Archeologi hanno scoperto nel nord della penisola del Sinai, i resti di un teatro romano del V secolo in mezzo ai resti lavici, in prossimità di un'antica fortezza egizia.
Si ritiene che un'eruzione vulcanica, 3500 anni orsono, distrusse molte città della costa egiziana.
Gli scavi si sono protratti per oltre 10 anni. L'equipe ha inoltre riportato alla luce un centro amministrativo militare, come anche i granai che approvvigionavano l'esercito egizio ivi dislocato.
Secondo Zahi Hawass la presenza lavica permette di datare il forte intorno al 1500 a.C., ossia a quando il Vulcano di Santorini (Thera) nel mar Mediterraneo, eruttò distruggendo numerose città costiere egizie e dell'odierna Arabia Saudita.
La scoperta più significativa riguarda la prova della presenza lavica dei resti dell'eruzione vulcanica. Dalle registrazioni storiche sappiamo che l'eruzione nel Mediterraneo uccise più di 35.000 persone. Secondariamente, che avvenne intorno al 1500 a.C., ossia soltanto a 50 anni dall'inizio del Nuovo Regno.
I resti del vulcano e della lava che sono stati trovati in quest'area, indicano che le scoperte archeologiche possono essere inquadrate in quest'epoca.
Accanto al sito ospitante il forte, gli archeologi hanno portato alla luce un anfiteatro romano risalente al V secolo. Si tratta di uno tra i più grandi mai scoperti in Egitto, supportato all'origine, da 30 colonne, ma risultò danneggiato durante il conflitto Arabo-Israelita del 1967.
Attualmente è stato attuato il processo di restaurazione. Le Autorità intendono ricostruire le parti in legno e le tribune. A processo ultimato, l'anfiteatro sarà reso accessibile ai turisti.