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KV63: il "caso" è ancora aperto - mie personali riflessioni sull'ultima scoperta della Valle

Ultimo Aggiornamento: 26/06/2006 22:57
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Sacerdotessa
di ATON
Thiatj

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19/06/2006 22:31
 
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A distanza di cinque mesi da quando, lo scorso febbraio, ne è stata annunciata la scoperta, le ipotesi sono molteplici e le congetture si sprecano.
L'ultima tomba attualmente rivelata dalla Valle è quanto di più dubbio ci possa essere.
Una tomba vera e propria non la si può definire, a meno che non la si voglia ritenere incompiuta e abbandonata a metà dell'opera, magari perchè troppo adiacente a tombe preesistenti. Allo stato in cui è, non la si può classificare come tomba reale, per via delle sue dimensioni, senz'altro troppo esigue.
Eppure si trova nella Valle dei Re...

L'ipotesi più accreditata è che ci si trovi di fronte a quello che parrebbe essere un "Laboratorio di mummificazione".
Ma cosa si intende esattamente con questo termine?
La presenza della parola "laboratorio" mi fa pensare a qualcosa di operativo. E come tale, riesco solo ad accostarci il luogo in cui i defunti venivano preparati per poi essere mummificati. In tutta verità, a me questo aspetto risulta essere poco chiaro. C'è forse un'accezione che mi sfugge? Parliamo del luogo in cui i sacerdoti operavano sul corpo del defunto, o che altro?
Se così fosse, perchè non sono stati ritrovati tavoli d'alcun tipo, tantomeno quelli su cui il corpo veniva posto per l'essicazione coperto di natron? E inoltre: perchè improntare in quel luogo, destinato al riposo delle salme, un laboratorio piuttosto che a Deir el-Medina, noto come il villaggio degli artisti e dei costruttori di tombe?
Ma possiamo escludere che questi laboratori si trovassero invece sulla sponda est, tra i vivi, visto che erano i sacerdoti ad occuparsene e questi vivevano in aree prestabilite, all'interno dei Templi? Abbiamo prove che escludano questa ipotesi? In effetti, a quanto ne so, ci sarebbero prove a conferma, se vogliamo considerare gli innumerevoli documenti giunti fino a noi che raccontano l'ultimo viaggio del Re defunto sulle acque del Nilo, da una sponda all'altra, da Est a Ovest appunto, per raggiungere il Luogo dll'Eternità. Possibile, però che gli stessi venissero ubicati lontano dalle aree frequentate da Re e nobili affinchè qusti non ne fossero disturbati. In questo caso tonerei al villaggio dei costruttori...

Cito ancora l'ipotesi della "cachette", ossia un deposito, utilizzato e per immagazzinare i resti di un rito funebre, e per raccogliere e preservare i resti di saccheggi perpetuati nel tempo, in tombe site nell'area circostante.
Ma tale ipotesi, sebbene sia stata tra le prime ad affacciarsi, ha ricevuto poco credito, venendo addirittura quasi immediatamente esclusa dallo stesso Hawass. Su quali basi?
Non credo ci si possa basare esclusivamente sulla presenza di vasetti da unguenti e giare. E anche la presenza di natron, da sola, non basta per giungere a tale conclusione. E' documentato infatti che a volte capitò che un sovrano, di fronte alla morte di un suo funzionario o di un suddito particolarmente devoto, gli facesse dono di vasetti contenenti unguenti che rientravano nel corredo funebre (come confermato dalla'egittologa Edda Bresciani, nel suo volume "Arte medica e cosmetica alla corte del Faraone", nel quale cita l'esempio del Re Neferirkara di Abusir che ne donò 8 a un suddito perito a causa di un infortunio mentre visionava i lavori per conto del sovrano).
Obbiettivamente è proprio questa invece la teoria che ho voluto appoggiare fin dall'inizio; poichè ritengo essa possa essere la più credibile. Alcune notizie recentemente (e non solo) divulgate, qualora confermate, potrebbero darmi conferma di ciò.
E' noto, innanzitutto, che nella KV63 sono stati ritrovati ben sette sarcofagi. Alcuni confezionati per persone di sesso maschile; altri riproducenti caratteristiche femminili; uno, addirittura, con dimensioni utili a un bambino o un ragazzo.
Tornando al laboratorio di mummificazione, noi staremmo quindi affermando che i sarcofagi, nell'antico Egitto, si costruivano in via... preventiva? Siamo di fronte a quella che poteva essere una esposizione, una vetrina atta alla scelta, come quelle proposte dalle attuali pompe funebri?!
Credo che questa sia una possibilità alquanto remota. Soprattutto se consideriamo che su alcuni sarcofagi, uno di sicuro, si trovano bande di geroglifici opportunamente occultate con resine.
Senza voler sottovalutare poi l'importanza che all'epoca rivestiva il momento del trapasso e quali cure e attenzioni venivano riservate a tutto ciò che riguardava la morte. Questo mi fa scartare la possibilità che costruissero sarcofagi... in serie... soprattutto se destinati alla Valle dei Re.

Recentemente su "Il Sole 24 ore" è apparso poi un articolo di Aristide Malnati, nel quale lo stesso paventa la possibilità che uno di quei sarcofagi appartenga addirittura alla Regina Ankhesenamon, amata consorte del sovrano Tutankhamon.
A maggior ragione, se il Malnati, almeno in questo senso, avesse ragione, viene lecito chiedersi se davvero non ci si trovi al cospetto di una cachette, ricavata da quella che potrebbe essere una tomba incompiuta o comunque appositamente costruita.
Ma se davvero così fosse.... a chi appartengono i sarcofagi in essa contenuti? e perchè le iscrizioni presenti sono state occultate?
siamo forse di fronte ad altri casi di "damnatio memoriae"?
A voi la parola...
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