Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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Suoni e Luci a Karnak

Ultimo Aggiornamento: 30/04/2008 01:37
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Sacerdotessa
di ATON
Thiatj

- ḥtm mr r ry.t '3.t
wts rn n ՚ḫ n itn,
S3t n m3't -
17/05/2006 04:47
 
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Prima parte
Nel cuore della notte:

"Possa la sera avvolgervi nel suo riposo e darvi il benvenuto,
o viaggiatori dell'Alto Egitto.
Non andrete oltre perchè siete arrivati.
Qui siete all'inizio del Tempo.
Qui fu concepita, e prevista, la Grande Settimana della creazione del Mondo
e la Separazione della Terra dalle Acque.
Voi siete nella casa del Padre.
Qui, nella casa del Padre, ogni Faraone si considerò un figlio e volle lasciarvi la sua impronta.
Ciascuno ampliò, sovrappose, aggiunse, allargò nel corso di 20 secoli.
Il risultato è questo favoloso labirinto di facciate e passaggi,
cortili e corridoi, prospettive e deviazioni
ai quali solo i Sacerdoti ed il Faraone avevano accesso.
Ma l'Egiziano è a suo agio tra i sentieri tortuosi del divino.
Gli è familiare la Scienza dell'Aldilà.
Egli ama le uscite nascoste, i passaggi segreti,
le scalinate mascherate, l'oscurità fosforescente delle tombe.
I vademecum, le guide del viaggio che accompagnano le mummie,
sono chiamati libro dei Morti, libro delle Porte,
libro delle Caverne, libro del Giorno e della Notte.
Sono gli unici libri che mai abbiano tentato di tracciare le mappe dell'Aldilà.
La solenne soglia che avete appena attraversato era proibita ai comuni mortali.
La Città di Dio era una fortezza
dove un'intera guarnigione di mistici seguaci vegliava sull'imponente ordine Divino:
albe, eclissi di luna, dinastie, la barca della notte,
i confini dell'immortalità.
Il Padre è come un vecchio pastore.
La sua destra regge il bastone pastorale che raggiunge la polvere delle stelle.
La sua sinistra accarezza un ariete selvaggio che cammina accanto a lui.
Egli è il Dio del primo giorno.
E' lui che viene chiamato Amon.
Solo a menzionare del suo nome i Sacerdoti chinano il capo e i semplici mortali si prostrano nella polvere.
A volte ariete e Dio si fondono
e si può vedere una sfinge dalla fronte ricciuta condurre il gregge,
come queste che lo scultore ha più volte tratteggiato a custodire la corte di Karnak.

Ascoltatemi!
Io, che sono semplicemente il guardiano di queste rovine.
Ho misurato queste vie dissestate in ogni direzione,
questi cortili diroccati, queste terrazze e questi santuari.
Ho trovato gli antichi livelli di inondazione del Nilo
inscritti su una scala, il Nilometro.
Queste strutture di architettura simmetrica che incorniciano le scalinate,
mascherando i templi interni,
furono chiamati piloni dai primi visitatori,
per indicare una colonna dalle dimensioni gigantesche.
La maggior parte di questi piloni sono vuoti,
intarsiati da scale interne
che conducono alle mura del paradiso.
Questi piloni hanno delle cavità esterne con ganci di bronzo,
nelle quali venivano fissate bandiere festive.
Ma non cercate di contare le colonne, i colossi,
le sfingi, gli obelischi o i capitelli.
Cercate piuttosto ad ogni passo che fate in questo luogo,
dove si costruì per 20 secoli,
di udire la risposta sussurrata del Dio onnipotente.

Fu qui a Karnak, che colui che è chiamato Amon si sedette su un poggio
e pensò la Creazione del Mondo durante l'inondazione di luglio.
Poichè questa terra d'Alto Egitto sulla quale sorge la costruzione più grandiosa del mondo,
questa terra fu considerata la prima ad emergere dalle acque primordiali.
E fu su questa terra,
dove gli stormi di anatre selvatiche presero il volo,
l'unica terra al di sopra delle acque,
che gli uomini innalzarono la Città di Dio
per la gloria della sua Creazione.
Al tempo del suo massimo splendore
questa cittadella poteva essere raggiunta solo tramite un canale reale e una via sacra.
Il Faraone sulla Barca della Gloria, poteva ormeggiare qui, accolto sul sacro approdo dal Primo Sacerdote di Amon
e da uno stuolo di innumerevoli Sacerdoti coi loro ventagli di piume.
Non siate sopraffatti dalle dimensioni di queste rovine.
La cittadella che sorge qui non fu costruita a misura d'uomo,
ma a misura di Dio da cui tutto fluisce.
La siccità e l'inondazione, i raccolti e i flagelli,
i sogni e il potere, la morte e la vita.
Il grande archeologo Champollion che, come nella Bella Addormentata,
risvegliò la corte fremente e cinguettante dei geroglifici, quando giunse qui rimase stupito.
Ascoltate Champollion:
"tutto il fasto e la magnificenza dei Faraoni appare a Karnak, tutte le loro opere più nobili e raffinate.
Nessun altro popolo antico ha concepito l'arte dell'architettura
in proporzioni così grandiose,
immense e sublimi quanto gli antichi Egiziani.
Essi pensavano in termini di uomini alti cento piedi".
E se questa sera qualcuno di voi dovesse formulare la domanda
che state sussurrando nei vostri cuori "Chi sei Amon?",
la risposta filtrerebbe da queste pareti, da queste architravi,
da questi piedistalli, da queste camere segrete, da queste rovine,
perchè la risposta è scritta ovunque in mille geroglifici diversi.
"Io sono il Padre dei Padri, la Madre delle Madri,
e il Toro del Settimo Kim Celeste.
Io schiusi la bocca per parlare nel silenzio.
Feci in modo che gli uomini avessero una via da seguire.
Io aprii gli occhi di tutti in modo che potessero vedere.
Il mio occhio destro è il giorno.
Il mio occhio sinistro è la notte.
E le acque del Nilo sgorgano dai miei sandali".
Amon ha tenuto questa fortezza dalla XII dinastia,
con un'unica eclissi.
Il tempo di un Faraone dissidente,
il tempo di un Faraone poeta,
il tempo di Akhenaton, che inventò l'Umanesimo,
il tempo del suo amore per la fin troppo umana Nefertiti,
la cui bellezza ci perseguita ancor oggi.
Amon, il Padre di tutto, aveva per sposa la Dea Mut,
che sedeva un po' più in basso di lui
con il copricapo reale di penne di avvoltoio.
Vicino al Padre e alla Madre sta il figlio Khonsu,
ritto come una mummia con un quarto di luna sopra la sua testa allungata.
Essi formavano la triade di Karnak,
la Sacra Famiglia per la quale per 2000 anni senza sosta
gli uomini costruirono innumerevoli templi.

"Qui, in questo luogo, io, Seti (II), costruii lungo il viale
il luogo di riposo delle Barche Sacre formato da tre cappelle contigue di arenaria.
La cappella della Barca di Amon è quella centrale,
la cappella della Barca di Khonsu è ad est,
la cappella della barca di Mut è ad ovest.
Io credo che questo edificio sia degno di Amon
e degno di testimoniare la gloria di Seti (II)".

Gli uomini credono sempre di recitare l'ultimo atto della loro lunga storia.
Ciascun Faraone credeva di aver completato la Città di Dio,
ma un altro Faraone arrivava e gettava nell'ombra la gloria del precedente.

"Io, Ramsete (III), pensai che per le Sacre Barche della Sacra Famiglia
fosse necessario più di un ricovero.
Così a metà strada tra il Santuario e il fiume,
costruii questo edificio, un vero e proprio tempio con piloni custoditi da colossi,
il peristilio, la sala ipostila e il santuario.
D'ora in poi sarà qui che i 40 Sacerdoti con il capo rasato,
in 8 file da 5, si fermeranno mentre portano l'Arca di Dio verso l'imbarcadero,
quando è il momento del viaggio del Dio a Luxor
per la festa di Opet sulle acque alte.
E il mio tempio mostrerà anche come io conquistai i popoli dell'Asia e dell'Africa".

Eppure un giorno persino il tempio di Ramsete III
non divenne che un edificio in un angolo dell'ampia corte
dove siamo questa sera.
I faraoni arrivarono e se ne andarono,
il nuovo anno tornò a metà luglio con l'impassibile crescere delle acque
e nel secondo mese di inondazione,
aveva luogo la meravigliosa festa di Opet.
Allora, come ogni estate,
noi avremmo potuto assistere al passaggio delle tre Barche della Sacra Famiglia,
portate dalle forti braccia degli uomini.
La Barca di Amon decorata a prua e a poppa con teste di ariete.
La Barca di Mut, sua sposa, decorata con figure femminili con gioielli e collane.
La Barca del loro figlio Khonsu, decorata con due teste di falco,
sormontate da un quarto di luna.
Poichè la barca è il simbolo del movimento del mondo, il piedistallo di Dio.
E' il trono del Faraone, lo strumento di distruzione e costruzione.
La civiltà che erse le colonne e i colossi a Karnak era una civiltà fluviale.
Era con una barca che il granito rosa, la diorite e l'alabastro erano portati qui;
ogni inondazione trasportava tonnellate di pietra grezza
da forgiare e molare qui in questo interminabile cantiere.
C'è qualcosa di profondamente commovente nel paragonare la tremula,
quasi fluida ispirazione degli operai di Karnak
e la pietra nella quale volevano immortalare l'inclinazione di una canna
o l'ala piegata di un cormorano.

[Modificato da -Kiya- 17/05/2006 4.48]

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