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Storia e Mnemostoria dell'Antico Egitto, ossia la storia per come recepita, nel tentativo di comprendere la storia per come stata.
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Nefertiti: Forse ci siamo!

Ultimo Aggiornamento: 25/09/2022 13:45
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Forse gli egittologi sono ormai prossimi a ufficializzare uno dei colpi grossi dell’archeologia mondiale, una di quelle scoperte in grado da sole di uscire dai limiti sempre meno angusti degli addetti ai lavori.
Zahi Hawass, Direttore del Supremo Consiglio delle Antichità Egizie al Cairo, con un susseguirsi di dichiarazioni sempre più circostanziate sta ammettendo la forte probabilità che uno dei sette sarcofagi racchiusi nella tomba recentemente trovata nella Valle dei Re apparterrebbe niente meno che a Nefertiti. La regina immortale, la bellissima sposa del faraone-eretico Akhenaton (Amenophis IV), la “Bella che è arrivata” (come recita il suo nome nell’antica lingua degli egizi) prenderebbe finalmente corpo, dopo millenni di oblio; e la sua maschera funeraria, così realistica in pieno stile amarniano e così straordinariamente simile al famoso ritratto racchiuso negli “Staatliche Museen” di Berlino, ci consentirebbe di intuirne le bellissime fattezze in vita.
Come è noto tre settimane orsono l’équipe dell’Università di Memphis (USA) ha rinvenuto una nuova tomba nella Valle dei Re (di fronte a Luxor), a soli 5 metri dalla celeberrima sepoltura di Tutankhamon: coperto dalle sovrastrutture in pietrisco e pagliericcio delle casupole degli operai costruttori di tombe, si è rivelato un pozzo profondo 4 metri, che si concludeva in una camera sepolcrale; all’interno sette sarcofagi perfettamente conservati e 28 giare sigillate e pesanti 45 Kg ciascuna, dal contenuto ancora da verificare, ma verosimilmente recipienti per alimenti per la nutrizione dei defunti nella vita ultraterrena. I sarcofagi in legno dipinto hanno fin da subito rivelato una fisionomia antropomorfa e una natura fortemente realistica, ben lontana dall’astrattismo ieratico dell’Egitto classico: simili caratteristiche hanno indotto gli studiosi a pensare a personaggi legati in qualche modo all’esperienza monoteista nella città di Amarna (voluta da Akhenaton, che regnò tra il 1364 e il 1347 a. C.), caratterizzata da uno spiccato realismo artistico, come rivela la numerosa statuaria e le incisioni parietali, improntate a definire i personaggi ritratti nel rispetto delle loro sembianze umane.
In particolare la maschera di uno dei sarcofagi in questione presenta un volto femminile con la frangetta e con un taglio degli occhi di tipologia nubiana (regione di origine di Nefertiti)* e assai simile ai ritratti da noi posseduti della bellissima sovrana. Un ulteriore elemento, emerso in queste ultime ore, conforterebbe gli esperti in una simile attribuzione: uno dei sarcofagi è più piccolo, quindi adatto a un bambino. Ebbene, in base all’analisi e alle deduzioni di Otto Schaden, Direttore della Missione dell’Università di Memphis, sembra che la mummia in esso contenuta sia quella di una bambina; e che il viso di colore giallo rimandi all’oro e dunque riveli le origini regie del personaggio sepolto. Dunque, se si tratta di una principessa, viene spontaneo pensare a una principessa di Amarna, a una delle sei figlie di Nefertiti e Akhenaton, morte quasi tutte in giovanissima età per ragioni diverse. Ecco che allora prende sostanza l’ipotesi che la mummia femminile adulta sia proprio quella di Nefertiti e che tutti i corpi siano stati nascosti di fretta per sottrarli a trafugatori dei corredi funebri regali o, più verosimilmente, alla vendetta dei sacerdoti del dio Amon e delle altre divinità tebane, tornati a contare dopo la restaurazione del politeismo.
Hawass, quasi moderno veggente, è pressoché certo dell’attribuzione e in una sua recentissima analisi ne ha dimostrato l’alta probabilità mettendo insieme elementi incontrovertibili: «Innanzitutto la Valle dei Re fu destinata unicamente al riposo dei faraoni e delle loro famiglie; inoltre la tomba scoperta è una ‘cachette’, un nascondiglio pensato per la protezione eterna di mummie che all’epoca scottavano. Infine i personaggi lì sepolti, sicuramente databili su base archeologica alla XVIII Dinastia (quella di Akhenaton e della sua famiglia), rivelano evidenti particolari dello stile amarniano. Insomma mi sento di azzardare la certezza delle identificazioni proposte, che presto potrebbero venire confermate».


di Aristide Malnati

(*) questa affermazione non è comprovata da alcun documento; a tutt'oggi infatti non siamo in grado di stabilire quali fossero le origini della Regina Nefertiti
(Kiya)


[Modificato da -Kiya- 07/03/2006 6.43]

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Re:
speriamo che non sia il secondo "al lupo al lupo", visto che gia' qualche anno fa si gridave "trovata mummia di nefertiti!"

:D

pero' chissa'... di sicuro ' un bel colpo. sono troppo curiosa! certo che quel busto e' un sogno. se ci assomiglia...
:heart:
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Re: Re:

Scritto da: Messalinaxxx 07/03/2006 9.48
speriamo che non sia il secondo "al lupo al lupo", visto che gia' qualche anno fa si gridave "trovata mummia di nefertiti!"

:D

pero' chissa'... di sicuro ' un bel colpo. sono troppo curiosa! certo che quel busto e' un sogno. se ci assomiglia...
:heart:



Concordo in pieno da quel busto si capisce perchè sulla sua bellezza vi siano molte testimoninze.
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segnalo a Teie e a -francis- che le loro risposte sono state spostate nella discussione aggiornata relativa all'argomento qui trattato:


freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=7393336
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01/04/2009 09:00
 
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Devo essermi perso qualche cosa......

I sette sarcofagi di cui parla Kiya sono da collocarsi in una nuova tomba (KV64)??????????

Ciao, BATA
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01/04/2009 16:52
 
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Il mistero della bellezza di Nefertiti
Studiosi tedeschi hanno scoperto sotto il celebre busto
un secondo ritratto, meno perfetto e forse più realistico
BERLINO - Il suo nome significa «la bella è giunta» ed è considerata la Monna Lisa dell'antichità, una delle donne più affascinanti della storia. Nefertiti, moglie del faraone Akhenaton che regnò dal 1359 al 1342 a.C. durante la XVIII dinastia, è una figura circondata dal mistero. Alcuni studiosi ritengono che sia stata allontanata dopo essere caduta in disgrazia (non ha dato al marito figli maschi), altri hanno avanzato l'affascinante ipotesi che per un breve periodo abbia affiancato Akhenaton nella gestione del potere o che addirittura ne abbia preso il posto.


IL VOLTO DI NEFERTITI - La regina egiziana appare imperturbabile e di una bellezza sconvolgente nel celeberrimo busto in calcare dello scultore reale Thutmose conservato a Berlino. Un ritratto che, a più di 3.300 anni dalla morte della protagonista, riesce a dare i brividi. Lo sguardo è enigmatico (da qui il confronto con la Gioconda di Leonardo), le labbra carnose, perfettamente disegnate, il volto magro e allungato. L'eleganza dell'opera è sconfinata. Nefertiti nasconde dei misteri. Non solo legati alla sua epopea da viva e alla posizione sociale che ricopriva, ma anche alle fattezze che l'hanno resa un immortale esempio di bellezza femminile. Alcuni ricercatori tedeschi hanno sottoposto l'opera a uno studio approfondito, con risultati inaspettati. Sotto il volto che tutti conosciamo, di stucco, ne esiste un altro in pietra che apparentemente funge da supporto ma che presenta una fisionomia assai diversa. L'"altra faccia" di Nefertiti ha zigomi meno prominenti, una leggera protuberanza sul naso, rughe ai lati della bocca e delle guance e una minore profondità agli angoli delle palpebre. Gli studiosi ipotizzano che questo sia il vero ritratto della regina. Non quello stilizzato e perfetto che lo contiene.

CANONI DI BELLEZZA - La statua della «bellezza del Nilo» è stata scoperta nel 1912 dall'archeologo tedesco Ludwig Borchardt a Tell el-Amarna, dove per un breve periodo è stata spostata la capitale del regno proprio per decisione di Akhenaton. Ora è conservata nel museo archeologico Altes di Berlino e a ottobre traslocherà nel Neues Museum. «È possibile che il busto di Nefertiti sia stato commissionato, forse proprio da Akhenaton, per rappresentare la regina in base alla sua percezione personale» spiega Alexander Huppertz, direttore dell'Imaging Science Institute di Berlino, sulla rivista Radiology. Il busto di 50 centimetri - una pietra calcarea ricoperta di strati di stucco di vario spessore - è già stato analizzato nel 1992, ma allora i ricercatori non sono riusciti ad arrivare a risultati degni di nota.

DISPUTA CAIRO-BERLINO - Oggi, grazie alla sofisticata tecnologia di scansione Ct, la regina ci svelta dei segreti. Le migliorie sarebbero state fatte per far aderire maggiormente il volto ai canoni di bellezza dell'epoca. «Si possono riscontrare differenti fessure parallele all'altezza delle spalle, della parte bassa del busto e dietro la corona» spiega Huppertz. Dalla sua prima esposizione pubblica nel 1923, la precisione delle linee simmetriche ha attirato migliaia di visitatori da tutto il mondo e ha scatenato un lunga disputa - non ancora conclusa - tra il Cairo e Berlino, che si rifiuta di consegnarla al Paese d'origine. Ma sapere che Nefertiti aveva le rughe e il naso un po' pronunciato, come tante donne reali, la rende ancora più affascinante.



L. Cu. Corriere della Sera > Cultura > Il mistero della bellezza di Nefertiti

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Berlino, scoperto secondo volto della regina Nefertiti
ultimo aggiornamento: 01 aprile, ore 08:28
Berlino, 1 apr. (Adnkronos) - Il busto di Nefertiti esposto all'Altes Museum di Berlino nasconde un secondo volto della bella sovrana, moglie del faraone Akhenaten che governò l'Antico Egitto intorno all'anno 1350 a.C. Lo hanno scoperto i ricercatori dell'Imaging Science Institute dell'ospedale Charite della capitale tedesca, usando una sofisticata tecnologia di scansione Ct, secondo quanto riferisce un loro studio pubblicato sulla rivista 'Radiology'.

Ritrovato sotto spessi strati di stucco il volto più interno, il calco di Nerfertiti non era "anonimo, ma delicatamente tratteggiato dallo scultore reale Thutmose", scrive il direttore dell'Istituto Alexander Huppertz. E gli strati di stucco di spessore variabile usati da Thutmose hanno accentuato alcuni tratti del viso della regina. "Il confronto con il volto esterno ha rivelato alcune differenze nell'angolatura delle palpebre, nelle piege agli angoli della bocca e nel lieve rigonfiamento sul setto nasale", spiega Huppertz. "Per i canoni della bellezza nel periodo Amarna - aggiunge - le differenze avevano effetti negativi o positivi e possono essere letti come segni di personalizzazione della scultura".

Emerso nel 1912 dagli scavi dell'archeologo Ludwig Borchardt che in seguito lo ha portato in Germania in circostanze mai chiarite, il busto di Nefertiti è stato oggetto di una disputa durata anni tra Berlino e Il Cairo. La Germania si è rifiutata di inviarlo in Egitto per l'apertura del Museo Nazionale egiziano nel 2011 e ora Nefertiti traslocherà nel 'Neues Museum' che aprirà i battenti a fine restauro il prossimo ottobre.


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01/04/2009 23:14
 
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Re:
.Bata., 01/04/2009 9.00:

Devo essermi perso qualche cosa......

I sette sarcofagi di cui parla Kiya sono da collocarsi in una nuova tomba (KV64)??????????

Ciao, BATA




Sì Bata, hai perfettamente ragione, quello era proprio l'articolo di Malnati alla vigilia dell'esplorazione della KV64.
Ma anche le notizie con data attuale sulla faccia nascosta di Nefertiti non sono comunque una novità [SM=x822712]
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01/04/2009 23:57
 
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Forse intendete la KV63?
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02/04/2009 08:17
 
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No Kiya, intendo proprio KV64.

La storia dei sette sarcofagi deve essermi sfuggita e, comunque, non la conosco se non per quanto hai riportato.

Potresti essere così cortese da inserire i riferimenti e permettermi di aggiornarmi o, data l'età, rinfrescare la memoria??

Ciao, BATA:
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