivere con loro (gli uomini). Li avessi uccisi tutti fino all'ultimo, adesso il mio braccio non sarebbe troppo debole".
Gli dei del suo seguito dissero: "Non andar via perchè sei stanco; il tuo potere lo hai solo grazie alla volontà".
La maestà del dio parlò a quella di Nun: "Il mio corpo è debole come al principio dei tempi e non riesco più a fronteggiare chi mi attacca".
Al che la maestà di Nun rispose: "Tu, Shu, figlio mio, getta uno guardo su tuo padre e proteggilo! E tu, Nut figlia mia, caricalo sulla tua schiena!...
Nut si trasformò in una vacca, e la maestà di Ra salì sulla sua schiena...
Gli uomini rimasero (molto colpiti) quando lo videro sulla schiena della vacca.
Gli promisero: "Ritorna da noi, abbatteremo i tuoi nemici, che hanno ordito agguati contro colui che li ha creati".
Sua maestà però torno nel suo palazzo, (ben eretto) sulla schiena della vacca. Non tornò più da loro e la terra si fece scura (notte).
Quando al mattino presto la luce tornò sulla terra gli uomini uscirono con gli archi... e tirarono le loro frecce verso i nemici.
Allora la maestà del dio parlò: "Gettate il male dietro le vostre spalle, voi sanguinari, allontanate da voi la carneficina!".

(Da: "Favole e miti dell'antico Egitto")
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