Posto la notizia qui perchè è di più facile reperibilità.
A proposito dell'articolo del 16 luglio scorso "Il bowling ai tempi del faraone. Scoperta la pista da gioco egiziana" di Luigi Bignami, riceviamo e volentieri pubblichiamo le seguenti precisazioni della prof Edda Bresciani, emerito di Egittologia dell'Università di Pisa, Direttore Missioni Archeologiche in Egitto.
"Nell'articolo di Bignami (scritto in collaborazione con A. Malnati) rilevo alcuni gravi errori archeologici e storici che vorrei fossero debitamente corretti. Per ciascun punto ho provveduto a indicare le correzioni.
1. "Il divertimento si teneva all'aperto, su di un pavimento appositamente realizzato con mattoni di limo, il noto fango fertilizzante del Nilo"
NO, era un lastricato di pietre
2. "Una scanalatura non molto larga che termina in un buco di 12 cm di diametro con una piastra in terracotta sistemata sotto di esso"
NO, la "buca" non era alla fine ma circa a metà.
NO, era un grande vaso di terracotta
3. "Due piccole bocce di pietra levigata dello stesso diametro della scanalatura"
NO, una era piccola, del diametro della buca; l'altra era grande del diametro della "pista"
4. "Tra il III e II secolo avanti Cristo".
NO, era il III secolo dopo Cristo
5. "Nella stessa area archeologica è stata scavata recentemente anche una ulteriore area di svago e riposo: un sistema idraulico..."
NO, le due zone sono molto distanti
NO, non era area di svago ma era la cisterna dentro le spesse mura dell'accampamento militare romano
6. Erano le terme di Narmouthis dove giovani fanciulle o matrone più attempate si recavano per migliorare l'aspetto fisico; e lì vicino gli uomini si cimentavano nel bowling sul campo appena trovato: era probabilmente la zona ricreativa di questo antico villaggio.
NO, erano la cisterna e il sistema di rifornimento d'acqua dei militari dentro la castrum
In sintesi, io penso che potrebbe essere stato un game place per due giocatori che si mettevano ognuno a un'estremità dell'area, e la vittoria spettava al giocatore che fosse stato capace di impedire (tirando con la sua palla più grande) che l'altro mandasse nella buca la palla più piccola. Un gioco quindi di velocità di riflessi.
L'esatta relazione sul ritrovamento che risale alla campagna di scavo 2002 la si può trovare già pubblicata nel volume "Medinet Madi. Venti anni di esplorazione archeologica" (1984-2005), Edda Bresciani, Antonio Giammarusti, Rosario Pintaudi, Flora Silvano, Pisa, 2006, Cap. IV.
I lettori possono trovare notizie esatte e continuamente aggiornate sulle scoperte pisane a Medinet Madi, nel sito dell'egittologia pisana:
www. egittologia. unipi. it e in Archaeogate
Fonte: La Repubblica