Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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Robert Schoch: "La voce delle pietre"

Ultimo Aggiornamento: 26/06/2006 01:31
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26/06/2006 01:31
 
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da pag. 30/32 del volume indicato

Pensare per paradigmi.

Secondo l'opinione più convenzionale, quella che tuttora tiene banco, per esempio, nei corsi di chimica delle scuole medie superiori, un concetto scientifico è valido finché un gran numero di fatti contradditori e inspiegabili - generalmente definiti anomalie - non venga a sconfessare la teoria dominante e ad avvalorare una spiegazione concorrente, nuova e superiore. E' un modello logico ordinato, ragionevole e ben educato. Ma è anche sbagliato.
Il vero itinerario che descrive il progresso della scienza è spiegato in modo esemplare nel libro dello storico Thomas Kuhn intitolato "La struttura delle rivoluzioni scientifiche" (1962). Kuhn distingue tra due tipi di scienza: quella "normale" e quella "rivoluzionaria". La scienza normale si pratica in seno a una comunità scientifica che condivide uno stesso paradigma. Il paradigma può essere definito come un modello di pensiero e di comportamento riconosciuto universalmente in seno a un gruppo, un sistema riconosciuto di assunzioni teoriche e metafisiche, di pratiche sperimentali e di modi di trasmissione dei contenuti della scienza. Coloro che vi aderiscono ritengono che esistano determinate soluzioni che risolvono i problemi centrali di un determinato campo di studi, si tratti di biochimica o di astronomia. Questi scienziati sostengono il paradigma non perché lo sottopongono a esame o a verifiche sperimentali, ma perché vi sono indirizzati, di solito attraverso la scuola, e anche per la condivisione di determinati valori, nonché per il consenso dato al paradigma da potenti istituzioni: università, fondazioni, enti governativi, istituti di ricerca. Il paradigma è giusto perché tutti dicono che è giusto, e perché spiega i fatti che sono da tutti giudicati quelli giusti da spiegare. Questo assunto è così importante e indiscusso che tutto quanto rientra nel paradigma prevalente sembra, ai suoi sostenitori, naturale e normale, mentre tutto quello che ne sta al di fuori - in modo particolare le anomalie - sembra insensato o irrilevante. La scienza normale è quello che dice il suo nome: per i suoi seguaci è "normale" come il fatto che il sole sorga ad oriente.
La scienza rivoluzionaria, invece, nasce dall'attività di ricercatori che si pongono fuori dal paradigma, quelli che non accettano la "saggezza" dominante e concentrano la loro attenzione sulle anomalie che la scienza normale, il paradigma normale, non riesce a spiegare. I rivoluzionari offrono un nuovo paradigma, alternativo a quello dominante, un paradigma che fa delle precedenti anomalie il fondamento della loro nuova visione scientifica del mondo. Ciò che era giudicato insensato e irrilevante diventa importante, sostanziale.
Poiché paradigma dominante e paradigma rivoluzionario non concordano su quello che va giudicato sostanziale, il nuovo paradigma non può rifiutare il vecchio, e viceversa. Tipicamente, il nuovo paradigma può imporsi se riesce a spiegare un maggior numero di fenomeni.
Benché ciascuno dei paradigmi in concorrenza possa spiegare molti differenti fenomeni, uno dei due, di solito, con il tempo riesce ad offrire un maggior numero di spiegazioni, ed è questo che attrae gli studiosi. Poiché per spiegare un maggior numero di fenomeni occorre una mole di lavoro scientifico maggiore, gli studiosi sono portati a prediligere quel paradigma che dà loro maggior lavoro scientifico. E, data l'importanza sociale e la base economica della scienza, i paradigmi che comportano benefici per la società possono, con il tempo, ottenere un maggiore sostegno economico dalle autorità preposte.
L'importante analisi di Kuhn mette in rilievo due punti significativi per comprendere in quale modo stia cambiando la nostra concezione del ruolo svolto dalle catastrofi globali nella storia della terra. In primo luogo, la scienza progredisce grazie alla rottura rivoluzionaria piuttosto che attraverso la semplice confutazione. Una "sovrateoria" dominante la concezione scientifica mantiene la sua posizione finché i sostenitori di una teoria concorrente non la tolgono di mezzo, un po' come una banda di ribelli che insorgendo rovesciano il governo costituito e lo sostituiscono con una serie di nuove istituzioni. In secondo luogo la scienza non procede in uno splendido isolamento, propulsa solo dall'energia delle sue idee e delle sue scoperte, ma si muove sospinta dalla vasta onda della storia. Nuovi valori scientifici sorgono in rapporto e spesso a causa di mutamenti politici, economici, religiosi e altri fattori agenti nel contesto umano entro il quale la scienza viene praticata. Con il mutare del mondo, mutano anche i paradigmi scientifici.
Quando poniamo l'attuale lotta fra la concezione di una Terra allo stato stabile e quella di un pianeta che procede a balzi a confronto con la storia del pensiero scientifico, possiamo constatare con evidenza come e quanto i paradigmi siano cambiati attraverso i tempi. E possiamo anche renderci conto del fatto che il dibattito in corso sta probabilmente per risolversi con il trionfo della scienza rivoluzionaria e l'affermazione di un nuovo paradigma improntato a una seria consapevolezza."


CONTENUTI (dalla prefazione):

E' possibile che la Sfinge sia stata costruita centinai di anni prima di quanto ci insegna la storia ufficiale? I grandi disastri naturali, che hanno favorito l'evoluzione della vita sul nostro pianeta, potrebbero avere influito anche sull'apparizione e la scomparsa di remote civiltà? Questo testo affronta queste ed altre domande fondamentali e formula nuove interpretazioni riguardo a misteri tuttora irrisolti, come la localizzazione di Atlantide, di Lemuria e di altre città perdute o recentemente scoperte, come il Monumento di Yonaguni nel Mar Cinese orientale.
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